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Autore: Asayuna    26/06/2016    1 recensioni
Sequel della one-shot "Mind of the Virtuoso."
[VixCaitlyn]
Tratto dal testo:
"Ricordo quel giorno come se fosse ieri. La pioggia batteva, quasi diluviava, nascondeva i passi di quel folle. E bagnava sia me, sia la mia compagna. La mia Vi.
Vi...
Vi, poggiata sul muretto.
Vi, con un buco nel petto.
Vi, che col suo sorriso mi ha sussurrato "Cupcake" prima di svenire sulle mie spalle."
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Caitlyn, Vi
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'VxC, what a ship'
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« ... »

« Che cos'hai, Cait? » mi chiese la rosa, sorridendomi.

« Vi, non posso di certo uscire così. »

« Perché, Cupcake? Eppure pensavo che il viola ti piacesse ».

La guardai. "Non è il colore", pensai, anche se volevo dirglielo. Volevo. Poi i miei occhi hanno incrociato i suoi; la loro intensità, il loro bagliore, un po' tutto m'aveva fatto incantare.

Perplessa, la mia partner schioccò le dita, ma nulla, io ero così immersa nel suo sguardo che non mi accorsi che il suo viso era praticamente vicino al mio. Poi vicinissimo. Le nostre labbra si sfioravano. I respiri si mischiavano. E, improvvisamente, le nostre lingue si ritrovarono a intrecciarsi in un passionale bacio.

Non doveva farlo.

Non dopo "quello".

Mi staccai, sì, e anche abbastanza rudemente, mollandole uno schiaffo memorabile; non so nemmeno perché lo feci. Il cuore batteva all'impazzata, avevo paura che lo potesse sentire anche da chilometri di distanza; ero rossa, proprio paonazza, sentivo le orecchie e le guance bruciare per quanto ero arrossita. E i miei occhi... Ah, i miei occhi. Vi non se lo dimenticherà mai più. Erano così lucidi... ma brillavano tanto quanto i suoi. E, in quel momento, lei capì il motivo per cui m'ero precedentemente bloccata. Già... due iridi incantevoli da far togliere il fiato. E, in quella sera, le avevamo entrambe.

 

Non se la prese, per quello schiaffo. In altri momenti l'avrebbe fatto, ma in quello, no. Sapeva da cosa uscivamo. Già... sapeva cosa aveva scampato.

La morte.

Quel fuorilegge, Jhin. Quel "Virtuoso". Quel... criminale psicopatico e meticoloso che vede la morte come un'opera d'arte. Che ha visto Vi come una tela bianca. Quel dannatissimo pazzo che sparò alla mia partner. Alla mia compagna. A tutto ciò che ho. Ricordo quel giorno come se fosse ieri. La pioggia batteva, quasi diluviava, nascondeva i passi di quel folle. E bagnava sia me, sia la mia compagna. La mia Vi.

Vi...

Vi, poggiata sul muretto.

Vi, con un buco nel petto.

Vi, che col suo sorriso mi ha sussurrato "Cupcake" prima di svenire sulle mie spalle.

 

Iniziai a piangere incontrollabilmente, i miei singhiozzi riempivano la stanza, stavo così male. E m'ero ridotta così per lei.

Perché per lei, in ospedale, dovevo sorridere.

Perché per lei, dopo l'operazione, dovevo sorridere.

Perché davanti a lei dovevo sorridere e basta. Ma, oltre a lei, non avevo nessun'altra con cui sfogarmi.

Tenni tutto. Tutto... qualsiasi emozione dentro.

E lasciai tutto andare appena capii che lei era abbastanza forte da tenere sia il suo dolore che il mio.

Non esitò, non aspettò un solo attimo. Mi cinse con quelle che un tempo erano forti braccia, lasciando che il mio viso affondasse nel suo petto. E piansi. Piansi tanto, soffocando le mie grida nella sua pelle. Graffiandole la schiena mentre l'abbracciavo. E feci quello che non dovevo fare.

Per lei dovevo essere forte. Dovevo essere lo sceriffo di Piltover. Invece sono stata Caitlyn. Una ragazza follemente innamorata di una stupida dai capelli rosa.

 

« Cupcake... » mi chiamò, dopo pochi secondi che smisi di piangere.

Ma io non l'ascoltai nemmeno.

« Cait... Tutto bene? » mi chiese, ma io non capii nemmeno quello.

Ero in uno stato d'incoscienza totale. Non capivo nulla. Attorno a me, confusione; mi sentivo come su un grattacielo, all'ultimo piano, con le vertigini. Girava tutto... E in poco tempo Vi dovette afferrarmi prima che la perdita di conoscenza mi facesse riversare a terra.

« Caitlyn, Caitlyn!! » urlava il mio nome, quasi come un'imprecazione. La sentivo... ma non riuscivo ad aprire gli occhi. A parlarle, anche solo a muovere un muscolo. A quel punto, imprecò davvero.

 

Mi ci vollero buoni 10 minuti per svegliarmi. Vi era seduta sul letto, io stesa accanto a lei, con una pezza umida sulla fronte. Beh, per quanto scottavo, era piacevole quella sensazione di fresco.

« Finalmente hai ripreso i sensi » sussurrò. Il suo tono non era lo stesso.

 "Sei preoccupata, lo sento", pensai.

Si girò verso di me, provando a sostenere il mio sguardo. Sforzò un sorriso. "Neanche quello... Certo che sei un libro aperto, Vi". Mi venne da ridere, ma non avevo neanche le forze per sorridere, figuriamoci.

« Come sta il mio Cupcake stupido che non mi dice le cose? »

Mi misi seduta, togliendo la pezza ormai diventata quasi calda. Vi mi prese per le spalle.

« Torna giù, stupida. Non vai da nessuna parte dopo che mi svieni davanti. »

« Sto bene... Vi. Smettila. » non era vero.

« Non è vero, Cait. » "Brava, stai migliorando", pensai.

Sbuffai, guardandola. Ogni volta che guardavo i suoi occhi, stavo meglio.

« Torna giù. Ti prego. » sussurrò. E l'ascoltai.

« Sai una cosa...? » accennai a dire, continuando a fissarla.

« Cosa? » mi chiese, curiosa.

« Tu mi piaci proprio, Vi. »

"Oh no, non dovevo dirlo.", pensai, ma troppo tardi, diventando di un rosso indescrivibile.

Vi si chinò su di me, con quel suo ghigno perverso e malefico così eccitante, baciandomi poi sulle labbra. Stavolta senza schiaffi di reazione da parte mia.

« Ti amo anch'io, Cupcake. »

   
 
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