ATTENZIONE: Allora, prima di lanciare maledizioni, insulti e/o recensioni critiche random al sottoscritto, ricordatevi che questa è una PARODIA, e, in quanto tale, non vuole offendere nessuno. Con questa one-shot, ho semplicemente voluto fare un po’ di ironia su tutti quegli stereotipi che nelle fiction a tema BBRae vanno forte. Non ho nulla né contro i personaggi in questione, né contro la coppia, né contro chi li shippa.
Diciamo che ciò che mi fa storcere il naso è la mancanza di originalità, la presenza di così tante fan fiction tutte fotocopiate le une dalle altre, ma questa è un’altra storia.
Ognuno ha i suoi gusti. Pace, amore e
rock n’roll.
L’ENNESIMA
BBRAE
Chi siamo? Cosa facciamo? Perché siamo
stati messi al mondo? Qual è il
nostro scopo? Qual è davvero il senso della vita? Ma
soprattutto... dov’è
finita la carta igienica?
Questo
pensava
Garfield Mark Logan, per gli amici Beast Boy, per gli amici ancora
più stretti
BB, mentre era seduto sulla tazza del gabinetto, intento a svolgere le
sue
classiche mansioni mattutine.
Garfield era
un bravo
ragazzo, un ragazzo molto speciale. Aveva due gambe, due braccia, due
occhi,
insomma, era un tipo ok. Era inoltre "molto" simpatico,
nonché un
filosofo mancato.
Praticamente,
era il
sogno proibito di ogni ragazza. Ma proprio tutte tutte, eh. Eppure,
ironia
della sorte, non aveva mai avuto una fidanzata, né nessuna
creatura
appartenente al gentil sesso si era mai davvero mostrata interessata a
lui.
Cosa, Terra?
Che cosa
c’entrano i pianeti adesso? Tappatevi il becco e seguite la
storia, plebei!
Dunque,
dicevamo.
BB era un
ragazzo
normale. Un ragazzo molto intelligente, da far concorrenza ad Isaac
Newton ed
altre teste d’uovo di quel calibro, ma preferiva nascondere
questa cosa,
mostrandosi più come il classico ragazzo della porta
accanto, quello simpatico
e giocherellone, proprio quel genere di persona che ti fa venire voglia
di uccidere
ridere e scherzare assieme a lui.
Dopo essere
uscito
dal bagno – no, la carta igienica non l’aveva
trovata – si diresse fuori dalla
sua camera da letto.
Andò
verso la cucina,
per fare il pieno di calorie. Sì, perché prima di
andare in bagno, il buon
vecchio Logan aveva svolto la sua quotidiana sessione di allenamenti.
Circa trecento
flessioni, ottocento addominali, duecento squat e cento chilometri di
corsa.
Roba da far crescere i capelli a Saitama, insomma. Infatti, Garfield
aveva un
fisico da urlo – la sua uniforme attillata viola chiedeva
pietà ogni volta che
la indossava – ed era alto un metro e ottanta. Eh
sì, la ginnastica gli aveva
fatto guadagnare ben quaranta centimetri di altezza. Pazzesco, vero?
Il ragazzo
con la
pelle verde – che però non lo faceva sembrare
strano o altro, no, no, anzi, era
proprio quella una delle caratteristiche che lo rendevano un figo da
urlo! –
passò accanto al suo leader Robin, un gagliardo giovincello
pieno di energia, con
un carattere molto interessante, pieno di sfaccettature e difficile da
interpretare.
Che
però da lì a poco
si sarebbe trasformato in un Coso qualsiasi in quanto ad
utilità.
I due
ragazzi si
salutarono, poi BB proseguì per la sua strada. Non appena
varcò la soglia della
cucina, incontrò niente popò di meno che Corvina.
La ragazza non sembrava
trovarsi lì senza ragione apparente, infatti era quasi come
se stesse aspettando qualcuno. Lo
osservò
apatica, come le soleva fare.
Non appena
Garfield
la vide e i loro occhi si incontrarono, rimase a bocca aperta.
Realizzò solo in
quel momento, in quel preciso momento, con quell’unico
sguardo, dopo i milioni
di miliardi di sguardi che si erano dati in passato, quanto bella fosse
quella
ragazza, nonostante il suo volto fosse a malapena distinguibile sotto
il buio
del suo cappuccio.
Cavolo,
avevano
vissuto insieme per quanto, cinque stagioni?, si erano incontrati tutti
i
giorni, parlati tutti i giorni, si erano abbracciati due volte
– diamine, ben
DUE VOLTE – (o forse era una, boh), e lui solo in quel
momento si accorgeva di
quanto segretamente l’avesse amata da sempre?
Beast Boy
sgranò gli
occhi. Che cosa, lui amare Corvina?! No, era impossibile! Eppure...
eppure
tutto lasciava presagire quello.
Insomma, si
erano
appena incontrati per caso in
cucina.
C’era bisogno di una motivazione in più per
domandarle di uscire insieme,
iniziare una relazione, sposarsi e avere due gemelli? E poi lui era un
ragazzo,
mentre lei era una ragazza, cioè, come poteva non funzionare?
D’altronde,
avevano
moltissime cose in comune, erano solo diversi come il giorno e la
notte! E
comunque, i poli opposti si attraggono, no? Tranne il polo nord e il
polo sud.
Se si attraessero il polo nord e il polo sud probabilmente succederebbe
un bel
casino.
«Corvina,
senti, io...»
BB cercò di parlare, ma fu zittito immediatamente
dalla maga.
«No, BB,
non dire niente!» esclamò lei, volgendo una mano
verso di lui, mutando
completamente il suo carattere e apparendo quasi in procinto di
scoppiare in
lacrime. «Io sono sempre stata cattiva con voi, anche se non
ve lo meritate!
Sono chiusa in me stessa, apatica, scontrosa, mi comporto come se non
me ne
importasse nulla di voi! Ma la verità è che in
realtà io mi comporto così
perché sono spaventata, insicura e ho paura di cosa gli
altri possano pensare
di me! Ti prego, Beast Boy, io... io...»
«Shh» la
rassicurò il ragazzo, andandole incontro e stringendola in
un caloroso
abbraccio. «Sta tranquilla piccola, ci sono qui io con te.
Non devi più avere
paura.»
Corvina
singhiozzò, poi alzò lo sguardo – BB
era alto un metro e ottanta, ma lei era
ancora la solita nanetta – e mormorò:
«Oh, BB... ma come ho fatto a non capirlo
cinque stagioni fa?»
«Anche
Stella e Robin ci hanno messo cinque stagioni. E un film. Non
preoccuparti,
Rachel, ora andrà tutto bene.» Il mutaforma le
abbassò il cappuccio, per poi
accarezzarla sulle sue morbide guancie color perla. «Ci sono
qui io.»
Gli occhi
ametista della maga brillarono. «BB... sei così...
fantastico...»
«Sì. Sì, lo
sono.»
«BB?»
«Sì?»
Rachel si
mise in punta di piedi, avvicinando il volto a quello del ragazzo, fino
a
sfiorarlo. «Baciami...» sussurrò, con le
guancie arrossate.
«Ho atteso
tutta la vita questo momento, anche se ho scoperto di amarti solo
trenta
secondi fa’» asserì BB, per poi
avvicinare le labbra a quelle della ragazza.
Ma prima
che il fattaccio momento tanto atteso da tante
persone potesse davvero
avvenire, il muro della cucina saltò in aria
all’improvviso e i due ragazzi
furono distratti dall’esplosione. Un grosso polverone si
sollevò tra le macerie
appena formatesi, ed una figura snella le attraversò, per
poi apparire sotto
gli increduli occhi dei due innamorati.
«Terra!»
esclamarono all’unisono, mentre la ragazza bionda, brutta e
appiccicosa si
avvicinava a loro, con i
pugni stretti e
la mascella contratta.
«Non ho la
più pallida idea di come abbia fatto a riacquistare la
memoria e i poteri e
sapere che vi sareste baciati, ma ora sono qui, e sono qui per dirti
che non
l’avrai mai!» esclamò la geomante,
indicando BB.
«Terra, ti
prego, deve esserci un modo per...» Garfield cercò
di farla ragionare, ma la
ragazza bionda non lo ascoltò.
«No!»
gridò, per poi avventarsi su di loro. «Ho capito
solo adesso di amarti davvero
con tutta me stessa! Le mie emozioni ora sono come un fiume in piena e
non
esiste diga in grado di contenerle, e questa frase non ha alcun
senso!»
«Terr...»
La ragazza
raggiunse BB, per poi spintonarlo di lato e avventarsi su Corvina, la
quale
rimase paralizzata. Terra la raggiunse, con gli occhi che ancora
brillavano di
giallo, la afferrò per le spalle con forza,
dopodiché appiccicò le labbra sulle
sue, facendole spalancare le palpebre. Terra dopodiché
chiuse gli occhi, venendo
poi imitata da Corvina, la quale cominciò lentamente a
lasciarsi trasportare
dal momento, fino a quando... no, un momento. Cosa?
«STOOOP!!!»
impazzì una voce all’improvviso, interrompendo
bruscamente
le riprese. Un ragazzo si alzò di scatto in piedi da dietro
la sua postazione,
con un’espressione furibonda stampata in faccia, e si diresse
verso la cucina. «Che
diavolo state facendo?!»
Le due
ragazze si separarono di scatto, sorprese e in parte anche
imbarazzate. Guardarono il regista con aria quasi intimorita.
«Non...
non andava bene?» domandò Terra, incerta.
«Mi
prendi in giro?! Ma l’avete visto il titolo della storia
oppure
no?!» ululò il ragazzo, per poi afferrare un
copione dalla sua postazione e
schiaffarlo in faccia alla ragazza bionda.
«"L’ennesima BBRae"!
Secondo te, in una storia con questo nome, dovresti baciare Corvina?! E
tu!»
disse ancora, puntando il dito verso la maga.
«Perché le hai permesso di
limonarti in quel modo?! Sei impazzita?!»
«Stavamo
seguendo il copione...» cercò di giustificarsi la
co-protagonista della storia.
«Cosa?»
domandò sorpreso il regista, per poi iniziare a sfogliare il
copione. «Ma che diavolo...»
«È
quello che cercavo di dire» si intromise un altro ragazzo con
i
capelli castani e la barba. «La scena era giusta, nel copione
c’è veramente
scritto che Terra deve baciarla!»
«Ma...
ma non è possibile...» rantolò il capo
della baracca, mentre
leggeva le righe che recitavano, esplicitamente, ciò che
l’aiutante gli aveva
appena detto. «Non ha alcun senso! Perché diavolo
Terra e Corvina dovrebbero
baciarsi nell’ennesima BBRae?!»
L’assistente
alla regia sollevò le spalle. «Forse gli
sceneggiatori
hanno sbagliato a scrivere. A dire la verità, credevo che tu
avessi letto il
copione prima di girare...»
«Ti
sembro uno che legge i copioni?!» sbottò il
regista, gettando a
terra il plico di fogli con un gesto rabbioso. «Quello
è il tuo compito,
Edward!»
«Ma...»
«A
me la scena è piaciuta, comunque» si intromise un
altro ragazzo, sghignazzando,
mentre era appeso ad una scala fuori dal set. Indossava un cappello a
visiera e
un toni blu.
«Tappati
la bocca, Kevin! Torna a giocare con le tue dannate luci e
lascia lavorare i professionisti in santa pace!»
«Sissignore...»
borbottò l’elettricista, voltandosi e continuando
a
salire la scala.
«Bene»
grugnì ancora il regista, per poi guardarsi attorno.
«E dove
diavolo è
finito Dominick?!»
«Presente»
annunciò un altro ragazzo castano, arrivando in quel
momento con ancora in mano un caffè, per poi ritrovarsi
l’indice del superiore
puntato contro.
«Giusta
o sbagliata che fosse, quella scena era comunque da buttare
via, e sai perché?»
«Ehm...
la fotografia?»
«Bravo,
la fotografia! Dimmi, se sai già di avere fatto un lavoro di
merda, perché non cerchi di correggerlo di tanto in
tanto?!»
Dominick
agitò il bicchiere del caffè, per cercare di
discolparsi. «Ecco,
ero in pausa...»
«Non
puoi andare in pausa mentre giriamo, idiota!»
sbraitò il regista,
colpendogli il bicchiere di caffè e facendoglielo cadere,
per poi fare un verso
frustrato e dargli le spalle.
Attori e
operai lo osservarono mentre si allontanava, tutti loro con
aria perplessa.
Fu un
sospiro di Corvina a distogliere l’attenzione da lui. La maga
incrociò le braccia, per poi scuotere la testa.
«Appena posso lo mollo questo
set...»
Tutti gli
altri annuirono in segno di approvazione.
Il
regista, nel frattempo, si avviò nei meandri del set con le
mani in
tasca e la testa piena zeppa di pensieri. Sapeva che sarebbe dovuto
tornare
indietro per finire le riprese, ma aveva comunque bisogno di cinque
minuti da
solo. Ultimamente le cose da fare erano diventate così tante
che ormai a stento
trovava un momento per respirare. Aveva così tanti progetti
da portare a
termine che aveva paura di non riuscire a finirne nemmeno uno,
perciò non si
dava mai un attimo di tregua.
Gli
sarebbero serviti più momenti di calma come quello.
Accanto a
lui, operai ed altri membri della troupe andavano e
venivano, trasportando oggetti di svariate nature, intenti a montare
tutti i
vari set che sarebbero serviti successivamente alle riprese della nuova
fiction.
A malapena li notò, fino a quando non sentì
qualcuno picchiettarlo su una
spalla. Si voltò, inarcando un sopracciglio, per poi
ritrovarsi di fronte un
energumeno alto più di due metri, vestito con una strana
tuta grigia, con la
pelle verde e squamosa.
«Che
cosa vuoi?» domandò il regista quando lo
notò, sospirando
esausto.
Il
bestione congiunse le punte delle dita, quasi imbarazzato.
«Beh,
ecco... volevo sapere se... se...»
«Non
ci sono altre parti per te, Metalhead. Né adesso,
né in futuro.
Sei saltato in aria, ricordi? E alla dirigenza non è
piaciuta la mia idea di
riportarti in auge, ecco perché non sei nemmeno apparso in
The Good Letf Undone
prima che venisse cancellata. Perciò mettiti
l’anima in pace, una volta per
tutte, e accetta la cosa.» Detto quello, il regista gli diede
le spalle e si
allontanò.
L’omaccione
lo seguì con lo sguardo, dopodiché le sue labbra
tremolarono. Chinò il capo, con aria afflitta.
«Non è giusto però... ormai si
saranno tutti dimenticati di me...»
Una donna
con i capelli neri e gli occhi verdi andò a consolarlo,
posandogli una mano sulla spalla. «Su, su, coraggio Klav.
Vedrai che un giorno
ti riconvocherà.»
Metalhead
sospirò pesantemente, per poi annuire.
«Sì... spero di sì.
Grazie Marianne» sorrise alla donna.
«Figurati.»
Marianne ricambiò il sorriso, dopodiché
indicò con il
pollice un tavolino poco distante da loro, al quale erano seduti altri
due
uomini e due ragazzi, un maschio e una femmina, il primo dei quali
stava
distribuendo delle carte al resto della combriccola. «Lo fai
un pokerino con
noi?»
«Ma
certo!»
E i due
si diressero verso il tavolo.
Il
regista, nel frattempo, aveva deciso di ritornare indietro, per
finire le riprese di quella dannata fiction. Probabilmente il lavoro
peggiore
che avesse mai deciso di fare.
Insomma,
lui che dirigeva le riprese di una BBRae! Il mondo girava al
contrario. Cosa non si faceva pur di sopravvivere in un business
crudele come
quello...
Ritornò
infine alla sua postazione, venendo immediatamente accolto da
Edward, il quale aveva ancora un cellulare in mano. «Capo, ho
chiamato gli
sceneggiatori, e pare proprio che ci sia stato un errore durante la
stampa dei
copioni. Hanno mischiato quello de "L’ennesima BBRae", con
quello di
qualche scena tagliuzzata da qualche altra fiction
abbandonata.»
Il
regista annuì. «Visto? Lo sapevo che quegli
incapaci avevano
combinato qualche casino. Allora, dov’è il copione
normale?»
«Dovrebbe
arrivare via fax tra poco. Stavo andando in ufficio a
controllare.»
«Bene,
vai pure allora.»
Edward si
congedò con un cenno del capo. Il direttore delle riprese lo
seguì con lo sguardo, per poi riportare
l’attenzione sul campo.
«Allora!»
annunciò, guadagnandosi l’attenzione dei tre
attori e del
direttore della fotografia.
«Edward
adesso va a prendere il copione giusto, ho bisogno che ve lo
ripassiate un attimo, velocemente, cosicché si possa girare
questa dannata
fiction al più presto. Non è nemmeno finita e
già non la sopporto più. Comunque
sia, voi tre...» Indicò BB, Corvina e Terra.
«... stavate andando bene. Peccato
che sia successo questo casino, ma non preoccupatevi: rifate la scena
come
prima, e vi garantisco che non ci saranno altri problemi.»
I tre
attori annuirono, sorridendo perfino; quando il regista si
calmava, era sempre più facile avere a che fare con lui.
Quest’ultimo
si voltò poi verso Dominick. «E tu, scusami per la
scenata di prima, sono stato un po’ troppo grezzo. Ma lo sai
come sono io, se
le cose non vanno come dovrebbero, mi agito un tantino. Sono certo che
ora
farai un’ottima fotografia. Dico bene?»
Il
direttore della fotografia lo soppesò con lo sguardo per un
momento, poi abbozzò un sorriso e annuì.
«Non preoccuparti, sei in una botte di
ferro!»
Il
regista sorrise trionfale, per poi dargli un pugnetto al braccio.
«Così
mi piaci! Forza, al lavoro!»
Diede le
spalle al collega, per poi tornare alla sua postazione.
Edward arrivò poco dopo, distribuendo i copioni agli attori,
i quali
cominciarono a leggere. Da qualche parte imprecisata dietro le quinte,
invece,
giunse la voce di Dominick: «Apri tutto Kev!»
«Sissignore!»
Le luci
sulla cucina si accesero tutte di colpo. Il regista osservò
la
scena, poi scosse lentamente la testa. No, quei due non avrebbero mai e
poi mai
fatto una fotografia decente...
Il suo
sguardo cadde poi su Lucas, il cameraman, e anche su Amalia,
mentre questa rifaceva il trucco a Tara e Rachel.
Edward
poi lo raggiunse, sedendosi accanto a lui. «I ragazzi sono
pronti, che facciamo?»
Il
regista si sgranchì le nocche, preparandosi psicologicamente
ad
un’altra mezz’ora piena di imprecazioni soffocate
ed incidenti sul set. «Giriamo,
ovvio!»
L’assistente
annuì, per poi alzarsi in piedi. «Ok, tutti in
posizione,
stiamo per rifare la scena nella cucina! Truccatrice fuori
dall’obiettivo,
grazie!»
Il
ciakkista, Jeff Dreamer, si piazzò di fronte alla
telecamera, sollevando
il suo strumento. «L’ennesima BBRae, scena tre,
seconda» annunciò, per poi
chiudere il ciak.
Il
direttore delle riprese sollevò un braccio. «E...
azione!»
La scena
fu ripresa. BB entrò nella cucina, per poi incontrare
Corvina. I due attori ripeterono la manfrina di poco prima, fino a
quando Terra
non intervenne. Ma, questa volta, la bionda si prese una bella dose di
calci
nel sedere e fu cacciata via, così da permettere ai due
piccioncini di
concludere ciò che avevano iniziato.
Mentre
osservava quella schifezza che stava girando, un sorriso
increspò il volto del giovane regista. Infondo... nonostante
tutti i sacrifici,
gli sforzi e le imprecazioni... non gli dispiaceva davvero quel lavoro.
Era
sempre stata una soddisfazione per lui quella di poter vedere le
proprie
creazioni prendere forma. E ancora più soddisfacente era
vedere la gente che si
interessava alle sue fiction, leggere le recensioni positive, sapere
che le sue
storie in qualche modo riuscivano sempre a scalare le classifiche delle
più
votate e/o recensite.
Tutto
quello, se non altro, gli permetteva di capire che il suo hobby,
oltre ad essere piacevole per lui, era anche gradito dagli altri. E
quello, lo
trovava un compenso più che sufficiente.
Non
sapeva per quanto tempo ancora avrebbe continuato a girare
fiction, sapeva solo che, fino al giorno del suo addio definitivo,
avrebbe
cercato di divertirsi e basta, senza farsi il sangue troppo acido per
delle
stupidaggini.
«Ti amo, BB»
disse Corvina
proprio in quel momento, durante le riprese. Terra era
stata sconfitta, rifilata ad Aqualad o una roba del genere, e ora i due
Titan
erano abbracciati, in mezzo alla stanza.
«Ti amo
anche io, Corvina» rispose BB, accarezzando la maga.
«E adesso sposiamoci!»
«Sì, e
facciamo due gemelli!»
«Ottima idea
pupa.» Logan afferrò la ragazza per i fianchi e la
avvicinò a sé.
Un
secondo prima che i due si baciassero, il regista distolse lo
sguardo. No, non era affatto in vena di bruciarsi le retini assistendo
a quella
scena. Non era ancora pronto.
Quello,
era un onore che avrebbe più che volentieri lasciato a
qualcun’altro.
Angolino
dell’autore:
Allora,
nel caso qualcuno abbia qualche decimo di vista di meno,
ribadisco qui che questa era solo una parodia, e che non volevo
offendere
nessuno, perciò, se vi piace questa coppia, cercate di
contenere insulti e
minacce, grazie.
Se volete
scrivermi una critica fate pure, purché inerente alla
storia, e non dettata dai vostri gusti personali. Siate oggettivi, non
soggettivi.
Ammetto
fin da subito che questa one-shot non è assolutamente il mio
lavoro migliore. È stata scritta in fretta, senza molta
costruzione dietro. Ho aperto
Word e ho scritto di getto ciò che mi è venuto in
mente. Ho fatto lavori molto
migliori di questo, The Darkness’ Daughter in primis,
perciò se vorrete
criticare la struttura della storia, capirò.
Insomma,
questa fiction era solo un esperimento. Ho voluto provare a
cambiare un po’ genere, vedere un po’ come me la
sarei cavata passando dal mio
prediletto rating arancione a qualcosa di più tranquillo con
rating verde. Non
mi definisco assolutamente un esperto di comicità/humour,
perciò non pretendo
troppi consensi.
E poi,
beh, oltre alla parodia ho anche voluto metterci in mezzo una
sorta di riflessione personale, tramite i pensieri del regista, che poi
si è
trasformata in una specie di citazione a Boris (Biascica,
apri tutto!), con tanto di presenza di alcuni miei vecchi
OC ormai abbandonati (Edward, Metalhead, Marianne, ecc...).
E quindi
niente. Ribadisco, non è il mio lavoro migliore, ma se non
altro
io mi sono divertito a scriverla. E spero che anche a qualcun altro sia
piaciuta, magari anche a qualche fan della BBRae, ma qui la vedo un
po’ più
grigia...
D’accordo, grazie per esservi fermati a leggere queste righe. Vi saluto, alla prossima!