Prologo 

-“Razza di incompetenti!”-il grido furibondo accompagnato da pugni gettati contro il tavolo non fecero nulla per scuotere le persone sedutevi, ormai fin troppo abituate a questi continui scatti isterici -“Come sarebbe a dire che non avete ancora iniziato a organizzare i preparativi per la festa d’Istituto? Vi sembra che vi possiate permettere queste dimenticanze? Abbiamo persino meno fondi rispetto allo scorso anno e—“-. 

-“Eddai, Gino, rilassati un po’. Abbiamo ancora parecchio tempo, no?”-obiettò senza battere ciglio un ragazzo dagli indomiti capelli pel di carota, sorridendo furbescamente. 

-“Rilassarmi, Kagari?!”-sbottò ancora più inviperito l’altro -“Non accetterò consigli del genere né da te né dagli altri perditempo insubordinati che hanno avuto la faccia tosta di beccarsi delle note disciplinari!”-continuò imperterrito, lanciando un’occhiattaccia fulminante verso lo sciagurato che aveva osato interromperlo e altri due studenti, che si voltarono verso di lui con fare indifferente. 

Ginoza sospirò con esasperazione, aggiustandosi gli occhiali mentre si ricomponeva-“Ovviamente non mi riferisco a Risa, la sua media è rimasta impeccabile, a differenza vostra”-. 

-“Ti ringrazio, Nobuchika”-annuì la ragazza chiamata in causa, accennando a un sorriso con calma per poi riprendere a parlare -“Non mi sembra sia il caso di prendersela con Kunizuka, Kagari e Kougami per le loro mancanze. Il professor Touma sta dando di matto ultimamente”-. 

-“Beh, sì, immagino tu abbia ragione. In ogni caso —“-. 

-“Chiedo scusa!”-una voce dal fondo dell’aula interruppe per la seconda volta il ragazzo, che ormai rischiava seriamente un collasso simultaneo di tutti i nervi che aveva in corpo dal nervosismo. 

Si voltò bruscamente verso la fonte del rumore. 

Era già fin troppo impegnato di suo senza dover ascoltare le lamentele dell’ennesimo membro del Club Vattelappesca che si lagnava di questo e di quello. Era troppo chiedere un attimo di pausa, dannazione?

-“Cosa c’è ora?”-si era sforzato di suonare calmo, davvero, ma non era sicuro che la frase fosse uscita con il suo migliore tono di voce. Osservò con sufficienza l’intrusa entrata senza permesso, una ragazzetta minuta e completamente fradicia e gocciolante dalla testa ai piedi, che teneva le mani poggiate sulle ginocchia mentre ansimava come se avesse corso tutta Tokyo in cinque minuti. Con uno sguardo lanciato con la coda dell’occhio verso la finestra, si accorse che quello che stava imperversando fuori era il vero e proprio diluvio universale.
Era talmente furioso che mentre ricopriva di ingiuri il resto dei membri del concilio non se n’era nemmeno accorto. 

-“Sono terribilmente mortificata”-prese a parlare la ragazza, senza aver smesso di riprendere fiato-“Scusate il ritardo. Avevo fatto una domanda per entrare nel comitato studentesco una settimana fa, ma non so se vi è arrivato il responso… In ogni caso mi è stato detto di venire qui. Akane Tsunemori, piacere di conoscervi!”-se si fosse chinata ancora un po’ avrebbe sbattuto la testa contro il pavimento. 

Ora che ci pensava gli era stato detto di una nuotata arrivata, ma se ne era completamente dimenticato.
Oh, beh. 

-“Sì, è questo il posto giusto. Devo avvisarti, però, non hai scelto il momento migliore per aderire”-. 

Akane rimase visibilmente stupita per un attimo, ma scosse la testa (facendo inavvertitamente la doccia a Ginoza, che si trattenne dal prenderla a testate a malapena) e annuì con risolutezza. 

-“A partire da oggi stesso farò parte del comitato studentesco”-.