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Autore: Raja_    22/06/2016    4 recensioni
FinalHaikyuuQuest!AU
«Ti andrebbe di fare un bagno?» chiese Shouyou, portandosi le mani sui fianchi e fissando il centro di quella meravigliosa pozza cristallina.
«Un bagno? Tu... vorresti fare un bagno? Con... con me?»
Hinata sapeva che il mago stava combattendo contro sé stesso. «Se va contro la tua volontà, sappi che non devi accettare per forza.»
«No... cioè sì. Sì, mi andrebbe.» Kenma lo guardò, sentendo le guance avvampare. «Per quanto ne sappiamo, domani il Re Demone potrebbe decidere di farci sparire tutti dalla faccia della terra... direi di sfruttare l'occasione, per poter fare ancora il bagno in questo posto, un'ultima volta.» il suo sorriso era sincero, così come la gioia che gli si leggeva negli occhi.
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kozune Kenma, Shouyou Hinata, Tetsurou Kuroo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina parecchio soleggiata nella città di Karasuno. I raggi di luce illuminavano la camera dell'Eroe, steso sul letto e avvolto in una pesante coperta di lana lavorata; i capelli arancioni accarezzavano il cuscino bianco, sapientemente ricamato, e il suo petto si alzava ed abbassava con un lento movimento, ma il suo sonno fu interrotto da un qualcuno che bussava alla porta.
Dopo così tanti mesi lontano dal palazzo reale, sperava di riuscire a riposare un po' più del solito, ma al terzo snervante “toc-toc” aprì un occhio.

«Chi è?»
«Eroe, mi rincresce disturbarvi a quest'ora.» disse una giovane voce maschile, probabilmente appartenente ad una delle guardie. «Il Guaritore ha richiesto la vostra presenza, nelle sue stanze.»
Appena udì quel nome, il ragazzo si tirò su di scatto. «Va bene. Avvisalo che tra dieci minuti sarò da lui.»
«Ricevuto, Eroe.»
In pochi secondi scese dal letto, cercando qualcosa da indossare fra i pochi abiti che possedeva, optando, alla fine, per la sua solita casacca. Si immaginò subito di cosa volesse parlare Kenma: l'imminente attacco al castello di Seijoh.

Come previsto, dieci minuti dopo stava già bussando alla stanza del mago.
Una voce bassa arrivò dall'altra parte della porta. «Avanti!»
Hinata oltrepassò l'entrata e chiuse la pesante lastra di legno dietro di sé. «Guaritore, mi avete fatto chiamare?» quel tono colloquiale era necessario solo perché nella stanza era presente anche Kageyama, infatti – dopo il fugace bacio nel bosco di Nekoma – entrambi avevano smesso di parlarsi rispettosamente.
Kenma alzò lo sguardo dalla mappa. «Sì, Eroe... Kageyama, puoi andare. Mi raccomando, che i rifornimenti siano disponibili entro dopodomani, altrimenti i soldati non avranno più nulla da mangiare e il Re Demone si troverà a combattere contro un'armata di affamati, o peggio... contro nessuno.»
«Certo, Guaritore... Eroe.» inchinò leggermente il capo e entrambi risposero con il medesimo cenno della testa, mentre l'arciere sgattaiolava fuori dalla porta.

Il volto del mago si rilassò. «Ciao, Shouyou.» il tono era caldo e affettuoso. I suoi occhi dorati cercarono immediatamente quelli ambrati di lui. «Scusami se ti ho fatto svegliare così presto, ma è una questione... personale, ecco. Mi chiedevo... se avessi un po' di tempo per... me.» distolse lo sguardo, puntandolo verso il pavimento di pietra.
Il viso candido, era arrivato ad un'accesa sfumatura di rosso.
L'Eroe avanzò verso di lui, sollevandogli il mento e costringendolo a guardarlo in faccia. «Ho sempre tempo per te, Kenma, dovresti saperlo.»
Il biondo accennò un timido sorriso. «Voglio portarti in un posto speciale, che conosco solo io... e un'altra persona che ormai non fa più parte della mia vita... e voglio condividerlo con te.»

L'attenzione di Shouyou fu totalmente catturata da quella proposta e non se lo fece ripetere due volte. «Mi piacerebbe. Dove si trova questo posto? Devo portare qualcosa con me? Quanto ci vuole ad arrivarci?» chiese entusiasta.
«Fammi pensare... beh, il luogo non è molto lontano da Nekoma... penso che da Karasuno, con due cavalli, ci metteremo poco più di tre ore.»
L'Eroe corrugò la fronte. Era davvero curioso di sapere dove voleva portarlo. Kenma lo guardò da dietro i suoi capelli biondi. «Se per te va bene, direi di trovarci tra mezz'ora, nel cortile superiore.»
Hinata sorrise. «Fai come se fossi già lì.»
Kenma era chiaramente teso, ma la risposta di Shouyou spezzò l'agitazione palpabile sul suo viso, dando spazio alla felicità.

Come promesso, esattamente trenta minuti dopo erano pronti a partire: il giovane Eroe sul suo destriero nero mentre il mago sul suo delicato cavallo bianco.
«Andremo verso est. Sei pronto?» Kenma sorrise e guardò Hinata dolcemente.
«Sono nato pronto!»
Si raccontarono tante cose: il mago di come fosse cresciuto dopo la scoperta della magia, delle sue avventure nella torre di Nekoma; il piccolo Eroe parlò di sua sorella Natsu, della sua inettitudine e di come aveva imparato a maneggiare la spada, grazie all'aiuto di Kageyama.

Il viaggio durò, come previsto, tre ore. La temperatura era piacevolmente mite e il leggero e tiepido vento accarezzava i volti di entrambi delicatamente, insidiandosi fra le ciocche di capelli.
«Eccoci.» esclamò il mago fermandosi e scendendo dal suo affidabile destriero con agilità. Legarono gli animali a una staccionata di legno, lasciandoli liberi di ruminare. «Andiamo?» si voltò verso Shouyou, e gli sorrise.
L'Eroe si lasciò timidamente guidare su un ponticello di legno scricchiolante, vecchio chissà di quanti anni, se non secoli, circondato da una leggera nebbiolina.
Camminarono vicini, fino a raggiungere un piccolo molo. La foschia si era diradata, lasciando intravedere una cascata e un piccolo laghetto nel quale si riversava.

Il mago si fermò, voltandosi verso l'Eroe. «Siamo arrivati... questo è il posto in cui venivo sempre per pensare, prima di diventare il consigliere del Re Nekomata. Ero isolato da tutto e da tutti... solo io e i miei pensieri. L'ultima volta che ci sono stato, ero con Kuro... prima che il Re Demone gli offrisse i suoi poteri e lui distruggesse la torre dei maghi di Nekoma...» sospirò. «Volevo portarti qui per aiutarti a distrarti, solo per qualche ora. Spero non ti dispiaccia.»
Shouyou si scostò un ciuffo color arancioni dal viso, nei suoi occhi c'era gratitudine e felicità. «Kenma, è fantastico. Tu sei fantastico e io non so come ringraziarti.»
Kenma nascose le guance rosse dietro i capelli biondi. «C'è un'altra cosa che amo di questo posto: il suono che produce l'acqua della cascata... è talmente rilassante da farti dimenticare ogni cosa!»

«Ti andrebbe di fare un bagno?» chiese Shouyou, portandosi le mani sui fianchi e fissando il centro di quella meravigliosa pozza cristallina.
«Un bagno? Tu... vorresti fare un bagno? Con... con me?»
Hinata sapeva che il mago stava combattendo contro sé stesso. «Se va contro la tua volontà, sappi che non devi accettare per forza.»
«No... cioè sì. Sì, mi andrebbe.» Kenma lo guardò, sentendo le guance avvampare. «Per quanto ne sappiamo, domani il Re Demone potrebbe decidere di farci sparire tutti dalla faccia della terra... direi di sfruttare l'occasione, per poter fare ancora il bagno in questo posto, un'ultima volta.» il suo sorriso era sincero, così come la gioia che gli si leggeva negli occhi.

Shouyou si girò, dandogli le spalle e cominciando a togliersi il mantello bianco che indossava, appendendolo ad un ramo di un albero. Tolse anche la casacca di velluto, liberando la sua pelle nivea sotto i raggi del sole e, mentre le guance di Kenma diventavano man mano più rosse, Hinata proseguì, sfilandosi gli stivali e i pantaloni.
Una volta nudo, si voltò verso il mago e lo guardò confuso. «Sei sicuro di stare bene?» chiese ingenuamente. «Hai le guance rosse. Non avrai mica la febbre?»
«N-no...» rispose con voce roca. «No, sto benissimo.»
L'Eroe sorrise. «Bene. Adesso è il tuo turno, io ti aspetto in acqua.»
Kenma era paralizzato, ma prese un bel respiro e si tolse la veste bianca decorata da orli dorati, appendendola all'albero. La stessa sorte toccò ai pantaloni e agli stivali.
Il mago tolse tutto meticolosamente, rimanendo anch'egli senza vestiti e, prendendo un altro respiro, seguì Hinata nel piccolo laghetto.

Si avvicinò lentamente a lui e lo abbracciò da dietro. «Ciao Shouyou...» la sua voce era profonda, sensuale, sicura. Sembrava quasi una piacevole carezza che toccava il cuore.
L'Eroe si voltò, rimanendo colpito dalla bellezza che si trovava davanti.

I capelli biondi si dividevano in ciocche umide sulla sua fronte, il viso era estremamente rilassato. E gli occhi... i suoi occhi brillavano come oro liquido, mentre alcune gocce d'acqua scendevano lente, lungo il suo corpo.
Piegò la testa di lato e, sorridendo, guardò Hinata, confuso. «Stai bene? Adesso sei tu quello rosso.»
Shouyou riprese fiato.
Mai, in quindici anni di vita, gli era capitato di provare una cosa del genere. Un calore da dentro, che si propagava per tutto il corpo, fino al cervello. «S-sì... sto bene. E' solo che... sei solo dannatamente eccitante, Kenma.»

Per una volta, il mago sconfisse la timidezza e baciò, in maniera frettolosa – quasi adolescenziale – l'Eroe.
Le labbra umide di entrambi, morbide e tiepide, si cercavano, si aggrappavano l'una all'altra, disperatamente.
Istintivamente, le mani di Kenma si intrecciarono ai capelli color del tramonto di Hinata.
Si fece tutto più veloce, più forte. L'acqua diventò calda, i corpi iniziarono a sfiorarsi come per necessità, mentre il suono della cascata copriva il suono dei loro respiri, ma non quello dei battiti.
Entrambi i loro cuori battevano a una velocità incredibile.

Hinata riprese fiato per un secondo, staccandosi dalle labbra del biondo. «Kenma, io...»
Il mago lo zittì con un altro bacio e l'Eroe si strinse a lui, ancora di più. «Non dire una sola parola, Shouyou. Non voglio tornare indietro, se è ciò che stai per chiedere.» arrossì lievemente. «Sappiamo tutti e due cosa succederà oggi e sento così tanto il bisogno di sentirti mio... non voglio lasciarmi combattere ancora dalla mia timidezza.» le parole del Guaritore erano poco più che un lieve sussurro.
«No, io...» annaspò. «Devo dirti una cosa.»
«Ti ascolto.» i suoi occhi erano timorosi, così come la sua voce. «Se desideri che io smetta, lo farò.»
«N-no, Kenma. Voglio arrivare fino in fondo ma devo ammetterti una cosa. I-io... non l'ho mai fatto con nessuno prima d'ora. E... ho paura.»

Il biondo appoggiò le mani sui fianchi del ragazzo e lo fece girare di schiena, cominciando a baciarlo.
La sua bocca accarezzò la pelle nuda dell'Eroe, disegnando una scia umida che partiva dal collo e scendeva sempre più in basso. «Sta tranquillo, allora.»
Hinata si morse il labbro inferiore ed emise un gemito quando il naso del mago arrivò vicino al suo fondoschiena.
A quel punto, Kenma si fermò, e fece girare nuovamente il ragazzo, affinché potesse baciarlo. Prima le loro labbra si sfiorarono, poi si schiusero come fiori in primavera e le lingue iniziarono a cercarsi.
Le gambe di Shouyou, così come le sue braccia, si avvinghiarono attorno al corpo pallido di Kenma, cercando un contatto più profondo possibile.

Il biondo gli morse l'orecchio delicatamente e poi il collo, facendogli emettere un gemito strozzato.
A quel punto, il mago lo prese per mano e lo portò fuori dal lago, stese il mantello di Shouyou per terra e fece sdraiare l'Eroe su di esso. Gli occhi dorati del Guaritore si scontrarono con quelli ambrati dell'Eroe. «Shouyou, sei sicuro?»
«Sicurissimo.»
Le dita affusolate di Kenma, scivolarono silenziosamente dentro di lui, sentendolo ansimare il suo nome mentre l'altra mano rimase ad accarezzare il viso di Hinata.
Il mago baciò dolcemente le labbra del ragazzo e i loro corpi si fusero in uno solo.

Quando Shouyou si fu addormentato, Kenma si alzò dal loro giaciglio e si rivestì, indossando la tunica bianca e afferrando il suo bastone magico. Sospirò, guardando il giovane Eroe che russava, raggomitolato come un bambino e si addentrò nel bosco lì vicino.
Il fruscio della sua veste era l'unico suono in quel silenzio che riempiva la notte; ad ogni passo, l'orlo dorato si inumidiva a causa della rugiada della sera, che bagnava il terreno.
La foschia si era alzata nuovamente e aleggiava attorno a lui, rendendo tutto estremamente magico. La nebbia rendeva difficile visualizzare il percorso, ma quelli erano luoghi che aveva già percorso e i suoi piedi si muovevano da soli, memori di quei tempi passati.

Gli occhi dorati si fermarono in prossimità di una grande quercia dalla corteccia spessa e dal tronco imponente. Sospirò, avvicinandosi e sfiorandolo appena. «Ti è piaciuto lo spettacolo?»
Qualcuno dietro di lui sbuffò un sorriso. «E' stato estremamente divertente, non lo nego.»
A quel punto, Kenma si voltò. Aveva sentito l'aura di Kuroo ancor prima che Hinata si fosse concesso e si era preso quella piccola rivincita, facendolo guardare mentre amava un altro, come il mago oscuro aveva fatto con lui anni prima.

«Non sei cambiato per niente, Kenma.»
La frase colpì profondamente il giovane mago bianco. «Anche tu sei rimasto uguale a un anno fa, Kuro...» nel suo sguardo si leggeva una cosa sola: disprezzo. «Uguale a quando ti ho concesso la grazia di andartene da Nekoma... e di non farti mai più vedere.»
«Uh, così mi ferisci.» si lamentò il moro, portandosi una mano al petto. «Pensavo mi amassi.»
Il minore lo guardò con pacata tranquillità. «Ti amavo... ti ho amato fin quando non hai deciso di distruggere la torre dei maghi... ti ho amato fino a quando non hai deciso di uccidere tutti i nostri compagni. Adesso non so neanche più chi ho davanti, Kuro.»
«Sono sempre io, Kenma.» il moro cercò di avvicinarsi, ma il giovane mago eresse una barriera magica fra di loro.
Tetsurou lo guardò, confuso e spaesato. «Hai paura di me?»

«Non ho paura.» rispose pacato. «Ti ho già concesso troppo a farti avvicinare a me e all'Eroe, senza ucciderti... quindi, ti prego Kuro... non rendere tutto più difficile e vattene.»
«Kenma... ti prego.» il viso era piegato in un'espressione profondamente ferita.
«Ho detto: VATTENE.» il Guaritore si voltò e, tenendo eretta la barriera, si allontanò dal mago oscuro. «Troverò il modo di salvarti, Kuro... fosse anche l'ultima cosa che faccio.»
Tetsurou si inginocchiò, guardando la schiena del giovane mago con i suoi occhi rossi.
«Kenma...» provò a chiamarlo, ma il biondo era già lontano.

All'alba, l'Eroe, si svegliò e trovò una lettera vicino al giaciglio improvvisato con il suo mantello.
Mio caro Shouyou,
Non ci sono parole per dirti quanto ti sono grato di essere stato al mio fianco, ma ora devo compiere il mio destino.

Mi dispiace che sia andata a finire così, ma sono occupato in una ricerca personale al momento e devo riuscire a salvare una persona a me molto cara.
Sei stato un amico fedele e un amante dolce e passionale, ma è meglio chiuderla qui. Per entrambi.

Avevi promesso che mi avresti aiutato a uccidere Kuro e so che saresti disposto a batterti con lui per me, ma non voglio che ciò accada.
Nonostante questo, entrambi abbiamo la nostra strada da seguire, e fino a quando non sarò riuscito a compiere la mia missione, non mi farò più vedere né sentire.

Ti ho già causato troppi guai e non ho intenzione di procurartene altri.
Non ti chiedo di perdonarmi, ma spero capirai.
Tuo,
Kenma.
   
 
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