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Autore: balloon    16/06/2016    4 recensioni
Tesoro, le tue storie sono belle, perché le racconti a me?
Ti basta scrivere per risolvere il tuo problema, metti sulla carta quel che mi racconti. Come dici? Vuoi che lo faccia io per te? La Musa dovrebbe ispirare e basta, non fare il lavoro del poeta, non trascrivere. Come dici? Sono una Musa speciale?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dr Fitz è tranquillo, o meglio, si è fidanzato da poco e non ha nessuna intenzione di rovinare tutto. Emma invece è single da 16 lunghi e strani anni; l’hanno sempre voluta tutti ma ha regalato numerosi pali. Nella sua città è ritenuta snob. Hai presente una di quelle ragazze che mettono la carta igienica sulla tazza per evitare eventuali germi? Così. 

Lei lo ha già visto prima. Una domenica mattina di settembre in riva al mare; odia le domeniche ma lui ha buone potenzialità per migliorare quella giornata. Lui tiene una una sigaretta tra le labbra; Em si deve mordere le sue: vuole essere quella sigaretta, il fumo che esce lento dalla sua bocca. Desidera essere quel veleno e antidoto che gli sta entrando dentro e che gli lascierà qualcosa di sé.

Fitz osserva in silenzio il mare in burrasca, sembra di intravedere le sue rotelline girare e rigirare. Il fumo va incontro al mare e ad Emma viene da pensare che quel mare è così fortunato; inquinato dalle sue labbra, capaci di stordire. Non le importerebbe se la inquinasse, se il suo smog fosse lui, se diventasse la sua dipendenza, la sua sigaretta.

Ma Emma in quella giornata si sente e può essere solo vento, brezza. E’ una mina vagante in riva al mare, incontrollabile. 

E’ una ragazza strana, diversa. Non a caso quel tatuaggio con l’henné sul polso, un piccolo alieno. Carino sì, ma prova a stargli vicino. Ha sempre voluto anche un altro tatuaggio, in mezzo al seno. Un fiore che spunta dall’incavatura del seno: simbolo di rigogliosa sensualità. Si trova lì in Inghilterra, a Brighton, per schiarirsi le idee. La sua famiglia è andata a puttane del tutto, e la sua è probabilmente la fase da crisi di identità. Poi non molto in realtà: ritiene di conoscersi abbastanza bene. Si sente indipendente, ma assurdamente infelice e vuota. Forte e vuota, una bella combinazione. Riempita solo delle poche sicurezze che ha: non è permalosa, le piace stare da sola e anche se per la maggiorparte del tempo non le frega molto degli altri, alla fine le sue paranoie le ha anche lei. Vuole una vita nuova quando a sedici anni la sua vita deve ancora iniziare, ma si è sempre romanzata la vita da sola. Vive con tale intensità e significato da poter scrivere un racconto persino sul pranzo della domenica a casa dei nonni. Per non parlare della sua visione femminile. Si sente sensuale ai massimi, le piacerebbe sfogare quella sua passione in qualche modo, mostrarla a qualcuno. Ha sempre detto che le piacerebbe fare la ballerina di burlesque insieme al tatuaggio in mezzo al seno. Sperimentare il suo potere sugli uomini la affascina. E il suo modello è l’elegante e raffinata Hepburn. Questa ragazza è una contraddizione, una sfaccettatura continua, una donna.

E meraviglioso è il suo sentirsi donna, desiderata, quanto libera. 

Lui un uomo sicuro all’apparenza, un vetro rotto dentro. Ma pacifico, per nulla polemico. Il lavoro va bene, la sua fidanzata Meg ha detto sì. Perché si sente vuoto e viene ogni domenica puntualmente in riva al mare a fumare? E’ una situazione da divorziato o da uomo in rovina. Sta facendo esattamente quello che tutti si aspettano, sta facendo le cose per bene, come suo padre. Ma suo padre se n’è andato, con un’altra donna, dopo essersi reso conto. La differenza è che lui si è già reso conto, se ne rende conto ogni mattina quando si sveglia accanto a Meggy, bellissima e amorevole, e..? E? E lei è arrapante, il sesso non glielo fa mica mancare, sa cucinare, sembra uscita da una rivista, lo sta aspettando a casa... ma lui sente il bisogno di rimanere lì ancora per un po’, visto che non è possibile restare per sempre -purtroppo - direbbe.

Lui sceglie ogni giorno di vivere, infelice, ma nessuno sblocco gli arriva, ed è un medico, e dovrebbe capirci qualcosa.

Si fa forza e si gira, preparandosi per tornare a casa. Meg probabilmente gli ha fatto quei buonissimi biscotti, che a lui non piacciono ma che lui mai contesterebbe. Perché Meg è perfetta e deve accontentarsi, essere felice, si ripete sempre. Una ragazza insolita seduta su una panchina, caschetto, viso pulito ed espressivo, guarda dritto imperterrita. Veste semplice ma neanche troppo. Forse un po’ retrò. Ha solo un blocco e una matita con sé. La fissa un altro secondo e questa si gira, spostando velocemente lo sguardo su altro; lo sguardo fulminante, quasi cattivo, ma bello. Si stringe le ginocchia al petto, tira il vento e si raccoglie i capelli. Così Fitz prende le scarpe e se ne va, arrancando con i passi sulla sabbia.

Torna ogni domenica e la ragazza sta sempre lì, i capelli un po’ più lunghi nei mesi, i vestiti sempre più caratteristici, il solito sguardo accattivante e incazzato, il solito blocchetto.

Emma. Ecco il suo nome, non può essere che quello. Un nome British, un nome da letteratura, schietto, concreto e bello, come lei e il suo sguardo. Lo ha letto sul suo blocchetto. Chissà cosa dentro, pagine e pagine di pensieri, racconti o disegni? E chissà se ne ha mille o questo è il primo, o se è un compito, chissà.

Un giorno il signor Fitz cammina sulla sabbia come le domeniche di suo solito, i soliti bermuda firmati. Emma in lontananza, stranamente in piedi, senza blocchetto, solo un bastoncino. Continua a camminare ed eccolo lì, inciso sulla sabbia, forte e chiaro, impresso: libera. free. E sulla sua spalla un palloncino tatuato, inciso come quella sabbia. Sabbia come pelle. Pelle come tela. Pelle porcellana; non è abbronzata, nonostante stia sempre a riva.

Fitz si chiede come mai, uomo adulto e in carriera com'è, non riesce a spiaccicare parola e attaccare bottone. Si fa coraggio e fa uscire un po' di voce, implorando le corde vocali di risuonare in modo naturale, proprio come aveva fatto al matrimonio, quel fatidico sì pronunciato a fatica; ma non si era notato.

“Libera da?” guarda il mare. Guardano il mare. In realtà lui guarda le barche e si ricorda il viaggio di nozze. 
"Scusi?” Del lei. Gli dà del lei. E' poi così vecchio? Così senza speranze? 
“Una scritta insolita per la sabbia, di solito leggo ‘estate 2016’ o i nomi degli innamorati”
“La mia innamorata sono io per quest’estate, libera”
“Da?”
“Da tutto, da tutti”
“Sono stato libero per tanti anni, e la mia libertà mi ha portato ad avere un solo grande senso di solitudine, di mancanza. A volte è rassicurante appartenere a qualcuno, avere limiti, vincoli”
“Beh, è il mio primo anno, intanto mi godo questo”

Fitz sorride, fa un cenno e si incammina pensando che la libertà e' così seducente, proprio come Emma.


Che te ne pare? Mi sforzo, per te, ma un viaggio, un racconto, intero non riesco proprio, è lungo, articolato, pieno di fantasia di cui un po’ io pecco. Che dici? E’ venuto abbastanza bene, come lo vuoi? Finiamo qui per oggi?

 




Buonasera! Capitolo secondo....sarete tutti confusi suppongo, tranquilli, capirete man mano, almeno spero di riuscire a spiegarmi ahah. Aguzzate l'ingegno e cercate di capire che sta succedendo..chi parla e tutto...è un'idea un po' folle la mia, ma ci tengo tanto a questa storia e spero venga bene, se no vabbè, ci ho provato :)
Inoltre, sono tanto affezionata al personaggio di Emma, mi rispecchia così tanto...
Spero che vi sia piaciuto e che continuerete a seguire il mio piccolo progetto con piacere e curiosità!
Un bacio,

-B
   
 
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