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Autore: IpswichMyrtle    25/06/2016    0 recensioni
Dalla storia: "Adrièn aveva visto il mondo,
Camilla s'era limitata a vedere il muro di mattoni rossi difronte la finestra di camera sua e il gatto nero che ci faceva su le fusa."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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V


 

“Poi me la farai provare?”
“Cosa, Camilla adorata? L'erba che mi hanno venduto due ore fa?
E' già finita, mi dispiace.”

Non ci riusciva,
Camilla andava oltre tutto.
Oltre i suoi viaggi,
oltre lo stereotipo d'amore,
oltre l'Heineken che gli portava sempre
quando andava a trovarla al solito bar.

“L'Olanda.”
“Avresti potuto provarla tu stessa.”

Piangeva Camilla,
in quella fredda notte di Dicembre.
Il gatto non era passato sul muro di mattoni,
la luna non brillava come doveva.
Il suo mondo fatato era crollato,
il suo mondo adorato era lontano.

“Adrièn.”
“Camilla.”

“Camilla, cara.”
“Adrièn, tesoro.”

“Manchi.”
“Più del dovuto.”
“Più dell'immaginabile.”
“Tra un tulipano e un tramonto mozzafiato mancano i tuoi capelli biondi.”


Adrièn lo aveva immaginato quella sera di molto tempo fa,
Camilla se ne sarebbe andata prima del suo risveglio.
Non ci era rimasto male nel trovare il letto vuoto.
Se l'era andata a riprendere,
quella stessa mattina
e non aveva dovuto impiegare troppo tempo.

“Non posso salvarti, Camilla.”
Gli rispose con un singhiozzo.

L'aveva trovata rannicchiata sulle le scale,
quella stessa mattina,
non era neanche riuscita ad allontanarsi dall'appartamento.

“Devi farlo da sola. Esci da quel mondo, ed entra in questo, quello vero, quello in cui amerei di nuovo per te.”
Le aveva alzato il mento con l'indice
e spostato dietro le orecchie i capelli di grano
bagnati dalle lacrime.

“Camilla, le favole non esistono.”
“ Ma tu si.”

E s'erano sfiorati le labbra,
mentre il sole riscaldava Bologna,
mentre per Camilla s'apriva un mondo
e per Adrièn il mare era in tempesta.

“Dammi la mano.”
Gliela baciò, punto per punto, e la strinse.
L'aveva sentita, lei, che gli dava il bacio d'addio,
mentre lui voleva solo stringerla un altro po'.

“Non sei riuscita neanche ad uscire.”
L'aiutò ad alzarsi,
mentre lei era ancora in silenzio,
spalle basse e corpo tremante.
“Mi dispiace.”
Sussurrò flebile,
come se avesse davvero colpe.
Camilla di colpe non ne aveva
e non le avrebbe avute mai.
L'abbracciò, Adrièn,
poi le baciò ogni centimetro del viso.

Tornarono tra le lenzuola,
in un mondo di cui Camilla era terrorizzata,
fatto di solide realtà,
che ai sogni tanto spazio non lasciavano. 

   
 
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