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Autore: Tickle Tomo    19/06/2016    4 recensioni
Non è il singolo evento in sé e per sé ad avere una valenza positiva o negativa, sono le persone ad attribuirgli significato. Le persone giudicano in base ai loro valori, alle loro esperienze pregresse, all'impatto dell'evento sulle loro vite.
Non è quindi detto che uno stesso evento abbia per due persone diverse sempre lo stesso significato, anzi.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Adrien




Da quando aveva incontrato Plagg, Adrien doveva ammettere che la sua vita era andata incontro a cambiamenti talmente drastici che gli ci erano voluti quasi quattro mesi per potersi adattare alla nuova realtà delle cose. I suoi ritmi erano stati stravolti, così come il suo stato emotivo e psichico.

La libertà aveva il gusto del vento, di tutti i sapori sparsi in giro per Parigi. Gli bastava qualche balzo in alto e il suo naso cominciava a pizzicare sopraffatto da una quantità soverchiante di odori che andavano a condensarsi sulla sua lingua in un unico denso aroma, sempre diverso, mai uguale, ma sempre in qualche modo simile. Era il sapore della vita che le persone secernevano prendendo un respiro dopo l’altro, sostenendosi nel quotidiano vivere, creando aromi sofisticati tramite la mescolanza di terze parti; era il sapore degli animali, dei piccoli insetti di Parigi che lottavano ogni giorno per tenere le pance piene e la mente libera; era il profumo dei fiori, dei tubi di scappamento delle auto, dei caminetti d’inverno, della polvere che si sollevava per vorticare furiosa nel vento.

Era vita.

Era libertà.

Era un orgasmo sensoriale che appagava persino l’udito accordandogli corredi pressoché infinitesimali di melodie e ninnenanne. Se ne stava spesso spaparanzato all’ombra, per non farsi scoprire, sul tetto di qualche comoda e ignara casa e non faceva altro che percepire il mondo intorno a sé.

Permetteva ai suoi sensi di prendere il pieno controllo, di giocare con la sua coscienza fino a farla sfumare in piccole gocce di sussurri estasiati, tanto che non riusciva più nemmeno a pensare di assegnare valenza umana o animale alle sue percezioni.

Si trovava fisicamente in un punto preciso, ma con i sensi era ovunque.

Era vicino al panettiere che la mattina sfornava pane e brioches calde; era vicino ai piedi dei passanti che ritmicamente pestavano il suolo; era vicino al fuoco di un accendino acceso con celerità e al lieve odore di gas che rimaneva nell’aria poco dopo; era vicino ad una donna che si legava i capelli con attenzione di fronte a uno specchio; era vicino al bambino che giocava a far correre sul selciato le sue macchinine e i suoi camion colorati; era vicino alle altalene del suo parchetto preferito che oscillavano mosse dal vento.

Era.

Esisteva pienamente in sé stesso e al di fuori.

Non avrebbe mai potuto nemmeno concepire una cosa del genere, non l’aveva vista scritta da nessuna parte.

Fino a pochi mesi prima vedeva l’esistenza sotto una luce prettamente tecnicistica, mettendo in fila correlazioni causa-oggetto per spiegare l’avanzare di ogni singolo insensato secondo che gli passava di fronte agli occhi.

Sorridi, perché è consono.

Lavora, perché è opportuno.

Studia, perché è funzionale.

Socializza, ma solo superficialmente durante gli eventi importanti, e ricordati di sorridere ed essere amabile perché ti porterà profitto.

Sii te stesso… ma quale identità ti rimane dopo anni passati a interpretare una marionetta automatizzata che viva al tuo posto un’altra vita?

Per quali valori, ideali o sogni vivere se tutto ciò che hai non ti appartiene e ti è imposto senza possibilità di rigetto?

Quale volontà ti rimane se la dimensione del desiderio appare come un concetto astratto, improbabile, sconosciuto e altamente disfunzionale?

“Papà, dov’è la mamma?”

Ignorato.

Rinchiuso.

Tirato fuori dalla vetrina solo per essere esposto con maggiore visibilità di fronte agli occhi di persone che portano vantaggio all’attività di una persona che non lo chiama per nome da quando ha dodici anni.

Annullamento.

Chi è Adrien?

Adrien non esiste, è un fantoccio tenuto in piedi da fili dorati.

Adrien non esiste, c’è solo Chat Noir.

   
 
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