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Autore: ToscaSam    19/06/2016    1 recensioni
Ebbene si, cari amici. Sono di nuovo tornata con le Nate Babbane. Il motivo è semplice: mi sono sentita tristemente pugnalata; da un'opera grandiosa e intelligente come la saga di Harry Potter, non posso credere che Zia Row sia passata a scrivere … un delirio come The Cursed Child.
Quindi. Nate Babbane ritorna, con forza. E si rirpopone con tutta sé stessa di essere una fanfiction bella, sensata e coerente con il mondo di Harry Potter, in cui si muove.
Vuole quindi essere una risposta a The Cursed Child (o almeno a quello degli spoiler). Dunque spazio alle nuove generazioni: Hogwarts attende i figli e le figlie dei nostri vecchi cari protagonisti, che saranno sempre e comunque presenti.
Qualcosa di vecchio e molto ben conosciuto da tutti noi potterheads potrebbe tornar fuori per minacciare la pace del mondo magico. Chissà se riuscirete a scoprire il mistero prima dei nostri ragazzi …..
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nate Babbane (OLD VERSION)'
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Nate Babbane
e il vecchio rinnovatore
 
premessa:
Ebbene si, cari amici. Sono di nuovo tornata con le Nate Babbane. Il motivo è semplice: volente o nolente, zia Row non è riuscita a far tacere gli spoiler, tanto che è stato possibile leggere online tutta la trama dettagliata di The Cursed Child.
Per quanto inverosimile sia la mia richiesta, io mi auguro davvero che quella trama non sia vera e che chi ha lanciato gli spoiler si sia sbagliato di grosso.
Mi sono sentita tristemente pugnalata: da un'opera grandiosa e intelligente come la saga di Harry Potter, non si può passare a … quella roba. Sembra, come ha detto una mia amica, una fanfiction squallida scritta da un adolescente particolarmente a corto di fantasia. Trama banale e scontata, personaggi che agiscono come vere Mary Sue (chi mi conosce sa del mio complesso … ma qui si sfiora davvero il limite!) per non parlare dei .. chiamiamoli … “colpi di scena” assolutamente fuori luogo e allucinanti. Un delirio, insomma.
Ho criticato duramente The Cursed Child e mi dispiace. O meglio, ho criticato la trama che pare ufficiale grazie agli spoiler. Non ho mai sperato così tanto di sbagliarmi. Mi auguro invece che si tratti di un capolavoro e che chi ha messo in giro quelle voci si sia solo divertito a far prendere un infarto ai potterheads.
Quindi. Nate Babbane ritorna, con forza. E si rirpopone con tutta sé stessa di essere una fanfiction bella, sensata e coerente con il mondo di Harry Potter, in cui si muove.
Vuole quindi essere una risposta a The Cursed Child (o almeno a quello degli spoiler). Dunque spazio alle nuove generazioni: Hogwarts attende i figli e le figlie dei nostri vecchi cari protagonisti, che saranno sempre e comunque presenti.
Qualcosa di vecchio e molto ben conosciuto da tutti noi potterheads potrebbe tornar fuori per minacciare la pace del mondo magico. Chissà se riuscirete a scoprire il mistero prima dei nostri ragazzi …..
Mi auguro di sentire i vostri pareri, lungo il corso di questo quinto capitolo di Nate Babbane. E mi auguro che, leggendo The Cursed Child, io possa ricredermi di tutto quello che ho detto.
Buona lettura.
 
P.S.
Ho cancellato quella piccola mini serie di “speciali” che avevo iniziato … perché non era veramente il caso XD spero di attirare di nuovo la vostra attenzione con questa storia.
P.P.S.
Se non hai mai letto Nate Babbane, puoi farlo andandoti a rispulciare i primi capitoli di questa serie sul mio profilo di EFP.
 
 
*
 
Il Convegno dei Veggenti
 
Erano passati diversi anni dalla caduta del Signore Oscuro.
No, non diciannove, come canonicamente siamo abituati a sentire. Un pochini di più, per la precisione. Ventitré esatti. Eppure non erano abbastanza per far dimenticare il nome di Voldemort dalla faccia della terra.
L'eco della sua minaccia aveva lasciato segni indelebili, anche se sbiaditi. Molti maghi e streghe si riferivano ancora all'antica minaccia con l'appellativo di “Voi-Sapete-Chi”, sia per la paura incancrenita verso il potente stregone, sia memori dell'impronunciabilità del nome stesso, ai tempi della Seconda Guerra Magica.
La fiducia nell'autorità del Ministero della Magia, da sempre così altalenante, aveva raggiunto una placida stabilità dall'elezione di Kingsley Shacklebolt.
Gli unici timori che turbavano i sonni più sensibili dei maghi, erano costituiti da gruppi isolati di simpatizzanti del vecchio regime purista.
Non erano un'organizzazione, ma per comodità venivano tutti catalogati sotto l'etichetta di Neo MM, ossia, Neo Mangiamorte.
Non avevano causato troppe grane. Quando qualcuno di loro eccedeva in atti di estremismo, veniva prontamente catturato e spedito ad Azkaban.
Anche Azkaban stessa era cambiata: uno dei primi atti ministeriali di Shacklebolt era stata l'abolizione del regime dei Dissennatori. Erano state prese diverse misure di sicurezza magiche, entro le mura della prigione e, solo fuori, i Dissennatori potevano fare la guardia.
Il catalizzatore delle paure – contenute – di tutti i maghi era Simon Dolohov: un noto Neo MM, figlio di un altro famoso Mangiamorte, morto ai tempi della Guerra.
Ogni tanto la sua faccia storta e bionda compariva sulle testate della Gazzetta del Profeta, ma la sua minaccia era sempre rimasta più ideale che pratica.
Gli ultimi avvistamenti riguardanti Dolohov erano stati in Francia, per cui il Ministero Inglese se ne occupava anche con scarsa considerazione.
 
La nostra storia aveva lasciato certi maghi e streghe sul binario di King's Cross, a salutare i propri figli che se ne partivano per la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Anche riguardo le loro famiglie c'erano stati pochi cambiamenti: Dara e François vivevano sempre in Francia e le loro figlie aspettavano il primo di settembre per frequentare Hogwarts (Antoinette) e Beauxbatons (Marie).
Laura, in quei giorni, aveva appena finito di vendere le scorte standard per il kit di pozioni agli studenti, visto che lavorava al negozio dello Speziale di Diagon Alley.
Sua figlia Vera avrebbe frequentato il primo anno ed era curiosa di conoscere la sua sorte col Cappello Parlante. Il primogenito Vasil, invece, era già stato assegnato a Corvonero. Lui era in età da G.U.F.O. ed era un po' in apprensione.
Valentina e Joe avevano colto al volo l'occasione di lavorare in una riserva speciale di draghi in un'isola del Mare del Nord e ora vivevano lassù con Arthur, loro figlio, che aveva appena finito la scuola.
La famiglia di Alice, Terry e tutti i loro ragazzi, stava diventando popolare nella scuola, seconda solo ai Weasley. Tuttavia, ormai i Weasley non si distinguevano più per i loro capelli rossi, ma se qualcuno incontrava un ragazzo dai capelli corvini e lucenti, poteva sorgere spontanea la domanda: “sei uno Steeval?”.
Lee e Samantha si facevano il passaparola di notizie: quello che lui diceva su Radio Strega Network, lei scriveva sulla Gazzetta del Profeta e viceversa.
Sebbene la loro figlia Esme avesse sedici anni, non indossava di certo la spilla di Prefetto, né le era mai passato per l'anticamera del cervello di essere una ragazza tranquilla. Lei, assieme ad Antoinette e Fred e Roxanne Weasley erano una delle bande di confusionari note ai più (e anche ai professori).
Bianca e Adrian sguazzavano nelle cascate di rendite della famiglia Pucey e vivevano comodamente in una bella villa assolata, lontani dai vecchi pregiudizi sulle purezze di sangue.
Sara e Dean Thomas avevano avuto il loro secondo figlio, Colin, che aveva quattro anni, ma smaniava già per unirsi al fratello maggiore nell'andare a scuola.
Dario e la bellissima Gabrielle avevano cresciuto Céline in Francia, e anche lei era impaziente di tornarsene a Beauxbatons per il suo penultimo anno.
Irene, invece, non aveva smesso la sua carriera di professoressa ad Hogwarts.
Anzi, è proprio di lei che si deve parlare adesso.
 
Era il trentuno di agosto, quando Irene se ne stava uscendo a braccetto con una signora anziana vestita di fronzoli, da una porta che i Babbani avrebbero definito “di casa disabitata”.
Si era appena concluso un importante Convegno di Veggenti ed era stata allestita una location magica in un quartiere babbano di Londra.
 
« Vedi, cara mia … io mi sento in totale disaccordo sull'utilizzo della parola “cimelio” … il mio Occhio aveva nettamente parlato di un “regalo” … »
« Ma certo professoressa … ma certo»
Disse Irene stringendo la presa sulla vecchia signora.
Quella continuò a gesticolare, come se non fosse stata chiara nel ribadire la sua affermazione.
« Come ti ho detto. Non mi sembra corretto che sia la maggioranza a scegliere cosa scrivere sulla Profezia ufficiale! Bisognerebbe guardare alle abilità singole! Prendi quel branco di cavalli presuntuosi, oh, cara Irene. Li hai sentiti come si mettevano in ridicolo! “I Centauri conoscono i segreti più profondi del destino” puah! Ho cercato di fargli capire chi fosse la mia famosissima antenata Veggente, ma loro non mi ascoltavano nemmeno. Ah! Se solo capissero qualcosa di Divinazione, non staremmo qui a ragionarne, che dici, ragazza mia? »
Irene, che aveva pazientemente guidato l'anziana professoressa Cooman sino al ciglio della strada, sospirò.
« È qui che si aspetta il Nottetempo, professoressa?»
« Come? Oh certo … si … basterà chiamarlo … »
La Cooman fece un gesto con la mano raggrinzita, piena di anelli tintinnanti, e all'improvviso spuntò lo scintillante mezzo di trasporto per maghi.
Irene aiutò il bigliettaio a far salire la passeggera e gliela raccomandò. Poi salutò la sua vecchia insegnante, augurandosi di vederla ancora per qualche convegno.
« Anch'io me l'auguro, mia cara. È stato un sollievo scoprire che tu hai preso il mio posto nella cattedra di Divinazione. È sempre bello sapere di poter confidare nelle generazioni future … addio, addio, mia cara! »
Irene scese e osservò con aria apatica il Nottetempo che se ne ripartiva a tutto gas, con un sonoro bang!.
Sospirò e sorrise fra sé e sé.
Certo che era stata una sorpresa trovare la Cooman ad un raduno di Veggenti, dato che a scuola aveva un po' dubitato delle sue effettive capacità. In ogni caso era grazie alle sue lezioni se anche lei si era appassionata alla materia e si era scoperta un'ottima Divinatrice.
Mentre cercava la bacchetta in una tasca interna della veste colorata, ripensò alla giornata appena conclusa: lei e la Comunità dei Veggenti Inglesi, avevano firmato una profezia ufficiale riguardo ad un avvenimento strano.
Irene aveva passato l'estate con un vago presentimento, che si era poi concluso con una premonizione inquietante, una mattina che le era venuto in mente di leggere un po' di foglie di tè.
Aveva scoperto che una minaccia si stava avvicinando, ma non era stata in grado di esporre molto bene i suoi argomenti.
I suoi sospetti erano stati chiariti quando un gufo le era giunto con l'invito ufficiale al Convegno.
La lettera spiegava che molti Veggenti avevano avuto una visione di quel genere e che un tale turbamento nella quiete non era tollerabile.
Irene non era preoccupata, comunque. Lo era di rado, perché sapeva che preoccuparsi non serviva quasi mai a niente. Se ci fosse stato bisogno di agire, l'avrebbe fatto.
Avevano passato la giornata a confrontare le visioni e le predizioni di tutti i presenti. Solo dopo ore di accordi erano riusciti a stilare una profezia unica che mettesse d'accordo quasi tutti.
Irene afferrò la bacchetta, riemergendo dai ricordi, poi ruotò a mezz'aria e scomparve.
Le pareti della sua casa le comparvero accompagnate dal solito crac della Materializzazione.
 
« Sono arrivata!»
Annunciò gioviale.
La porta della cucina si aprì e suo marito la venne a salutare.
« Bentornata. Com'è andata?»
« Mmm … un sacco di profezie, tanti pazzi e fuori di testa come le tegole, ma anche qualche cosa seria»
Oliver Baston la scrutò a fondo, per capire se Irene fosse in ansia oppure no. Sondò per alcuni secondi la profondità della leggera ironia della moglie, quando si sentì un rumore di scarpe contro il pavimento, e una terza figura si affacciò sulla scena.
« “Cose serie” cosa?»
Chiese Cedric, loro figlio.
Era un ragazzo alto, quindicenne, con le spalle larghe, da sportivo – anche se in realtà il suo sport preferito era il lancio dei bonbon in bocca mentre se ne stava sul divano –.
I capelli color paglia contrastavano con le sopracciglia più scure e gli occhi d'ebano.
La voce suonò impastata per via di un pezzo di schiaccia all'olio che teneva in equilibrio fra i denti. Aveva le mani occupate da libri e vestiti.
Sulla sua spalla, una Puffola Pigmea gialla e decisamente grassissima.
« Si parla con la bocca vuota, Cedric!»
lo rimproverò bonariamente sua madre.
Cedric alzò le sopracciglia in maniera eloquente, per mostrare la sua impossibilità di fare altrimenti.
Oliver aggiunse:
« Davvero, Ced. È pronta cena. Vai a posare quella schiaccia e quella roba. Finirai dopo il baule »
Cedric annuì ed emise un suono bricioloso di assenso.
Fece dietrofront e risalì le scale che portavano al piano di sopra e alla sua camera.
 
Oliver chiese rapidamente alla moglie:
« C'è qualcosa di cui preoccuparsi?»
Irene alzò le spalle e rispose, piano: « Te lo racconto dopo cena. Non saprei, comunque. Spero che alla fine non sia niente. Però ti racconto … dopo»
concluse, sentendo che Cedric era già di ritorno.
 
 
 
 
  
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