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Autore: Cinzia N Spurce    22/06/2016    2 recensioni
[Raccolta partecipante alla challenge "10 passi della tua OTP" indetta da BuckyBear sul cosmic ocean e sul forum di EFP]
1- Chi cazzo è, quel Gallagher, per poterlo guardare con quegli occhi?
2- Ian lo guarda ancora negli occhi con la stessa intensità.
3- «Voglio cominciare dall'inizio, Mickey» «Noi abbiamo sempre cominciato dalla fine»
4- L'ultimo bacio della sua vita lo ha dato a sua madre prima che morisse.
5- Gli sta stringendo una mano per dirgli tutte quelle parole che probabilmente Mickey non saprà dire mai.
6- Ian lo stringe come se Mickey lo ancorasse al mondo.
7- Lo senti quanto male mi hai fatto? Sembra volergli urlare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa raccolta partecipa alla challenge “Dieci passi della tua OTP” indetta sul cosmic ocean e sul forum di EFP da BuckyBear. La challenge riguarda un OTP e dieci punti salienti della loro relazione. Io ho scelto, ovviamente, la Gallavich. La storia dovrebbe essere postata una volta a settimana, salvo cambiamenti; delle dieci tracce proposte ne ho pronte otto, quindi non dovrei avere problemi a mantenere la puntualità, ma avendo comunque un’indole da procrastinatrice seriale non mi stupirei di nulla. Avverto che ci potrebbero ssere nelle successive shot degli spoiler sulla sesta stagione. A dopo.
 

Primo incontro


La prima volta che Mickey nota quel ragazzino tutto lentiggini e sorrisi timidi ha tredici anni e una sospensione per rissa, mentre quello segue il fratello più grande in giro per il campetto.
Gallagher.
Sputa a terra e prende la palla da baseball in mano per lanciarla a Iggy, mentre quel ragazzetto dai capelli rossi comincia a ridere seguito a ruota da suo fratello. Lip, il genietto di ‘sto cazzo, pensa infastidito.
I Gallagher gli danno fastidio, perché loro sono quello che i Milkovich non saranno mai: uniti.
La vede, la più grande, che segue a ruota i piccoli che strillano, e la complicità che lega Lip e quel ragazzetto dai capelli rossi che – Cristo Santo – gli viene voglia di pestarlo solo per il gusto di togliergli quel sorriso infantile dalla faccia. 
Che cazzo avrà, poi, da ridere, proprio non lo riesce a capire, sono nel buco del culo del mondo, mica in un parco divertimenti. 
Mentre continua a giocare con Iggy cerca di escludere quella vocetta acuta e quella risata squillante che gli tormentano le orecchie in maniera così fastidiosa. Come sia venuto fuori un simile soggetto, in quella merda che è il South Side, proprio Mickey non se lo spiega. Quell’ammasso di capelli rossi, pelle pallida e lentiggini delicate non ha niente a che vedere con la durezza di quel quartiere in cui hanno avuto la sfiga di nascere, quel ragazzino creperà prima di arrivare all’adolescenza, pensa.
Mentre la pallina gli sfugge dalla presa e Mickey impreca, perché si incazza ogni dannata volta qualcosa non va come lui vorrebbe, vede di sfuggita un braccio afferrare la pallina e il ragazzino avvicinarsi.
Vuole ammazzarlo, Mickey. 
Cosa lo spinge a detestarlo così tanto non lo sa: forse è l’insieme di tutte le cose che i Gallagher rappresentano per lui che una famiglia non si ricorda nemmeno come dovrebbe essere, forse è l’innocenza negli occhi di quel bambino che gli sembra un sacrilegio in quel luogo che li ha trasformati tutti in potenziali criminali da quattro soldi, forse è il fatto che quell’innocenza vorrebbe togliergliela a suon di pugni, che quell’ingenuità vorrebbe strappargliela via dalla pelle, perché nemmeno la sua Mandy lo è più, ingenua.
Prima che quel piccoletto riesca a tendere il braccio lui sputa con rabbia: «Dammi quella cazzo di pallina, Gallagher». Ian gliela porge, in un gesto che ha il sapore della gentilezza e dell’educazione che un tipo come Gallagher non dovrebbe nemmeno conoscere. 
Gliela strappa via dalle mani, quella pallina, e vede gli occhi verdi di quel moccioso fissi su di lui, privi di qualsiasi esitazione. Ha paura, questo sì, ma il suo braccio resta teso in un chiaro segno di sfida che Mickey proprio non riesce a sopportare. 
Chi cazzo è, quel Gallagher, per poterlo guardare con quegli occhi?
Lo spinge a terra, allora. Perché Mickey la gentilezza non sa più che faccia abbia e lo vede comunque continuare a guardarlo, adesso con gli occhi aggrottati dal fastidio.
Tutto fa, quel maledetto ragazzino, tranne che mostrargli la paura. È per questo che lo detesta, perché Mickey non sa più chi cazzo è se non riesce a mettere paura agli altri.
E allora si volta e se ne va, lo lascia a terra quel bambino dai capelli rossi mentre gli bruciano quegli occhi verdi sulle spalle, gliela incendiano la schiena, di un’umiliazione che ha percepito solo lui, ma che non riuscirà a dimenticare.
Fottuto Gallagher.
 

Note 2.0: Dunque, la shot è una pre-serie che racconta del primo incontro tra Mickey e Ian, essendo la natura del loro rapporto la cosa che mi ha entusiasmato più di tutto, ho cercato di mantenere i personaggi più IC possibili, spero di esserci riuscita, ragion per cui non ho immaginato un incontro rose e fiori. 
Il titolo della raccolta è un verso della canzone Resistance, dei Muse. 
A presto, Cinzia N.
   
 
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