Libri > Fiabe
Ricorda la storia  |       
Autore: tixit    22/06/2016    4 recensioni
Una famiglia in fuga, due bambini che non riescono a prendere sonno e chiedono che gli venga raccontata una storia, quella di Rosa Bianca e Rosa Rossa, appunto
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1. Rosa Rossa

“Ci racconti una favola per piacere?” disse il primo bambino, un soldo di cacio biondo, con gli occhi verdi ed un sorriso fiducioso sul visetto stanco.

“Si, zia ti prego!” aggiunse il secondo bambino tutto serio, abbracciando il cuscino e sgranando un paio di incredibili occhioni blu che contrastavano con il nero lucido dei capelli.

“Passerotti, dovete stare buoni buoni e quieti…" disse la donna, con voce da cospiratrice. Era seduta su una sedia, accanto ai due pagliericci dei bimbi, e aveva l'aria apparentemente serena. Solo una ruga di espressione tra gli occhi tradiva un'ombra di inquietudine. "Se nessuno ci sente e ci vede, "aggiunse, "e se domani mattina presto riusciamo a prendere la nave con la giusta marea, passando inosservati, a sera saremo a casa, in Inghilterra. Sani e salvi.”

“L’Inghilterra non è casa nostra...” obiettò il bambino moro, riflessivo e, sotto sotto, non molto convinto.

“Lo so, ma è casa mia da tanto tempo... vi piacerà, vedrete. E’ un pochino più fredda di dove abitavate, ma ci sono giardini splendidi ed estati più clementi: tutto resta verde molto più a lungo...”

“E la mamma?” insistette il bambino moro, che, in quanto il maggiore tra i due, si sentiva sempre il più responsabile.

“La mamma è di là che cerca di dormire: è stata dura per lei lasciare tutto alle spalle. Per fortuna che c’è il vostro papà con lei, che la sostiene con il suo amore. In un certo senso la mamma era tra quelli che hanno dato inizio a... al cambiamento, sapete?“ li guardò incerta - questo non era un buon discorso per dei bambini in fuga, forse era meglio soprassedere...

“La Rivoluzione?” chiese il bambino biondo, tutto sussiegoso, sentendosi importante perché conosceva una parola con più di tre sillabe.

“Si passerotti, la mamma c’era quando cominciò tutto," la donna fece un sorriso tirato, "ma non pensava che poi sarebbe andata come è andata: la mamma, vedete, è molto buona ed idealista e crede sempre che tutti siano come lei, mossi da alti ideali e non dalla cattiveria, dall’invidia, e dall’egoismo Voleva solo che quello che è successo fosse la fine di tante ingiustizie…"

“E invece?” chiese il bambino moro perplesso.

“E invece... non si dovrebbe mai lasciare che chi vive di ideali giochi con gli acciarini," sospirò con una certa amarezza, "ma ne parleremo in Inghilterra: qui non è prudente.” concluse la donna ravviandosi i capelli, con un gesto stanco.

“Ho visto la mamma piangere di nascosto...” mormorò il bambino moro piantandole i suoi occhi azzurri dritti in viso e non demordendo.

“Sono morti dei suoi amici, da una parte e dall’altra della barricata,” la giovane donna cercò di essere sincera, “anche una sua vecchissima amica... si salvarono la vita varie volte a vicenda da ragazze.” Qualcuno un giorno vi racconterà tante cose, piccoli, pensò, ma per ora accontentiamoci che la notte passi in fretta.

“La mamma non la salvò, l’ultima volta?” chiesi il bambino biondo sgranando i suoi occhioni, stupito.

“Tentò, ma la sua amica non le diede retta… e comunque nessuno può sapere cosa sarebbe stato… inutile tormentarsi il cuore.” Solo che la vostra mamma non se lo perdona, per cui non vedo l’ora che siamo al sicuro tutti quanti.

“E ora?”

“E ora stiamo tutti andando via per un inizio nuovo,” la donna sorrise, con aria complice, “è come una avventura, di quelle che vi piacciono tanto!”

“Ma tu vivi già in Inghilterra…” obiettò il bambino moro.


“Si, per fortuna si… sarà più facile, così, aiutarvi: troveremo un istitutore per la lingua e poi una buona scuola… i ragazzi inglesi, vanno ad Oxford o ad Eton, c’è pure un posto che si chiama Rugby… ci informeremo bene su cosa sia meglio per voi... ci sono bambini che vengono iscritti appena nati... ma un posticino lo troveremo di sicuro. E intanto, in men che non si dica, imparerete…”

“Tu dici?” il bambino moro, non sembrava convinto.

“Io dico, piccoli.” disse la donna, a bassa voce con un sorriso sicuro.

“Ci racconti una favola?” il bambino biondo ripartì alla carica.

“Non me ne ricordo tante e tendo a confonderle, lo sapete…”

“L’altra volta hai fatto scappare via Cenerentola su una scopa, per andare ad aprire un caffé con la matrigna di Biancaneve…” disse il piccoletto spalancando gli occhi verdi.

“Lo so, per cui… non me lo chiedete. Con me queste cose non vengono tanto bene... forse con lo zio?” suggerì.

“Ma fu tanto divertente…” insistette il bambino moro, con un sorriso incoraggiante “tutti sanno raccontare Cenerentola che perde la scarpetta, sai? Ma nessuno la racconta come te.”

“Se lo dite voi, passerotti…”

“Conosci la favola di Rosa Rossa e Rosa bianca?” chiese il bambino biondo, speranzoso.

“Molto vagamente, credo sia tedesca…”

“Prova, ti prego!”

La giovane donna scosse la testa, ma poi pensò che se si fossero addormentati sarebbe stato meglio per tutti, e magari una favola era più divertente che stare ad almanaccare tutti quei se - se si erano divisi correttamente, se qualcuno li avesse fermati, interrogati, se i documenti non fossero sembrati in ordine, se qualcuno li avesse riconosciuti... così corrugò la fronte e cercò di ricordare i dettagli di una vecchia favola...

"C’erano una volta due sorelle che abitavano nella stessa casa in mezzo al bosco e si volevano molto bene. Una si chiamava Rosa Bianca ed era bellissima e molto delicata: era sensibile, riservata e molto orgogliosa ed era la gioia del suo papà. Aveva i capelli biondi come il grano maturo sotto il sole dell’estate e gli occhi azzurri come zaffiri ed altrettanto splendenti. Era una ragazza seria e studiosa ed anche molto obbediente.

L’altra si chiamava Rosa Rossa ed era… beh Rosa Rossa era carina, non era bellissima, era adattabile, era allegra e le piaceva chiacchierare. Aveva i capelli del colore della brace nel camino quando viene l’inverno. E non era molto obbediente, temo.”

“Erano invidiose una dell’altra?”

“No, tesori, assolutamente no!” la donna sorrise.

“E andavano sempre d’accordo?”

“Mi piacerebbe molto dire di sì, ma sarebbe una bugia: ogni tanto litigavano e si tenevano il broncio, però poi facevano sempre la pace.”

“E poi un giorno udirono bussare.” taglio cortò il bambino biondo, che trovava molto noiose le domande di suo fratello. certo che due sorelle a volte sono gelose e a volte litigano! Non lo sapeva da solo, lui che faceva così tanto il grande?

“Si... udirono bussare ed era... un cacciatore!”

“Ma no!” disse il bambino moro scandalizzato.

“No?”

“No.” il bambino era serio e molto sicuro di questo fatto, anche se gli spiaceva dare torto a sua zia.

“No zia no! Era un or…” la aiutò il bimbo biondo, con un sorriso.

“Un orco! Un terribile orco tutto verde con gli occhi rossi come il fuoco!” disse la donna facendo una voce roca.

“Nooo!” rise il bimbo biondo mentre quello moro sorrise.

“E avete ragione… se fosse arrivato un orco la favola sarebbe finita subito… Era un orso, bambini! Rosa Rossa gli aprì la porta per prima e l’Orso le fu subito simpatico, per cui chiese alla mamma se poteva farlo accomodare davanti al fuoco visto che fuori faceva freddo.”

“Non aveva paura?” chiese il bambino biondo sgranando gli occhi.

“No, per niente... e poi l’orso era gentile e sapeva tante cose: era un orso studioso, a volte pedante, ma pieno di cose da raccontare… ed era così serio e compito… anche se poi saltò fuori nel tempo che era un orso che andava a ballare e aveva tante amiche orsacchiotte... per cui Rosa Rossa giocò con lui e cercò di presentarlo a sua sorella.”

“Anche a Rosa Bianca piaceva l’Orso?”

“All’inizio non tanto, ma poi piano piano lo conobbe e lo apprezzò pure lei. L’Orso era un perfezionista, come Rosa Bianca, e avevano alcune cose in comune, quei due, per cui con il tempo si avvicinarono. E poi l'Orso, come tutti gli orsi, era molto goloso di miele per cui trovava i capelli biondi di Rosa Bianca davvero irresistibili - avrebbe potuto restare per ore a guardarli alla luce delle fiamme nel caminetto!”

“Ma l’orso non era un orso!” disse con fare misterioso il bambino biondo.

“Ma non devi rovinare la favola!” si lamentò il bambino bruno, che sperava che la zia non si ricordasse così bene tutta la storia ed inventasse qualche cosa di diverso.

“No, piccolo, hai ragione, l’Orso era un Principe, colpito da un maleficio, e, quando furono più grandi, le due sorelle, insieme, sconfissero chi lo aveva lanciato, ma non mi ricordo bene come. C’entrava un nano, mi pare…” la giovane donna cercò di ricordare, perplessa, che cosa succedeva in quella storia con il nano... ma era un nano poi?

“La favola non lo dice chiaramente!” concesse il bambino moro.

“Perfetto,” la donna fece una risata leggera, “per cui le due, insieme, sconfissero il nano, gli punsero il sedere con un fioretto che avevano in casa, e l’Orso si mostrò per il Principe che in realtà era…”

“Era bello?”

“Molto.” la donna annuì convinta, “Era stato bello come Orso, ed era davvero molto bello come Principe: portava i capelli lunghi e castani, con dei riflessi dorati, come le foglie del bosco a principio d'autunno... proprio come la pelliccia dell’Orso… faceva la sua figura diciamo!” la donna sorrise, con un sorriso caldo e gentile.

“E l’Orso si innamorò di una di loro!” esclamò il bambino biondo, mentre quello moro alzò i suoi occhi blu al cielo, esasperato - ma basta con queste anticipazioni!

“Si, si innamorò perdutamente di Rosa Bianca. Perché era perfetta, proprio come lui. Tutti e due erano seri, riservati, molto educati e ritenevano importanti le stesse cose.”

“E Rosa Rossa non era gelosa?” chiese il bambino moro, preoccupato.

“Un pochino,” la donna era esitante, “all’inizio si un pochino, anzi, a dirla tutta, le si spezzò il suo cuoricino e pianse tanto, ma solo quando nessuno la guardava…”

Il bambino biondo fece una faccia triste triste.

“Ma questo all’inizio… solo all’inizio eh!“ riprese la donna, “Rosa Rossa, all'inizio, pensò che il mondo non era giusto: era stata lei ad avere visto l’Orso per prima ed avergli aperto la porta. Di solito chi trova tiene, si dice, ed era lei che lo aveva trovato, l'Orso, era lei che lo aveva accolto, lo aveva cercato in seguito ed era lei che lo aveva presentato a sua sorella... avrebbe dovuto essere suo!”

“Ma c’era un Orso solo e le sorelle erano due!” obietto il bambino moro, tutto serio, “non c’era una soluzione…”

“Appunto, non se lo potevano dividere... per cui l’Orso aveva scelto secondo il suo cuore e non era colpa di nessuno. Rosa Rossa sapeva molto bene di non potercela avere con l’Orso e nemmeno con Rosa Bianca: questa non era una cosa in cui si poteva fare a metà o a turno o trovare un compromesso. L'Orso aveva scelto ed era giusto così.”

“E così l’orso sposò Rosa Bianca!” esclamò il bambino biondo con un sorriso soddisfatto.

“No.” disse la giovane donna accarezzandogli i capelli.

“Come no?” esclamò il bambino biondo, sgranando gli occhi, arrabbiato, mentre il bambino moro tratteneva una risata.

“No… non andò così. Vedete, Rosa Bianca non gli disse di sì perché, mentre lo baciava, si accorse che c’era un altro nel suo cuore, un ragazzo che viveva in casa con le due sorelle e che amava Rosa Bianca in segreto, con tutto se stesso.”

“E lasciò il Principe Orso?” il bambino biondo era perplesso.

“Si,” rispose la donna con tenerezza “Rosa Bianca ebbe molto coraggio perché tutti sarebbero stati contenti di vederla sposata con l'Orso, soprattutto suo padre, che lei adorava e che l'adorava. Mentre nessuno si aspettava che le piacesse il servitore che era un bravo giovane, ma povero. Per cui da parte di Rosa Bianca ci volle molto coraggio per dire di no al Principe Orso, fu una decisione incredibile... e Rosa Bianca obbediva sempre... aveva un senso del dovere molto spiccato e pure dell'onore e del giusto e dell'ingiusto. Ci volle tanta tanta forza perché Rosa Bianca decidesse di fare a modo suo."

I bambini annuirono, poi il bambino moro chiese "Come lo lasciò?"

"Disse al principe Orso che le dispiaceva proprio tanto, ma che lei, in realtà, amava quel giovane silenzioso, che la guardava con i suoi bellissimi occhi verdi dello stesso colore dei cespugli del bosco. Lui vegliava sempre su Rosa Bianca, fin da quando era solo una bambina, ancora prima dell'Orso, e l’amava di un amore così puro e disinteressato… era solo un servitore e non aveva mai chiesto nulla a Rosa Bianca. Non le avrebbe chiesto nulla nemmeno stavolta..."

“Non si mise a piangere?” chiese il bambino biondo perplesso. “Il giovane, intendo... Io lo avrei fatto, sarei andato da Rosa Bianca e avrei pianto e l’avrei implorata di non sposare l’Orso...”

“L’ avrebbe fatto di sicuro anche quel giovane, ma non fu necessario,“ la giovane donna sorrise, con gli occhi che le brillavano “Perché fu Rosa Bianca, sempre così riservata, che un giorno lo portò in una radura e gli confessò tutto il suo amore sperando tanto che lui le dicesse la stessa cosa. Ci volle tanto coraggio anche in quello perchè Rosa Bianca non aveva idea della risposta del giovane.”

“Non sapeva che il giovane la amava?” chiese il bambino moro, non tanto convinto.

“Non era sicura: lui la amava da sempre, ma non glielo diceva mai, c’erano stati piccoli indizi ed un bacio, una sera, dopo una festa, mentre lui la riportava a casa in braccio, semiaddormentata, ma lui non osava chiederle nulla e lei non era certa che lui avrebbe detto di sì. Anche lui aveva le sue idee su cosa era giusto ed ingiusto e pensava di non essere abbastanza per Rosa Bianca; lui sarebbe stato felice anche solo di guardarla ogni giorno, senza che lei ricambiasse lo sguardo...”

“E poi che successe?”

“Si! che successe dopo?”

“Che parlarono tutta la sera nella radura, e si diedero tanti baci e si dissero tante parole d’amore, ripercorrendo ogni momento passato insieme in cui si erano amati tanto, ma senza saperlo...”

“Sblah!” fece il bambino biondo, “I baci… che schifezza!”

“A Rosa Bianca invece piacevano molto,” disse la donna con un sorriso accarezzando i capelli biondi del piccolo, “e qualche giorno dopo si sposarono in una chiesetta nel bosco, piccolissima, con una facciata che sembrava un triangolo di pietra...”

“C’era anche Rosa Rossa?”

“Certo, e reggeva lo strascico tutta soddisfatta!”

“E’ bellissima questa storia…” disse il bambino moro, serio serio, “e fu allora che l’Orso chiese in sposa Rosa Rossa?”

“Ma certo che no!” la zia rise divertita, “Rosa Rossa non voleva essere la seconda scelta dell’Orso e l’Orso era molto buono e sapeva che Rosa Rossa era stata sempre una buona amica per lui: non l’avrebbe mai insultata sposandola senza il Vero Amore!”

“Ne sei certa zia?” chiese il bambino biondo, “magari c’era un pochino di Vero Amore anche per Rosa Rossa…”

“Penso proprio di sì, e questo era quello che pensava Rosa Rossa” disse la donna, seria, "si trattava solo di cercarlo ben bene e il Vero Amore di Rosa Rossa sarebbe saltato fuori!“

“Ma non poteva cercarlo con l’Orso?” chiese il bambino moro, cercando di darle un suggerimento, “magari anche l’Orso e Rosa Rossa si erano amati tanto senza saperlo…”

“Quei due si erano voluti molto bene, sapendolo, ma il Vero Amore era un’altra cosa, e l’Orso lo aveva provato solo per Rosa Bianca…” spiegò la zia con voce seria, “Rosa Rossa si spiacque tanto per l’Orso che soffriva così tanto per Rosa Bianca e gli promise che lo avrebbe dimenticato come amore non corrisposto, per ritrovarlo nel suo cuore come il suo più caro e vecchio amico, e che, non appena avesse dimenticato, sarebbe tornata dall’Orso e l’Orso avrebbe avuto sempre un posto nella casa di Rosa Rossa, sia che si fosse sposato sia che non si fosse sposato, e il posto sarebbe stato quello d’onore...”

“Ma Rosa Rossa così era sola!” gemette il bambino biondo.

“E allora passerotti? Tutti si è soli prima o poi.”

“Ma se era sola… perché non stare con l’Orso?” disse il bambino moro, scettico. "forse l'Orso si sarebbe accontentato di Rosa Rossa, ora che Rosa Bianca aveva sposato un altro... magari non glielo avrebbe detto, non così... ma, a volte, le cose che all'inizio ti piacciono meno, finisce che poi non puoi farne a meno..."

“La solitudine non era un motivo sufficiente per Rosa Rossa, che pensava che non sarebbe stato giusto, né per lei e nemmeno per l’Orso.”

“Perché?” chiese il bambino moro, interessato.

“Perché se l’Orso aveva scelto Rosa Bianca era perché amava la perfezione e la quiete e Rosa Bianca era perfetta e riservata ed anche molto elegante. Una creatura da amare e anche da ammirare… Non dimenticate che l'Orso era un Principe! Lui avrebbe dovuto avere accanto una vera Principessa, una sposa perfetta, regale, che tutti ammirassero... una giovane donna intelligente e sensibile, che amasse tanto il suo Principe e che lo rendesse orgoglioso di lei. L’Orso non sarebbe stato mai felice con Rosa Rossa che era imperfetta e chiacchierina.”

“E’ triste però!” disse il bambino moro, non del tutto convinto.

“E perché mai?” la donna sorrise, “fu così che Rosa Rossa partì per un viaggio, salutò l’Orso con tanto affetto, abbracciandolo stretto stretto e andò in cerca del suo sorriso che aveva smarrito…”

“E lo ritrovò il sorriso?” chiese preoccupato il bambino biondo.

“Certo, e mentre lo cercava, vide un sacco di posti bellissimi e tante persone strane ed interessanti… e un giorno incontrò il fratello dell’Orso, un giovane Principe anche lui, solo meno famoso e molto meno studioso.”

“E bello? Era bello come l’Orso?”

“Oh no!” la donna trattenne una risata, “Bello come l’Orso era molto difficile, ma anche il Principe Ranocchio non era niente male…”

“Che tipo era?” chiese il bambino moro

“Un fetente!” esclamò la donna ed i due ragazzini risero.

“Era buono,” riprese la giovane, “buono come il pane, con un cuore enorme, ma ogni tanto combinava qualche guaio. E così lui e Rosa Rossa, insieme, cercarono di imparare ad essere più bravi e più pazienti e un po’ meno sciocchi.”

“E ci riuscirono?”

“Un pochino si, non smisero mai di tentare. E si aiutavano sempre…”

“E il fratello dell’Orso sapeva che Rosa Rossa era stata innamorata dell’Orso?”

“Certo! Rosa Rossa gli aveva raccontato tutto!”

“E il Principe Ranocchio era stato geloso?”

“Certo che no! Voleva molto bene a suo fratello e sapeva che all’Orso non importava nulla di Rosa Rossa, almeno... nulla in quel senso…”

“Ma Rosa Rossa lo amò più dell’Orso?” chiese il bambino moro, curioso.

“E certo! Per forza… l’amore è come una piantina che cresce rigogliosa se è curata. Forse la piantina che Rosa Rossa avrebbe dedicato all’Orso avrebbe potuto essere molto più grande e forse no, non lo sapremo mai… ma il Principe Scapestrato curò tanto la piantina di Rosa Rossa e Rosa Rossa si prese tanta cura di quella del suo amato che la pianta crebbe forte e bella.”

“E l’Orso?”

“L’Orso era ospite di Rosa Rossa e del fratello ogni volta che lo desiderava, e lo sarebbe stato sempre: Rosa Rossa gli aveva voluto bene da quando aveva aperto quella porta per prima e non avrebbe mai smesso di volergliene.”

“Era il suo migliore amico?”

“No, era il suo secondo migliore amico… il suo migliore amico era l’uomo che amava.”

Poi la donna si chinò a baciare i bambini sulla fronte.

In quel momento un uomo appoggiato alla porta richiamò la loro attenzione con un colpettino di tosse.

“Da quanto sei lì?”

“Da tanto… bella storia… ma non credo che il Principe Scapestrato fosse poi tanto meno bello del Principe Orso, sai?” delicatamente cinse la donna per la vita attirandola a sé “In fondo erano fratelli ed il fascino era una prerogativa di famiglia…”

“Eh si, hai ragione, quei due avevano un mare di fascino!” disse la donna ridendo "A mucchi e a sacchi!".

“Conosci anche tu questa storia?” chiese interessato il bambino moro.

“Un pochino, più che altro so alcune cose del Principe Scapestrato…” e sorrise con aria ribalda, mentre la giovane donna gli tirava i capelli, scherzando.

“E allora zio, racconta, ti prego!” disse il bambino biondo con aria supplichevole.

“Si, zio, racconta dai!”

“Si zio racconta, “ lo prese in giro la donna con un sorriso, “dai il cambio alla zia che va a dormire un pochino nell’altra stanza...”

“Vai vai…” disse l’uomo, dandole un bacio sul naso.

Poi si sedette sulla sedia che era stata occupata dalla donna e disse “Dunque ragazzi, esattamente cosa volete sapere?”






Nota finale: questa storia poteva essere un what if di un what if di una storia nel fandom di Lady Oscar, con dentro dei personaggi originali, ma... sta meglio come storia a se stante!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fiabe / Vai alla pagina dell'autore: tixit