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Autore: Ankhesepaaton10    21/06/2016    1 recensioni
Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfiction, pero vi piaccia.
La storia si svolge dopo la fine del manga, ovvero subito dopo il matrimonio di Misaki e Takumi.
Che succederà? :)
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Takumi Usui, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Usui chiuse il cellulare e si avviò verso casa, appena arrivato si sedette sul divano nel soggiorno a guardare fuori dalle grandi finestre presenti in quell' l'appartamento. Quante volte quando era un ragazzo si era fermato a osservare la città che da lassù si vedeva molto bene! I ricordi cominciarono a riaffiorare dalla sua mente; prima di incontrare Misaki la sua vita era triste e piena di solitudine, poi con l'arrivo di lei la sua vita si era riempita di felicità. Takumi era ancora immerso nei sui pensieri quando il suo cellulare iniziò a squillare, era suo fratello Gerard che lo chiamava. Da quando Takumi e Misaki erano scappati dall'Inghilterra suo fratello lo aveva chiamato almeno dieci volte ma lui non aveva mai risposto, questa volta invece lo fece, ma non ebbe neanche il tempo di aprir bocca che Gerard iniziò: "Dove diamine siete finiti? E perché non hai mai risposto alle mie chiamate?" "Scusa Gerard, ma sai com'è volevamo avere un po' di privacy, comunque non preoccuparti torno subito in Inghilterra se è questo che vuoi" "Certo che è questo che voglio! Però pensavo fosse molto più difficile riuscire a convincerti a tornare al castello" "È solo che non ho più niente da fare qui, quindi domani cercherò un aereo per tornare" "No no non preoccuparti di quello, immagino che al momento ti trovi in Giappone nella tua vecchia casa e si dà il caso che proprio fra due giorni arriverò lì per un viaggio d'affari e tornerò il giorno stesso con un nostro aereo privato, puoi venire con me" "Bene, perfetto allora" "Verrà anche Misaki?" "No lei è partita oggi per lavoro, per questo non ho più niente da fare" "Capisco, allora verrò a prenderti tra due giorni". Usui chiuse la chiamata e si cucinó la cena, per dessert finì la torta che aveva preparato per Misaki e si chiese che cosa stesse facendo lei in questo momento e se anche lei stesse pensando a lui. Takumi decise di fare un giro per la città prima di andare a dormire, e ad un certo punto si accorse di essere arrivato nella via dove si trovava la vecchia casa di Misaki, così decise di passarci. Quando arrivò davanti alla casa vide i genitori di Misaki, anche i sui suoceri che si trovavano in giardino si accorsero di lui e Sakuya il padre di Misaki lo chiamò: "Ciao Takkun, vieni dentro! Ma che ci fai qui senza Misaki?" Usui sorrise a sentirsi chiamare così ed entrò nel giardino: "Misaki è partita per l'Africa questo pomeriggio per lavoro" sua suocera rispose: "Ma come era appena tornata! Pensavo che voi sareste stati insieme per almeno una settimana!" "Lo pensavamo anche noi ma c'è stato un contrattempo ed è dovuta partire prima" "Oh mi dispiace, ma vieni, entriamo in casa". La casa che una volta stava cadendo a pezzi adesso era come nuova, infatti il padre di Misaki era tornato a vivere insieme alla moglie, aveva riaperto il suo ristorante e gli affari andavano a gonfie vele. Sakuya era molto felice: "Sai Takkun, proprio questa sera dovevano venire a farci visita anche Hinta e Sakura, se vuoi puoi restare anche tu, così avremmo la famiglia  quasi al completo!" Il padre di Misaki sembrava davvero molto felice della cosa e così Usui decise di restare, non avrebbe saputo comunque che cosa fare per passare il tempo. Non passò molto che arrivarono anche gli altri due invitati, intanto Usui aveva aiutato a tagliare le mele a forma di coniglio, come era solito fare nella famiglia Aiuzawa. Anche Hinta e Sakura chiesero perché Misaki non c'era, ed ottennero la stessa risposta che Usui aveva dato prima. Tutti vedevano che Usui era triste senza Misaki e così cercarono di farlo divertire il più possibile quella sera, e infatti Usui quando fu ora di tornare al suo appartamento aveva il sorriso stampato sulle labbra e non dava più tanto peso alla partenza di sua moglie, soltanto quando si mise a dormire nel letto da solo cominciò tornargli un po' di tristezza. Misaki arrivò a Parigi quando in Giappone erano le prime ore del mattino e Takumi stava dormendo, si trovava lì per fare uno scalo e prendere un altro aereo per andare in Africa, stava pensando che sarebbe stato bello venirci con Takumi per visitare questa meravigliosa città, e pensando a questo decise di scrivergli un messaggio per dirgli che stava bene: 'Sono arrivata a Parigi, tutto bene. Ti prometto che torno presto.' Aveva aggiunto anche l'ultima frase perché sapeva che Takumi avrebbe sentito molto la sua mancanza e voleva rassicurarlo. Misaki stava per imbarcarsi quando la stessa persona misteriosa che aveva osservato lei e Takumi in Giappone la fermò e le disse che era richiesta ad un ufficio, e lei credendo che la cosa fosse importante lo seguì.  L'ufficio in questione si trovava in una zona isolata dell'aeroporto vicino alle piste di partenza degli aerei, Misaki fu condotta dentro dalla misteriosa persona, ma appena fu entrata la porta si chiuse violentemente e Misaki si vide comparire davanti un uomo che ordinò alla persona misteriosa presente nella stanza di portarla nell'aereo, lei tentò di ribellarsi ma non ci riuscì, le bloccano la bocca così che non potesse urlare in cerca di aiuto, le diedero anche del sonnifero con una siringa attraverso una puntura sul braccio per farla addormentare, e la fecero cadere a terra mentre lentamente le forze la abbandonavano e lei cadeva in uno stato di incoscenza, Misaki riuscì a dire solo una parola sottovoce "Usui", si ricodo di quella volta che era successa una episodio simile, quando lei si trovava alla Miyabigaoka vestita da maid sola con il presidente Igarashi, anche il quella situazione aveva avuto bisogno di aiuto e aveva pronunciato lo stesso nome, quella volta Takumi era venuto a salvarla, ma in quel momento era impossibile che lui potesse soccorrerla visto che era a chilometri di distanza, e a Misaki cominciarono a scendere calde lacrime dai suoi occhi, mentre continuava a ripetere sempre con meno forza quel nome nell'impossibile speranza che lui arrivasse. Misaki si addormentò, fu nascosta in una scatola e portata su un aereo privato che partì pochi minuti dopo. Takumi si svegliò di soprassalto, tutto sudato e con il fiatone, con la voce di Misaki che gli martellava in testa dicendo "Usui" guardò sul suo cellulare l'ora e vide che erano solo le prime ore del mattino, e lesse con un dolce sorriso il messaggio della sua Misaki, inviato giusto qualche minuto prima, aveva avuto un brutto presentimento verso di lei da come si era svegliato, ma quel messaggio lo tranqullizzó, le rispose e si rimise a dormire. Misaki stava volando quando il messaggio arrivò, ma lei non poté sentirlo visto che stava dormendo, cosa che invece fecero i suoi rapitori che si erano dimenticati di spegnerle il cellulare, così lo fecero immediatamente per non interferire con le comunicazioni della torre di controllo dell'aeroporto. Così il messaggio che Takumi aveva scritto con tanto amore rimase chiuso nel cellulare: 'Quando tornerai non ti lascerò più andare <3. P.S:La prossima volta che andrai a Parigi ci sarò anche io con te e non sarà per lavoro'. Takumi si risveglió alle 9.30 del mattino, controlló il cellulare ma Misaki non aveva risposto, 'eppure sarebbe dovuta essere arrivata' pensò Takumi, ma l'aereo poteva anche aver ritardato, quindi non si preoccupò più di tanto. Così Usui si preparò la colazione e si fece una doccia, poi si mise dei vestiti puliti e il suo cellulare cominciò a squillare, era suo fratello Gerard: "Ciao fratellino, qualche problema per doma..." Usui non riuscì a finire la frase che suo fratello cominciò a urlare e piangere dall'altro capo del telefono: "TAKUMI! MISAKI È MORTA!" "M-ma che cosa stai dicendo non può essere vero! Quando era a Parigi mi ha scritto che andava tutto bene!" "Infatti, la tragedia è avvenuta dopo che ha preso l'aereo diretto in Africa, accendi la televisione, ne stanno parlando proprio in questo momento!" Takumi accese la televisione ed effettivamente vide che stavano parlando di un aereo che era precipitato ed era diretto proprio dove doveva andare Misaki, ma Takumi non riusciva a crederci: "Come fai ad essere così sicuro che sia il suo! L'aereo sul quale stava volando proprio Misaki!" "Ho fatto fare delle ricerche e sono stato informato proprio adesso che era il suo aereo. Mi dispiace Takumi. Comunque io sono già in Giappone, tra poco verremo a prenderti quindi preparati" Usui non riuscì nemmeno a rispondere a suo fratello prima che riattaccasse il telefono, era rimasto inpietrito, il cellulare gli scivolò dalla mano che iniziò a tremare insieme a tutto il corpo, mentre calde lacrime gli scivolavano sulle guance come fiumi di dolore, mentre Takumi si accasciava al suolo e urlava sempre più forte, fino a che rimase a terra senza forze, riuscendo solo a piangere e a pesare alla sua amata Misaki, sapeva che le ricerche di suo fratello non davano mai errori, anche se in fondo al cuore sapeva che lei era ancora viva, ma era una speranza così piccola che non la ascoltò molto. Dopo due ore, Takumi si asciugó le lacrime e si preparò per l'arrivo di suo fratello, il quale infatti non tardò ad arrivare. Gerard entrò nell'appartamento e vide Takumi seduto sul divano, proto a partire, quando vide suo fratello si alzò, lo salutò e uscì dalla porta con la sua valigia in mano, Gerard lo seguì e andarono verso l'aeroporto senza dirsi niente. Takumi stava soffrendo molto interiormente, ma lo si poteva vedere solo dai suoi occhi, che fino a poco prima erano di un bellissimo verde acceso, mentre adesso erano spenti, quasi come se anche lui fosse morto, non voleva esternare le sue emozioni, riusciva a farlo solo con Misaki, ma ormai lei non c'era più e Takumi era tornato come prima di incontrarla: freddo e solitario. Usui non poteva immaginare che Misaki era ancora viva e si stava lentamente svegliando in un luogo a lei sconosciuto, chiusa in una prigione, quando si fu svegliata quasi del tutto iniziò a gridare aiuto, fino a che non sentì un lento rumore di passi in lontananza, la figura in avvicinamento si distingueva sempre meglio ad ogni suo passo fino a che Misaki non riconobbe la persona che era arrivata che sghignazzando le rivolse la parola: "Benvenuta mia cara Misaki". Nota dell'autrice: mi scuso veramente tanto per il ritardo ma erano le ultime settimane di scuola e sono riuscita a scrivere poco-niente per via dello studio, comunque adesso che sono in vacanza cercherò di scrivere di più. Ringrazio moltissimo per le recensioni che ho ricevuto. Spero che il capitolo sia venuto abbastanza lungo questa volta. Grazie per leggere la mia fanfiction :-)
   
 
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