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Autore: Blade the KnightRevenant    15/06/2016    3 recensioni
-Io sono Solaire di Astora e non posso mollare.-
Cit. Solaire
Ma lo hai fatto purtroppo.
Genere: Avventura, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Solaire di Astora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lore e cose'
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Nemici ovunque. Caldo infernale. Anima di un Lord da recuperare. Dopo Anor Londo, i quattro Re di New Londo, Seath il senzascaglie e Le Catacombe di Lord Nito, adesso tocca a ciò che rimane di Lost Izalith e prendere l’anima dalla Culla del Caos, ciò che rimane della Strega. Ho affrontato le sue figlie, i suoi mostri, le sue rovine labirintiche, i suoi spiriti protettori, ma adesso sono finalmente a pochi passi da lei, per completare così il mio lavoro e per finire ciò che ha iniziato Quelaana e tutti i valorosi cavalieri attenenti alla profezia.

 

Prima di addentrarmi però, sono intento a cercare una scorciatoia che mi porti subito alla Culla. L’ultimo falò che ho trovato è a chilometri lontano da qui e se voglio finire subito questa faccenda, devo trovarne uno ancor più vicino. E forse credo di essere vicino. Ho fatto una deviazione dalla gigantesca coltra di nebbia che divide me e la Culla del Caos, passando per un lungo ponte mal ridotto difeso da una decina di quelle mini statue animate raffiguranti gargoyle. Non c’ho messo molto a sconfiggerli, ma come al solito c’ho quasi rimesso le penne a causa del fuoco che sputano incessantemente dalla bocca, come se la lava che circonda Lost Izalith non fosse abbastanza pesante per la testa e per il corpo. Oltrepasso uno di quei grandi portoni che portano al ponte e in lontananza scruto una figura a me familiare: uno di quei dannati demoni della titanite.

 

Non ho tempo per pensare a lui, ma non appena compio un altro passo, ecco che quella cosa mi vede e con il suo bastone lancia uno di quei dardi fulminanti. Me ne accorgo e senza troppi problemi lo evito, facendo una capriola verso destra. Ma quella statua animata continua ad avanzare, ma per mia fortuna i demoni della titanite non hanno ne la testa e ne la gamba sinistra e quindi posso pensare al da farsi. Non ho tempo per occuparmi di lui  e di certo se non sto attento rischio di perdere la vita per l’ennesima volta. Ma ora che ci penso, questi demoni proteggono sempre qualcosa, che sia un oggetto o un passaggio.. che sia ciò? Devo subito sapere cosa c’è dall’altra parte. Intanto il demone avanza ed io faccio lo stesso, scattando velocemente verso la creatura. All’improvviso però il demone fa un enorme balzo in avanti per tentare di schiacciarmi, ma per fortuna riesco a saltare in tempo con una veloce capriola in avanti. Lui va di gran lunga in avanti e con il respiro ancora serrato continuo a correre sempre dritto, sperando che non mi raggiunga. Corro e corro, fino a quando mi accorgo di aver raggiunto finalmente l’altra sponda del ponte e il demone stranamente, non continua a seguirmi e torna alla posizione da sentinella di prima.. sicuramente è perché non sono più nel suo raggio di azione.

 

Cerco di riprendere fiato, il caldo e il peso dell’armatura giovano molto sulla mia resistenza, devo ricordarmi di cambiare l’armatura d’élite. Ma finalmente posso andare avanti e vedere a cosa portava il ponte.

 

Pensavo che il demone nascondesse un tesoro o un oggetto importante, ma per il momento vedo solo un lungo e buio corridoio, con i muri rovinati, gli scalini in pietra ormai lasciati in abbandono dal tempo, il pavimento perforato di tanto in tanto da quei strani rami che circondano Lost Izalith e il soffitto incredibilmente alto. Cammino e cammino, sperando che questo corridoio mi porti da qualche parte. Subito però scendo da una rampa di scalini, che mi porta a qualcosa. Sento subito qualcosa che si muove e dal buio, vedo spuntare tra quelle grosse radici, dei piccoli e disgustosi insetti, grandi quasi quanto un piede. Non mi attaccano, ma saltellano in lungo e il largo in tutto il corridoio, ma poi spunta una figura. Sguaino la mia fidata Claymore  e la punto in avanti verso quella persona, ma dalla poca luce riesco a intravvederlo, una persona a me ben familiare. Vestito bianco, corazza tra i polsi e le gambe, vestiti, scudo e petto raffiguranti il sole e una spada unica.. Solaire?

 

Abbasso l’arma e mi porgo in avanti per essere sicuro di ciò che vedo.

 

-Solaire? Amico? Sei davvero tu?- domando, incuriosito dal come mai il mio compagno d’armi sia in questo sperduto punto di Lost Izalith. Precedentemente mi aveva offerto il suo aiuto contro il Demone Centipede, anche se dopo che abbiamo vinto non l’ho visto molto contento. La sua incrollabile fede verso il sole ultimamente si è sentita meno, spero solo che adesso stia meglio.

 

-Solaire, mi senti?- chiedo ancora. Stranamente non mi ha ancora risposto, ma rimane lì fermo, a fissarmi. Ma subito vedo qualcosa. Il suo braccio destro si alza in alto e attiva il miracolo la “Lancia del Fulmine”, creando una lunga saetta elettrica. Ho pensato subito: c’è un demone dietro di me? Che sia il demone della titanite di prima? Allora mi giro di scatto, controllando il perimetro, ma non c’è niente. Subito però, capisco a chi è rivolto quell’attacco. Sento il rumore della lancia del fulmine, poi viene l’impensabile. Il colpo era rivolto a me e mi colpisce, ferendomi decisamente dietro la schiena e sentendo l’elettricità che mi consuma dall’interno. Per il colpo di inginocchio per il dolore, ma non è tanto il dolore fisico che mi consuma, bensì il motivo della sua azione.

 

-Solaire! Che diavolo stai facendo!?- urlo dalla rabbia, mentre cerco di rialzarmi e per tentare almeno di difendermi.

 

Ma lui non rispondo. Fa un altro passo avanti e crea un’altra lancia elettrica dalla mano.

 

Se mi colpisce un’altra volta sono fritto.. letteralmente. Lancia il colpo, ma in tempo riesco a prendere il mio fidato scudo “cimiero ondulato” e paro il colpo con la sola mano sinistra, senza la conseguenza dell’elettricità. A questo punto mi rialzo e riprendo la spada da terra e mi metto in posizione da combattimento.

 

-Solaire, stai fermo! Non mi costringere a combattere!- continuo a rispondere, sperando ancora di fermarlo. Non so cosa gli prende, ma non ho intenzione di combatterlo come ho fatto con Lautrec tempo addietro. Aspetto, ma niente. Lui non dice una parole, prende le sue armi e ingaggia battaglia. Corre verso di me e cerca di colpirmi con la sua spada. Io mi limito a difendermi con lo scudo, sperando ancora di poterlo calmare. Purtroppo però non la smette, continua ad attaccare. Uno, due, tre, dieci colpi di spada colpiscono il mio scudo con furia. Ma solo ora, mi accorgo di qualcosa. Sulla sua testa non c’è il suo ben costruito elmo in ferro, bensì c’è attaccato sulla parte superiore uno di quei insetti parassiti che ho incrociato poco prima. La loro forma.. è come quella di un grande sole che risplende il mattino e riesce persino a illuminare l’intera stanza con la sua luce. Che sia la causa della sua pazzia? Quella cosa.. sta prendendo il controllo di Solaire? Allora forse posso..

 

-Finalmente..- mentre cercavo di capire cosa gli stesse succedendo, sento Solaire che mi parla. Continua ad attaccare a colpi di spada, ma tra gli spasmi, gli affanni e il dolore, mi parla con felicità, con una voce di pura soddisfazione, una soddisfazione che forse non sentiva da tempo.

 

-Finalmente.. l’ho trovato. Adesso.. ho il mio sole. Io.. io sono il Sole! Ce l’ho fatta!- come detto prima, me lo dice tra il dolore, ma con una felicità che non ho mai visto in lui.

 

-Solaire... mi dispiace, ma non ti posso lasciare in questo stato. Sei impazzito e hai perso la buona fede che avevi una volta. Il tuo viaggio finisce qui fratello.-

 

Prendo fiato, cerco di liberare la mia mente dai pensieri ed evito le lacrime. È successo contro Lautrec, contro Vince e Nico, contro Petrus, ma questa volta sarà dura.

 

Prendo in pugno la situazione e in un attimo con un calcio rompo la guardia di Solaire e inizio a dare i primi fendenti di spada.

 

Ogni colpo che gli infliggo, mi ricordo ogni singolo momento che ho passato insieme a lui nella mia avventura. Contro i Gargoyle, contro il Drago Famelico, contro la stessa Anor Londo e Lost Izalith  e ora, sta tutto sfumando nel sangue di un compagno.

 

Tenta anch’egli di attaccare di nuovo e io continuo. Due spade stanno per incrociarsi e solo una può riuscire a perforare la carne dell’altro. Mi avvicino pericolosamente.. e poi avviene l’inevitabile. Siamo vicini, ci guardiamo dritti negli occhi, ma all’improvviso dalla sua bocca esce del sangue. La mia spada è riuscita a colpirlo, mentre il suo colpo è andato quasi a vuoto, colpendo di striscio la mia spalla sinistra. Vedo il sangue sgorgare dal suo petto, sul punto dove la mia Claymore lo ha colpito perforandogli il torace. Vedo il suo sguardo: incredulo, spaventato e vedo le sue lacrime rigargli il volto. Fa cadere la spada e lo scudo, ormai troppo debole per i colpi subiti e inizia a cedere.

 

Io, preso dalla disperazione sguaino via la spada dal suo corpo e cerco di stenderlo delicatamente sul pavimento. Mi inginocchio accanto a lui per stargli vicino. Con il poco di rabbia che ormai mi rimane, stacco con entrambe le mani quel parassita ancora attaccato sulla sua testa. Ci metto un po’, ma riesco a dividerlo da Solaire e lo butto via, lontano da noi. Il suo sangue sgorga dalla testa ai piedi, ormai non lo si può più salvare. Cerco di trattene le lacrime e maledico me stesso per ciò che ho commesso. Ma Solaire, mi prende per un braccio, come se volesse consolarmi, però guarda a vuoto, ormai troppo stanco per continuare a resistere.

 

-Ah, è finita.. il mio sole.. sta tramontando. È buio.. così buio.-

 

Poi.. lo vedo scomparire davanti ai miei occhi. È così che va a finire quando si perde la ragione e forse, posso dire di averlo salvato in tempo, ma non si meritava una fine tanto miserabile.

 

-Finisci ciò che è stato iniziato, amico mio.- mi dice, guardandomi con strana serenità, sorridendomi come suo solito. Io invece rimango sbalordito, ma ancora sotto shock, ma infine scompare davanti ai miei occhi e come ogni cavaliere di Lordran, sarà dimenticato dal tempo stesso. Il suo elmo, le sue vesti, il suo scudo, la sua spada e il suo amuleto.. sono tutto ciò che rimangono di lui.

 

Non posso rimanere qui, devo finire la mia missione come non-morto prescelto. Mi rialzo e cerco di ricomporre il mio spirito, ma prima raccolgo da terra tutta l’attrezzatura di Solaire e la depongo nella “cassa senza fondo” che mi ritrovo.

 

Vado avanti, ma mi ritrovo davanti un portone. Mi accorgo però che è una strana porta che ho già visto da qualche parte. Porgo la mano sulla porta e come per magia questa si apre, dividendosi una colonna dopo l’altra sotto il pavimento.

 

-Allora questa è davvero una scorciatoia.- rispondo, guardano in lontananza una enorme radice che mi porta sopra un edificio dove mi sono battuto precedentemente contro un demone.

 

Prima di andare però, mi guardo indietro.

 

-Te lo prometto Solaire: ci sarà un nuovo sole a Lordran.-

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Angolo dell’autore

Ciao ragazzi, grazie per aver letto la storia e soprattutto grazie a quei pochi che hanno l’intenzione di recensirla. Ve lo dico chiaro è tondo: io adoro il primo Dark Souls, specialmente le Lore di ogni singolo personaggio, ma come tutti io adoro molto Solaire. ^^ Un uomo dalla volontà indomabile alla ricerca della fede verso il suo sole, un sole che forse non troverà mai.. perché ci saranno dei non-morti che tenteranno di salvarlo dalla fine che gli spetta a Lost Izalith. Questa ragazzi è FORSE l’inizio di un grande progetto di fan fiction che ho un mente in questo fandom. Non so di preciso quando lo farò, ma per il momento andrò a shot e successivamente persino a recensioni (perché dove sono io al momento sono abbastanza attivo in quel campo).

Quindi vi ringrazio e ricordate di avere sempre la fede verso il sole.

  
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