“Kuroo ha avuto un incidente. E’ in ospedale. Venite appena potete.” quando lessi quelle parole, il mio cuore mancò un battito.
«Che succede?» chiese Akaashi, preoccupato, vedendomi sbiancare, ma io non risposi. «Per l’amor del cielo, Kenma... che diavolo succede?»
La mia mano cominciò a tremare mentre rimettevo il cellulare in tasca. «E’ da parte di Bokuto. Kuro è… è in ospedale.» mi sentivo come se i polmoni mi si stessero accartocciando nel petto, infatti il mio respiro si fece più veloce.
«Cosa? Allora andiamo!» esclamò Akaashi.
Annuii, ma quando provai ad alzarmi dalla sedia, un giramento di testa mi colse, annebbiandomi la vista. Il battito del cuore iniziò a farsi sempre veloce e la testa mi girò nuovamente, così mi rimisi seduto.
«Kenma? Stai bene?» mi chiese Akaashi, precipitandosi vicino a me.
«Penso di avere… un attacco di panico.» provai a dire, respirando a fatica.

Era come quando ero piccolo, quando i bambini mi picchiavano perché dicevano che ero strano… anche a quel epoca, soffrivo di attacchi di panico. Pensavo che fossero spariti del tutto, ma evidentemente mi sbagliavo.
Akaashi mi prese la mano e mi guardò con gli occhi lucidi. «Prova a pensare a qualcos’altro, Kenma. A qualsiasi cosa.» consigliò.
«Tipo cosa?» chiesi io.
«Pensieri felici. Cose Belle. Gli amici, la famiglia, la pallavolo.»
Feci come aveva detto. Provai a rilassarmi e a cercare, inutilmente, di calmare il respiro, ma più provavo e più facevo fatica a respirare.
«Non ci riesco... non ci riesco.» iniziai a ripetere, portandomi le mani alla testa a causa dell’emicrania che mi stava martellando il cervello.
«Kenma, guardami.» disse Akaashi. Mi prese la testa e puntò i suoi occhi grigi nei miei. «Dannazione, Kenma. Guardami!» mi ordinò, prima di poggiare le sue labbra sulle mie.

Non riuscivo a credere a quello che stava accadendo, e una volta che si fu allontanato da me, lo guardai negli occhi, accorgendomi che il mio respiro e il battito del mio cuore erano tornati normali.
«Come hai fatto?»
«Io… una volta, ho visto in un film che trattenere il respiro può fermare un attacco di panico. La protagonista del film, per farlo, baciava il protagonista e così ho provato. Quindi, quando ti ho baciato tu hai trattenuto il respiro e ti sei sentito meglio.» spiegò, sorpreso anche lui, dall’efficacia di quella teoria.

Mi venne da piangere ma tratteni le lacrime. «Grazie Akaashi, sei stato veramente geniale.»
Il setter della Fukurodani arrossì. «Ho a che fare con Bokuto-san tutti i giorni, so gestire queste cose.» sorrise. «Ma se non avesse avuto effetto, avrei dovuto chiamare qualcuno.»
Provai ad alzarmi e sorreggendomi a lui, ci riuscii. «Certo, ne sono consapevole. Adesso andiamo, prima che l’attacco di panico venga a Bokuto.»