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Autore: marthas48    21/06/2016    0 recensioni
“Hai tutti i difetti che io normalmente odio nelle persone. Sei troppo orgogliosa, troppo testarda, troppo paranoica…sei in effetti la classica pigna ma non so come mai su di te riesco a sopportarli sti difetti..ogni tanto mi fai perdere la pazienza ma bho mi piaci tanto tanto lo stesso..sei una topina, tutta piccina, coi i tuoi jeans larghi e le tue vans piene di buchi, le tue candele profumate, i tuoi anelli della mutua pieni di ruggine, i tuoi capelli sfibrati e i tuoi occhiali giganti. Sei bellissima, e lo sei sempre. Hai tutte quelle strane teorie e ossessioni. E mi fai stare bene. Tu non te ne rendi conto ma mi rendi felice e non poco. Non mi dai una felicità ordinaria. Mi dai felicità pura,vera. Non avrei mai pensato di potermi sentire così in vita mia e solo te riesci a farmi sentire così"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ashton camminava lungo la strada semi deserta; nonostante fosse ormai giugno inoltrato l’aria di New York continuava a essere ancora fredda e più che avvicinarsi all’estate sembrava ci si stesse avvicinando all’autunno. Ormai il riscaldamento globale stava avendo degli effetti piuttosto brutti sul clima se non disastrosi e una delle conseguenze era lo sballamento delle stagioni ma alla fin fine ad Ashton andava bene anche così. Era sempre stato un tipo abbastanza tranquillo, non pretendeva molto dalla vita; per lui soldi, denaro, carriera non erano cose importanti a lui bastava vivere, vivere di emozioni forti, di quelle che ti fanno fermare il cuore per un secondo per poi farlo ricominciare a battere ancora più velocemente. Ed era per questo che lui faceva esattamente e solamente tutto quello che gli passava per la testa. Aveva mollato l’università perché economia non faceva proprio per lui e si era trasferito dall’altra parte del mondo, in una delle città più caotiche ma meravigliose del mondo e lì aveva iniziato prima come lavapiatti, poi come cameriere, buttafuori per poi trovare un lavoretto in un negozio di musica a Brooklyn che alla fine aveva lasciato per iniziare a lavorare come freelance fotografo e insegnante di musica in una piccola scuola elementare. Certo lo stipendio non era altissimo ma gli bastava abbastanza per potersi permettere una vita serena e spensierata.
Arrivato all’angolo della strada vide la gelateria che stava cercando e senza esitare entrò. Era già venuto un paio di volte ma a differenza delle volte precedenti la sua tata non era lì, o meglio non stava servendo i clienti probabilmente stava facendo i gelati sul retro. Alla cassa vi era una ragazza bionda e minuta che riconobbe subito perché la sua tata gli aveva parlato di lei. Doveva essere Alice. Ella lo salutò subito e Ashton educatamente ricambiò dirigendosi a prendere la coppetta. Prima di sapere che la sua tata lavorava qui, lui non aveva idea che esistessero gelaterie del genere: self service, dove ti prendi quanto gelato vuoi, ci aggiungi granelle e poi vai a pesarlo alla cassa trovandoti la sorpresina: 5 euro di gelato. Questo era quello che era capitato a lui la prima volta ma dopo che la sua ragazza gli aveva spiegato i trucchi per farsi un buon gelato e spendere poco aveva decisamente ponderato la sua opinione su questo tipo di gelaterie che a primo impatto aveva odiato. Dopo aver pagato si diresse verso i tavolini fuori e si sedette; ormai il suo turno doveva quasi essere finito quindi era una questione di momenti prima che potesse riabbracciare la sua tata.
 
Becky aveva appena finito di fare ben quattro gelati. Come al solito la spedivano dietro a farli nonostante lei fosse negata e si prendesse sempre parole da Nick perché ovviamente ogni volta il gelato aveva qualcosa che non andava. Ma i suoi colleghi erano troppo pigri per sporcarsi le mani in laboratorio e lei che aveva abbastanza problemi per conto suo non aveva proprio voglia di mettersi a discutere con loro e quindi ogni volta incassava e andava a fare i gelati o a pulire o a tagliare la frutta mentre i suoi colleghi stavano in cassa principalmente a non fare una minchia. Stava lavando l’ultimo bricco quando Alice entrò dalla porta.

-“ehi no questa devo troppo dirtela. E’ arrivato sto tipo quà, tutto alto, muscoloso, vestito tutto di nero col cappuccio in testa, pieno di tatuaggi..insomma un duro, stile bad boy e poi sai che gelato si è fatto? Il puffo con le smarties e le fragoline!!” esclamò la bionda ridendo.
Becky accenno un sorriso facendo finta di ridere. Era tipico di Alice analizzare i clienti e i loro gusti in fatto di gelato.

“Pensa te che tipo! Comunque io quà avrei finito, hai bisogno di altro o posso andare?”

L’espressione di Alice si fece più seria e pensierosa e Becky si impose di rimanere calma nel caso lei le avesse detto che doveva rimanere anche se effettivamente non c’era più nulla da fare.

“No puoi andare solo butta la spazzatura quando vai via” e detto questo uscì dal laboratorio.

Becky si levò immediatamente il grembiule e corse in spogliatoio. Tutto sommato le era andata anche bene e ormai la spazzatura era praticamente compito suo buttarla visto che se non lo faceva lei, quel negozio sarebbe una discarica. Si tolse velocemente la giacca e i leggings per poi sciogliere i capelli su cui era rimasta qualche traccia di gelato e si infilò gli shorts, la maglietta e la felpa. Si tolse quelle orribili scarpe da lavoro e indossò le sue fedelissime all star nere e prese la borsa. Uscì dal laboratorio e trovò alla cassa lui. Il suo Ashton. Era lui quello di cui stava parlando Alice. Come lo vide anche lui girò la testa verso di lei e le sorrise dolcemente, come solo lui sapeva fare mentre dava i soldi ad Alice.

“Ciao micia” le disse Ashton. Non importava se si trovassero da soli, in compagnia o in pubblico, lui la chiamava sempre con quei nomiglioli che in apparenza faceva finta di odiare ma in verità adorava tremendamente.

“Hey, cosa fai qui?” disse Becky andandogli vicino mentre lui avvolgeva il braccio attorno alla sua vita. Nel frattempo la faccia di Alice andava dal sorpreso al scioccato chiedendosi cosa ci fosse realmente tra di loro.

“sono venuto a prendermi un gelato, ovvio no?”gli rispose lui con un sorriso mentre prendeva il resto dalle mani di Alice, che sembrava quasi aspettare delle spiegazioni da quella scena. Becky lo notò.

“Ah Alice lui è Ashton” il quale rispose porgendole la mano per stringerla. Alice gliela strette lievemente lasciandosi sfuggire un debole “Ma è il tuo ragazzo?” guardandoli in maniera quasi scioccata. Com’era possibile che uno zuccherino strano come Becky stette con un ragazzo così che si vestiva come Ryan Atwood di O.C. e allo stesso tempo sembrava un modello?!
A questa domanda Becky avvampò improvvisamente, alla fine lei era una timida ma rispose con un lieve cenno della testa, che si quel ragazzo bellissimo era proprio suo moroso. Sapeva che il giorno dopo le sarebbe aspettato un interrogatorio di terzo grado quindi si affrettò a prendere il gelato di Ashton, salutando Alice dietro la cassa.

Ashton salutò e mentre uscivano stampò un bacio sulla guancia di Becky, prendendole il sacco della spazzatura che stava trascinando.
“Come stai piccola?” le chiese lui. Lavorava decisamente troppo per una miseria ovviamente.

“Un po’ stanca e affamata” “vuoi un po’ del mio gelato?” “oddio no ti prego non posso vederli nemmeno in foto..oggi li ho dovuti rifare tutti, 14 gusti in una giornata in più la fragola che ho dovuto farla due volte perché oggi avevano tutti voglia di fragola e…” mentre lei parlava Ashton intanto mangiava tranquillamente il suo gelato buonissimo tralaltro. Quando l’aveva conosciuta era soprattutto lui che parlava, lei era sostanzialmente silenziosa mentre adesso i ruoli si erano praticamente invertiti e diciamocelo per superare la parlantina di Ashton ce ne voleva!

“Ok vuoi che andiamo a casa?” “No possiamo anche andare a mangiare da qualche parte volendo, te che dici?”  “Per me va bene topa” “Ce prima mi chiami micia e poi topa, che senso ha?” aggiunse lei ridendo. Ashton semplicemente rise buttando la testa all’indietro “ eh, mi vengono spontanei” rispose lui stringendola ancora di più al suo corpo e baciandola.


Tre ore dopo Becky e Ashton erano sdraiati sul letto con solo il lenzuolo che copriva i loro corpi. Avevano appena finito di fare l’amore e la candela alla vaniglia che avevano acceso appena tornati a casa ormai si era consumata.

“A cosa pensi?” le chiese Ashton tracciandole dolcemente i lineamenti del viso.

“Posso farti una domanda?”rispose lei. Ashton non sopportava quando gli rispondeva con un’altra domanda ma annuì comunque.

“Te perché mi ami?” Gli occhi di Ashton si spalancarono talmente tanto che per un momento pensò che gli sarebbero usciti dalle orbite. Insomma che razza di domanda era quella? Aveva per caso intenzione di mollarlo e questa era la prefazione per arrivare al punto?

“Perché ti amo...ma che domanda è??” rispose lui alzando leggermente la voce.

“Non fraintendermi è..è una domanda lecita..ce se ci pensi io sono terribilmente strana, piena di paranoie, problemi, insicurezze..ce sostanzialmente sono una pain in the ass però te stai con me..perchè? Potresti tranquillamente trovartene una più “chilled”, senza tutti sti problemi e stranezze, una più normale che ti faccia vivere una vita anche più serena..credo..” disse Becky giocando dolcemente con i peli del suo petto. La sua domanda non alludeva a niente di strano, semplicemente era curiosa. Lei era sempre stata una ragazza strana, particolare e decisamente complicata ma non perché volesse fare la presuntuosa o farsi desiderare, lei era veramente complicata. Aveva un carattere particolare e forse era per questo che aveva pochissimi amici e prima di Ashton non aveva avuto nessuno..era strana, non c’erano altre parole per definirla. Per non parlare di tutte le sue paranoie e i mille e cento problemi che si faceva per qualunque cosa, oltre il fatto che soffriva pure di attacchi d’ansia. Quindi ai suoi occhi e a quelli di tutto il resto del mondo lei era considerata un caso umano apparte. E poi c’era lui invece: bellissimo, simpatico, sicuro di se e decisamente rilassato. Ashton raramente si faceva problemi per qualcosa, lui semplicemente viveva tranquillo. E lei non riusciva a spiegarsi perché lui avesse messo in repentaglio la tranquillità della sua vita per un disastro ambulante come lei.

“Per caso questo è il tuo modo per dirmi che vuoi rompere con me?” sussurrò piano Ashton. Sapeva che nella mente della sua ragazza talvolta vagavano pensieri strani, ma mai avrebbe immaginato fino a questo punto.

“Oddio no, no ma che dici?!” rispose lei impanicata tirandosi su a sedere e staccandosi completamente da lui. “Volevo ,sinceramente, solo sapere come hai fatto a innamorarti di una come me…” disse lei timida, cercando di avvolgersi il lenzuolo attorno al corpo nudo.

Ashton fece un respiro di sollievo. Per la prima volta in vita stava per andare in iperventilazione. Quella ragazza lo faceva andare fuori di testa, ma alla fine era la sua ragazza e non la avrebbe cambiata per nessun’altra al mondo.

“sinceramente… non lo so come ho fatto a innamorarmi di te, semplicemente quando me ne sono reso conto ero già stracotto quindi non so dirti quando ho iniziato a innamorarmi di te. Mi hai incuriosito da subito; il tuo essere così diversa, il modo che avevi e hai ancora oggi di guardare il mondo attorno a te che ti fa pensare a cosa effettivamente ti passa per la testa, perché si vede che filtri un sacco quando parli. Poi i tuoi discorsi filosofici che spari ogni tanto, il tuo stile di vita..mi sono reso conto di amarti, ma di amarti sul serio quando avevi avuto quell’attacco d’ansia a lavoro e io poi ti ho trovata per strada e ti ho accompagnato a casa tua. Mentre eri tra le mie braccia che stavi bevendo il the, ti ho guardata e..bho, mi sono accorto che avevo il cuore che batteva troppo forte per essere una sensazione normale e a vederti così, piccolina nelle mie braccia, te che sei una persona così fantastica mi ha fatto perdere la testa, volevo uccidere chi ti aveva ridotto così perché vederti stare così male faceva male anche a me, anzi penso addirittura che facesse più male a me che a te.” Spiegò piano Ashton guardandola intensamente negli occhi. Le prese la manina e la baciò delicatamente.
“Poi di te amo il fatto che mi fai andare fuori di testa” ammise lui ridacchiando “Hai tutti i difetti che io normalmente odio nelle persone. Sei troppo orgogliosa, troppo testarda, troppo paranoica…sei in effetti la classica pigna ma non so come mai su di te riesco a sopportarli sti difetti..ogni tanto mi fai perdere la pazienza ma bho mi piaci tanto tanto lo stesso..sei una topina, tutta piccina, coi i tuoi jeans larghi e le tue vans piene di buchi, le tue candele profumate, i tuoi anelli della mutua pieni di ruggine, i tuoi capelli sfibrati e i tuoi occhiali giganti. Sei bellissima, e lo sei sempre. Hai tutte quelle strane teorie e ossessioni. E mi fai stare bene. Tu non te ne rendi conto ma mi rendi felice e non poco. Non mi dai una felicità ordinaria. Mi dai felicità pura,vera. Non avrei mai pensato di potermi sentire così in vita mia e solo te riesci a farmi sentire così. Mi hai stravolto la vita più di quanto io possa averla sconvolta a te..è come se prima di stare con te avessi vissuto e visto le cose solo in maniera parziale, con un velo sopra e poi sei arrivata te e hai tolto questo velo. Sei la cosa più importante che ho e che avrò, anche se avremo figli rimarrai sempre te la mia persona, la mia tata”.

Becky ormai aveva le lacrime agli occhi. Era terribilmente emotiva. Ashton gliele asciugò piano a suon di baci mentre lei avvinghiava le braccia attorno al suo collo. Ashton continuò a darle piccoli bacetti sulle guance  e poi sul collo mentre la distendeva nel materasso assieme a lui. Come alzò lo sguardo vide gli occhi di Becky ancora lucidi.

“Adesso però non andare avanti a piangere mezz’ora eh” disse lui ridendo piano. Becky rise scuotendo la testa e iniziando ad accarezzargli i capelli. La verità era che finalmente si sentiva apposto; per la prima volta in vita sua lei bastava, non doveva cercare di essere meno timida, più aperta, più solare, meno infantile…ad Ashton lei andava bene così come era e aver avuto la conferma di questo uscire dalle sue labbra, aveva fatto avverare il suo sogno più grande ovvero quello di essere amata per il fatto di essere lei, Becky. Ashton era ancora sopra di lei che la guardava, si avvicinò e fece incontrare le loro labbra mentre le sue mani andavano a stringere il corpo di lei, perdendosi in quelle sensazioni che facevano riempire la pelle di brividi e contorcere lo stomaco. Le labbra dopo poco si staccarono e gli occhi di entrambi si incrociarono, ammirando davanti a sé quella che era la loro felicità più grande.
 
 
   
 
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