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Autore: mhcm    17/04/2009    1 recensioni
Essere gettati via come un paio di vecchie scarpe, o come un oggetto rotto. Essere dimenticati nell'oblio, come se il tempo trascorso non contasse nulla. Essere buttati in un angolo. Com'è?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’esilio

Ormai sono abituato alla mia nuova situazione.
Non è terribile e spaventosa come pensavo fosse quando sono arrivato qui, quando ero terrorizzato dall’aspetto di coloro che erano in questo posto già da tempo.
Ora probabilmente apparirò proprio come loro, anche se non posso vederlo perché nella mia zona non ci sono specchi. E come a loro, anche a me non da più fastidio l’ambiente, benché neanche lontanamente paragonabile al mio precedente domicilio.
Fa freddo o caldo secondo gli sbalzi del clima e spesso piove su di noi. C’è molta ressa, perché lo spazio è poco e noi siamo tanti, e ogni giorno il numero aumenta.
E per noi che abbiamo imparato a sentirlo c’è anche molto rumore. Voci, parole, pianti, urla, litigi. Ma anche il fracasso di chi cade trascinando con sé quelli intorno a lui. E le proteste dei nuovi arrivati, che inutilmente chiedono di parlare con il responsabile, convinti di essere qui per errore e che entro poco potranno tornare alla loro vita di prima.
“Voi non sapete chi sono io. Lavoravo per la contessa ****, non sono uno di questi pezzenti. Lo vedrete quando verranno a prendermi.”
Illuso. A causa della sua boria non si rende neanche conto di come stanno le cose in realtà. Altro che contessa. Qualcun altro avrà gia preso il suo posto, qualcuno che arriverà presto qui a sua volta.
Ed entrambi si renderanno conto di quello che tutti hanno capito o prima o poi capiranno: chi capita qui, e quasi tutti ci finiscono prima o poi, non se ne va più.
Io non ricordo da quanto tempo sono in questo luogo, anche se all’inizio tenevo il conto dei giorni. Ma quando i giorni sono diventati mesi ed i mesi anni, ho lasciato perdere.
Ho perso anche la speranza di poter tornare indietro, nonostante fossi uno dei migliori nel mio mestiere e avrei potuto esserlo ancora per molto tempo, se solo non mi avessero ritenuto troppo vecchio, con troppe poche capacità aggiuntive ed un look fuori moda.
Mi chiedo ancora oggi che cosa centri l’aspetto con le capacità lavorative.
E più passa il tempo più questo fattore conduce qui lavoratori abilissimi e ancora efficienti, ma con un aspetto considerato obsoleto.
Soprattutto mi lascia ancora più perplesso che molti nuovi arrivi sono qui perché non più in grado di svolgere il loro lavoro al primo infortunio.
Solitamente bastava un controllo da parte di un esperto e potevano ricominciare come prima.
Ora invece basta una piccola frattura e si viene lasciati qui e sostituiti. ;a non si rendono conto che il processo per la nostra formazione professionale è costoso? Anche il nostro mantenimento qui lo è. Ma sembra che interessi solo che l’aspetto dei loto lavoratori sia all’ultima moda, senza preoccuparsi di quanto spreco comporti questa continua formazione ed eliminazione.
Ah, sta arrivando un gruppo di “novizi”; mi immagino già le loro proteste.
Quello là assomiglia a com’ero io quando sono stato gettato in questo posto.
Oh scusatemi, non mi sono neanche presentato. Io sono il frullatore numero 223, modello 320, marca Mulinex.
  
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