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Autore: OneEyed_Eli    23/06/2016    1 recensioni
{Crack pairing} {Eri x Tsubasa} {accenni di Nozomi x Eri}
Negli ultimi due anni, Tsubasa ed Eri hanno vissuto una relazione amorosa felice e alla luce del sole; entrambe idol professioniste nelle A-Rise, non si aspettavano che in poco tempo, tutto sarebbe andato a catafascio.
Rivedere Nozomi, il primo amore di Eri, era stato un colpo così devastante per quest'ultima, che non ci aveva pensato due volte a ricadere tra le sue braccia, scatenando una furia perversa e mai vista prima nella donna tradita.
Tsubasa era diventata una vera e propria yandere, ed aveva costretto la sua anima gemella a scappare e a nascondersi da lei, se non avesse voluto subire dure torture fisiche e psicologiche.
Ora Eri è tornata.
E' tornata per rompere definitivamente con Tsubasa e le A-Rise.
Come reagirà la nostra piccola yandere?
Genere: Angst, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Eli Ayase, Tsubasa Kira
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Non-con, Tematiche delicate
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           TSUBASA'S MADNESS



 
La giovane russa dai setosi capelli biondi si lasciò accompagnare fino all’inizio del viale, e rassicurata dalla sua dolce metà, scambiò con lei un ultimo bacio. “Andrà tutto bene… ci vediamo fra poco.” La salutò e le fece l’occhiolino, dirigendosi fino alla famigerata destinazione.
E così, la ballerina dai tratti occidentali si fece coraggio, e premette il bottone del citofono di villa Kira.
Tsubasa viveva sola, o meglio, con Eri, da tempo, ormai; oltre che ai guadagni di idol professionista, il suo lavoro di avvocato le fruttava ingenti somme di denaro. Proprio così, Tsubasa a soli ventidue anni era già un affermato avvocato, richiesto in diverse zone di Kyoto. Il suo fascino e la sua brillante intelligenza la portavano sempre a persuadere il giudice e la corte, arrivando a vincere anche le cause più impossibili. Usufruire dei suoi servigi diventava sempre più costoso per la comunità, e per la ragazza mantenersi una villa ed una macchina di lusso (che per la cronaca non usava mai, poiché preferisse la limousine con l’autista), non era un problema. Infatti, negli ultimi due anni aveva donato ad Eri una vita da vera principessa; colazioni a letto, champagne e vasca idromassaggio, massaggiatori, cuochi e camerieri. Eri, ex modella e leader delle A-Rise, aveva sempre cercato di dividere le spese, tuttavia, la sua ormai da due anni fidanzata Tsubasa si faceva convincere difficilmente, e permetteva alla bionda di farlo solo in poche circostanze.
Eri era stata felice ed innamorata, con la castana, nonostante non fosse mai sbocciata una vera e propria passione da parte della bionda nei confronti della partner; non riusciva a concedersi a lei anche con il corpo, ma ciò non importava, poiché fossero legate dal sentimento. Tuttavia, quando appena un mese prima avesse rincontrato il suo primo amore, Eri era andata fuori di testa.
Nozomi era qualcuno di assolutamente fuori dal comune, una ragazza bellissima, pacata e dolce, che aveva lasciato dopo una lunga relazione, per delle incomprensioni, cinque anni prima. Forse, per tutto quel tempo, l’amore verso di lei non era mai stato cancellato del tutto dal cuore di Eri. Rivederla, assieme al resto del suo ex gruppo di idol in procinto di riformarsi, le Muse, era stato un colpo così possente al cuore della biondina, che dopo qualche giorno aveva ceduto, ricadendo tra le braccia della sua ex e perdendosi nella gioia di cantare e ballare con le sue vecchie amiche, purtroppo per loro sotto gli occhi di Tsubasa, la quale insospettita dal comportamento della partner, aveva pedinato quest’ultima.
La signorina Kira, che si era mostrata sempre dolce, disponibile e amabile, al ritorno di Eri alla villa, diventò una furia. Recitò come se fosse una giornata qualunque, e con l’inganno riuscì a legare la bionda e ad infliggerle le peggiori torture che una fidanzata possa dare alla propria metà. Abusò di lei fisicamente, sessualmente e psicologicamente per ore ed ore, finché Eri, priva di emozioni, l’avesse convinta di essere solo sua.
Quando ne ebbe l’occasione, la bionda riuscì a svignarsela con Nozomi, che con pazienza ed amore, era riuscita a ristabilire un equilibrio mentale alla ragazza, che ripresasi, aveva guardato in faccia alla realtà.
L’abuso subito da Tsubasa era qualcosa di meschino, malato e manipolatore, ma soprattutto, inaccettabile. Oltre ad aver punito Eri, aveva fatto in modo che si sentisse come se meritasse torture peggiori, e, nonostante il tradimento fosse stato ingiustificabile, ciò che la ragazza avesse subito era abominevole ed ingiusto. Così, dopo un mese di convivenza con Nozomi e di ritrovi con le componenti delle Muse, aveva deciso di mettere la parola “fine” alla sua relazione con Tsubasa e al lavoro con le A-Rise.
Ed ancora, di fronte a quel campanello, tratteneva il fiato, in attesa della risposta.
Quando finalmente il cancello si aprì, dalla porta d’ingresso fuoriuscì la ragazza dai capelli corti e castani, elegante come sempre.
“Eri… mi sei mancata.” Affermò guardandola negli occhi e mantenendo le mani congiunte dietro la schiena. “ Prego, entra. Andiamo nel mio studio. “ detto ciò le fece strada, nonostante la bionda quel percorso lo conoscesse più che bene.
Il cuore le martellava forte nel petto, un velo di sudore ricoprì la sua fronte, mentre il silenzio aleggiava tra le due.
Una volta giunte nello studio, si sedettero l’una di fronte all’altra. Non c’erano tracce di camerieri, cuochi o maggiordomi. Erano sole, completamente sole.
“Come mai hai deciso di rivedermi?” le chiese la proprietaria di casa, poggiando i gomiti sulla scrivania e congiungendo nuovamente le mani. Il suo sguardo serpentino non si staccò un attimo dalle iridi indifese di Eri. Poteva dedurre che fosse nervosa, in ansia e anche dispiaciuta. Il sudore stava ad indicare lo stato di agitazione in cui riversasse, e su cui avrebbe fatto perno per il raggiungimento del proprio scopo: non avrebbe lasciato che Eri potesse sfuggirle. Lei era la sua ragazza, e per tutto quel mese si era tenuta lontana, sicuramente nascondendosi a casa della sua amante. Usare la violenza fisica non era servito per ottenerla nuovamente al suo fianco e nemmeno farla sentire in colpa; erano tentativi vani che avesse già adoperato, per cui, avrebbe optato per un’altra tattica.
“Puoi stare tranquilla, non ho alcuna intenzione di toccarti.” La rassicurò con sguardo docile, nonostante nascondesse pura meschinità. Eri era sua, esclusivamente sua.
La bionda, quindi prese coraggio; sapeva che mostrandosi debole l’altra avrebbe potuto manipolarla e prendere il sopravvento su di lei.
“Ho deciso di rompere, Tsubasa. Sia con te che con le A-Rise.” Il cuore di Eri batteva più velocemente di quanto non potesse correre un’auto da corsa. Come avrebbe reagito la sua carnefice?
Sorprendentemente, la giovane donna non si scompose. Evidentemente si aspettava quest’attacco da parte di Eri, e lei sarebbe partita per tenerle testa. “ Potrei sapere, di grazia, il motivo di questa tua decisione?”.
La bionda strinse i pugni, ed accettò la sfida. “ Quello che mi hai fatto è stato imperdonabile. Hai ferito la mia anima ed il mio corpo. Non potrò più sfilare a causa delle cicatrici che mi hai provocato e non potrò più amarti a causa del buco nel petto che hai scavato.” Era fredda e più seria che mai. “Non posso lavorare più con te. Domattina contatterò il mio avvocato e vedremo cosa fare per rompere il contratto.”
Tsubasa prese respiro. Il suo cuore aveva perso più di qualche battito, ed i suoi occhi sbarrati la tradivano. Si era aspettata tutto questo, ma allora perché faceva così male? I suoi occhi diventarono umidi: la ragazza che negli ultimi due anni avesse amato e trattato come una regina (ad esclusione dell’ultimo periodo), aveva deciso di lasciarla. La castana era stata una perfetta partner, cosa avrebbe potuto dare di più ad Eri? Stava per mettersi a piangere, per sbottare qualcosa, supplicarla di restare, ma si sforzò di rimanere composta e di attenersi alla sua nuova tattica per avere solo per sé il cuore di Eri. Il primo passo era quello di farle sputare tutta la verità.
“E’ solo per questo, Erichika?” le chiese. Entrambe sapevano che non fosse così.
“Sì.” Rispose con occhi gelidi la bionda, nonostante dentro di sé stesse soffrendo. Aveva amato Tsubasa, con tutto il cuore, e non poteva negare che dei sentimenti la legassero ancora a lei. 
All’improvviso, la castana sbatté le mani sul tavolo. “ NON MENTIRMI!” urlò; una piccola lacrima solcò la sua guancia. Perché desiderava tanto sentirlo? No, non poteva volerlo davvero. Ma ne aveva bisogno per il piano.
Eri sussultò, e la guardò anch’essa con occhi lucidi. Era brutto da dire, ma doveva confessarlo. “Perché… mi sono innamorata di nuovo di Nozomi…” balbettò, iniziando a piangere anche lei. Era così duro ammettere di provare qualcosa in più per qualcuno che non fosse la sua fidanzata.
Tsubasa si alzò e con sguardo cupo la squadrò. Si asciugò la lacrima e strinse un pugno. Avrebbe voluto sferrarglielo, ma non lo fece. Picchiarla non sarebbe servito. Avrebbe voluto urlarle di aver fatto di tutto per lei, ma dalla sua bocca non uscì mezza parola. Farla sentire in colpa era un’altra giocata persa. Rimaneva solo una cosa, che ancora non avesse tentato.
All’occhio le era saltato, a causa di un paio di centimetri di pelle scoperta, il tatuaggio che Eri si fosse fatta sopra le cicatrici causatele dalla stessa carnefice. 
Un ghigno, a segno di quanto la sua sanità mentale stesse scomparendo, si fece strada sul suo viso.
“ E così… Nozomi… e le Muse… eh?” non era una stupida; se aveva visto il gruppo riunirsi, c’era un motivo. 
“ Dì un po’, Eri, mi hai mai amata?” le chiese con gli occhi accesi di malvagità.
“Non c’è neanche da chiedermelo… sì…” con voce fioca, uscirono quelle sincere parole dalle sue labbra, scorrendo veloci come le lacrime che gareggiavano per raggiungere il confine del suo viso.
“ E ti sei mai appassionata al lavoro con le A-Rise? O era solo per convenienza?” un’altra temibile domanda risuonò possente nella stanza, ed Eri, balbettando, rispose di nuovo affermativamente.
A quel punto, fu un attimo, e Tsubasa raggiunse Eri, arrivando a pochi centimetri dal suo viso ma senza toccarla. Incrociò il suo sguardo con il proprio furente e sussurrò “Ami Nozomi…?”
E per quanto il cuore di entrambe soffrisse tremendamente, l’ennesima risposta affermativa fu emessa dalla bionda “…Sì.”
Un folle sorriso tornò sulle labbra della padrona di casa, che diminuendo la distanza tra lei ed Eri, continuò a sussurrare: “ Chi hai amato… tu hai disonorato, ferito e distrutto. Mi hai uccisa, Erichika. E non solo me. Hai ucciso anche le A-Rise, in questo modo.” Il petto di Eri pareva esplodere. “ Sai, nei tempi antichi vi era una legge, chiamata occhio per occhio, dente per dente. Quando te ne andrai da questa casa, suppongo con le tue cose, e distruggerai il contratto con le A-Rise… avrai ammazzato sia me che il gruppo…” le sfiorò le labbra con un dito, dopodiché, giunse al suo orecchio, e con voce meschina, fioca ma terribilmente agghiacciante, pronunciò le fatidiche parole del suo piano “ …Vuoi davvero che questa sia anche la fine che farà la persona che ami ed il gruppo che stai onorando?” 
Gli occhi di Eri si sgranarono, le pupille si ridussero ad uno spillo. Il suo respiro si fece affannoso, e le mani artigliarono i braccioli della poltrona. Credeva di star per avere un infarto.
Con le sue azioni, Eri aveva “ammazzato” Tsubasa e le A-Rise, nel senso che le avesse ferite interiormente, che le avesse offese e distrutte moralmente. Ma la fine che la castana intendeva per Nozomi ed il resto delle Muse, non era di certo la stessa. Quell’”ammazzare” probabilmente, nel caso dell’amante e del gruppo, non sarebbe andato a significare “fare del male interiormente”.
Dinnanzi a quell’attacco di panico della bionda, una grassa e malefica risata fuoriuscì dalla gola di Tsubasa, consapevole che il suo piano sarebbe stato un successo. La sua ultima arma era il ricatto.
“ Sei libera di andare, Erichika.” Si scostò da lei e si mise di fronte all’enorme finestra dall’altra parte della scrivania, di spalle alla bionda e con le mani congiunte dietro la schiena.
La ragazza, tremante, si alzò, dirigendosi verso la porta, quando la voce dell’altra la colpì di nuovo “ Pensaci bene… occhio per occhio, dente per dente.”
Terrorizzata da tali parole, singhiozzò e corse via, disperata, fuori dalla villa. Quella non sarebbe stata giustizia, ma solo malvagità e follia. Dopo pochi passi sul vialetto deserto, iniziò a vedere nero, con le sole parole di Tsubasa che le vorticavano per la testa. “Occhio per occhio, dente per dente…” si inginocchiò, col cuore in tachicardia e le forze mancanti. “Occhio per occhio, dente per dente…” dopodiché, sentì la faccia sbattere contro il marciapiede, e non vide più nulla.


 
   
 
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