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Autore: Always221B    16/06/2016    5 recensioni
-Agghiacciante. - commentai.
-Oh non essere sciocco. E' invenzione pura.
Gli passai la lettera, e lui estrasse un foglio giallognolo.
Bloccai la sua mano con la mia, trattenendolo.
-Andiamo John, non sarai mica superstizioso? -mi domandò Sherlock, sistemandosi la camicia viola.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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 Ciao fangirl! Eccomi qua con il mio primo Crossover! Vi avverto che sarà un po' lunghetto, ma spero che vi piaccia, mi sto impegnando  parecchio!
 Finalmente Sher e Jawn incontrano i fratelli Winchester e l'angioletto di Dean :3
 Ship slash, ovviamente, come da copione : Johnlock, Mystrade, Destiel;
 Spero che vi possa interessare, per favore lasciate una recensione anche piccina piccina in modo che possa migliorare!
 Cooomunque, i personaggi purtroppo non mi appartengono, altrimenti sarebbero già state coppie canon.
 Appartengono a Sir Arthur Conan Doyle (anche a Satana e al suo tridente) e ad Erik Kripke. 
 Sì, mi piacerebbe molto possedere ciascuno di quei personaggi.
 Recensite, recensite, recensite! Vi aspetto, grazie dell'attezione!




                     
                                                                   
                           
                            
                           



                                  La leggenda di Còra


                                                                                                                                                                                                                                                                                                Bruxelles, Belgio (UE).
20 dicembre
 
La pioggia non cessava, percuoteva con forza le finestre, mandava in frantumi i vetri.
La porta sbatteva rumorosamente.
Il gelo si infilava in ogni fessura.
La luce dei lampi rischiava la notte, rendendola ancora più spaventosa.
Un rumore inquietante che intasava le orecchie.
Un foglio, lasciato fuori dal sottoscala.
La donna prese in mano la carta stropicciata.
-No!- urlò sua figlia -Mamma, no!
La madre rassicurò la bimba, sorridendole. - Tesoro, l'hai scritta tu?
-E' stata lei.- disse, tremando.
-Chi? - chiese, stranita.
-La bambina nel sottoscala.
 
 
 
 
                                                                                                                    Londra, Inghilterra (UE) .
                                                                                                                    28 gennaio

 
Entrammo a Baker Street, dopo una corsa di due ore.
I capelli impregnati di sudore e il mio corpo che urlava il diritto a doccia e riposo.
Gli occhi di Sherlock esaminavano l'appartamento, con aria indagatrice.
Disse qualcosa di incomprensibile riguardo alla posizione della polvere e al cuscino della sua poltrona che era stato spostato.
Un'ondata di panico passò come un fulmine nelle iridi color cielo. -Qualcuno è stato qui.
-Un criminale?-chiesi.
-No.- disse, con un sorriso malizioso.
Il mio collega, si sedette sulla poltrona, osservando il soggiorno da quell'angolazione. -Un cliente. - annunciò, sollevandosi e andando verso il camino.
Sollevò un telegramma, trionfante.
-Me la leggeresti, John? - mi chiese, con una punta di dolcezza nel tono di voce.
"Caro signor Holmes, le scrivo per una questione insolita che mi sono trovato ad affrontare.
Dopo due settimane di assenza sono rincasato notando che la mia abitazione di campagna era vuota, e che mia moglie e mia figlia erano sparite..."
-Noioso. - mi interruppe.
-"Preferisco tenere il mio nome all'oscuro, perché sono terrorizzato. Lei ha mai sentito parlare della leggenda di Còra? "- continuai.
-Prosegui. - disse il moro, con lo sguardo vispo e attento.
-"Tredici anni fa, nella mia abitazione viveva la famiglia Dilanhwere.
L'uomo, Robert, era un agricoltore molto importante per il nostro villaggio, ma un giorno, improvvisamente assassinò sua moglie, Catherine.
Sua figlia, Còra, che aveva appena otto anni, assistette all'omicidio, e lui la punì rinchiudendola nel sottoscala con i suoi cani da caccia, che la divorarono in tre giorni, dopo una settimana in cui la bimba venne lasciata senza mangiare.
Successivamente venne chiuso in manicomio, e morì misteriosamente.
Io non sono bigotto, non credo alle storie di fantasmi.
Il problema è che la mia famiglia è sparita, il portone ligneo dell'ingresso è chiuso, e la porta del sottoscala spalancata, con i cima una filastrocca.
Secondo la leggenda, essa è una formula: un codice che la riporta tra i vivi, pronta a vendicarsi.
La prego di essere comprensivo e prudente.
Spero  che mi aiuti a trovare la mia famiglia, se è ancora viva.
Le lascio il testo.
Sono rassegnato dalla paura."
-Agghiacciante. - commentai.
-Oh non essere sciocco. E' invenzione pura.
Gli passai la lettera, e lui estrasse un foglio giallognolo.
Bloccai la sua mano con la mia, trattenendolo.
-Andiamo John, non sarai mica superstizioso? -mi domandò Sherlock, sistemandosi la camicia viola.
No, è ovvio che non lo sono. E' che non mi piace giocare con certe cose.
-Mettila via, sono solo sciocchezze. -risposi, indicando la pergamena che teneva tra le sottili dita di marmo bianco.
-Corro tra i prati, nelle selve e nei boschi, - cominciò - il mio nome è il sussurro del vento.
-Sherlock, andiamo. - dissi, non senza rabbrividire.
-Non succederà niente, è solo una filastrocca. Sei un uomo di scienza!- provò a rassicurarmi.
-Sì, è che è sempre meglio non..- fui zittito con un gesto stizzito della mano, e poi dalle sue parole.
-John, se mi interrompi non scoprirò mai la verità. - rispose, fissandomi con l'espressione ovvia del suo sguardo di cristallo.
-Come credi. -dissi, senza pensarlo.
-...L'acqua gelida che bevi dalle cascate. - si interruppe un attimo, mi guardò.
-Sono l'ombra che cammina al tuo fianco, il rumore dei passi che senti nel buio, sono figlia della notte, orfana di luce. -continuò. -Non osare sbuffare.
Aggiunse la frase come se potesse prevedere ogni mio gesto e ogni mia parola.
-Sono alle tue spalle, sono nei tuoi pensieri. Ora che mi conosci non mi puoi dimenticare. Sono Còra, il mio nome non scordare. - concluse.
Sospirai, nel vedere che niente intorno a noi era mutato.
Come diavolo potevo pensare che sarebbe successo qualcosa?
-Interessante. - disse il consulente investigativo, rigirando il foglio ingiallito tra le mani.
-Cosa? - chiesi per l'ennesima volta.
-Ascolta.
Restai per un attimo in silenzio, mentre sentivo solo il battito del mio cuore che martellava, causa della vicinanza del moro al mio fianco.
Stupido.
-Io non sento niente.
-Appunto. - disse, sollevando l'angolo destro della bocca, facendo sbocciare un sorriso.
 
 
 
                                                                          
 
                                                                                                                  Baltimora, Marylande (USA)
                                                                                                                  29 gennaio
 
 
Era una mattinata tranquilla al Winston Coffee, una come tante altre.
Il profumo del caffè e delle brioches appena sfornate riempivano la caffetteria.
Al bancone, un ragazzo dall’aria assonnata, con un taccuino in mano, si guardava intorno, come se fosse stato appena svegliato.
-Hey Winchester! Prendi qualcosa? – domandò, riconoscendo uno dei suoi soliti clienti, anche se gli pareva insolito vederlo a quell’ora.
-Due fette belle grosse di crostata al cacao,  del caffè, e…- gli rispose un uomo dai capelli chiari e gli occhi verdi, lasciando in sospeso la frase.
-Sì? – chiese il cameriere.
-Un frullato alla mela verde. – disse, imbarazzato.
Il ragazzo lo guardò come per chiedersi se fosse serio.
-Non è per me, è per lui. –continuò, indicando un uomo molto più alto di lui di un paio di centimetri, che sedeva ad un tavolino guardando lo schermo luminoso di un computer portatile.
-Ah… capisco! Ora preparo il tuo caffè e il frullato per il tuo compagno. Un attimo e vi porterò l’ordinazione.
-E’ mio fratello. – lo corresse Dean Winchester.
-Oh, pensavo avessi cambiato fidanzato. – rispose.
Dean sbuffò, e lasciò cadere il discorso.
Si chiedeva perché tutti dovessero sempre fare riferimenti alla sua sessualità.
Il biondino si sedette di fronte a suo fratello, poggiando la testa alla morbida poltroncina del bar, guardando fuori dalla finestra.
L’uomo che gli sedeva davanti, Sam, decise, dopo qualche minuto di silenzio di iniziare un discorso che non volevano aprire da settimane.
-Dean, dobbiamo parlarne. – esordì il moro.
-Non c’è niente di cui parlare. – rispose lui, quasi con freddezza.
-Hai trovato la nuova agenda di papà, dobbiamo darle un’occhiata. Trovare un nuovo caso..oppure…
-Non mi muovo di qui senza Cass. – rispose lui, con un tono di acuto risentimento nella voce.
-Castiel tornerà Dean, sta solo parlando con il Grande Capo. – tentò di tranquillizzarlo Sam.
-Sammy, tu non capisci.
-Sì Dean.
Sam sapeva sempre cosa dire, pensò il biondo, ma non poteva comprendere cosa stava succedendo.
Era Castiel, l’angelo caduto che era vissuto tra gli umani come se fosse uno di essi.
Il suo Cass, il suo migliore amico.
Più che un fratello per lui.
-Scusami fratellino…è che.. solo, dobbiamo trovarlo. – disse. – Giuramelo Sammy, dimmi che mi riporterai Cass.
Sam per risposta gli sorrise, e Dean ricordò quando da bambini lo sgridava quasi per ogni cosa, perché era suo fratello maggiore e voleva tenerlo al sicuro. Da tutti, anche da sé.
-Hey… - lo rassicurò – ti ho detto che mi ha chiamata Charlie? – chiese il più piccolo.
Un sorriso si spalancò prepotentemente sul viso del maggiore.
-Le serve una mano. Per un caso. Nel libretto di papà ci sono segnate le coordinate che mi ha dato lei.
Dean sbuffò. – Dove ci porta stavolta?
-Belgio. – rispose lui, elettrizzato  all’idea  di vedere l’Europa.
-Non ci troverà. – disse Dean, preoccupato.
-Che dici? – domandò Sam.
-Cass.
-Vuoi stare tranquillo? È ai piani alti. Non è sparito nel nulla. – tentò il minore, guardando suo fratello che appariva sempre più consumato da un’infuocata disperazione.
-Io non l’ho più visto. Non viene da me quando lo chiamo. – disse il biondo, con una tenacia che a stento si rassegnava.
-Bruxelles. – ripropose Sam. –Domani andremo in Belgio.
-Non senza Cass.
Si faceva sempre come voleva il maggiore. Sempre.
E Sam Winchester era stufo.
Loro sapevano dove si trovava Castiel, e certo, anche lui era preoccupato ma era ora di mettere da parte la situazione.
-Salviamo le persone. Sono affari di famiglia. – continuò Sammy. – E’ quello che facciamo, e che faremo.
-Sì, aiutiamo tutti ma mai quelli che ci stanno vicino. – rispose Dean, in uno scatto d’ira.
Il cameriere si avvicinò, finalmente, ma nessuno dei due fratelli gli rivolse parola.
-Cass lo sa che cosa provi.
Tutto si bloccò in quel preciso moment.
Il tempo si era fermato, e le persone intorno a lui erano immobili.
Era quasi irreale.
-Sa che ci tieni. – continuò Sam. – Credimi, prova lo stesso.
Perché continuava a dire così?
Perché pensava di sapere? No, non lo sa.
E non lo sa neppure suo fratello.
Il maggiore dei Winchester guardò la sua crostata degna di venerazione, ma provò un senso di nausea.
Istintivamente allontanò da sé il piatto, e si alzò di scatto per saldare il conto.
Sam lo guardò, sconcertato dal gesto, senza smettere di bere il suo frullato verde.
Sammy rifletteva sul da farsi, sul come tranquillizzare suo fratello.
Aveva bisogno di Castiel, ora più che mai.

··············
Erano passate un paio d'ore, e Dean sembrava già stare meglio.
Erano appena le dodici, quando, avendo finito la cassetta delle birre decise di mandare un messaggio a Sam per farle comprare, visto che era andato all'alimentari.
l telefono vibrò, aprì le email.
 
"
CharlieMOTHEROFDRAGONS :   Salve femminuccia, mi dai la risposta? Vi sto aspettando. "
 
Dean sorrise, ricordando i stupidi nomi che si erano dati in quel sito.
Pensò che anche la sua amica era da proteggere.
 
"
BABY67 : Hey maschiaccio, dammi le informazioni, domani mattina prendiamo il primo aereo. "
 
"
CharlieMOTHEROFDRAGONS : Moglie e figlia spariscono dalla loro abitazione, resta solo una lettera."
 
"
BABY67 : Che dice?"
 
"
CharlieMOTHEROFDRAGONS : E' una filastrocca."
 
"
BABY67 : Filastrocca?"
 
"
CharlieMOTHEROFDRAGONS  : Una formula."
 
"
BABY67 : Ti prego, non le streghe."
 
"
CharlieMOTHEROFDRAGONS : Fantasmi."
 
"
BABY67  Grazie a Dio."
 
"
CharlieMOTHEROFDRAGONS : Ti chiamo."
 













Spazio note :

Eccomi ancora qui! Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, o almeno vi abbia in qualche modo colpito!
Lasciatemi un commento, spero che le vostre critiche possano essermi costruttive!
Ciao gente, al prossimo capitolo!!

 
   
 
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