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Autore: MissChiara    20/06/2016    4 recensioni
Tony sedette comodamente sul divano del suo ufficio panoramico, situato in uno dei piani più alti dello Stark Building, ed espirò soddisfatto.
«Attenda in linea», si era permesso di dire al Segretario di Stato Ross in persona, caricando quelle poche sillabe di tutta l’ironia di cui era capace e, oh, come si era sentito un grande quando subito dopo aveva premuto il bottone di attesa sulla centralina telefonica, l’equivalente virtuale dello sbattergli la cornetta in faccia! Una delle piccole gioie della vita che il suo status sociale, insieme al suo immenso patrimonio, gli permettevano di concedersi.

Breve missing moment che si colloca alla fine di Civil War, racconta ciò che ho immaginato potesse passare per la testa di Tony Stark in quel momento.
Storia partecipante a "It's time for Tombola! challenge"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tony Stark
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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QUESTIONE D’ORGOGLIO
 
Storia partecipante alla challenge “It's time for Tombola!” indetto da tatsuei.
La storia è un piccolo missing moment che si colloca alla fine di Civil War, e consiste in ciò che ho immaginato che potesse passare per la testa di Tony Stark in quel momento.
Prompt: ufficio
 
 
 
Tony sedette comodamente sul divano del suo ufficio panoramico, situato in uno dei piani più alti dello Stark Building, ed espirò soddisfatto.
«Attenda in linea», si era permesso di dire al Segretario di Stato Ross in persona, caricando quelle poche sillabe di tutta l’ironia di cui era capace e, oh, come si era sentito un grande quando subito dopo aveva premuto il bottone di attesa sulla centralina telefonica, l’equivalente virtuale dello sbattergli la cornetta in faccia! Una delle piccole gioie della vita che il suo status sociale, insieme al suo immenso patrimonio, gli permettevano di concedersi.
Del resto, il suo carattere non era composto principalmente da un mix ben bilanciato di irriverenza e orgoglio, la formula magica che, unita ad un’eccezionale genialità, gli aveva permesso di farsi strada con successo nella vita?
Portò il bicchiere di scotch alle labbra e sorseggiò piano il liquido ambrato ripensando alla lettera che aveva ricevuto da Steve, tramite la quale quest’ultimo aveva cercato sia di chiarire i motivi che lo avevano spinto a nascondergli la verità sulla sorte dei suoi genitori,  sia di rinnovargli il suo appoggio in caso di necessità.
Bene!
Ottimo!
La sua mente pragmatica aveva già in parte metabolizzato e accettato le motivazioni del Capitano, e andava già in cerca di un ipotetico sviluppo per sfruttare la cosa a proprio favore, ma… qualcosa stonava. Un particolare, un neo sbagliato deviava la perfezione dei suoi ragionamenti.
Tony poteva mentire al mondo e agli Avengers, mostrandosi sprezzante e a volte insensibile, ma non poteva mentire a se stesso; la verità era che era sì capace di portare avanti un impero finanziario, ma non era in grado di gestire a dovere la propria vita. Il risultato era che aveva mandato a puttane con le sue stesse mani la relazione con la persona a cui teneva di più in assoluto e, adesso che l’accordo con il Governo aveva raggiunto un momento di stasi e non richiedeva più tutta la sua concentrazione, non aveva più scusanti per evitare di fare i conti con se stesso.
Pepper lo aveva lasciato, accusandolo di non tenere abbastanza a lei e al loro futuro, di non essere stato di parola dopo l’ennesima promessa di non farsi assorbire completamente dalla missione di Avenger, e la caparbietà, quell’arma a doppio taglio che costituiva il segreto del suo successo e la causa dei suoi mali, gli aveva impedito di piegarsi e ammettere che aveva ragione.
Perché lei aveva ragione, Tony lo sapeva, ma sapeva anche di possedere un orgoglio troppo forte per cedere per primo. Perché Pepper non capiva che non era più possibile per lui tirarsi indietro? Era tanto difficile?
Avevano discusso a lungo, e l’ostinazione mostrata dalla donna aveva cominciato a dargli sui nervi. Non ricordava esattamente la direzione che aveva preso il discorso, ma ad un certo punto doveva aver detto qualcosa di estremamente sarcastico quanto fuori luogo, perché Pepper gli aveva voltato le spalle e se ne era andata. Solo che, al contrario di lui, era stata di parola e non aveva più fatto ritorno per colmare il vuoto lasciato.
Tony distese le gambe davanti a sé e si allungò sullo schienale, intrecciando le dita dietro la nuca e fissando un punto imprecisato del soffitto. Il profondo sospiro che esalò lasciò il posto al sorriso amaro che gli si dipinse sul volto stanco, mentre meditava sul proprio – non più roseo – futuro.
 



Forse vi interesserà sapere che…
Quando ho letto il primo prompt segreto della challenge, “ufficio”, nella mia mente si è formata una bolla di vuoto: quel prompt non mi ispirava un bel tubo di niente! Poi, dopo aver visto l’ultimo film di Capitan America, chissà perché mi è venuto in mente di associare l’ufficio a Tony Stark (^O^)/ Forse perché il suo è un ufficio che ti rimane impresso ^^
Non conosco Iron Man, non conosco gli Avengers – a meno di quel poco di caratterizzazione che ho potuto trarre dai film – ma spero comunque di non aver scritto qualcosa di totalmente OOC! Riguardo il movieverse, Tony è senza dubbio il mio personaggio preferito.
Ah, tra l’altro finora ho sempre e solo bazzicato fandom riguardanti manga; sconfinare nei fumetti americani è per me un’esperienza totalmente nuova, e confesso che ho approcciato il fandom con un po’ di timore ^///^
   
 
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