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Autore: Neera Everdeen    14/06/2016    0 recensioni
Immaginate Draco fuggire dopo essere stato obbligato a diventare Mangiamorte a sedici anni. Immaginate un Draco fuggitivo e probabilmente braccato. Immaginate Draco in una enorme città babbana, New York, ai giorni nostri.
E immaginate l'incontro tra lui e una forse non così stupida babbana..
Essere ripudiato per amore o continuare una stirpe.
Coraggio o codardia.
Amore o solitudine.
Cosa sei disposto a scegliere per le persone che ami?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Apro gli occhi, sentendo il profumo di Leya inondarmi le narici. Sta ancora dormendo , ma è nella stessa posizione di quando si è addormentata. Scosto appena una ciocca di capelli dalla tempia, scoprendo così il viso pallido alla luce del giorno. Le ciglia sono lunghissime e folte anche senza  mascara, la pelle non ha imperfezioni se non una piccolissima cicatrice sotto al mento, mentre gli occhi, quella che a mio parere è la parte più bella del suo viso, sono nascosti sotto le palpebre. La bocca è rossa e carnosa, ora appena dischiusa. La abbraccio cercando di non svegliarla. È fragile, sento i polsi piccoli che mi circondano il collo.
Il gramo , questa notte, non mi ha lasciato in pace.
Il gramo mi ha ringhiato contro, mi ha morso, mi ha fatto sanguinare ferite invisibili.
Nei miei incubi c’era anche mio padre, che mi obbligava di nuovo di fare quel maledetto marchio.
“ o quello, o lei.” mi sibilava, indicando una Leya tremante dietro di lui, legata ad una sedia e lurida di sangue. Ho accettato, sentendo di nuovo quel dolore lancinante e la consapevolezza di essere sporco. Per lei avrei persino ucciso qualcuno, se necessario.
Torno alla realtà, sentendo la ragazza svegliarsi. È bellissima.
La bacio sulla fronte, tirandomi su e stiracchiandomi appena, giusto il tempo per staccarmi un attimo da lei. quando mi giro a guadarla, noto che mi sta fissando sorpresa.
- Niente incubi.- mi dice, con la voce roca di chi si è appena svegliato. La osservo senza capire.
- Da quando tu hai dormito con me, non ho più avuto incubi.- dice di nuovo con un sorriso. Mi appoggia la testa al petto come se fossimo una vecchia coppia.
- Avrei una proposta da farti.- mi dice dopo una decina di minuti circa, sospirando. Sento il mio cuore battere all’impazzata.
- Tra tre giorni ci sarà il ballo della scuola e mi piacerebbe averti come cavaliere. Insomma, Lilia ha Jakob e Anne ci va con un suo amico, quindi volevo chiederti se ti piacerebbe, ecco.- mi propone, cominciando a mordersi il labbro dal nervosismo.
- E me lo chiedi?- le chiedo a mia volta con un enorme sorriso –Certo che ci vengo, scema.-
La vedo sorridere e, posso giurare sull’odio che provo per mio padre, che in questo momento vorrei baciarla. Niente baci appassionati, niente cose sconce o cose infuocate. Un bacio nel senso più casto del termine. Non un bacio carnale o appassionato alla follia: un bacio semplice, labbra contro labbra e i cuori che scoppiano.
So che la sto osservando come un ebete, quindi mi limito a sorridere di nuovo e ad alzarmi dal letto.
Mi avvio con passo strascicato in camera mia, pensando a come potrei vestirmi. Ora mi mandano avanti a T-Shirt, ma mi mancano le mie amate camicie.

- Questa!- esclama Lilia indicando una giacca da uomo nera e troppo grande per me.
- Non credo che sia il mio genere.- le rispondo grattandomi la nuca.
- Anche secondo me.- mi fa eco Jakob ridacchiando. La sua futura dama alza gli occhi al cielo e rimette la giacca al suo posto.
La povera Leya è stata sequestrata e obbligata a provare mille vestiti sotto l’occhio vigile di Anne e Jane.
La prima volta l’hanno fatta uscire con un abito nero dalle maniche a sbuffo che la faceva sembrare appena uscita da un funerale. La seconda con un abito violaceo che la faceva sembrare ancora più pallida. Quando riemerge è vestita normalmente, con un paio di jeans e un abito che tiene ben coperto con la complicità delle amiche.
Mentre pagano mi giro verso Jakob.
- Ti va di fare una passeggiata?- gli chiedo. Non so perché, ma forse la mia voce o il mio sguardo lo fanno accettare. Appena siamo fuori gli chiedo la domanda da un milione di dollari:
- Perché Leya partecipa ad un ballo scolastico se studia a casa?-
Si ferma e mi scruta come se dovesse soppesare bene le parole.
- Non le piace stare in classe. Spesso aveva attacchi di panico e cominciava a respirare come se le mancasse aria.- mi spiega , cominciando a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua- Poi, un giorno, uno degli attacchi non diminuiva. Sempre quello strano boccheggio, gli occhi sbarrati e la pelle che diventava ancora più bianca. Si accasciò a terra e la portarono in ospedale con l’ambulanza. Non venne più a scuola per una settimana prima di decretare con la preside che lei avrebbe studiato a casa, anche se avrebbe fatto le verifiche a scuola come ogni altro.- si ferma , osservando con uno sguardo assente la strada.
- Gli altri non la capiscono. La insultano, la maltrattano e la deridono anche in faccia. Lei è forte e resiste, risponde colpo su colpo; ma non so quanto resisterà. Promettimi che non le spezzerai il cuore.-
- Lo prometto.- gli rispondo, incerto sul da farsi. Lo vedo molto sollevato dalla risposta.
- Come vi siete conosciuti?- gli chiedo, calciando una lattina lontano da me.
- A scuola. Siamo capitati come vicini di banco. Era timida, riservata e le piaceva leggere. A ricreazione si metteva seduta in un angolo con un libro senza parlare con nessuno. Ogni giorno un libro diverso, sempre diverso.- mi dice come se stesse rivangando dei ricordi lontanissimi – poi , un giorno, cominciammo a parlare per caso, lei mi stava spiegando un mito greco che io non capivo e cominciammo a parlare. Semplice, lineare. L’inizio perfetto per l’amicizia perfetta.-
- Siete rimasti solo amici?- gli chiedo con uno sguardo interrogativo.
- Purtroppo sì.-
- Ne eri innamorato, vero?-
- Maledettamente innamorato.-
- E poi?-
- Poi niente. Lei non ricambiava e io stavo sprofondando in un buco nero e buio come la pancia di una balena. Alla fine arrivò Lilia e la mia vita ha fatto un balzo indietro.-
- Bella storia.- commento, non sapendo cosa dire.
- Tu la ami?- mi chiede scrutando il cielo rannuvolato, di un color piombo che preannuncia un temporale.
Non cosa rispondere, all’inizio. La amo? Resto a pensarci. Non ho mai provato una cosa del genere, prima d’ora. Non ho mai scelto di stare accanto ad una persona per vero affetto prima. Scruto il cielo plumbeo prima che le parole mi escano di bocca senza che io riesca a controllarle.
- Certo che la amo.-
Lo vedo sorridere prima di indicare con un cenno le ragazze raggiungerci con un paio di borse bianche e rigide.
E , quando incontro lo sguardo perplesso di Leya, capisco non vorrei vedere altri occhi la mattina appena sveglio, durante una discussione, durante una passeggiata nella neve, nei miei figli. Io ho bisogno di lei.

ANGOLO AUTRICEH:
Come state? Chiedo scusa per l'assenza, ma è stato un po' il caos in questo periodo. Sorry.

   
 
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