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Autore: solomonty    16/06/2016    1 recensioni
Lui non ti lascerà fino a quando non lo farai tu.
Potrai mai farlo? Rinuncerai a una parte di te?
È un pessimo circolo vizioso.
Cosa fai quando lui supera il limite?
Paghi un prezzo impossibile.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marty Deeks, Max Gentry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il prezzo da pagare




Hetty aveva stabilito che la preoccupazione per la propria figlia, irretita da un poco di buono, avrebbe fatto uscire allo scoperto il trafficante d’armi.

“Max Gentry? No, posso andare io” aveva detto Marty scuotendo la testa. “Sarò chi vorrai… Justin? Jason? Pippo? Shaggy? Lascia stare Max” aveva chiesto, ma Hetty non aveva sentito ragioni: Max era spregiudicato, insolente e avrebbe circuito la donna abbastanza in fretta; avrebbe espletato il lavoro senza coinvolgimenti e tutto sarebbe filato liscio.

Così era andata, almeno all’inizio: nel mese che era servito a far arrabbiare il trafficante, la sua giovane figlia si era non invaghita, ma innamorata.

Quando era arrivato il momento di arrestare il cattivo, la ragazza aveva strabuzzato gli occhi incredula: il suo fidanzato era lì, ma stava con i buoni.

Marty aveva tentato di spiegarle che Max era qualcuno che aveva impersonato, ma lei aveva iniziato a gridare e a piangere, a chiedere chi fosse l’uomo che l’aveva fatta innamorare.

La ragazza si era mossa nervosa sulle gambe snelle; aveva agitato la pistola in preda allo sconforto e l’aveva puntava verso Martin, con gli occhi gonfi di lacrime. Aveva chiesto dove fosse e quando sarebbe tornato l’uomo con il quale aveva fatto l’amore, con il quale aveva ballato, riso e giocato.

“Max non tornerà” aveva risposto lui abbassando la propria arma, guardandola dispiaciuto e colpevole.

Lei gli aveva sorriso disperata e poi si era sparata un colpo in testa.

Martin pagaia svelto, sempre più veloce; sempre più lontano dalla riva.

Il mare è calmo, praticamente inutile per un surfista. Eppure lui prosegue imperterrito; sembra alla ricerca di una minima, piccola cresta, un accenno di onda che possa giustificare il suo essere lì, molto prima dell’alba. Sembra ma non è così: vuole scappare, Martin Deeks, e serra la mascella tanto che i denti gli fanno male; le labbra belle e generose sono contratte in una smorfia.

Fa una bracciata, cinque, sette e, dopo averne fatte decine, l’acido lattico s’insinua velenoso tra i muscoli, come fili d’acqua tra i sassi, rendendo il dolore insopportabile.

Marty si accascia sfinito sulla tavola, respira velocemente e ha una voglia pazzesca di morire lì, di sparire dalla faccia della Terra. È vivo, però, vivissimo e non può far altro che maledirsi perché la rabbia che cova dentro, la voglia di vendetta che ha da sempre, con Max vengono mondate, in un certo senso giustificate: il cattivo è Max, non lui. Marty lo odia per come sa fare quello che fa; odia se stesso perché è l’altra parte del mostro e quando lo sente ridere non può far altro che scappare pur sapendo che Max non lo lascerà andare finché non sarà lui a farlo.

Con i palmi aperti schiaffeggia la superficie dell’acqua e con un colpo di reni si siede cavalcioni; tutto intorno è buio e il respiro si accorcia sempre più perché sta per mettersi a piangere. Invece serra i pugni, con uno si colpisce al petto e grida come non ha mai fatto in vita sua.



Storia partecipante al “Contest lampo di tempo e parole” di Hanna.M sul forum di EFP.

500 parole per scrivere di Martin e Max, una coppia che amo.

Nella serie televisiva la faccenda dell’alter ego di Marty era stata accennata ma mai esplorata esaurientemente.

La frase input del contest è: “Non mollerò finché non lo farai tu!” che rispecchia il dilemma che attanaglia Marty da sempre. Legato a doppio filo alla sua parte oscura ne maledice la cattiveria pur restandone affascinato, costretto a pagare le colpe di cui Max si macchia.

Max Gentry non mollerà fino a quando Martin Deeks non farà altrettanto. Un loop intrigante e terribile: peccato non se ne sia fatto più nulla!

Cecilia, grazie.

Ciao.

Monty


Disclaimer: Martin Marty Deeks, Max Gentry, Henrietta Hetty Lange non li ho inventati io.


  
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