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Autore: lobelia181    15/06/2016    4 recensioni
[solo i 19 anni dopo non esistono, il resto rimane invariato]
Severus Piton, nonostante abbia ricoperto il ruolo di preside per un solo anno, fa comunque parte dei quadri appesi alla parete dell'ufficio del preside ad Hogwarts. Hermione ormai conosce il passato del suo ex professore di pozioni: come si comporterà?
DAL CAPITOLO 3
«Dovrebbe essere intelligente…eppure alle volte si intestardisce così tanto… Dovrebbe vivere la sua vita e basta senza attaccarsi troppo a ciò che non potrà mai avere»
Silente rise di gusto.
«E’ strano Severus, è proprio ciò che cercavo di farti capire io, qualche anno fa».

DAL CAPITOLO 5
Si avvicinò al quadro con furia e lo staccò dal muro sotto lo sguardo divertito di Albus che aveva assistito alla scena nel più completo mutismo.
«Che sta facendo Granger?», ringhiò Severus, ma lei si limitò a rimanere in silenzio e prese a marciare verso l’uscita. Spalancò la porta e camminò a falcate lunghe, sotto gli occhi attoniti di alcuni ragazzi che la osservavano tenere fra le braccia il quadro adirato e non si fermò fino a che non arrivò alla torre, all’esterno del castello.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Hermione Granger, Minerva McGranitt, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 1

Hermione si tormentò le mani, era titubante.
All’improvviso la sua idea le sembrò così stupida che stava quasi per voltarsi ed andarsene. Si fece coraggio però: voleva sapere, doveva sapere ed i suoi piedi si mossero da soli e si diressero verso l’entrata dell’ufficio del preside.
Non appena vi fu dentro gli occhi del vecchio ed ex-preside furono su di lei e si illuminarono, gentili.
«Signorina Granger, che piacere vederla», cominciò lui e dopo una piccola pausa proseguì «le mancavano queste mura?» chiese.
Lei gli sorrise e si sentì vacillare.
Avevano sconfitto Voldemort, aveva concluso Hogwarts con il massimo dei voti e a breve avrebbe iniziato a lavorare presso il Ministero della Magia.
Aveva superato tante cose, eppure in quel momento si sentiva così insicura.
Di nuovo quel dubbio: le serviva davvero sapere? Sì.
Prese coraggio e mentre pensava a come rivolgergli quella domanda, che ormai da tempo la torturava, sussurrò un flebile “Accio” richiamando a sé una sedia e accomodandosi su di essa.
Era proprio di fronte ad Albus Silente ora.
Lo sguardo del mago la scrutò da sopra gli occhiali a mezza luna curioso.
«Immagino non sia stata solo la mancanza di Hogwarts a portarla qui…», proferì lui.
Lei annuì «Esatto».
Poi abbassò lo sguardo e prese a parlare: «è da tempo che me lo chiedo...sarebbe potuto cambiare qualcosa durante l’ultima battaglia se ci fosse stato più amore fra tutti noi?»
Il preside la guardò, colpito da quella domanda.
«In certe situazioni nemmeno l’amore può tanto, per quanto possa essere il tipo di magia più potente al mondo, alle volte non basta».
Hermione annuì. Lo capiva benissimo. «Si, lo so, ma continuo a chiedermi, se…se avessimo amato di più, forse certe cose sarebbero potute andare diversamente?» insistette lei.
L’ex preside fissò la ragazza che aveva di fronte, era così maturata nel tempo. La guerra l’aveva resa una donna ormai. Scrutò in quegli occhi castani e capì che la sua ex-studentessa aveva una domanda ben più precisa in mente così attese in silenzio, aspettando di capire cosa la torturava così tanto.
«E’ che mi sono innamorata così perdutamente di recente che continuo a domandarmi… E se quell’amore fosse nato prima?»
Albus le sorrise. «Per quanto, sono sicuro, il suo amore per Ronald sia sincero e forte, non penso avrebbe potuto qualcosa durante la battaglia contro Tom Riddle».
Hermione fissò il mago.
Aprì la bocca, ma non uscì alcun suono da essa, la richiuse.
Doveva proseguire, doveva andare avanti, era andata lì appositamente.
«Non…non parlavo di Ron signore», riuscì a sussurrare.
Gli occhi di Albus vacillarono per un istante. «E di quale amore parla?»
Lo sguardo di Hermione corse inconsapevole al quadro, in quel momento vuoto, appeso a fianco di quello del preside. Il mago non si fece sfuggire quel dettaglio e sembrò agitarsi per un istante.
«Lui?», chiese allora Silente.
Hermione si sentì improvvisamente fuori posto, fece girovagare lo sguardo nella stanza con la speranza di sentirsi meno in imbarazzo, ma non cambiò nulla.
«Si», rispose.
«Continuo a chiedermi: se avessi messo da parte tutti i pregiudizi su di lui, se avessi permesso a me stessa di conoscerlo meglio, prima di giudicarlo e basta, sarebbe cambiato qualcosa?» fece una pausa, poi proseguì «sono un’innegabile e testarda grifondoro: avrei fatto qualunque cosa pur di salvarlo, pur di impedirgli di fare ciò che ha fatto…», gli occhi di lei si alzarono, ormai sicuri, verso quelli di Albus «Continuo ad essere convinta che nessuno di noi gli abbia dato realmente una possibilità per cambiare, per riuscire a vivere una vita migliore di quella che ha avuto, nemmeno lei ci ha provato veramente».
L’anziano mago rimase in silenzio, convinto che la giovane non avesse ancora finito con lui.
«Gli ha chiesto prima di ucciderla e poi lo hai lasciato a morire. Trafitto sicuramente dai sensi di colpa, lontano da tutti, è morto solo», la voce della ragazza si incrinò per un istante.
Durante l’ultimo anno ad Hogwarts aveva passato moltissimo tempo in quella stanza, conosceva ogni dettaglio di quelle pareti ormai. All’inizio era successo per sbaglio, quasi per caso di capitare lì, poi via via, era diventata una sua scelta continuare a ripresentarsi.
E tutto a causa di un quadro. Un semplice, dannatissimo, quadro.
Aveva imparato a conoscere, apprezzare e poi ad amare quel quadro; quel quadro che era Severus Piton.
Era piacevole ascoltare la sua acutezza: era un mago talentuoso e nonostante la morte, la sua ironia non lo aveva affatto abbandonato. Rimaneva saccente, duro, tagliente.
Era un insegnante incredibilmente bravo e uno dei pochi, le costava molto dirlo, che riusciva a stare dietro a quella sua insopportabile precisione che esigeva in ogni cosa.
La scherniva, la sfiniva, la spronava sempre a fare di meglio e nonostante fosse quasi sempre di cattivo umore, c’era ogni qual volta lei varcava la soglia ed entrava nell’ufficio della preside McGranitt, ormai abituata al teatrino che si creava ogni volta tra i due.
Poi però lo aveva notato: il mago aveva iniziato a farsi sempre meno presente in quel quadro, era diventato cupo e instabile. E quando aveva iniziato a credere che la causa di quella assenza potesse essere lei, Hermione aveva deciso che forse era meglio non presentarsi più, ma in una di quelle che, si era decisa, sarebbero state le sue ultime visite, lo aveva visto sorridere. Fu un sorriso fugace, durato un battito di ciglia, così breve che quasi le parse esserselo immaginato, ma non era così. E decise che voleva rivederlo, doveva rivederlo. Perché in quel sorriso lei si era persa.
Aveva visto il volto di quell’insegnante che ricordava così spaventoso, trasformarsi per un attimo in un semplice uomo. Piacevole addirittura.
Come aveva fatto a non accorgersene prima? Com’era potuto essere così cieca?
Lo vedeva così limpidamente ora.
Quell’uomo si era sacrificato per tutti loro, aveva sopportato il fardello di entrambe le parti, aveva dovuto fare cose che sicuramente lo avevano schiacciato dai sensi di colpa, aveva protetto persone che non facevano altro che odiarlo e tutto nella più completa solitudine, senza nessuno ad avvolgerlo in un abbraccio o in un caldo bacio. Si era domandata tante volte, com’era stato possibile non notare tutta quella forza e quell’amore dentro di lui, e vedere invece solamente il suo lato negativo?
Quando aveva iniziato ad amarlo? Non sapeva nemmeno ricordare il momento.
Forse quando aveva iniziato ad avere problemi con Ron. La battaglia li aveva certamente avvicinati, ma a seguito di essa si erano scoperti così diversi e incompatibili. Lui era pigro, svogliato, poco brillante, certo era anche una delle persone più buone e sincere che conoscesse, ma a lei non bastava.
Le serviva al suo fianco qualcuno che la spronasse, qualcuno che sapeva di cosa parlava mentre snocciolava i passaggi per alcune pozioni, qualcuno che potesse darle una mano.
E ciò che credeva di aver ormai perduto, lo aveva ritrovato proprio nel suo insegnante.
Nel momento in cui aveva capito che il carattere di Severus era la semplice conseguenza di tutto ciò che doveva affrontare giorno per giorno, in solitudine, e non quella mera cattiveria che tutti pensavano possedesse, aveva iniziato a guardarlo con altri occhi.
Perché non se ne era accorta prima? Quella domanda continuava a martellarle la testa.
Si era innamorata di una persona morta.
Merlino, che stupida.
Anche Severus si sentiva così, quando pensava a Lily?
Un fremito di dolore le attraversò ogni parte del suo corpo e la fece tornare alla realtà.
Il viso di Albus era ancora rivolto verso di lei, gli occhi pervasi da mille pensieri, sembrava che anche al vecchio preside ora turbinassero alla mente tutti i dubbi e le paure che si erano affacciate nella testa di Hermione e un picco di rabbia le esplose nel cuore.
«Non gli ha dato scelta, l’ha reso una sua pedina e l’ha costretto ad ubbidirle, lui avrebbe fatto di tutto, anche morire per proteggere il figlio della donna che amava…», gli occhi le si erano riempiti di lacrime.
«L’amore è imprevedibile e potente signorina Granger, scatena in noi passioni che nemmeno ci immaginiamo di avere, ci rende forti, ma vulnerabili», il vecchio mago fece una piccola pausa, sospirando stanco «sono convinto però che Severus non abbia eseguito ciò che gli avevo chiesto solo a causa all’amore che provava per la madre di Harry, ma anche per sé stesso, per poter finalmente sentirsi in pace, ed anche per tutti voi, perché se non avesse agito così, molte altre morti sarebbero potute avvenire».
Ma forse non sarebbe morto lui.
Hermione sospirò.
Chi avrebbe potuto dirle se veramente sarebbe cambiato qualcosa se lei avesse appreso prima il carattere del professor Piton? Nessuno.
Poi alzò lo sguardo e osservò tutti i quadri appesi alla parete.
Appartenevano a tutti gli ex-presidi di Hogwarts.
Se non era riuscita a dare conforto al suo professore quando era in vita, avrebbe potuto farlo ora, anche se ormai era troppo tardi, ma forse sarebbe potuto essergli d’aiuto comunque.
Per farlo però, sarebbe dovuta rimanere ad Hogwarts ed invece di lì a poco avrebbe iniziato la sua carriera al Ministero.
Hermione si alzò, posò nuovamente gli occhi sul quadro dove normalmente c’era il professor Piton, ma di lui ancora nessuna traccia. Sospirò ed infine guardò Albus.
«Mi scusi per ciò che ho detto prima…è solo che…è solo rabbia, verso me stessa, ecco tutto», e gli sorrise.
 Velocemente si voltò e corse verso l’uscita, prima che le sua labbra iniziassero a dire, di nuovo, cose inopportune.
La stanza si fece stranamente silenziosa ed il volto di Silente si corrugò.
«Allora, l’hai sentita Severus?», chiese.
Il mago si palesò nel quadro.
«Si Albus, l’ho sentita benissimo», proferì lui.
«E pensi lei abbia ragione?»
Severus inarcò un sopracciglio «Ragione su cosa?»
«Sul fatto che nessuno di noi ti abbia dato realmente una possibilità… »
L’ex professore di pozioni non rispose.
Tutto quello che aveva sentito dalla Granger era davvero troppo. Si tranquillizzò però all’idea di non doverla vedere più, sapeva che presto sarebbe andata a lavorare al Ministero della Magia e questo gli bastava.
«Amico mio, questo tuo silenzio rivela già tante cose…», sussurrò il vecchio mago sconsolato.
«Albus, se avessi voluto una possibilità, se davvero l’avessi desiderata, te l’avrei chiesta, ma non era vivere ciò che volevo».
«Severus, non puoi dire davvero»
«E invece si, non mi era mai interessata una seconda possibilità», rispose.
Gli occhi di Silente scintillarono speranzosi per un istante.  
«Non ti era mai interessata una seconda possibilità, Severus? Perché, ora si invece?», al vecchio non era certo sfuggito come il Potion Master avesse utilizzato i termini al passato in quelle poche parole.
Severus si adombrò ancora di più.
«Al diavolo Albus, e io che parlo ancora con te!».
Se ne andò nuovamente scomparendo dal quadro e lasciando Silente da solo a contemplare gli avvenimenti appena accaduti. Un sorriso divertito gli comparve fra le labbra.


Angolo dell'autrice: prima di tutto, spero che questo primo capitolo possa piacervi, o quanto meno incuriosirvi e farvi domandare come andranno le cose più avanti...
Seconda cosa, ho intenzioni di dare pochi capitoli alla storia! ;)
Ci si vede al prossimo capitolo...
  
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