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Autore: Claireroxy    25/06/2016    2 recensioni
[La storia non è mia, ma di mia sorella e la sto pubblicando con il suo permesso.
SPOILER SU FINALE GENOCIDA E PACIFISTA
Sans è scritto da 'Qualcun altro nel mondo']
Qualcuno nel mondo: Ho sconfitto Sans
Qualcun altro nel mondo: UOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Qualcuno nel mondo: Però mi sento di merda
Qualcun altro nel mondo: *batte il cinque*
Qualcuno nel mondo: con un HP ero rimasta!
Sans: grazie.
Qualcuno nel mondo: De che? Ti ho ammazzato. Volevo provare a combattere per poi mancarti, ma nulla. Maledetta la mia curiosità.
Sans: pazienza.
Qualcuno nel mondo: Oh... grazie?
Sans: tanto resetterai no? Come ogni volta.
Qualcuno nel mondo: Senza combattere il re. Sì. Poi farò la Pacifist, e quella sarà l'ultima volta che toccherò Undertale
Sans: e come mai?
Qualcuno nel mondo: Ho raggiunto il mio obbiettivo. Era sconfiggere il mostro più forte di tutto il sottosuolo. E poi, avevi ragione tu: dopo non c'è nulla e camminerò in un mondo di morti e ciò non è carino.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frisk, Sans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riuscivo più a combattere. Non ce la facevo. Sapevo che l'umano, o qualunque cosa quello fosse, sarebbe riuscito a trovare un modo per uccidermi. Lo sapevo. Ma non avevo altra scelta. La disperazione, e la pigrizia si erano fuse. Non ce l'avevo più fatta.

Papyrus... pensa a Papyrus...

Erano gli echi nella mia mente. Ma quello non bastava. Ero sopravvissuto. E ora stavo lì, in piedi. Piano piano le palpebre mi si chiusero. Non volevo. Non lo volevo per nulla.

NO! Rimani sveglio, Sans! Rimani sveglio!!

Non c'ero riuscito. Mi addormentai.

L'umano si spostò. Lo avevo sentito, aveva fatto troppo rumore. In quella stanza maledetta, dove l'identico tempo prima gli avevo fatto dei complimenti per come si era comportato, ed ero stato liberato, assieme agli altri mostri.

Solo per poi essere rinchiuso di nuovo nel Sottosuolo. Non era così?

L'umano alzò l'arma. Mi scostai. Stavo iniziando un'altra delle mie frasi, con quel mio sorriso stampato sulla faccia. Anche se avessi voluto, non avrei mai potuto toglierlo. Ma l'umano mi colpì lo stesso, con un secondo fendente, dritto alla pancia. Quell'unico HP si volatilizzò in un attimo. Caddi, per la potenza del colpo. Sul viso dell'umano, si dipinse un ghigno soddisfatto. Solo in quel momento mi accorsi che sanguinavo. Non mi rimaneva molto tempo. Mi alzai a fatica.

“Beh... andrò da Grillby's” Mi girai, e con falcate stanche, raggiunsi una delle finestre. Ne osservai il riflesso. C'ero io, con la conseguenza del colpo che l'umano mi aveva inflitto. Il rosso non si notava molto. Ma il bianco sì. Notai una figura più grande, bianca, con una grande sciarpa rossa, e dei pantaloncini azzurri, e il contorno degli stivali appena disegnato nel riflesso. Sorrideva pazientemente, guardandomi. Non ebbi il coraggio di girarmi. Che fosse per paura di rivederlo davvero o per paura di vederlo scomparire non ebbi tempo di constatarlo. Piansi una lacrima, e lui mii posò una mano sulla spalla, ne percepii un calore sempre più possente. Mentre il suo riflesso diventava più nitido. Notai anche quello dell'umano, che invece stava scomparendo. Anch'io sorrisi, capendo finalmente. Alle mie spalle si delinearono altre figure. Alphys, Undyne, quella che doveva essere Toriel, da come gli parlava, una ragazza ragno, e un mucchio di gente che conoscevo, distrutta dalla furia omicida dell'umano. Quasi con gioia, ma distrutto dalla fatica, chiusi gli occhi, facendo cadere altre lacrime.

“Papyrus... do you want anything?”

 

 

 

Mi svegliai. Era una bella giornata di sole, se solo lì ci fosse stato il sole, e aveva anche smesso di nevicare. Mi guardai un attimo intorno. Avevo dormito sul divano, come al mio solito, dato che il mio letto era inagibile. Sorrisi un pochino, contento di essere tornato alla normalità, ma il briciolo di Determinazione che mi era rimasto, mi impediva di dimenticare quello che sarebbe accaduto da lì a poco. Sicuramente, lui era arrivato già alle Rovine, e non osavo immaginare quello che avrebbe fatto di lì a poco.

La porta della casa si aprì, e Papyrus ne entrò.

“SANS!! YOU LAZYBONES!! TI PARE IL CASO DI DORMIRE TUTTO IL GIORNO?? AVEVI PROMESSO CHE MI AVRESTI AIUTATO A PATTUGLIARE LA ZONA, NEL CASO UN UMANO ARRIVI!! CHE COSA CI FAI SUL DIVANO A DORMIRE, ANCORA??” Papyrus era trafelato e rosso, doveva aver corso un bel po', non era da escludere l'ipotesi che fosse andato fino a casa di Undyne e fosse anche ritornato nel bel mezzo della notte, a piedi. Mi stravaccai sul divano, sorridendo maliziosamente.

“Ok”

“SANS! NON INIZIARE IL GIOCO DEGLI OK!!”
“Ok”
“SAAAAAAAANS!!!”
“Ok” Lo osservai ancora più rosso di prima. Ridacchiai, quello mi bastava per quel giorno. Lo guardai un po' più del solito, per imprimermi l'immagine nella mente.

“O-- cioè, va bene. Verrò con te” Presi il cappotto blu, osservandolo, ancora pulito. Sospirai, ma un grido di Paps mi riportò alla normalità, in quella Timeline. Scesi le scale. Sapevo quello che dovevo fare, e ascoltai pazientemente il fratello, poi lo lasciai. Iniziai a sentire i passi dell'umano. Sapevo quello che dovevo fare. Mi teletrasportai, facendo tutta la tiritera. Lo odiavo quasi. Arrivai a lui, e gli strinsi la mano, sforzandomi di trovare un po' di ilarità in quello scherzo.

Lo nascosi dietro la lampada, e me ne andai, come ogni volta. Davanti a quella maledetta porta.

Non avevo coraggio di bussare. Non pensavo che ci sarei riuscito. Non potevo. Fissai la porta. Identica, con i ricami viola, gli archi. Misi coraggiosamente una mano davanti a me stesso. La chiusi a pugno. Bussai.

Qualche colpo tenue, secco, che lasciò subito il silenzio. Gli attimi passarono. Nessuno rispose.

Avresti dovuto aspettartelo Mi dissi. Mi girai, appoggiando la schiena sulla porta. Lo avevo fatto. Di nuovo. Avrei voluto uccidere l'umano, ma se l'avessi fatto, avrei impedito a Papyrus di coronare il suo sogno, anche se sapevo che quello era un desiderio impossibile per lui, da realizzare. Mi concentrai sul silenzio. Poi dei piccoli passi, lenti, che si percepivano appena.

“Chi è?” Domandò una voce cristallina, dall'altro lato della porta. Mi alzai, spaventato. Fissai la porta.

“Chi è?” Ripeté la voce, che ormai avevo riconosciuto, ancora contenta.

“Un uomo che predica davanti alla porta” Risposi allora. La voce ci mise un po', quasi dovesse scrivere qualcosa

“E come si chiama?”

“Buddhafuori” La voce rise. Riconobbi che non era uno dei migliori, ma avevo avuto poco tempo per pensare. Ridacchiando, la voce disse:

“Toc toc”

“Chi è?”

Continuammo a fare piccoli giochetti di parole, fin quando la voce non assunse un tono grave:

“Sans?”

“Sì?”

“Puoi farmi una promessa?” Ci pensai su. Sapevo quello che lei voleva fargli promettere. Lo sapevo a memoria. Purtroppo.

“Io... io non faccio promesse, mi dispiace” La voce divenne un po' triste, ma continuò:

“Allora... posso chiederti una cosa?”

“Se si tratta solo di chiedere... va bene”

“Se un umano arriva da voi... al villaggio di Nevischio... puoi... trattarlo bene, per favore? Ti prego... so che può sembrare strano... a me, per esempio, mi ha guardata come se fossi un fantasma... ma mi ha aiutata... mi ha convinto a non lottare... per favore, puoi farmi questo piacere?” Ci pensai su ancora di più, sapevo che cosa intendeva fare.

“Io... io ci proverò, Toriel” Poi presi un'altra decisione, più dolorosa. Lo dissi lo stesso “Lo giuro su me stesso”

“Sans! Avevi detto che non facevi promesse!”
“Questa non è una promessa” Toriel rimase zitta. Poi, dispiaciuto, iniziai a dire:

“Vorrei vederti un giorno, Toriel...”
“Io... sento che ci vedremo, un giorno non molto lontano” Pensai alle altre Timeline.

“Chissà...” Dissi, allontanandomi.

Perché l'umano non l'ha uccisa, stavolta? Vuole passare per il buono con me? E se uccidesse solo Papyrus, e risparmiasse tutti gli altri? Lo ucciderei. … ma non sarebbe giusto. Non deve subire tutta la mia ira per una cosa che ha fatto solo ad uno... no, non sarebbe giusto. Non lo farò. E se avrò i rimorsi... Paps mi perdonerà. Dovrò... avere Pazienza.

E invece non uccise nemmeno lui, e nessun altro. Aiutò Papyrus, Undyne, Alphys, le strane creature... fece addirittura un bellissimo concerto con Shyren, al quale mi unii vendendo biglietti di carta igienica, che andarono a ruba. Aiutò i ragni volentieri, e fece lo show più bello che avessi mai visto. Tutti quanti gli volevano bene. Sembrava felice. Forse si era stufato di vedere tutti morire, o non aveva voglia di ucciderci. Ma il meglio, venne alla fine.

Era tornato per non far preoccupare Paps, quando lui e Undyne avevano proposto all'unisono:

“Andiamo ad aiutare l'umano! Avrà il nostro supporto morale” Avevo sorriso loro, e li avevo accompagnati. Lo spettacolo davanti a noi era incredibile. Erano venuti tutti, e c'era anche la Regina Toriel!! Ero felicissimo di averla incontrata. Il tempo era passato talmente tanto che non mi ricordavo nemmeno più come era fatto il suo viso. Poi, l'imprevedibile. Quel damerino di Flowey... che aveva anche usato le nostre anime... e poi nessuno ricordava nulla.

Eravamo usciti, il tramonto era una delle cose più mozzafiato che avevamo mai visto. Anche Papyrus stava per ammettere che era più figo di lui. Poi era andato, e me lo aveva sussurrato in un orecchio.

“Nope. Sei più figo tu, Paps!” Gli avevo detto, una volta raggiunto.

Ci eravamo sistemati per bene sulla Superficie, senza perdere le vecchi abitudini. Ognuno di noi aveva un lavoro, che gli piaceva, anzi, che adorava. Anche io avevo trovato lavoro come commediante, e i miei giochetti facevano ridere la gente. Ero diventato quasi famoso, ma la popolarità non faceva per me, e avevo preferito il lavoro di venditore di Hot Dog ambulante. Era molto meglio, e ci si riposava anche di più. Un giorno l'umano era venuto da me. Aveva comprato il solito Hot Dog e l'Hot Cat. Poi mi aveva guardato. Non lo avevo mai sentito parlare, ma quella volta mi parlò, guardando l'Hot Dog che teneva in mano.

“Sans... mi dispiace” Sospirai, guardando il sole in alto nel cielo. Probabilmente Frisk era uscito da scuola per venire a fare pranzo da me. Lui mi guardò ancora dispiaciuto, ma io gli chiesi freddo:

“Quand'è che Resetterai?” Lui mi guardò stupito, e fissò la terra sotto ai suoi piedi.

“Sans... io non--” Stava dicendo ma lo fermai:

“Seriamente” Mi guardò, ma anche lui sapeva che era impossibile fermarsi. Diede un morso al panino e se ne andò.

Sta andando a Resettare, di certo

Pensai. Iniziai a fare un pisolino, era la maniera migliore per non far pesare i Reset.

Mi svegliai quasi tre ore dopo, ma ero ancora lì, sulla Superficie, a vendere panini.

“Beh, il mio lavoro qui è finito” Mi dissi, lasciando la postazione e trasportandomi a casa, nell'appartamento che lo Stato dove eravamo finiti ci aveva concesso. Era solo per noi tre. Frisk viveva con noi, perché Papyrus voleva, e io avevo accettato.

Avevamo cenato, e solo Paps aveva avuto il coraggio di parlare, per quasi tutta la cena, ma capì che c'era qualcosa che non andava.

Finita anche quella, Papyrus era andato nella sua camera, mentre sparecchiavo. Frisk era venuto a darmi una mano.

“Kiddo” Gli chiesi, guardandolo “Dimmi quando intendi farlo”. Lui abbassò di nuovo lo sguardo, e finimmo di sparecchiare senza dire una parola. Dopodiché mi aveva preso per una mano, e mi aveva portato nella sua camera, attaccata a quella di mio fratello. Lì si trovava un punto di salvataggio, anche se non lo vedevo. Ma vedevo due pulsanti, uno a destra e l'altro a sinistra.

RESET                                                                     CONTINUA

Frisk si avvicinò lentamente ai due tasti, mentre lo osservavo, sicuro di quello che avrebbe fatto. Posizionò la mano su RESET, poi si voltò a guardarmi. Sorrise.

“Come ti avrei detto, Sans” Alzò la mano con un pugno, e lo sbatté contro il pulsante violentemente. Quello vibrò un po', ma non accadde nulla. Frisk continuò a tirare pugni al pulsante, finché quello, ormai distrutto, cadde a terra, si spense e scomparve. Lo guardai. Quel tasto si poteva distruggere in un solo modo.

“Non sono più Determinato. Non Resetterò mai più. Mai” Mi venne quasi da piangere. Niente più Reset, potevamo finalmente essere liberi, questo mi rese felicissimo. Non dovevamo essere al servizio di nessuno, potevamo vivere la nostra vita, come ogni singola persona meritava. Liberi, finalmente, dalla Determinazione.

Qualcuno rimase nel Sottosuolo. Lo sentivo. Aveva parole strane... che non capivo completamente, ma alcune le capivo. Mi pregava... di tornare a prenderlo... ma nel Sottosuolo non doveva esserci più nessuno...
  
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