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Autore: koralblu    21/06/2016    2 recensioni
Dal testo [...]
Troppo sangue era stato versato a causa mia.
E ora, la vista di Kurapika me l'avrebbe ricordato ogni dannato momento della mia vita.
Ero riuscita a controllarlo, dopo anni e anni di pianti disperati e dolore inflitto a me stessa. Ero riuscita a controllare questo senso di colpa, illudendomi ingenuamente di essere stata ingannata e persuasa a fare ciò.
Ma vedendo Kurapika, vedendo il dolore che IO gli avevo procurato, tutte le mie scuse erano crollate.
Lui era il passato che non avrei mai scordato; il passato che mi avrebbe sempre perseguitata, ricordandomi chi ero stata, e chi sono tutt'ora: un mostro. Un essere abominevole, che non merita altro che il dolore eterno.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Kurapika, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella vita si possono compiere molte scelte. A volte si decide di stare dalla parte del bene, rinunciando alla propria vita per salvare quella degli altri; altre volte, invece, si intraprende la strada del male, lasciando che ciò che di più nascosto e infido c'è in noi, prenda il sopravvento. Infine, vi è quella categoria di persone a cui appartengo io; persone che pur di raggiungere il proprio scopo sono capaci di non guardare in faccia nessuno, calpestando ogni cosa intralci il loro cammino. Persone la cui ira, insita nel profondo del cuore, non lascia scampo a nulla che non sia la vendetta. 
Tutto è partito da questo. 
Un disperato e ossessivo bisogno di vendetta
 
                                                                                        Capitolo 1 
 
La stanza in cui si trovavano i circa quattrocento aspiranti Hunter era buia e spaziosa, facile per chi, come me, non voleva farsi notare. Erano passate circa le undici e non vi era ancora la minima traccia dell'esaminatore. Cominciavo a stufarmi. Sbuffai, sistemandomi meglio contro la parete a cui ero appoggiata da circa un'ora. Il cappuccio e il mantello che indossavo erano un ottimo travestimento. Non volevo che nessuno mettesse gli occhi su di me, puntandomi. La mia presenza doveva passare inosservata; avrei solo dovuto ottenere la licenza di Hunter, per continuare con il piano, com'era stato stabilito. Nulla doveva fermarmi. 
Avvertii, però, lo sguardo insistente di un concorrente su di me. Era un tipo strano, vestito con abiti stravaganti; indossava un abito da clown e fra le sue mani continuava a far ruotare delle carte da gioco. Non mi piaceva assolutamente; la sua aura era malvagia e spietata, degna dei più crudeli assassini. Era un tipo da tenere d'occhio, poco ma sicuro. 
-Leorio, Kurapika! Guardate quanta gente- 
Mi girai nella direzione di quella voce e notai il gruppetto che era appena entrato nella sala. Un gruppo davvero stravagante. Non potei fare a meno di chiedermi cosa ci facessero insieme un bambino con una canna da pesca, un adulto vestito elegantemente e un ragazzo biondo in quel posto. Di solito a presentarsi come aspiranti Hunter erano energumeri alti e robusti, e raramente si vedevano persone così giovani. ''Mai giudicare un libro dalla copertina''. Io ne ero la prova vivente. 
Il ragazzo biondo si accorse dei miei occhi puntati su di loro. Si girò di scatto, e per pochi secondi i nostri sguardi entrarono in contatto. Distolsi subito lo sguardo, cercando di calmare il cuore che batteva all'impazzata. Non mi era mai successa una cosa del genere. Scossi la testa, intimandomi di restare concentrata sulla missione. 
Improvvisamente un uomo con una sorta di campanello in mano fece la sua comparsa dall'alto, richiamando l'attenzione di tutti. Tirai un sospiro di sollievo, dando una veloce occhiata al ragazzo biondo prima di prestare attenzione all'esaminatore.
-Il tempo destinato all'accettazione è terminato in questo istante.- 
Fece una pausa, atterrando tra i partecipanti -Bene; ora avrà inizio l'esame per diventare Hunter- 
Tutti i presenti lo guardarono con più serietà, preparandosi a fare sul serio. Perfino il ragazzo di prima aveva assunto uno sguardo più grave. Come se fosse impaziente di iniziare..
-Prego, seguitemi- disse l'esaminatore, iniziando a camminare fra la folla a passo spedito. -Per pura formalità, vorrei informarvi che l'esame per diventare Hunter è particolarmente severo; se si ha sfortuna, se si ha scarse abilità, se si viene feriti si rischia facilmente la morte- 
In sottofondo si sentì una richiesta disperata di aiuto che venne, però, ignorata dai quattrocento presenti, concentrati al massimo sulle parole dell'esaminatore. 
Egli riprese il discorso come se nulla fosse - I signori che ritengono che ciò che sia irrilevante sono pregati di seguirmi.- 
Tutti i presenti, compresa io, iniziarono a muoversi dietro l'esaminatore. ''Era ora'', pensai. 
Ignorai la battuta ironica che egli pronunciò dopo, concentrandomi unicamente sull'obbiettivo che avrei potuto, finalmente, raggiungere.
                               
                                                                                                ***
La prima prova consisteva in una corsa che aveva lo scopo di mettere alla prova la nostra resistenza. 
Nulla di più facile. Si poteva ben distinguere il gruppo che sarebbe passato e coloro che non c'è l'avrebbero fatta.
Mentre, infatti, molti partecipanti iniziavano a mostrare segni di stanchezza o addirittura a fermarsi, altri sembravano perfettamente riposati, come se stessero facendo una passeggiata. Fra questi vi era anche il gruppetto di prima, a cui si era aggiunto un'altro bambino dai capelli bianchi. Siccome trovavo la prova estremamente noiosa, decisi di osservarli attentamente.
Il bambino con la canna da pesca era sicuramente il più giovane di tutti, eppure non sembrava affatto preoccupato o impaurito. Percepii una forza straordinaria in lui. Senza dubbi sarebbe diventato un Hunter.  Uno smagliante sorriso era dipinto sulle sue labbra, mentre cercava gentilmente di calmare una lite fra l'altro bambino e il signore in giacca e cravatta. Anche lui un tipo strano. Non riuscivo a capire quanti anni avesse, ne il motivo per cui avesse deciso di unirsi a dei bambini. Doveva avere un qualche tipo di potere nascosto, perchè in lui al momento non percepivo una gran forza. Al contrario l'altro bambino era sicuramente il più forte del gruppo, forse anche uno tra i più forti di tutti i presenti. L'energia che percepivo in lui raggiungeva un livello che avevo percepito solo in poche persone. ''Un ottimo candidato'', l'avrebbe definito mio padre. 
E poi c'era lui. 
Anche il ragazzo biondo era potente, ma non quanto i due bambini. Avvertivo in lui una volontà ferrea, nonchè una determinazione senza eguali. Eppure un senso opprimente di odio e vendetta avvolgeva il suo cuore. Fu proprio questo a stupirmi. Credevo che nessuno, oltre a me, potesse raggiungere livelli simili; eppure a quanto paro mi ero sbagliata. 
Un sorriso amaro mi si dipinse sul volto. Chissà cosa era successo a lui, per farlo arrivare a questo punto.
Erano passate circa tre ore e un numero sempre maggiore di partecipanti aveva gettato la spugna, troppo stanchi per continuare. Il gruppetto di prima, invece, continuava senza problemi ad eccezione del signore vestito elegantemente che aveva iniziato a rallentare il passo e a respirare affannosamente. 
Tutto il gruppo si era fermato, distaccandosi dalla folla che correva. 
Li superai anch'io, tenendo, però, le orecchie aperte. Erano tipi da non sottovalutare, perciò li avrei tenuti sott'occhio. 
 
Era trascorso un bel po' e del gruppetto di prima non c'era ancora traccia. Avevo avvertito che si trovassero in pericolo, e per un solo istante mi era balzata nel cervello l'idea di correre ad aiutarli. Avevo scosso energicamente la testa, come se questo gesto potesse aiutarmi a scrollarmi di dosso questa stupida idea. Non conoscevo quei ragazzi, e nella mia mente doveva esserci un unico scopo. 
Ma non potei fermare il senso di sollievo che avvertì quando la parete di roccia davanti a noi crollò e comparirono i ragazzi di prima, fortunatamente illesi. 
Rimasi colpita dal legame che si era creato fra loro. Avvertivo fiducia l'uno nei confronti nell'altro, soprattutto nel bambino con la canna da pesca. 
Amicizia. 
Era una parola che non avevo mai capito prima e tutt'ora mi era difficile capirne il significato; mio padre mi aveva sempre insegnato che nella vita non vi era alcun bisogno dell'amicizia. L'unica cosa che contava era il potere. 
Credetti a queste parole, trascorrendo tutta la mia vita nella più completa solitudine, poichè ''Essere soli ti permette di non abbassare mai la guardia. Se ti fidi, sei morto''.
Cresciuta con questi insegnamenti e con scopi ben precisi da seguire non feci mai posto a sentimenti come l'Amicizia. 
Ma ora, vedendo questi ragazzi ridere e aiutarsi fra di loro, una sorta di malinconia mi attraversa, facendomi pensare a quanto sarebbe stato bello avere degli amici.
Questi pensieri vengono interrotti da un'improvvisa luce che ci colpisce in viso. 
''Finalmente è finita'', penso sollevata. 
 
-Le terre paludose di Numere, soprannominate il nido del truffatore- annuncia l'esaminatore, dando un nome al luogo in cui ci troviamo. 
-Per arrivare sul luogo della seconda prova dovremo attraversarle. Le paludi sono abitate da animali rari, che vivono solo qui. La maggior parte di loro sono creature subdole e avide, che ingannano gli esseri umani con l'unico scopo di farne del cibo.- ci spiega.
La porta alle nostre spalle si chiude, mentre un altro partecipante è rimasto indietro. 
Prima che tutti possano girarci un uomo, gridando, compare sulla scena,  accusando l'esaminatore di essere un impostore e di aver preso il suo posto e mostrando come prova un essere orripilante, avvolto in un telo. 
Ne segue in una discussione infinita su chi sia il vero esaminatore, che ben presto mi fa perdere la pazienza. 
Fra le urla e gli spintoni di tutti, nessuno si accorge del sorriso malizioso compiaciuto del clown. Ci metto poco più di due secondi per rendermi conto di come stiano i fatti, e decido di porre fine alla questione che mi sta solo facendo perdere tempo. 
E' un attimo. 
La mia katana affonda nel petto dell' uomo comparso sulla scena poco fa, facendolo cadere a terra come un fantoccio. Gli occhi di tutti sono puntati su di me, soprattutto quelli del ragazzo biondo. Non oso girarmi nella sua direzione. ''Da quando sei diventata una codarda?''
-Ehi tu!- mi urla contro il signore elegante. -mi dici perchè diavolo l'hai fatto?!- 
Dal suo tono di voce capisco che è tutta scena. Lui, come almeno la metà dei presenti, è solo felice del fatto che qualcuno abbia risolto la situazione. 
Mi limito a fissarlo, il viso ben nascosto dal cappuccio.
-Era l'impostore. Ho solo fatto risparmiare tempo a tutti.- gli spiego pacata, girandomi verso l'esaminatore. -Non è così?-
Un accenno di sorriso compare sul suo volto, mentre inizia improvvisamente ad applaudire
-Eccellente- 
Ci fa cenno con una mano di proseguire il cammino, riprendendo a correre. 
Sono immersa nei miei pensieri, maledicendomi per l'azione avventata appena commessa, quando sento scuotermi la manica.
-Scusami- mi chiede timidamente il bambino con la canna da pesca, gli occhi carichi di imbarazzo. -Mi scusi se la interrompo..ma vorrei sapere come ha fatto a capire quale fosse l'esaminatore falso- 
Sorrido, addolcita dalla tenerezza di questo ragazzo. 
-Me lo sentivo, semplicemente- gli rispondo, guardandolo in viso.
-Le credo- mi risponde, sorridendomi a sua volta
-Io sono Gon, piacere di conoscerla- 
Sto per presentarmi a mia volta, quando mi ricordo di un vecchio insegnamento di mio padre; mai rivelare la propria identità agli sconosciuti.
-Lieto di conoscerti.-
-Non vuoi dirmi il tuo nome?- mi domanda Gon, guardandomi con uno sguardo triste.
Scuoto la testa, dandogli un buffetto sulla testa. Il bambino riprende a parlare immediatamente, la tristezza completamente sparita dal suo viso. 
-Voglio presentarti i miei amici!- Esulta entusiasta, indicandomi uno a uno i ragazzi del gruppo. 
-Lui è Leorio!- lo saluto con un cenno della testa, mentre lui si apre in un sorriso sospettoso. -Lui è il nostro nuovo amico Killa!- 
-Killua, razza di deficiente!- lo rimprovera il diretto interessato, dandogli un pugno sulla testa. Mi scappa una risatina dalla bocca, che freno subito, indurendo lo sguardo. 
-Scusami Killua- gli risponde mortificato Gon, massaggiandosi la parte lesa. -E infine lui e Kurapika- 
Non appena i miei occhi incrociano quelli del ragazzo biondo, il cuore inizia di nuovo a trottare e una nuova sensazione di calore mi invade. E succede che per la prima volta in tutta la mia vita le mie guance prendono fuoco, e mi costringono a rifugiarmi sotto il mio cappuccio. 
-Lieto di conoscerti- Si inchina, come segno di saluto, guardandomi incuriosito. Rispondo con un cenno della testa, non facendo minimamente caso alle occhiatine maliziose lanciate da Leorio e Killua. 
-Allora, vorresti unirti a noi?- 
Rimango perplessa dalla domanda spontanea di Gon. 
-Perchè mai dovresti volere nel gruppo una persona di cui non sai nemmeno il nome?- Il mio tono esce più duro e ironico di quanto non voglia, tanto che ho paura di aver offeso quel bambino tanto dolce. Ma con un sorriso gentile mi risponde - Sembri simpatico e sei molto divertente!- 
Mi viene da ridere e mi esce spontaneo accarezzare la testa di quel bambino. 
-Sei un bambino davvero strano- 
   
                                   

Salve a tutti! Mi presento, sono Koralblu. Sono felicissima ed eccitata per questa storia che pian piano sta nascendo dentro la mia testa. Cercherò di seguire il meglio possibile gli avvenimenti dell'anime, anche se sarò costretta a fare delle modifiche, a volte minime e a volte grosse. Cercherò di essere puntuale nell'aggiornare e spero davvero che la mia storia possa prendervi e trasmettervi qualcosa. E' la prima volta che scrivo su un anime, quindi vi prego di essere clementi. Mi auguro davvero che il primo capitolo soddisfi le vostre aspettative e che vi piaccia. 
Ringrazio tutti coloro che hanno speso del tempo per leggere questo capitolo, e a tutti coloro che in futuro, spero, recensiranno e mi seguiranno. 
Sono emozionatissima e non vedo l'ora di continuare.
A presto, la vostra Koralblu <3
   
 
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