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Autore: FallenAngelsGoToHell    25/06/2016    0 recensioni
Piangi, perché la favola è finita ed è ora di andare a dormire e nella vita vera il principe azzurro è sempre un po’ sbiadito e le sfigate dormono da sole. Certo, puoi raccontarti che non è così, che la tua dolce mammina ti ha sempre detto che sei stupenda e che ti sposerai e avrai dei bellissimi bambini, ma, tesoro, credimi quando ti dico che la tua mammina sparava tante belle cazzate.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho l’impressione che il mio guscio non si romperà mai. E, dentro, la carne imputridirà fino ad essere completamente divorata dai vermi. 

Sarà una morte lenta, resa ancora più lenta dalla speranza. La speranza è la malattia dell’uomo. Non la disperazione. Niente mi salverà dall’inferno, perché l’inferno è la vita attorno a me. A volte desidero essere invisibile, perché così la gente non può vedermi e io posso dire “non è che non vogliono, è solo che non possono”. Voglio illudermi di avere una possibilità. Di poter avere il lusso di pensare che se io provassi a integrarmi, allora potrei anche riuscirci. Poi, però, apro gli occhi. E una volta che apri gli occhi non puoi più tornare indietro. Non c’è via di scampo. Puoi fingere, oppure renderti conto. Le mezze misure sono cazzate inventate dalle pubblicità. La sfigata, nella vita reale, non sarà mai amata dal ragazzo più bello della scuola. E la reginetta del ballo non guarderà mai noi sfigati.


Punto.


Non ci sono alternative. E non ci possiamo fare niente. Pensiamo di poter cambiare il mondo. Ci crediamo forti e invincibili. Ma sono solo stronzate per allontanare la paura. Posso credere che i miei piccoli successi mi aiutino a superare i momenti bui e contribuiscano a mostrarmi un’immagine più benevola di me stessa.



E’ solo uno specchio deformante. Chi vive così si deforma. E’ come truccarsi: d’un tratto diventi la ragazza più bella del gruppo. Poi, quando la festa è finita e il divertimento si è consumato, torni a casa in silenzio, ti togli il mascara, il fard, il rossetto … sciogli la tua maschera di petrolio e ti fissi allo specchio. Rimani incredula davanti alla verità che solo la notte sa far emergere. Imperfezioni, macchie, rughe … arrivi quasi a pensare di poter essere brutta. Eppure, fino a poche ore prima, pensavi di poter essere la bellezza fatta persona. Magari ti scende addirittura una lacrima.



Piangi, perché la favola è finita ed è ora di andare a dormire e nella vita vera il principe azzurro è sempre un po’ sbiadito e le sfigate dormono da sole.



Certo, puoi raccontarti che non è così, che la tua dolce mammina ti ha sempre detto che sei stupenda e che ti sposerai e avrai dei bellissimi bambini, ma, tesoro, credimi quando ti dico che la tua mammina sparava tante belle cazzate. Perché, se non mi sbaglio, tu devi essere una tipa un po’ come me … strana. E con noi la vita si è dimenticata di seguire il copione di Biancaneve o Cenerentola, preferendo essere un po’ una puttana. Ha deciso di tenerci per ultime, quando ormai le migliori occasioni sono già state agguantate da persone “meno sfigate” di noi. Siamo gli scarti che permettono alle “strafighe” di essere splendide in ogni cosa, di essere amate da chiunque sia bello, di essere scelte da qualunque persona sia meno strana di noi e un po’ più inserita nella società.


Loro sono le protagoniste, noi le attrici scartate alle audizioni. Mi dovrei vergognare? No, perché sebbene noti il disappunto incresparti le labbra e corrugarti la fronte, io non chiederò scusa. Ho smesso di credere alle favole da un po’.



So che adesso ti sto sembrando la zia cattiva o la sorella maggiore stronza, che ti mette in guardia sul mondo là fuori. So benissimo che adesso pensi questo. Ma, cara, asciugati le lacrime e tirati su da terra. Rimboccati le maniche e comincia a dare delle spallate, perché è l’unico modo che abbiamo per prendere un po’ di felicità e riporla nel cassetto delle grandi occasioni. Ricordati che la felicità non è inesauribile. Sono loro, quei ragazzi là fuori, oltre questo muro, che lo pensano. Pensano che la gioia sia inesauribile, perché non sono mai andati in riserva. Pensano che la felicità sia eterna, perché non si sono limitati a usare quella destinata a loro, ma hanno messo le mani anche sulla nostra. Considera tutti i ragionamenti fatti fin’ora e le notti che hai speso a piangere … arrivata fin qui di cosa ti meravigli??



Comunque, non voglio scagliare tutta la mia frustrazione contro quelli che la società ritiene essere sani. In fondo, non hanno tutte le colpe. O almeno, non tutte dipendono da loro. Perché è il mondo, la vita, l’uomo stesso, che sono fatti così. Se l’ordine naturale e l’equilibrio cosmico vertono su questi punti fondamentali non è colpa dei migliori. Semplicemente, non si tirano indietro. Chi lo farebbe? Semplicemente, raccolgono ciò che è stato donato loro. Niente di strano. Ma il solo fatto che le cose stiano così, non le giustifica. E purtroppo l’uomo non cambierà se stesso. Non c’è niente da dire e non c’è niente da fare. Vedi tesoro, noi siamo i figli di nessuno. Siamo i reietti. Siamo gli infiltrati nella vita degli altri. Noi siamo gli esclusi e gli aguzzini. E’ così ovvio! O forse pensavi che si sarebbero presi la responsabilità delle loro azioni? Prima ti scacciano e poi ti accusano di aver rovinato la loro vita. Eppure è talmente assurdo … come possiamo anche solo pensare di rovinare la vita di qualcuno, se non abbiamo l’opportunità di farne parte.?!



Non ha senso.


Questa vita ci ha creati sbagliati. E noi non possiamo svincolarci da questo atroce sbaglio. Non è possibile.

  
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