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Autore: edoardo811    18/06/2016    10 recensioni
Beast Boy è un bravo ragazzo. Un ragazzo d'oro.
Corvina è una splendida ragazza. Una ragazza da amare.
Lui è simpatico, deciso, spavaldo, lei è apatica, scontrosa e... sì, insomma, la solita roba degli opposti che si attraggono.
Riuscirà l'aMMore a sbocciare tra queste due persone così diverse eppure così simili?
Sì.
Ma, ovviamente, prima dovranno sconfiggere Terra, perché, si sa, è lei quella appiccicosa ed egoista che si crede al centro dell'universo e altre cose così.
Già.
Buona lettura!
Genere: Demenziale, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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ATTENZIONE: Allora, prima di lanciare maledizioni, insulti e/o recensioni critiche random al sottoscritto, ricordatevi che questa è una PARODIA, e, in quanto tale, non vuole offendere nessuno. Con questa one-shot, ho semplicemente voluto fare un po’ di ironia su tutti quegli stereotipi che nelle fiction a tema BBRae vanno forte. Non ho nulla né contro i personaggi in questione, né contro la coppia, né contro chi li shippa.

Diciamo che ciò che mi fa storcere il naso è la mancanza di originalità, la presenza di così tante fan fiction tutte fotocopiate le une dalle altre, ma questa è un’altra storia.

Ognuno ha i suoi gusti. Pace, amore e rock n’roll.

 

 

L’ENNESIMA BBRAE

 

 

 

Chi siamo? Cosa facciamo? Perché siamo stati messi al mondo? Qual è il nostro scopo? Qual è davvero il senso della vita? Ma soprattutto... dov’è finita la carta igienica?

Questo pensava Garfield Mark Logan, per gli amici Beast Boy, per gli amici ancora più stretti BB, mentre era seduto sulla tazza del gabinetto, intento a svolgere le sue classiche mansioni mattutine.

Garfield era un bravo ragazzo, un ragazzo molto speciale. Aveva due gambe, due braccia, due occhi, insomma, era un tipo ok. Era inoltre "molto" simpatico, nonché un filosofo mancato.

Praticamente, era il sogno proibito di ogni ragazza. Ma proprio tutte tutte, eh. Eppure, ironia della sorte, non aveva mai avuto una fidanzata, né nessuna creatura appartenente al gentil sesso si era mai davvero mostrata interessata a lui.

Cosa, Terra? Che cosa c’entrano i pianeti adesso? Tappatevi il becco e seguite la storia, plebei!

Dunque, dicevamo.

BB era un ragazzo normale. Un ragazzo molto intelligente, da far concorrenza ad Isaac Newton ed altre teste d’uovo di quel calibro, ma preferiva nascondere questa cosa, mostrandosi più come il classico ragazzo della porta accanto, quello simpatico e giocherellone, proprio quel genere di persona che ti fa venire voglia di uccidere ridere e scherzare assieme a lui.

Dopo essere uscito dal bagno – no, la carta igienica non l’aveva trovata – si diresse fuori dalla sua camera da letto.

Andò verso la cucina, per fare il pieno di calorie. Sì, perché prima di andare in bagno, il buon vecchio Logan aveva svolto la sua quotidiana sessione di allenamenti. Circa trecento flessioni, ottocento addominali, duecento squat e cento chilometri di corsa. Roba da far crescere i capelli a Saitama, insomma. Infatti, Garfield aveva un fisico da urlo – la sua uniforme attillata viola chiedeva pietà ogni volta che la indossava – ed era alto un metro e ottanta. Eh sì, la ginnastica gli aveva fatto guadagnare ben quaranta centimetri di altezza. Pazzesco, vero?

Il ragazzo con la pelle verde – che però non lo faceva sembrare strano o altro, no, no, anzi, era proprio quella una delle caratteristiche che lo rendevano un figo da urlo! – passò accanto al suo leader Robin, un gagliardo giovincello pieno di energia, con un carattere molto interessante, pieno di sfaccettature e difficile da interpretare.

Che però da lì a poco si sarebbe trasformato in un Coso qualsiasi in quanto ad utilità.

I due ragazzi si salutarono, poi BB proseguì per la sua strada. Non appena varcò la soglia della cucina, incontrò niente popò di meno che Corvina. La ragazza non sembrava trovarsi lì senza ragione apparente, infatti era quasi come se stesse aspettando qualcuno. Lo osservò apatica, come le soleva fare.

Non appena Garfield la vide e i loro occhi si incontrarono, rimase a bocca aperta. Realizzò solo in quel momento, in quel preciso momento, con quell’unico sguardo, dopo i milioni di miliardi di sguardi che si erano dati in passato, quanto bella fosse quella ragazza, nonostante il suo volto fosse a malapena distinguibile sotto il buio del suo cappuccio.

Cavolo, avevano vissuto insieme per quanto, cinque stagioni?, si erano incontrati tutti i giorni, parlati tutti i giorni, si erano abbracciati due volte – diamine, ben DUE VOLTE – (o forse era una, boh), e lui solo in quel momento si accorgeva di quanto segretamente l’avesse amata da sempre?

Beast Boy sgranò gli occhi. Che cosa, lui amare Corvina?! No, era impossibile! Eppure... eppure tutto lasciava presagire quello.

Insomma, si erano appena incontrati per caso in cucina. C’era bisogno di una motivazione in più per domandarle di uscire insieme, iniziare una relazione, sposarsi e avere due gemelli? E poi lui era un ragazzo, mentre lei era una ragazza, cioè, come poteva non funzionare?

D’altronde, avevano moltissime cose in comune, erano solo diversi come il giorno e la notte! E comunque, i poli opposti si attraggono, no? Tranne il polo nord e il polo sud. Se si attraessero il polo nord e il polo sud probabilmente succederebbe un bel casino.

«Corvina, senti, io...» BB cercò di parlare, ma fu zittito immediatamente dalla maga.

«No, BB, non dire niente!» esclamò lei, volgendo una mano verso di lui, mutando completamente il suo carattere e apparendo quasi in procinto di scoppiare in lacrime. «Io sono sempre stata cattiva con voi, anche se non ve lo meritate! Sono chiusa in me stessa, apatica, scontrosa, mi comporto come se non me ne importasse nulla di voi! Ma la verità è che in realtà io mi comporto così perché sono spaventata, insicura e ho paura di cosa gli altri possano pensare di me! Ti prego, Beast Boy, io... io...»

«Shh» la rassicurò il ragazzo, andandole incontro e stringendola in un caloroso abbraccio. «Sta tranquilla piccola, ci sono qui io con te. Non devi più avere paura.»

Corvina singhiozzò, poi alzò lo sguardo – BB era alto un metro e ottanta, ma lei era ancora la solita nanetta – e mormorò: «Oh, BB... ma come ho fatto a non capirlo cinque stagioni fa?»

«Anche Stella e Robin ci hanno messo cinque stagioni. E un film. Non preoccuparti, Rachel, ora andrà tutto bene.» Il mutaforma le abbassò il cappuccio, per poi accarezzarla sulle sue morbide guancie color perla. «Ci sono qui io.»

Gli occhi ametista della maga brillarono. «BB... sei così... fantastico...»

«Sì. Sì, lo sono.»

«BB?»

«Sì?»

Rachel si mise in punta di piedi, avvicinando il volto a quello del ragazzo, fino a sfiorarlo. «Baciami...» sussurrò, con le guancie arrossate.

«Ho atteso tutta la vita questo momento, anche se ho scoperto di amarti solo trenta secondi fa’» asserì BB, per poi avvicinare le labbra a quelle della ragazza.

Ma prima che il fattaccio momento tanto atteso da tante persone potesse davvero avvenire, il muro della cucina saltò in aria all’improvviso e i due ragazzi furono distratti dall’esplosione. Un grosso polverone si sollevò tra le macerie appena formatesi, ed una figura snella le attraversò, per poi apparire sotto gli increduli occhi dei due innamorati.

«Terra!» esclamarono all’unisono, mentre la ragazza bionda, brutta e appiccicosa si avvicinava a loro, con  i pugni stretti e la mascella contratta.

«Non ho la più pallida idea di come abbia fatto a riacquistare la memoria e i poteri e sapere che vi sareste baciati, ma ora sono qui, e sono qui per dirti che non l’avrai mai!» esclamò la geomante, indicando BB.

«Terra, ti prego, deve esserci un modo per...» Garfield cercò di farla ragionare, ma la ragazza bionda non lo ascoltò.

«No!» gridò, per poi avventarsi su di loro. «Ho capito solo adesso di amarti davvero con tutta me stessa! Le mie emozioni ora sono come un fiume in piena e non esiste diga in grado di contenerle, e questa frase non ha alcun senso!»

«Terr...»

La ragazza raggiunse BB, per poi spintonarlo di lato e avventarsi su Corvina, la quale rimase paralizzata. Terra la raggiunse, con gli occhi che ancora brillavano di giallo, la afferrò per le spalle con forza, dopodiché appiccicò le labbra sulle sue, facendole spalancare le palpebre. Terra dopodiché chiuse gli occhi, venendo poi imitata da Corvina, la quale cominciò lentamente a lasciarsi trasportare dal momento, fino a quando... no, un momento. Cosa?

«STOOOP!!!» impazzì una voce all’improvviso, interrompendo bruscamente le riprese. Un ragazzo si alzò di scatto in piedi da dietro la sua postazione, con un’espressione furibonda stampata in faccia, e si diresse verso la cucina. «Che diavolo state facendo?!»

Le due ragazze si separarono di scatto, sorprese e in parte anche imbarazzate. Guardarono il regista con aria quasi intimorita.

«Non... non andava bene?» domandò Terra, incerta.

«Mi prendi in giro?! Ma l’avete visto il titolo della storia oppure no?!» ululò il ragazzo, per poi afferrare un copione dalla sua postazione e schiaffarlo in faccia alla ragazza bionda. «"L’ennesima BBRae"! Secondo te, in una storia con questo nome, dovresti baciare Corvina?! E tu!» disse ancora, puntando il dito verso la maga. «Perché le hai permesso di limonarti in quel modo?! Sei impazzita?!»

«Stavamo seguendo il copione...» cercò di giustificarsi la co-protagonista della storia.

«Cosa?» domandò sorpreso il regista, per poi iniziare a sfogliare il copione. «Ma che diavolo...»

«È quello che cercavo di dire» si intromise un altro ragazzo con i capelli castani e la barba. «La scena era giusta, nel copione c’è veramente scritto che Terra deve baciarla!»

«Ma... ma non è possibile...» rantolò il capo della baracca, mentre leggeva le righe che recitavano, esplicitamente, ciò che l’aiutante gli aveva appena detto. «Non ha alcun senso! Perché diavolo Terra e Corvina dovrebbero baciarsi nell’ennesima BBRae?!»

L’assistente alla regia sollevò le spalle. «Forse gli sceneggiatori hanno sbagliato a scrivere. A dire la verità, credevo che tu avessi letto il copione prima di girare...»

«Ti sembro uno che legge i copioni?!» sbottò il regista, gettando a terra il plico di fogli con un gesto rabbioso. «Quello è il tuo compito, Edward!»

«Ma...»

«A me la scena è piaciuta, comunque» si intromise un altro ragazzo, sghignazzando, mentre era appeso ad una scala fuori dal set. Indossava un cappello a visiera e un toni blu.

«Tappati la bocca, Kevin! Torna a giocare con le tue dannate luci e lascia lavorare i professionisti in santa pace!»

«Sissignore...» borbottò l’elettricista, voltandosi e continuando a salire la scala.

«Bene» grugnì ancora il regista, per poi guardarsi attorno. «E dove diavolo  è finito Dominick?!»

«Presente» annunciò un altro ragazzo castano, arrivando in quel momento con ancora in mano un caffè, per poi ritrovarsi l’indice del superiore puntato contro.

«Giusta o sbagliata che fosse, quella scena era comunque da buttare via, e sai perché?»

«Ehm... la fotografia?»

«Bravo, la fotografia! Dimmi, se sai già di avere fatto un lavoro di merda, perché non cerchi di correggerlo di tanto in tanto?!»

Dominick agitò il bicchiere del caffè, per cercare di discolparsi. «Ecco, ero in pausa...»

«Non puoi andare in pausa mentre giriamo, idiota!» sbraitò il regista, colpendogli il bicchiere di caffè e facendoglielo cadere, per poi fare un verso frustrato e dargli le spalle.

Attori e operai lo osservarono mentre si allontanava, tutti loro con aria perplessa.

Fu un sospiro di Corvina a distogliere l’attenzione da lui. La maga incrociò le braccia, per poi scuotere la testa. «Appena posso lo mollo questo set...»

Tutti gli altri annuirono in segno di approvazione.

Il regista, nel frattempo, si avviò nei meandri del set con le mani in tasca e la testa piena zeppa di pensieri. Sapeva che sarebbe dovuto tornare indietro per finire le riprese, ma aveva comunque bisogno di cinque minuti da solo. Ultimamente le cose da fare erano diventate così tante che ormai a stento trovava un momento per respirare. Aveva così tanti progetti da portare a termine che aveva paura di non riuscire a finirne nemmeno uno, perciò non si dava mai un attimo di tregua.

Gli sarebbero serviti più momenti di calma come quello.

Accanto a lui, operai ed altri membri della troupe andavano e venivano, trasportando oggetti di svariate nature, intenti a montare tutti i vari set che sarebbero serviti successivamente alle riprese della nuova fiction. A malapena li notò, fino a quando non sentì qualcuno picchiettarlo su una spalla. Si voltò, inarcando un sopracciglio, per poi ritrovarsi di fronte un energumeno alto più di due metri, vestito con una strana tuta grigia, con la pelle verde e squamosa.

«Che cosa vuoi?» domandò il regista quando lo notò, sospirando esausto.

Il bestione congiunse le punte delle dita, quasi imbarazzato. «Beh, ecco... volevo sapere se... se...»

«Non ci sono altre parti per te, Metalhead. Né adesso, né in futuro. Sei saltato in aria, ricordi? E alla dirigenza non è piaciuta la mia idea di riportarti in auge, ecco perché non sei nemmeno apparso in The Good Letf Undone prima che venisse cancellata. Perciò mettiti l’anima in pace, una volta per tutte, e accetta la cosa.» Detto quello, il regista gli diede le spalle e si allontanò.

L’omaccione lo seguì con lo sguardo, dopodiché le sue labbra tremolarono. Chinò il capo, con aria afflitta. «Non è giusto però... ormai si saranno tutti dimenticati di me...»

Una donna con i capelli neri e gli occhi verdi andò a consolarlo, posandogli una mano sulla spalla. «Su, su, coraggio Klav. Vedrai che un giorno ti riconvocherà.»

Metalhead sospirò pesantemente, per poi annuire. «Sì... spero di sì. Grazie Marianne» sorrise alla donna.

«Figurati.» Marianne ricambiò il sorriso, dopodiché indicò con il pollice un tavolino poco distante da loro, al quale erano seduti altri due uomini e due ragazzi, un maschio e una femmina, il primo dei quali stava distribuendo delle carte al resto della combriccola. «Lo fai un pokerino con noi?»

«Ma certo!»

E i due si diressero verso il tavolo.

Il regista, nel frattempo, aveva deciso di ritornare indietro, per finire le riprese di quella dannata fiction. Probabilmente il lavoro peggiore che avesse mai deciso di fare.

Insomma, lui che dirigeva le riprese di una BBRae! Il mondo girava al contrario. Cosa non si faceva pur di sopravvivere in un business crudele come quello...

Ritornò infine alla sua postazione, venendo immediatamente accolto da Edward, il quale aveva ancora un cellulare in mano. «Capo, ho chiamato gli sceneggiatori, e pare proprio che ci sia stato un errore durante la stampa dei copioni. Hanno mischiato quello de "L’ennesima BBRae", con quello di qualche scena tagliuzzata da qualche altra fiction abbandonata.»

Il regista annuì. «Visto? Lo sapevo che quegli incapaci avevano combinato qualche casino. Allora, dov’è il copione normale?»

«Dovrebbe arrivare via fax tra poco. Stavo andando in ufficio a controllare.»

«Bene, vai pure allora.»

Edward si congedò con un cenno del capo. Il direttore delle riprese lo seguì con lo sguardo, per poi riportare l’attenzione sul campo.

«Allora!» annunciò, guadagnandosi l’attenzione dei tre attori e del direttore della fotografia.

«Edward adesso va a prendere il copione giusto, ho bisogno che ve lo ripassiate un attimo, velocemente, cosicché si possa girare questa dannata fiction al più presto. Non è nemmeno finita e già non la sopporto più. Comunque sia, voi tre...» Indicò BB, Corvina e Terra. «... stavate andando bene. Peccato che sia successo questo casino, ma non preoccupatevi: rifate la scena come prima, e vi garantisco che non ci saranno altri problemi.»

I tre attori annuirono, sorridendo perfino; quando il regista si calmava, era sempre più facile avere a che fare con lui.

Quest’ultimo si voltò poi verso Dominick. «E tu, scusami per la scenata di prima, sono stato un po’ troppo grezzo. Ma lo sai come sono io, se le cose non vanno come dovrebbero, mi agito un tantino. Sono certo che ora farai un’ottima fotografia. Dico bene?»

Il direttore della fotografia lo soppesò con lo sguardo per un momento, poi abbozzò un sorriso e annuì. «Non preoccuparti, sei in una botte di ferro!»

Il regista sorrise trionfale, per poi dargli un pugnetto al braccio. «Così mi piaci! Forza, al lavoro!»

Diede le spalle al collega, per poi tornare alla sua postazione. Edward arrivò poco dopo, distribuendo i copioni agli attori, i quali cominciarono a leggere. Da qualche parte imprecisata dietro le quinte, invece, giunse la voce di Dominick: «Apri tutto Kev!»

«Sissignore!»

Le luci sulla cucina si accesero tutte di colpo. Il regista osservò la scena, poi scosse lentamente la testa. No, quei due non avrebbero mai e poi mai fatto una fotografia decente...

Il suo sguardo cadde poi su Lucas, il cameraman, e anche su Amalia, mentre questa rifaceva il trucco a Tara e Rachel.

Edward poi lo raggiunse, sedendosi accanto a lui. «I ragazzi sono pronti, che facciamo?»

Il regista si sgranchì le nocche, preparandosi psicologicamente ad un’altra mezz’ora piena di imprecazioni soffocate ed incidenti sul set. «Giriamo, ovvio!»

L’assistente annuì, per poi alzarsi in piedi. «Ok, tutti in posizione, stiamo per rifare la scena nella cucina! Truccatrice fuori dall’obiettivo, grazie!»

Il ciakkista, Jeff Dreamer, si piazzò di fronte alla telecamera, sollevando il suo strumento. «L’ennesima BBRae, scena tre, seconda» annunciò, per poi chiudere il ciak.

Il direttore delle riprese sollevò un braccio. «E... azione!»

La scena fu ripresa. BB entrò nella cucina, per poi incontrare Corvina. I due attori ripeterono la manfrina di poco prima, fino a quando Terra non intervenne. Ma, questa volta, la bionda si prese una bella dose di calci nel sedere e fu cacciata via, così da permettere ai due piccioncini di concludere ciò che avevano iniziato.

Mentre osservava quella schifezza che stava girando, un sorriso increspò il volto del giovane regista. Infondo... nonostante tutti i sacrifici, gli sforzi e le imprecazioni... non gli dispiaceva davvero quel lavoro. Era sempre stata una soddisfazione per lui quella di poter vedere le proprie creazioni prendere forma. E ancora più soddisfacente era vedere la gente che si interessava alle sue fiction, leggere le recensioni positive, sapere che le sue storie in qualche modo riuscivano sempre a scalare le classifiche delle più votate e/o recensite.

Tutto quello, se non altro, gli permetteva di capire che il suo hobby, oltre ad essere piacevole per lui, era anche gradito dagli altri. E quello, lo trovava un compenso più che sufficiente.

Non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe continuato a girare fiction, sapeva solo che, fino al giorno del suo addio definitivo, avrebbe cercato di divertirsi e basta, senza farsi il sangue troppo acido per delle stupidaggini.

«Ti amo, BB» disse Corvina proprio in quel momento, durante le riprese. Terra era stata sconfitta, rifilata ad Aqualad o una roba del genere, e ora i due Titan erano abbracciati, in mezzo alla stanza.

«Ti amo anche io, Corvina» rispose BB, accarezzando la maga. «E adesso sposiamoci!»

«Sì, e facciamo due gemelli!»

«Ottima idea pupa.» Logan afferrò la ragazza per i fianchi e la avvicinò a sé.

Un secondo prima che i due si baciassero, il regista distolse lo sguardo. No, non era affatto in vena di bruciarsi le retini assistendo a quella scena. Non era ancora pronto.

Quello, era un onore che avrebbe più che volentieri lasciato a qualcun’altro.









Angolino dell’autore:

Allora, nel caso qualcuno abbia qualche decimo di vista di meno, ribadisco qui che questa era solo una parodia, e che non volevo offendere nessuno, perciò, se vi piace questa coppia, cercate di contenere insulti e minacce, grazie.

Se volete scrivermi una critica fate pure, purché inerente alla storia, e non dettata dai vostri gusti personali. Siate oggettivi, non soggettivi.

Ammetto fin da subito che questa one-shot non è assolutamente il mio lavoro migliore. È stata scritta in fretta, senza molta costruzione dietro. Ho aperto Word e ho scritto di getto ciò che mi è venuto in mente. Ho fatto lavori molto migliori di questo, The Darkness’ Daughter in primis, perciò se vorrete criticare la struttura della storia, capirò.

Insomma, questa fiction era solo un esperimento. Ho voluto provare a cambiare un po’ genere, vedere un po’ come me la sarei cavata passando dal mio prediletto rating arancione a qualcosa di più tranquillo con rating verde. Non mi definisco assolutamente un esperto di comicità/humour, perciò non pretendo troppi consensi.

E poi, beh, oltre alla parodia ho anche voluto metterci in mezzo una sorta di riflessione personale, tramite i pensieri del regista, che poi si è trasformata in una specie di citazione a Boris (Biascica, apri tutto!), con tanto di presenza di alcuni miei vecchi OC ormai abbandonati (Edward, Metalhead, Marianne, ecc...).

E quindi niente. Ribadisco, non è il mio lavoro migliore, ma se non altro io mi sono divertito a scriverla. E spero che anche a qualcun altro sia piaciuta, magari anche a qualche fan della BBRae, ma qui la vedo un po’ più grigia...

D’accordo, grazie per esservi fermati a leggere queste righe. Vi saluto, alla prossima!

   
 
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