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Autore: MartinsBieber    20/06/2016    0 recensioni
Liam. Ronnie. Due adolescenti.
Una festa di Halloween che cambierà le loro vite per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Settantesimo capitolo.



E da quel giorno iniziò una nuova vita, per me.
Nuova perché da allora non fu costantemente piena di drammi, problemi e ansie di qualsiasi genere; trascorsi il resto dell’estate più bella della mia vita insieme a Liam e gli altri, godendo del ritorno tanto atteso di mia madre e del suo inserimento in città.
Dopo circa due settimane partimmo tutti insieme per una meravigliosa zona di mare, a Nord d’Inghilterra, e – a differenza di quel che si potrebbe pensare – non era stata Amy a scegliere la meta. La proposi io stessa, nonostante avessi già detto di non essere una grande amante delle spiagge affollate, perché in quel momento mi sembrò giusto accontentare gli altri. Con loro, qualsiasi posto sarebbe diventato casa.
Prima di partire, io e Louis facemmo promettere molto ironicamente a nostra madre di non sparire ancora in nostra assenza, e lei sorrise. 
Poi tornò seria, e giurò di restare sempre al nostro fianco.
Con la fine dell’estate e di quei viaggi spensierati la realtà bussò alle nostre porte, e Liam si ritrovò al college in un batter d’occhio.
Per fortuna si inserì subito nell’ambiente e ne fu entusiasta, curioso ed emozionato come non mai di imparare ciò che aveva sempre sognato. 
Iniziò a suonare alcuni strumenti, in particolare la chitarra, e fu interessante sentirlo migliorare nel canto. 
Passò dal canticchiare sotto la doccia a farmi venire i brividi con la sua voce, letteralmente. Ero così fiera di lui.
Io, invece, tornai al ritmo noioso e monotono della scuola: l’ultimo anno di liceo, il più difficile ma allo stesso quello più emozionante.
Avevo grandi quantità di pagine da studiare, ovviamente, ma ciò non mi impediva di uscire con la mia migliore amica o vedere Liam. Io e lui ci organizzammo al meglio con visite seriali dopo cena nel periodo invernale e di esami, per poi trascorrere tutta la giornata insieme nei weekend.
Per un po’ riuscimmo a rispettare questo accordo, ma poi ci dimenticammo completamente delle regole: la voglia di stare insieme era tanta e irrefrenabile. E così finì anche una parte della mia vita, quella del liceo. 
A differenza di quanto credessi, riuscii a diplomarmi con il massimo dei voti e ad iscrivermi a uno dei college più prestigiosi di Londra, a cui ovviamente non avrei mai pensato di accedere per carenze economiche. 
Ma mia madre tirò fuori i risparmi che, da tutta una vita, lei e mio padre stavano conservando per il nostro futuro. 
Permettere l’università mi sembrò un bel modo di ripagarmi.
Erano passati due anni dall’arrivo di Liam al college, e adesso io ero catapultata nello stesso mondo.
Inizialmente Amy andò in crisi, in quanto fin da piccole avevamo immaginato il nostro futuro come due migliori amiche inseparabili, che avrebbero frequentato lo stesso college. Ma la realtà non va sempre d’accordo con i sogni e le aspirazioni di due bambine.
Lei si iscrisse ad un’accademia per giovani estetiste, in quanto aveva espresso chiaramente la sua non volontà di continuare a studiare.
E io la ammiravo davvero, per il suo coraggio e determinazione.
Ovviamente questo non cambiò nulla tra noi, lei rimase la mia migliore amica e futura cognata.
A questo proposito, ci fu un’interessante novità per Louis ed Amy.
Un sabato sera, in pieno autunno, mia madre ebbe la splendida idea di organizzare una grande cena con una moltitudine di ospiti, per passare più tempo insieme dopo gli ultimi mesi occupati. Ero sola in casa con lei e Liam, e stavamo tutti e tre apparecchiando la tavola.
“allora Liam, come stanno andando le cose al college musicale?” chiese la mamma, che nel corso di questi due anni non aveva mutato la sua incurabile curiosità, “hai terminato di scrivere quella canzone?”
Lui si portò un braccio dietro la nuca e, dopo aver posato gli occhi su di me, annuì: “non ancora, ma manca poco. E le cose vanno di bene in meglio, non mi pesa studiare molto, perché finalmente imparo ciò che mi interessa fare.”
Tuttavia io ero ancora rimasta colpita dalla prima parte della sua frase: “che canzone stai scrivendo?”
Liam aggrottò la fronte e mi parve addirittura di decifrare uno sguardo complice tra lui e mia madre.
“è un compito che ci hanno assegnato, Ron” sorrise, rubandomi un bacio, “niente di emozionante. Quando arrivano gli altri?”
Cambiò improvvisamente discorso, controllando l’ora sul telefono.
“Amy e Louis sono ancora in ospedale per degli accertamenti” spiegò la mamma, incapace di nascondere l’entusiasmo nel suo tono di voce, “e Karen dovrebbe arrivare da un momento all’altro.”
Liam annuì, “non è da mia madre fare ritardo, quindi immagino che abbia una seria giustificazione al riguardo.”
Ridacchiai e poggiai l’ultimo piatto sul tavolo, per poi sgattaiolare sul divano in attesa dell’arrivo degli ospiti. Liam mi seguì a ruota e si sedette accanto a me, portando un braccio attorno alla mia spalla mentre con il naso inspirava per il profumo proveniente dalla cucina.
“ora capisco da chi tu abbia ripreso le tue abilità culinarie” mi sussurrò all’orecchio, sorridente.
Sbuffai, “veramente io ho imparato da sola tutto quello che so fare ai fornelli, lo sai.”
Lui sorrise e si sporse in avanti per rubarmi un altro bacio, “infatti tu sei molto più brava, sì.”
“e tu sei molto ruffiano, lo sai?” brontolai, prendendolo in giro mentre lui se la rideva sotto i baffi.
Mi strinse più al suo petto e riprese a baciarmi, questa volta con più disinvoltura e trasporto.
“con tutto questo fatto della cena, non abbiamo ancora parlato molto dei tuoi primi giorni al college” aggiunse poco dopo, allontanandosi leggermente dal mio viso per guardarmi negli occhi.
“te l’ho già detto, mi trovo bene e i corsi sono molto interessanti” alzai le spalle, “non c’è molto da dire riguardo un college come quello che frequento io. Voglio dire, richiede molto studio, ma non è sicuramente emozionante come il tuo.”
Lui alzò un sopracciglio, “non sei entusiasta del college che frequenti?”
“sì che lo sono” risposi in fretta, “è che mi preoccupa un po’ quello che verrà dopo.”
Liam roteò gli occhi al cielo, “ah la mia ragazza.. sei sempre così ansiosa, perché non provi a goderti il presente come avevi detto? Hai appena iniziato il college e già pensi a cosa farai dopo?”
Sospirai, “forse hai ragione, ma sai come son fatta, prima o poi dovrò comunque pensarci.”
Lui fece scivolare una mano sulla mia, per poi stringerla e insediarvi le dita tra gli spazi delle mie.
“ascoltami bene” mormorò, “tu sei fantastica, Ronnie. Sei entrata in uno dei college più prestigiosi d’Inghilterra con una media di voti più che invidiabile, perciò non hai alcun motivo di essere così insicura su te stessa. Io voglio soltanto che tu creda di più nelle tue potenzialità, come tu mi hai spinto a fare nelle mie. Credi che io pensassi minimamente di essere capace di poter suonare o addirittura cantare? No, diamine, no! Ma tu mi hai fatto capire che avevo una possibilità, che potevo farcela, che potevo inseguire i miei sogni e trovare il mio posto nel mondo.. adesso io voglio fare lo stesso per te.”
Una delle cose che non erano cambiate in questi anni era il suo modo assolutamente unico di farmi sentire meglio nel giro di un secondo.
Era in grado di trovare le parole giuste al momento giusto e di far riapparire in un attimo il sorriso sul mio volto. 
E lo amavo, lo amavo sempre di più.
“sì, è vero, io ce la farò” ripetei con il cuore in gola, portando gli occhi sui suoi, “ce la farò.”
Liam sorrise fiero e strinse il mio viso tra le mani per poi baciarmi ancora una volta.
Portai le braccia dietro il suo collo e lasciai che lui approfondisse quel bacio, infilando la lingua nella mia bocca e causandomi innumerevoli brividi dietro la schiena. 
Ecco un’altra cosa che non era cambiata affatto; il suo modo di toccarmi, la sua maniera di baciarmi, lui era in grado di farmi impazzire e mandarmi in un’altra dimensione anche soltanto sfiorandomi, come se fosse la prima volta. 
“d’accordo, finitela a sbaciucchiarvi voi piccioncini, c’è un bambino che vi guarda qui” protestò all’improvviso una vocina stridula e femminile che non faticai a riconoscere: Amy.
Scoppiai a ridere e mi allontanai in fretta da Liam.
“che tecnicamente non è ancora nato” puntualizzò mio fratello, accanto alla sua ragazza, “ma ci guarda tutti lo stesso, chiaro?”
Liam rise ed io feci lo stesso, alzandomi in fretta per correre ad abbracciarli in salotto.
Arrivò anche mia madre e salutò entrambi affettuosamente.
“allora, come sta la mia bellissima migliore amica incinta?” esclamai, ancora incredula nel pronunciare una frase del genere. Era accaduto tutto così in fretta che dovevo ancora realizzarlo: Amy aspettava un bambino, portava in grembo il figlio di Louis, ed io ero così felice per loro.
La gravidanza andava ormai avanti da cinque mesi, la pancia si vedeva sempre più, e la cosa rendeva emozionati tutti noi. 
Mio fratello in particolare che, a differenza di due anni prima, prese molto bene la notizia di diventare padre. 
Ammise che sia lui che lei non se lo aspettavano affatto, che era stata una cosa totalmente inaspettata e improvvisa, ma che non potevano esserne più contenti. Entrambi erano cresciuti molto negli ultimi mesi, sia come coppia che individualmente.
Entrambi più maturi, ma ancora con il loro immancabile senso dell’umorismo che li rendeva simili e compatibili.
Seppure erano diversi in molti altri aspetti, erano ancora innamoratissimi.
Ed io, nonostante non avrei mai pensato una cosa simile, ero più che felice per loro.
Ovviamente, se dieci anni prima qualcuno mi avesse detto che quel pazzo spericolato di mio fratello avrebbe messo incinta la mia migliore amica che a malapena degnava di uno sguardo quando arrivava in casa per giocare con me, gli avrei riso in faccia.
Ma adesso non avrei potuto immaginare nessuno di diverso per loro, né per lui né per lei. Erano fatti l’uno per l’altro.
“com’è andata la visita? che ha detto il medico?” domandò subito mia madre, curiosa di ricevere aggiornamenti. Anche lei aveva preso più che bene la notizia, nonostante si potesse pensare il contrario vista la giovane età di entrambi, e per fortuna fu lo stesso per la mamma di Amy.
In effetti Louis aveva ormai venticinque anni ed era fortunato ad avere già un lavoro e uno stipendio stabile con cui potersi mantenere, ed Amy – seppure ancora ventenne – continuava gli studi da estetista in casa e aveva una chiara visione del suo futuro.
“è andata bene” rispose lei, guardandoci tutti uno per volta con gli occhi quasi lucidi: “è ufficiale, è un maschietto!”
Esclamò queste parole con talmente tanta gioia che non riuscii a trattenermi dal gridare e saltare dall’emozione.
Guardai Liam con occhi sbarrati e lui sorrideva come me, facendo poi le congratulazioni ad entrambi. 
Corsi ad abbracciare Amy e poi mio fratello, mentre la mamma per poco non scoppiava in un pianto disperato di commozione.
“un maschietto, oh mio Dio!” esclamò quest’ultima, portandosi le mani davanti la bocca.
“proprio così, mamma” rispose Louis, visibilmente emozionato come rare volte l’avevo visto in vita mia, “ci sarà un altro piccolo Tomlinson in famiglia.”
E dopo quella frase scoppiai in lacrime anch’io. Liam sorrise, consapevole della mia alta sensibilità.
Mi abbracciò ed io poggiai la testa sulla sua spalla, poggiando poi gli occhi sulla pancia sempre più in vista della mia amica, consapevole del fatto che lì dentro ci fosse il mio futuro nipotino.
“diventerò zia, santo cielo” dissi tutto d’un tratto, facendo ridere gli altri, “fa uno strano effetto.”
Louis posò gli occhi sui miei, così come tutti gli altri, restando in silenzio.
“uno strano ma bellissimo effetto” precisai, facendoli sorridere e tirare un sospiro di sollievo.
Li abbracciai di nuovo e poi osservai mio fratello abbassarsi di fronte a quel pancione.
Alzò leggermente la maglia di Amy e poi accarezzò quel rigonfiamento che presto avrebbe dato alla luce una nuova vita. Lui, mio fratello nonché una delle persone più importanti della mia vita, nel giro di qualche mese sarebbe diventato papà. Avrebbe avuto un figlio dalla ragazza che amava.
E non potevo essere più fiera di lui, nonostante girassero già i primi pettegolezzi del quartiere riguardo il fatto che quei due non fossero ancora sposati, aveva messo finalmente la testa a posto ed era diventato un uomo.
“ehi piccolino, tutto bene lì?” sussurrò Louis, facendo sprofondare la stanza in un emozionante silenzio di tomba, “sono io, sono papà. Ci vediamo tra qualche settimana, ok? Vedi di fare il bravo, manca poco.. ci siamo quasi, non far impazzire la tua mamma con tutti quei calci che le dai durante la notte con i tuoi minuscoli piedini, capito? So che sei impaziente di uscire e venire al mondo, e lo siamo anche noi, qui non vediamo tutti l’ora del tuo arrivo.. a presto, piccolo Eric.”
A quel punto mi morsi il labbro, sbarrando gli occhi per la sorpresa. Ero senza parole.
Incrociai il viso di mia madre, altrettanto sconvolto ma ancora più commosso di prima.
“Louis..” mormorai incredula, poi incrociai il viso sorridente di Amy che mi diede conferma.
“sì, Ron, abbiamo deciso così” rispose lui, sorridente, “abbiamo scelto di dare a nostro figlio il nome di papà. Voglio essere un bravo padre per lui, e soprattutto presente, perché io non ho avuto la stessa fortuna e so cosa si prova. Ma adesso non starò qui a tirar fuori il passato, voglio che questo sia un nuovo inizio e per questo lui si chiamerà Eric.”
Detto ciò, Louis stampò un bacio alla pancia e poi tirò delicatamente giù la maglietta, per poi alzarsi in piedi e guardarci tutti con gli occhi di chi era davvero felice.
“sono tanto, tanto fiera di te” gli sussurrò mia madre, “e sono sicura che tuo padre penserebbe lo stesso, in questo momento. Proteggerà sempre il piccolo Eric da lassù.”
Liam mi strinse la mano e osservò la scena, anche lui emozionato, come tutti.
Non ci fu molto tempo per altre congratulazioni, visto che pochi secondi dopo suonò il campanello. Cercai di asciugarmi le lacrime agli occhi e corsi ad aprire, mentre gli altri si accomodavano in cucina. Alla porta ebbi un’altra sorpresa: c’era Karen, come previsto, con un accompagnatore inaspettato. 
Andy Samuels era lì, in persona.
“disturbo? si può?” ridacchiò lui con un braccio dietro la nuca, scherzoso come sempre.
Spalancai la bocca e sorrisi, “oh Dio, Andy! sei tornato!”
“scusami per il ritardo e per non aver avvisato, Ronnie” si giustificò Karen, “purtroppo non sapevo che questo ragazzone idiota sarebbe arrivato senza dir niente per poi supplicarmi di portarlo da Liam per fargli una sorpresa. Credi che si possa aggiungere un posto a tavola?”
Io incrociai lo sguardo speranzoso di Andy e sorrisi, “ovvio che sì. Entrate.”
“mamma! aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più!” gridai canticchiando e ridendo allo stesso tempo, poi spuntò subito fuori Liam che sbarrò gli occhi nel vedere il suo migliore amico nel mio soggiorno quando dovrebbe essere in Irlanda.
“porca miseria” commentò il mio ragazzo, stropicciandosi gli occhi per realizzare di non avere allucinazioni, “è Andy Samuels quello che vedo?”
“eh già, è proprio quel coglione di Andy Samuels che stai guardando” rispose l’altro, scoppiando a ridere e fiondandosi ad abbracciare l’amico. Sorrisi di cuore, consapevole di quanto forte e duratura fosse la loro amicizia. Erano più come fratelli, in realtà.
Anche Karen sorrideva, avendoli visti crescere insieme. 
Mia madre corse da noi e, dopo aver salutato Andy, prese a chiacchierare con Karen. 
Le due andavano d’amore e d’accordo, ormai.
Tornai da Liam ed Andy e li guidai in cucina dove ci aspettavano già Louis ed Amy, e così iniziò quella che fu una delle serate più belle di tutta la mia vita. Decisamente. Quelle sorprese inaspettate, miste alla compagnia delle persone a cui volevo più bene, fu la ciliegina sulla torta per completare quel periodo meraviglioso.

Passò un altro mese da allora, e le sorprese positive non terminarono lì.
Poco dopo, infatti, Andy ci comunicò di aver terminato il suo progetto di studi all’estero e che sarebbe tornato presto a Londra in maniera definitiva. Inutile dire che Liam ne fu più che contento, e anch’io lo ero. 
Sua cugina Danielle, però, aveva deciso di proseguire gli studi a Dublino e – in tutta onestà – potei dire che la cosa non mi dispiacque molto.
“sul serio devi studiare un libro intero per il prossimo esame?” chiese Amy, sbalordita, mentre passeggiavamo in pieno centro per i negozi, alla ricerca di qualche adorabile indumento per il neonato in arrivo. Io annuii, fissandomi per un attimo a guardare una vetrina, “proprio così. Comunque non mi pesa molto, mi sto abituando a questo ritmo e devo dire che gli argomenti sono interessanti. Altro che il liceo!”
Lei sorrise, raggiungendomi e poi portando gli occhi su di me, “non ti manca neanche un po’?”
“il liceo?” ripetei, e la mia migliore amica annuì.
“certo che mi manca” sospirai, mentre anche lei si univa a me nel contemplare una vetrina con dolcissime tutine per bebè esposte in prima fila, “mi manca la nostra vecchia vita da adolescenti spericolate, quelle che passavano ogni momento della giornata insieme e che facevano le pazzie più assurde insieme. Come ad esempio ubriacarsi ad una festa di Halloween.”
Amy scoppiò a ridere al ricordo, nostalgica, “per poi ritrovarsi a letto con sconosciuti.”
“non credo di aver mai fatto una pazzia più grande di quella” concordai, ridendo.
“una pazzia che ti ha fatto incontrare l’amore della tua vita, però” sottolineò Amy, facendomi un occhiolino. Arrossii, vagando nei ricordi, e annuii con malinconia.
“peccato che io non possa dire lo stesso” ribatté lei, “ci ho messo un po’ di più per trovarlo.”
“e invece adesso sei incinta” mormorai, realizzando quanto la vita fosse imprevedibile e piena di cambiamenti, “Dio, fa impressione soltanto dirlo ad alta voce.”
“a chi lo dici” replicò, sorridente, “ci sono giorni in cui mi stupisco ancora che tutto questo sia reale, che tutto questo stia effettivamente succedendo a me.”
“vorresti che non fosse successo?” chiesi, titubante, lanciando un’altra occhiata a quella vetrina.
Amy scosse subito la testa, “certo che no. Sono contentissima di questo bambino e, malgrado la giovane età, non mi pento di nulla perché amo davvero tuo fratello. Lo amo con tutta me stessa.”
“ed io sono la persona più felice del mondo nel sapere che due delle persone a cui voglio più bene si amino l’un l’altra” confessai, “meritate di essere felici e lo merita anche il piccolo Eric.”
Amy sorrise e poi prese la mia mano, stringendola, prima di portarla sulla sua pancia.
Spalancai la bocca quando provai un’emozione sconosciuta nel sfiorare quel punto così sensibile.
C’era una nuova vita lì dentro, un piccolo cuore che batteva all’impazzata. 
Dunque iniziai ad accarezzarlo, mentre dentro di me provavo un mix di sensazioni forti e inaudite, “scusaci tanto Eric, ma adesso io e la tua mamma dobbiamo andare a farti un regalino.”
“che ne dici di quella lì?” propose Amy, indicando una minuscola tuta rossa, “è del colore preferito di Louis.”
Annuii con approvazione, “direi che è stupenda. Come te.”
La mia amica sorrise, fiondandosi ad abbracciarmi, “ti ho mai ringraziato abbastanza?”
“per cosa?” chiesi, colta alla sprovvista e ricambiando finalmente l’abbraccio.
“per il supporto, per il tuo esserci sempre stata e..” la interruppi.
“è questo quello che fa una migliore amica” risposi, “tu hai sempre fatto lo stesso con me, malgrado le delusioni, le discussioni, i ragazzi.. siamo ancora qui. E ti voglio un mondo di bene, Amy.”

Quando tornai a casa, quella sera stessa, avevo intenzione di tornare nei libri per dedicarmi un po’ allo studio. 
Ma il mio piano fu interrotto quando, al mio ritorno, trovai in salotto mia madre in compagnia di Karen e Liam.
Sembrava stessero confabulando qualcosa in segreto e, quando mi videro, smisero di parlare e il mio ragazzo si precipitò su di me.
“amore” esclamò sorridente, anche se dietro si nascondeva un po’ di agitazione.
Lo conoscevo troppo bene, ero in grado di capire e dedurre quando qualcosa non andava anche ad occhi chiusi.
“ehi, che ci fai qui? non avevi il corso pomeridiano di chitarra?” domandai, perplessa.
A quel punto intervenne Karen che mi salutò con un bacio della guancia, permettendo a Liam di evitare la domanda, “Ronnie cara! che bello vederti, dove sei stata?”
“in giro con la mia amica” risposi, “e voi che ci fate qui?”
“tua madre.. umh, doveva darmi la ricetta della torta del mese scorso” spiegò Karen, scambiandosi uno scambio complice con la mamma, “ti vedo in forma come sempre!”
“grazie” mormorai, ancora piuttosto sospettosa, mentre Liam se la rideva sotto i baffi.
“adesso devo scappare piccola, ho una canzone da imparare a memoria e..” poi si interruppe, ancora misterioso, “ci sentiamo più tardi, va bene?”
E prese il mio viso tra le mani, stampandomi un lungo bacio mentre le nostre madri si guardavano con occhi sognanti. 
Io annuii, non del tutto convinta, e lasciai che se ne andassero sebbene ancora convinta che mi stesse nascondendo qualcosa. 
Louis tornò da lavoro poco dopo ed io mi precipitai a raccontargli del pomeriggio di shopping con Amy, al quale lui reagì con una sonora risata: “non è ancora nato e già pensate alle tutine da fargli indossare? non è mica un bambolotto, Ronnie.”
“che c’entra?” sbuffai, guardando mia madre affinché intervenisse in mia difesa, “nascerà tra pochi mesi e bisogna essere preparati alle evenienze. Dopodiché ci sarà il battesimo, e il piccolo Eric dovrà essere perfetto, perché io non vedo l’ora di vedere il colore dei suoi occhi e dei..”
“Ronnie, calma” ridacchiò mio fratello, poggiando una mano sulla mia spalla, “c’è tempo ancora.”
“tua sorella non vede l’ora di diventare zia, che c’è di male?” esclamò mia madre, rivolgendosi a lui.
“niente, niente” rispose Louis, sfilandosi la giacca e poi sistemandosi sul divano come faceva sempre dopo una stancante giornata di lavoro.
Mia madre ci lasciò soli, tornando in cucina, ed io decisi di accomodarmi accanto a lui.
“tutto bene?” chiesi, senza fissarlo troppo.
Louis annuì, “certo, perché?”
“così, mi stavo chiedendo..”
“sono solo un po’ stanco” alzò le spalle, “ho tante le cose per la testa.”
“tra cui il bambino?”
“lui è al primo posto della lista” sorrise, bagnandosi le labbra.
“sei sicuro al cento per cento di volerlo, Lou?” azzardai, temendo una sua brusca reazione.
Invece restò calmo, si limitò a posare gli occhi sui miei ed annuire: “ma certo. Al mille per cento.”
“mi fa piacere” sorrisi, “il tuo discorso di qualche settimana fa ci ha commosso tutti, ma non vorrei che fosse dovuto solo all’emozione del momento, perché ti conosco e..”
“sono felicissimo, Ronnie, davvero” insistette, “mai stato più felice in vita mia, credimi.”
“lo so, si vede” replicai, spronandolo a confidarsi di più, “ma so che una cosa stupenda come questa può essere allo stesso tempo molto spaventosa, o mi sbaglio?”
Louis mi lanciò un’occhiataccia, facendomi chiaramente capire di aver colto nel segno.
Io e lui avevamo sempre avuto un bel rapporto, ci confidavamo spesso e sapevamo di poter contare sempre l’uno sull’altro. E sapevo che questo non sarebbe mai cambiato. Dopotutto, quando si cresce insieme e da soli, si crea un legame molto più forte e profondo del comune.
“credo sia normale avere un po’ di paura” buttò alla testa all’indietro contro un cuscino, fissando il soffitto con aria pensierosa, “diventerò papà e nonostante abbia solo venticinque anni credo di ritenermi pronto, ho intenzione di assumermi tutte le responsabilità e di amare quel bambino più di ogni altra cosa al mondo, di prendermene cura così come farò della donna al mio fianco.”
Rimasi in silenzio, esterrefatta e commossa da quelle parole così sentite e mature.
Oltretutto, la sua voce rauca e spezzata dall’emozione mi colpì dritta al cuore.
“sono sicura che ce la farai, non devi aver paura di niente” lo incoraggiai, “perché anche se tutti ti considerano un giocherellone scherzoso o infantile, sappiamo entrambi che non sei solo questo. Tu sei il ragazzo che a soli sedici anni si è trovato un lavoro per mantenermi, hai badato a me come fossi il mio vero genitore, e per questo sono sicura che sarai un papà fantastico. Eric è molto fortunato.”
Louis sorrise, finalmente anche lui commosso, e si rannicchiò su di me per un abbraccio.
Lasciai che mi stringesse tra le sue braccia e feci lo stesso: “ti voglio tanto bene, fratellone.”

Qualche giorno dopo, al mio risveglio, percepii un’atmosfera diversa dal solito.
Non soltanto per i messaggi di auguri di Liam del quale non capivo ancora il significato perché troppo assonnata, ma per lo strano silenzio in casa. Guardai l’orologio e realizzai che non fosse neppure troppo tardi, anche se probabilmente Louis era già a lavoro e anche mia madre.
Era sabato, il che significava niente lezioni al college e quindi potevo godermi la giornata al massimo.
Poi lessi la data sul calendario e sfoderai un sorriso enorme: 31 Ottobre.
Lanciai un urlo quando vidi Liam spuntare fuori da dietro la porta e precipitarsi sul mio letto, per stringermi a sé. 
“sorpresa!” esclamò, ricambiando il sorriso e riempiendomi di baci, uno dopo l’altro.
“mi hai fatto prendere un colpo, idiota!” protestai, dandogli un leggero schiaffo sul petto, incapace di nascondere un sorrisetto di felicità e fare l’offesa troppo a lungo.
“ah sì, idiota?” alzò un sopracciglio, “beh ti ricordo che esattamente tre anni fa ti sei svegliata con questo idiota mezzo nudo accanto, proprio qui, su questo letto. Senza ricordare né perché, né tanto meno chi diavolo fossi.”
Sorrisi e lo lasciai sistemare meglio tra le lenzuola, “non posso credere che siano già trascorsi tre anni. Ricordo ancora quella assurda mattinata come fosse ieri.”
“anch’io” ridacchiò, baciandomi ancora, “perciò tanti auguri amore mio, e buon anniversario.”
“tecnicamente non dovrebbe essere questo il nostro anniversario, perché non ci siamo messi insieme quel giorno” precisai, “o l’hai forse dimenticato?”
“conosco il giorno in cui ti ho chiesto di diventare ufficialmente la mia ragazza, non temere” brontolò, divertito, “ma mi piace pensare che sia questo il nostro anniversario. Halloween, quella famosa festa che ha cambiato per sempre le nostre vite.”
Presi il suo viso tra le mani e stavolta fui io a baciarlo, “allora buon anniversario anche a te.”
“mh, lo è” si bagnò le labbra sensualmente, “anche se speravo ti piacesse di più questa sorpresa.”
“oh, credimi, mi è piaciuta eccome” giurai, “è solo che ero un po’ spaventata perché non mi aspettavo di trovarti qui di prima mattina, ecco tutto.”
Liam sfoderò un altro sorrisetto trionfante, “lo scopo era quello.”
“come sei entrato?” chiesi poi, stiracchiandomi e sbadigliando ancora.
“mi ha aperto tua madre, un’ora fa” rispose soddisfatto, “prima che lei e Louis andassero a lavoro. Io ho aspettato ben sessanta minuti che tu ti svegliassi, perché non trovavo il coraggio di farlo io. Eri così bella ed innocua che sembravi un angioletto.”
“aspetta, aspetta” portai le braccia intorno al suo collo, “quindi mi stai dicendo che siamo soli a casa?”
Liam alzò un sopracciglio con aria maliziosa, “pensi quello che penso io?”
“non lo so, tu a cosa pensi?” ridacchiai, prendendolo in giro perché impaziente di sentirgli dire quello che in realtà pensavo anch’io. Il mio ragazzo rise e poi, con tono di voce basso e provocatorio, sussurrò al mio orecchio: “dobbiamo festeggiare il nostro anniversario..”
E poi mi morse il lobo, facendomi rabbrividire e poi urlare di sorpresa quando si intrufolò sotto le coperte insieme a me. 

“beh, questo sì che è stato un buongiorno con i fiocchi” commentai mentre riallacciavo il mio reggiseno, circa un’ora dopo, e Liam ridacchiava sotto i baffi. 
Se ne stava ancora lì, sdraiato nel mio letto con solo il lenzuolo a coprire il suo corpo nudo, con le braccia piegate dietro la testa e un sorrisetto rilassato sul suo bellissimo viso.
Più tardi mi si avvicinò e baciò una mia spalla nuda, carezzandomi la schiena per poi baciare anche quella. 
Se c’era un’altra cosa che non era cambiata negli ultimi due anni, quella era la sua passione nel provocarmi e mettere a dura prova il mio autocontrollo.
“mh” mugolai distrattamente, “così non aumenti la mia voglia di rivestirmi.”
“e allora non farlo” rispose sensualmente tra un bacio e l’altro, “possiamo fare un secondo round.”
Ridacchiai e decisi di allontanarmi una volta per tutte, perché se lo avessi lasciato sfiorarmi ancora probabilmente avremmo passato tutta la giornata a letto. 
“meglio di no” mi infilai una maglietta a caso, “voglio fare qualcosa di speciale oggi.”
“fare l’amore per tutto il giorno non è abbastanza speciale?” replicò, ammiccando un broncio.
Sorrisi e gli lanciai i suoi vestiti, “per quanto questa proposta sia allettante.. pensavo di fare altro. Non dev’essere per forza qualcosa di teatrale per festeggiare i nostri tre anni insieme, possiamo semplicemente andare al cinema o uscire in centro.. purché siamo insieme, qualsiasi cosa sarà speciale.”
Liam sorrise e, dopo aver indossato un paio di jeans, si avvicinò ancora per rubarmi un bacio: “credimi, lo sarà eccome.”
Dopo circa due ore eravamo nella sua auto, diretti chissà dove. Il mio ragazzo insisteva nel non volermi rivelare la nostra meta segreta ed io, dopo aver obiettato a lungo senza ottenere risposte, decisi di arrendermi e affidarmi totalmente a lui. 
Dunque me ne stavo seduta accanto a lui, alzando il volume della musica alla radio e curiosando fuori dal finestrino nel tentativo di riconoscere le strade.
E finalmente così fu, dopo circa venti minuti di viaggio, sbarrai gli occhi nel realizzare dove fossimo.
Liam fece finta di niente, ma dal sorrisetto nostalgico che comparse sul suo viso mentre svoltava la macchina e teneva strette le mani sul volante, capii di aver ragione. 
Eravamo davvero lì, di nuovo.
“non ci credo” esclamai a bocca aperta, continuando a guardare estasiata la campagna dal finestrino.
Liam non rispose, giocando a fare il vago, pur essendo stato scoperto. 
Svoltò l’angolo e parcheggiò in una stradina deserta e in mezzo alla natura.
“allora hai riconosciuto il posto” notò sorridente, dopo spento il motore, “non ne ero sicuro.”
“non potrei mai dimenticarmi della tua casetta sul fiume, Liam” risposi seria, realizzando che fosse passato decisamente troppo tempo dall’ultima volta che ero stata lì con lui.
Con il passare dei mesi, purtroppo, avevamo perso quell’abitudine di recarci lì di tanto in tanto.
Era sempre stato il nostro nido d’amore, e mi dispiaceva averlo trascurato. Ma ero felice di essere tornata lì, specialmente in un’occasione speciale come quella del nostro terzo anniversario.
Liam mi prese per mano e mi guidò in quel sentiero tra i cespugli che non percorrevo da tanto, troppo tempo. Incastrai le dita tra gli spazi delle sue e lo seguii fino alla casetta di legno.
Era ancora magica e perfetta come l’ultima volta che l’avevo vista. Tutto come sempre, non era cambiato nulla. 
Sorrisi, percependo il mio cuore battere più forte a causa dei ricordi che riaffioravano in mente. Liam posò gli occhi su di me e sorrise, forse perché stava provando lo stesso.
“ti va di entrare?” 
“certo” risposi, ed era vero; non vedevo l’ora.
Lo feci, varcai la porta e spalancai la bocca nel ritrovare tutto esattamente com’era. Quel divanetto, quelle pareti che una volta ci eravamo divertiti a dipingere insieme, e quel fantastico caminetto che dava al tutto un’atmosfera ancora più magica. Liam, al mio fianco, aveva lo stesso sorrisetto incantato. 
Di nuovo, però, c’era soltanto un elemento: una chitarra, poggiata distrattamente contro un muro.
Ciò mi fece sospettare che lui, in realtà, vi era tornato senza di me. Forse per suonare.
“e quella?” chiesi curiosa, indicandola.
“quella è parte della mia sorpresa” rispose emozionato, facendomi sedere sul divano.
Io ubbidii, ansiosa di scoprire cosa stesse tramando alle mie spalle, e lui afferrò la chitarra per poi portarla sotto braccio. 
“ricordi quando ti dissi che avevo una canzone da imparare a memoria?” sorrise, prendendosi un labbro tra i denti. Io annuii, ancora perplessa.
“beh, si tratta di una canzone scritta da me” si bagnò le labbra, particolarmente emozionato, “l’ho scritta io.. per te. Si intitola Eighteen.”
Ero senza parole. Mi portai le mani davanti la bocca, perché troppo commossa per parlare. 
“l’ho scritta in tutto questo tempo passato insieme” sussurrò, sorridente, “e l’ho scritta pensando a te e soltanto a te. Mi hai cambiato la vita, Ronnie, senza neanche accorgertene. Mi hai trasformato da ragazzo perso e smarrito quale ero in un uomo forte e determinato, e voglio continuare ad esserlo per te, per prendermi cura di te e fare in modo di non deluderti mai. Questa canzone parla di questo, del nostro amore nato da giovani, alle superiori e tra i corridoi del liceo.. di tutte le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare e di come queste poi ci hanno rese più forti. Per non parlare degli ostacoli che abbiamo incontrato e delle persone che inizialmente ci hanno messo i bastoni fra le ruote, come mia madre, Andy, Harry.. e invece adesso ci vogliono bene e ci sostengono. Il motivo è solo uno, siamo riusciti a far ricredere tutti con il nostro amore, e in questo giorno così speciale voglio che tu sappia quanto tu lo sia per me.”
Avevo già gli occhi lucidi e gonfi, ma quando sentii la sua voce intonare la prima nota persi completamente il respiro. 
Mi portai le mani davanti la bocca, di nuovo, e tentai inutilmente di asciugare le lacrime che cadevano giù a dirotto.
“And all I can do is say that these arms are made for holding you” cantava e, questa frase in particolare, mi fece venire i brividi. Fu molto dura, per me, aspettare che terminasse di cantare per correre ad abbracciarlo, ma lo feci. La canzone era meravigliosa, così come lui, e non potevo credere che in tutto questo tempo aveva annotato queste parole per poi farne una melodia, scriverci su una canzone e suonarla per me in questo giorno così importante. Lo strinsi forte e lo baciai, tante e tante volte.
“ti è piaciuta?” chiese, sorridente e commosso anche lui.
“piaciuta?!” ripetei, mostrandogli gli occhi gonfi e rossi per le troppe lacrime, “io la amo! prova ancora a dirmi che non hai talento e vedrai cosa ti faccio, scemo. Sei meraviglioso e non hai idea di quanto io mi senta grata per avere un ragazzo come te, sei più unico che raro, e farò di tutto per tenerti stretto. E comunque, anch’io ti amo da quando avevo diciotto anni.”
Liam sorrise.
“anzi, forse da quando ne avevo anche di meno” mi corressi, facendolo ridere.
“le sorprese non sono finite” esclamò lui, poco dopo, poggiando la chitarra a terra e sgattaiolando nello stanzino accanto per poi tornare con quella che aveva tutto l’aspetto di una torta.
Non una torta qualsiasi, ma un dolce a forma di zucca di Halloween. Sbarrai gli occhi.
“Liam, oh mio dio” lo guardai sconvolta, “ma il mio regalo non è niente in confronto a tutto questo! Non è giusto!”
Lui scoppiò a ridere e scosse la testa, “tu non dovevi farmi nessun regalo. Me lo fai ogni giorno mostrando il tuo sorriso, credimi.”
“amore mio” arrossii, sciogliendomi di fronte alla sua immensa dolcezza, “beh, allora questo regalo vale per i giorni in cui non ho sorriso abbastanza. Questo è per te.”
E tirai fuori dalla borsa una scatolina, dalla quale Liam tirò fuori una catena nera da indossare intorno al collo con la mia iniziale sopra. Sorrise e posò gli occhi su di me: “è stupenda.”
“se avessi saputo che tu avresti fatto le cose in grande..” sospirai, mortificata.
“no, ho voluto farlo perché me lo sentivo” spiegò, accarezzandomi il viso, “ma c’è un problema.”
Aggrottai la fronte, notando che aveva preso in mano la catena: “che succede?”
“dovremo comprarne un’altra uguale, per te” disse, facendomi un occhiolino, “e con la mia iniziale. Così tutti sapranno che sei mia, e soltanto mia.”
Sorrisi e annuii entusiasta, “ci sto.”
Liam continuò a ridacchiare con me per qualche istante, poi si fece serio e si passò una mano tra i capelli. Mordicchiò il labbro inferiore e cominciò a camminare lentamente avanti e indietro per la stanza, facendomi notare quanto fosse agitato. 
Lo guardai perplessa, ma poi lui mi rassicurò con un altro meraviglioso sorriso: “ci sediamo un attimo, ti va?”
Annuii, accomodandomi sul divanetto accanto a lui. Liam portò la torta a forma di zucca e iniziò a parlare: “so che non sei una grande fan dei dolci super calorici, ma.. dovevo proprio farlo. Perché è Halloween e questo giorno è troppo importante per me, per noi. Volevo che tutto, oggi, ti facesse ricordare com’è iniziata la nostra storia, esattamente tre anni fa.”
Rimasi in silenzio, fissandolo come fossi incantata.
“magari i prossimi anni, ad Halloween, ce ne staremo in casa a riempire di caramelle i bambini che busseranno alla nostra porta per fare dolcetto o scherzetto” rise, “ma oggi volevo che fosse speciale. Volevo dedicare una giornata soltanto a te, a noi due, per farmi un’idea di come sarà la nostra vita insieme. Sarei ripetitivo se continuassi a dirti quanto tu sia dolce e meravigliosa, perché lo sai già. Per questo mi limiterò a dirti che voglio passare il resto della mia vita con te, ma credo tu sappia anche questo. Mi sono innamorato di te giorno per giorno, della tua timidezza e della tua spontaneità, della tua gentilezza e della tua semplicità.. amo ogni cosa di te, Ronnie, a partire dalla tua ottima cucina fino ad arrivare alla tua insopportabile mania di darmi calci nel sonno.”
Scoppiai a ridere, asciugandomi col polso un’altra lacrima.
“amo i tuoi capelli in disordine, il tuo viso naturale e senza trucco, amo la tua gelosia e il tuo essere a volte un po’ isterica” continuò, strappandomi un altro sorriso, “amo la nostra complicità e la nostra passione sotto le lenzuola, amo svegliarmi di prima mattina e trovarti sdraiata al mio fianco, sentire il tuo respiro e accasciarmi sul tuo seno come fosse un morbido cuscino. Amo i nostri pomeriggi di nullafacenza davanti la tv, le serate passate a guardare le stelle, il nostro essere così simili ma allo stesso tempo diversi, e soprattutto.. amo te.”
Non potei fare a meno di continuare a piangere. Era una mia caratteristica, ormai.
“amo tutte queste cose e non credo di poterne fare a meno, piccola mia” sussurrò, stringendo le mie mani, “non posso e non voglio rinunciarci. Vorrei che fosse per sempre.”
“ti amo anch’io, Liam” singhiozzai, “e sarà per sempre.”
Lui sorrise e mi passò un coltello affinché tagliassi la torta, e così feci.
“bene, perché è il mio unico desiderio..” mormorò, abbassando lo sguardo.
Tagliai una fetta di torta, ma quando essa si divise in due, sul piatto comparve una piccola scatolina che prima mi era impossibile intravedere. Spalancai la bocca solo dopo qualche secondo, realizzando cosa fosse. Alzai immediatamente gli occhi su Liam, il quale sorrideva per l’emozione: “non sono mai stato bravo con i nascondigli, perciò ho pensato che..”
Ero senza parole. Il cuore mi batteva all’impazzata, e le dite mi tremavano.
Presi in mano quella scatola e, quando la aprii, fui abbagliata dalla lucentezza di un anello.
Brillava ed era proprio quello che pensavo. 
Nonostante mi sentissi ancora in un sogno.
“oh mio Dio, Liam” balbettai, incredula, tremando e con gli occhi ancora lucidi.
Lui si bagnò le labbra per via dell’emozione, “ricordi quando hai sorpreso me e tua madre a parlare in segreto, a casa tua, qualche tempo fa? Le stavo chiedendo l’approvazione, in un certo senso. E lei era così felice, quando l’ha saputo. Perfino mia mamma lo era, quando gli ho detto cos’avevo in mente. Addirittura ho già chiesto ad Andy di farmi da testimone, e lui ha ovviamente accettato. So che siamo giovani, amore mio, ma non sono mai stato così sicuro di qualcosa e a dire il vero ho avuto la certezza di voler passare il resto dei miei giorni con te sin dal primo anno della nostra relazione. Non ho mai conosciuto una ragazza come te, perché sei unica al mondo, ed io voglio stare con te. Perciò ci prenderemo tutto il tempo per organizzare le cose con calma, senza fretta, ma.. dimmi che mi sposerai. Dimmi che diventerai mia moglie.”
Ero ancora sconvolta, in positivo, e con gli occhi colmi di lacrime. Tre anni fa ero ancora una ragazzina triste e asociale, che viveva sola con suo fratello maggiore in una casa grande e spaziosa, che si era ubriacata ad una festa di Halloween per non pensare al fatto che i suoi genitori l’avessero abbandonata. Ora, ben tre anni dopo, ero una persona nuova: felice e con tanto, tanto amore a disposizione. Non avrei mai pensato, in tutta la mia travagliata vita, che qualcuno potesse impegnarsi così tanto per me. Non avrei mai lontanamente immaginato che potessi diventare così importante per qualcuno, che mi sarei innamorata follemente di un uomo, ma era successo.
E mi sentivo infinitamente fortunata, al punto da non voler sprecare nemmeno un altro secondo.
“sarebbe un onore, per me, diventare la signora Payne” sorrisi commossa, per poi esclamare a squarciagola: “certo che lo voglio! sì, sì e ancora sì, voglio sposarti!” 
Mi asciugai le ultime lacrime per poi gettarmi su di lui; Liam sorrise e mi strinse forte tra le sue braccia, prendendo il mio viso tra le mani e poggiando le labbra sulle mie, unendole in un bacio pieno di desiderio e amore. Un amore che, ero certa, sarebbe durato in eterno.











 
* * *




Salve gente!

ebbene sì,
non ci credo nemmeno io, ma.. è finita.
dopo quasi due anni questa storia è giunta alla sua fine!
non potrò mai ringraziarvi abbastanza, tutti quanti, per averla seguita - chi dall'inizio, chi si è aggiunto dopo - fino ad ora.
tutto ciò che desideravo era sentirvi più presenti, più partecipi, sapere che amavate questa storia tanto quanto me, ma non è successo.
vi ringrazio comunque per averla letta, e come avete visto i due piccioncini hanno avuto il loro lieto fine!

un bacio a tutti,

-marty.




 
  
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