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Autore: _Crizia_    14/06/2016    3 recensioni
Questa storia non tiene conto della trasformazione di Shin in Conan, i personaggi hanno circa 18 anni.
Grazie ad una certa persona vanno in vacanza in Italia, dove trascorreranno alcuni giorni del mese di luglio all'insegna del divertimento e chissà che chi ha procurato i biglietti non abbia avuto un preciso scopo per farlo.
Dalla storia
-"Il sole era già alto nel cielo, gli uccellini cinguettavano, il caldo si faceva sentire e né una foglia né un filo d'erba si muoveva, sembrava tutto tranquillo ad eccezion fatta per un urlo sovraumano che sgretolò in mille pezzi quell'atmosfera da fiaba.
L'urlo incriminato proveniva da una camera pitturata di un fresco verde chiaro, in questo luogo si trovavano un ragazzo e una ragazza dai lineamenti orientali che si guardavano reciprocamente"-
P.S. forse durante la narrazione i personaggi saranno un po' OOC.
Al momento sospesa causa altri progetti in corso.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Yukiko Kudo | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Resta con me (stay with me)
 
 
"Sì Capo, l'ho trovata."
"Bene.
Dopo tanti anni potrò finalmente veder servita la mia vendetta.
Tienimi aggiornato e continua a sorvegliarla; il tempo di organizzare il viaggio e sarò lì."
"D'accordo, sarà fatto come vuole."
 
"Ran!? Che ci fai qui?", Shinichi si era voltato a guardare quella figura che si stagliava fra le ombre di quella notte.
"Ti cercavo, mi sono svegliata e non ti ho trovato... ero preoccupata."
"Vieni." disse calmo Shinichi porgendole la mano che lei si affrettò a stringere per sedersi a terra vicino a lui.
"Per caso non riuscivi a dormire a causa mia?" gli chiese Ran con voce piccola per l'imbarazzo di poter essersi agitata nel sonno o addirittura di aver russato.
Shinichi si voltò leggermente perplesso e sorpreso, ma poi la sua espressione si addolcì di comprensione: "Ma che vai pensando Baka! - la tranquillizzò scompigliandogli i capelli con una mano - Solo... non riuscivo a dormire."
Ed eccola che faceva di nuovo la sua comparsa, quella nota amara e lontana nella sua voce, la stessa che quella mattina aveva sfuggevolmente notato nei suoi occhi; Shinichi era turbato e le se stringeva il cuore non poterlo confortare.
"Se solo non si tenesse sempre tutto così dentro!" pensò Ran.
Doveva trovare il modo di smuoverlo, di dargli una scossa, ma per il momento le sarebbe bastato anche cercare di distrarlo dai suoi pensieri almeno per il tempo di quella notte.
Ran cercò di trovare gli occhi di Shinichi, certo con il buio che c'era non era semplice, ma essendosi un po' abituata alla visione notturna riuscì per lo meno a inquadrare la posizione del suo viso: puntava l'oscurità davanti a loro come se cercasse qualcosa al di là di ciò che era visibile, qualcosa che a lei era precluso.
 
 
"Shinichi... - richiamò la sua attenzione - ascolta... vedo che c'è qualcosa che non va; anche se cerchi di non darlo a vedere, io ti conosco fin da quando le nostre madri ci imboccavano con quelle pappette mollicce che entrambi odiavamo e che buttavamo via nel bagno non appena loro ci lasciavano liberi.
Quindi se non vuoi parlare con me, qualunque sia il motivo, parlane magari con Heiji o perfino con George se può sollevarti da questi pensieri pesanti.
Mi dispiace vederti a volte così lontano e assente. - fece una pausa sospirò - Scusa se ti ho fatto la paternale, ma non riuscivo più a vederti così e a rimanermene zitta e con le mani in mano!"
Ora si sentiva decisamente più leggera, le premeva molto far sapere a Shinichi come la pensava.
Da parte sua il ragazzo sorrise lievemente al  ricordo della loro infanzia, ma non si sentiva ancora pronto a condividere quell’episodio della sua vita con lei, seppure lei era la sua migliore amica, la sorella che non aveva mai avuto, la  ragazza che gli aveva rubato il cuore pezzo dopo pezzo giorno dopo giorno mentre crescevano insieme; quando lui se ne era accorto era ormai troppo tardi, la presa gentile e inconsapevole di lei lo aveva già avvolto senza possibilità di scampo, così lui aveva rassegnatamente deposto ‘ armi ’ -non che avesse mai avuto intenzione di farne uso- contro quella forza incoercibile che è l’amore.
Shinichi annuì e fievolmente disse: “ Ci proverò.
Però voglio che tu in cambio mi prometta di goderti serenamente questa vacanza accantonando momentaneamente quella tua spiccata sensibilità nel percepire i problemi delle persone che ti stanno intorno.
Ok?”
Rare erano le volte che si aprivano così tanto profondamente l’uno con l'altra, ma quando avveniva era sempre una grande gioia riscontrare quanto bene a fondo si conoscessero.
“Va bene.”
 
 
Ran si strinse nelle spalle, portò le ginocchia al busto, vi posò sopra le braccia incrociate e vi adagiò la testa girata verso Shinichi.
Aleggiavano parole non dette in quel silenzio in cui anche la natura, tacendo, si era fatta spettatrice in attesa della prossima sequenza teatrale.
Trascorsero alcuni istanti, poi il velo di quell’imperscrutabilità fu increspato da un mormorio di supplica: ”Resta con me.”
Una frase breve, semplice, ermetica, che esprimeva tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
Un altro mormorio, di risposta, si levò dalla ragazza accanto a lui: “Sono qui.”
 
Heiji bussò piano alla porta del bagno: “ Sì? “ domandò Kazuha.
“Io intanto scendo, ti aspetto di sotto.
Ok?”
“Va bene Heiji!”
Il ragazzo scese le scale e si diresse verso la porta finestra che dava sul porticato dove solitamente erano serviti i pasti.
“Buongiorno signorino Heiji!” lo salutò George portando a tavola la caraffa con il tè freddo.
Ran e Shinichi stavano arrivando dalla piscina quando Heiji li notò parlare sottovoce in tono confidenziale.
“Hey, ragazzi, ma dove siete stati?”, chiese Kazuha mentre scendeva le scale, anticipando l’interrogativo di Heiji.
I due chiamati in causa si rivolsero un breve sguardo, a Ran non sembrava il caso di dire tutta la verità,  anche perché non riguardava lei di persona ma Shinichi e quindi rimetteva a lui la scelta di esporsi o di nascondersi.
“Ho portato Ran a vedere l’alba dato che per il caldo nessuno dei due riusciva a dormire, poi abbiamo fatto una passeggiata.” rispose con una mezza verità,  conciso, senza lasciare a nessuno la possibilità di ribattere.
Heiji se ne stette zitto volendo evitare che si ripetesse la scena del giorno precedente e considerò, per il momento, la risposta come esauriente.
Senza ulteriori indugi i quattro si misero a tavola e fecero colazione.
 
La mattinata trascorse nuovamente fra la tintarella, il sole cocente, l'acqua fresca e chiacchiere.
Le ragazze, inforcati gli occhiali da sole, messa la crema solare, indossati i cappelli a tesa larga fatti di paglia intrecciata, si sdraiarono e iniziarono una conversazione.
“Hey Ran, stavo pensando che potremmo fare delle partite di tennis, singole e doppie. Che ne dici?”
“È una buona idea e poi mi serve fare un po’ di movimento, altrimenti fra tutte le cose buone che stiamo mangiando non sarò neppure in grado di fare le mosse base del Karate!”
“Ma dai Ran, tu sei in forma smagliante qualunque cosa tu faccia.”
“Guarda che anche tu stai bene, Kazu.”.
“Grazie, ogni tanto serve appoggio psicologico anche a noi ragazze per farci andare bene come siamo, senza ingigantire i piccoli difetti che ci riconosciamo, a quello ci pensa benissimo la società.
Comunque sarà divertente giocare a tennis e varieremo un po’ la routine che abbiamo intrapreso da quando siamo qui.”.
“Però dovremo comprare gli indumenti adeguati, io non li ho portati.”.
“È vero; be’ poco male, andremo a fare del sano shopping!” disse entusiasta Kazuha.
“Ok, allora quando i ragazzi torneranno li metteremo a parte dell’idea che ci è venuta.” riassunse Ran.
“Che idea vi sarebbe venuta?” chiese un Heiji gocciolante contro sole, Shinichi lo seguiva a pochi passi.
“Io e Ran pensavamo di usufruire del campetto da tennis e ovviamente la proposta è estesa anche a voi.” espose Kazuha.
“Per me non c'è problema, ma se ci dessimo un orario sarebbe meglio perché credo che con il tempo che c'è stato alzeremo un gran polverone, quindi a George  servirebbe del tempo per innaffiare il campo.” li redarguì Shinichi.
“Una gran bella idea per una baka come te, Kazu.” la stuzzicò Heiji e ovviamente la ragazza gli rispose per le rime: “O non ti preoccupare, vedremo sul campo da gioco chi è il vero baka.”
“Mi stai proponendo una sfida?” le chiese Heiji già infervorato all'idea.
“Perché no, infondo un po’ di competitività non ha mai fatto male a nessuno.”
 
Dopo pranzo le ragazze si erano preparate per uscire a fare compere come avevano programmato quella mattina,decisero di farsi accompagnare da George alla prima cittadina più vicina.
Ovviamente i ragazzi, sentendosi esonerati dal compito spiacevole di porta borse, se la erano filata anche piuttosto spudoratamente motivando una improvvisa sonnolenza, ma altrettanto stranamente le ragazze finsero di crederci.
O meglio, a Ran non cambiava niente comunque, mentre per quello che aveva in mente Kazuha i due ragazzi rappresentavano solo un ostacolo all'adempimento del suo piano; non che fosse chi sa cosa, ma sentiva di doverlo fare e in primis per dimostrare proprio a se stessa la donna che era diventata.
George le fece scendere in una via parallela alla principale e, dopo aver lasciato il suo numero a Ran per trovarle quando sarebbe dovuto ritornare a prenderle, indicò loro la strada da seguire che sbucava proprio sulla via dei negozi.
Certo, le dimensioni non erano paragonabili ai grandi centri commerciali di Tokyo, né tanto meno ai piccoli negozietti che potevi trovare per strada e di cui lo spazio antistante le vetrine era il prolungamento naturale dell'esposizioni, ma per quale donna o ragazza, più o meno fissata con la moda, entrare in un negozio non è come ritornare a casa?
 
Sembrava che lo spirito di Sonoko avesse impossessato il corpo di Kazuha dato che questa stava quasi trascinando una recalcitrante Ran da una vetrina all’altra e da una parte all’altra della via.
Ad un tratto, Ran, decise che era arrivato il momento di porre fine a quell’ andirivieni e, seppur a malincuore, strattonò leggermente l’amica per la mano che le stava tenendo.
Kazuha si voltò con gli occhi ancora luccicanti - come quelli di un qualsiasi bambino meravigliato che entra per la prima volta al luna park e vede nuvole bianche commestibili- e notò l’espressione lievemente accigliata di Ran.
Kazuha capì al volo cosa non andasse e ridacchiando per l’imbarazzo di quella figura si scusò facendole una linguaccia birichina per sdrammatizzare.
Ran esplose in una risata portando un braccio alla pancia e l’altro ad indicare la ragazza di fronte che con il suo repentino cambio d’espressione era apparsa buffissima e dolce allo stesso tempo.
 
Finalmente le ragazze trovarono il negozio che faceva al caso loro, entrarono e si separarono alla ricerca di un competo da tennis che fosse in accordo con il loro gusto personale e il tempo.
Ran stava guardando dei pantaloncini corti elasticizzati, stava allungando una mano per prenderne un paio quando un’altra mano entrò nel suo campo visivo e si sovrappose alla sua sull’appendino.
Si girò con l’intenzione di scusarsi ma l’altra persona la precedette.
“Scusami…” disse quella che doveva essere una ragazza poco più grande di lei in inglese.
Era una ragazza molto bella, con lineamenti leggermente orientali ed il viso incorniciato da un caschetto mosso biondo scuro che le arrivava poco sopra le spalle.
Ran mantenne la calma e racimolando tutto l’inglese che aveva imparato si scusò anche lei e gentilmente aggiunse: “Prendili pure, cercherò qualcos’altro.”
L’altra ragazza la ringraziò, prese i pantaloncini, la salutò e probabilmente si diresse ad una cabina di prova.
 
Ran cercò ancora per un po’, provò alcuni completi e alla fine ne scelse uno con top a fantasia a foglie lilla su sfondo azzurro e pantaloncino bianco.
Si ricongiunse a Kazuha, pagarono alla cassa e, prima di telefonare a George per farsi riportare alla villa, conclusero il pomeriggio con un bel gelato rinfrescante. 
 
 
 
 
 
 




Vorrei solo dire che mi sono veramente impegnata per far uscire questo capitolo prima di adesso, tanto che era quasi pronto per l'inizio di marzo, mancava solo un'ultima parte che sono riuscita a scrivere solo oggi a causa di impegni scolastici. (purtroppo sono una maturanda e da marzo non c'è stato un attimo di riposo fra simulazioni di prima, seconda e terza prova, verifiche, interrogazioni su metà programma e la lista si allungherebbe a dismisura se continuassi, perciò finisco qui di commiserarmi)
Per quanto riguarda il capitolo spero che sia come sempre di vostro gradimento e all'altezza della vostra aspettativa.
Un'unica cosa: ai fini della storia nel suo comlesso non tralasciate ciò che sembra banale.
Vi lascio con questa frase sibillina non dimenticandomi però, come è mia consuetudine, di ringraziare tutte quelle belle "personcine" pazienti che recensiscono e quelle che hanno questa storia fra le loro preferite/ricordate/seguite.
A proposito di questo vorrei scusarmi con shinichi e ran amore e ran1412 per non aver risposto alla loro ultima recensione, sono veramente desolata, ma le ho viste solo poco tempo fa e considerando il tempo passato non sapevo neanche cosa rispondervi. (scusate le mie paranoie mentali)
Grazie di cuore, alla prossima
_Crizia_
 
 P.S.
Benvenuto a bordo di questa storia se sei un/a nuovo/a lettore/rice!

 
   
 
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