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Autore: AliceVolevaMorire    15/04/2009    6 recensioni
"Te la ricordi, no, la crema alla ciliegia spiaccicata sul pavimento, tipo violenza carnale da detergenti..."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La testa è così piena, non riesci più a pensare che anche senza te si possa ancora respirare! "
-Ballata per la mia piccola iena, Afterhours

"In realtà abbiamo parlato del futuro, una volta. Non ci eravamo sbagliati di molto. Ti prepari a diventare un tiranno, e io un flan."
-Jeux d'enfants



"Adesso si strappa"
Non guardavo, ma percepivo il filo che
una volta [o forse di più] mi aveva stretto così forte il collo da farmi quasi soffocare.
Una volta, Iena, hai tirato giù un aquilone dall'albero dove era incastrato
alle prove dei teatranti
E fra le tue braccia l'hai plasmato in forme oscene.
"Adesso si strappa"
pensavo, in ogni minuto che diventava un anno
nell'orologio della cucina della mia vecchia casa.
Te la ricordi, no, con i pavimenti sporchi e i muri che bisbigliavano la notte
Te la ricordi, no, la crema alla ciliegia spiaccicata sul pavimento,
tipo violenza carnale da detergenti
O forse quei giorni torbidi, a cercare un supermercato la domenica mattina
con la voglia di sonno impigliata ai capelli
perchè i muri respiravano e non c'era verso di farli smettere, neanche con la luce accesa.
"Adesso si strappa"
Lo dicevo ogni giorno,
ora il mio filo si è staccato,
e io fluttuo...
Pensa,
la cosa che ricordo meglio è il modo in cui mangiavi
famelico ed ingordo
e i tuoi occhi da bue mentre masticavi zucchero fino a nausearti
e il tuo modo così assente
quando soffiavamo  bolle di sapone nel vento.
Perchè non ridevi?
Perchè mi afferravi le mani a tratti?
Avevi freddo, oppure era per pena?
Iena, una volta mi hai detto che avresti risolto tutto il male che avevi diffuso nel tuo mondo
e quasi piangevi, sul quel treno in cui ci eravamo incontrati per caso.
Ma ora ti racconterò io dei miei tragici risvegli, hai presente?
O parli solo dei tuoi perchè credi di essere l'unico?
Come la Bionda con i capelli chimici
mentre io ballavo ignara ad un concerto,
e poi la telefonata,
e tu mentivi,
e lei rideva.
Li hai conservati,
tutti i battiti che mi hai fatto perdere?
Non oso pensare al delirio di umori
sul telo arancione del tuo divano.
Ma, forse, fra qualche anno ci penserai tu
e lo butterai via, lontano dalla tua realtà inventata,
lontano dalle tue birre scadenti nel frigo, dal tagliacarte sulla scrivania,
dal carretto con i fiori secchi e dalle scolopendre sul muro.
Avrei voluto che mi avessi detto che ero bella comunque, anche se la Rossa diceva di no.
Ti importava? Ti vergognavi della mia tristezza?
Dicevi che volevi imbottirti il cuore della sua risata.
Premeditazione o prevedibilità?
Eppure tu l'hai sgozzata sullo stesso telo arancione
dove hai ucciso tutti quanti noi.
"Perchè sei ritornato?"
ti domandavo tutti i giorni ai tavoli del Bingo giù al mercato,
fra l'odore di chiuso e le tette di qualcuna che passava e la mia faccia troppo triste.
Potevo usare il pennarello in dotazione per sottolinearmi da sola.
Pronto? C'è nessuno? Ma chi baciavi in quei giorni?
Mi hai vista quel giorno d' estate?
Ero seduta sul tuo letto, leggevo un fumetto. Un foglietto era nascosto tra le pagine,
e io avevo allungato il braccio per cercare di afferrarti ancora.
Ma le mie dita catturarono solo l'aria pesante della tua stanza, invece della tua pelle.
Un giorno ti ho aspettato troppo a lungo nel gelo, perchè volevo regalarti un bastoncino di zucchero colorato.
Pensavo di farti ritornare com'eri da piccolo, quando saltellavi su quell'albero caduto.
Quant'eri ridicolo quando cercavi di essere speciale leggendo un libro su uno scoglio,
e io, cieca, che quasi volevo crederti mentre ridevi isterico e sniffavi quella sciocca gomma da masticare.
Però l'errore, lo scarto, si percepiva comunque.
So che sai perfettamente, che non avrai mai potere nei mondi inversi. Potresti sempre diventare il Re della Superficialità, però.
Con una bella coroncina di tutte le gomme da masticare che mi hai appiccicato ai capelli, a fumarti le cannucce di plastica del thè freddo. E con un bel mantello di preservativi, che ne dici? Anzi, no, come mantello sarebbe ottimo il telo arancione del divano. Sporco.
Bello maggio, eh? Sta per ritornare.
Respiratelo tutto fino a vomitare.
Ho scoperto di essere distrettuale:
la mia utilità svanisce al confine che divide il tuo codice di avviamento postale dal successivo.
Comunque sia, hai tenuto su un bel teatrino. Sei stato bravo, io mi sarei annoiata subito.
Sul serio.
Come stai?
Io benone.
Immagino che tu sia molto stanco, hai recitato per parecchio. Vuoi una tazza di thè?


Iena, so che sei orgoglioso di aver vinto i nostri infiniti jeux d'enfants.
Ma, dopotutto, è molto facile vincere, quando sei l'unico a giocare.
   
 
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