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Autore: Atena_Laufeyson    27/06/2016    3 recensioni
I sentimenti a volte vengono ignorati. Sherlock non vuole proprio saperne di provare qualcosa, John cerca di ignorare quello che prova vedendosi con altre donne.
Ma alla fine arriva un momento in cui è impossibile negare l'evidenza....
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A BEAUTIFUL DISASTER

“John abbiamo un caso!” Urlò Sherlock euforico aprendo di scatto la porta della camera di John senza bussare, come sempre

Mi dispiace ma stavolta dovrai cavartela da solo” Rispose il biondo alzando le spalle

Sherlock a quel punto lo fulminò con lo sguardo. Odiava essere piantato in asso, e soprattutto odiava quella particolare causa per cui il suo Dottore lo stava liquidando. Ormai conosceva quello sguardo

“Appuntamento con chi stavolta?” Domandò con un punto di disgusto nella voce

“Grazie per essere così felice per me!” Ribattè John irritato “Comunque si chiama Mary, andiamo a cena stasera”

Il moro alzò gli occhi al cielo mordendosi la lingua “Meraviglioso! Divertiti!” borbottò per poi chiudere con un tonfo la porta della stanza di John e dirigersi verso il salotto per prendere cappotto e sciarpa.

Uscì senza nemmeno salutare, era furioso. Non accettava di essere piantato in asso per una donna, non accettava che John uscisse con loro invece che stare con lui”

-Geloso?- domandò quella vocetta irritante dentro la sua testa

Sherlock scosse la testa per scacciare quel pensiero. Geloso? Lui? Non era di certo il tipo per quel genere di stupidi sentimenti

“Sentimenti” Sussurrò quasi senza neanche accorgersene prima di salire sul taxi che lo avrebbe portato sul luogo del delitto.

Diede un ultima occhiata al 221b di Baker Street e partì...

John nel frattempo rimase nella sua stanza fino a un ora prima dell’appuntamento. Poi si vestì con gli abiti più eleganti che aveva e uscì anche lui di casa per andare a prendere Mary.
Era una donna dai capelli corti, biondi e dallo sguardo misterioso. Non appena si incontrarono si scambiarono un bacio sulla guancia per poi dirigersi verso il ristorante.
Una volta ordinato Mary iniziò a parlare di se e della sua vita. John ascoltò fino ad un certo punto. Estrasse senza farsi vedere il cellulare dalla tasca e controllò i messaggi: nulla.
Perché Sherlock non gli aveva scritto nulla sul caso? Perché lo stava ignorando completamente? Ma la domanda che più lo tormentava era ‘Perché questa cosa gli dava così fastidio?’
Si sentì una morsa allo stomaco, strinse i pugni e tenne lo sguardo basso

“John? Mi stai ascoltando?” Chiese ad un certo punto Mary riportandolo alla realtà

“Oh... Perdonami” Balbettò il biondo imbarazzato

“Se hai qualche problema e vuoi parlarne io sono qui” Disse Mary sorridendo

John la guardò teneramente. La osservò per qualche secondo, come aveva potuto pensare di provare qualcosa per lei? Era una donna fantastica ma gli mancava qualcosa. Qualcosa che inizialmente non capiva cosa fosse, ma che ora piano piano gli stava venendo in mente.

Stando li con lei in quel momento si sentì in colpa, sentiva che la stava prendendo in giro. Eppure nel pomeriggio era così felice di incontrarla...

“Sherlock” Sussurrò John sorridendo e abbassando di nuovo lo sguardo

Cosa?” Chiese Mary inclinando la testa

A quel punto John si alzò di scatto e prese la giacca “Mi dispiace, ho sbagliato... tutto”

“Che significa? Dove vai?”

“Non voglio prenderti in giro Mary, non è giusto”

La bionda a quel punto lanciò un’occhiata di puro veleno a John “Hai un'altra vero?”

“Diciamo di sì. Una Primadonna capricciosa, irritante, puntigliosa, leggermente pazza e lamentosa” Ripose il dottore sorridendo al pensiero di stare usando aggettivi al femminile

“Da quel che dici non mi sembra quel gran che” Commentò acida Mary “Cos’ha lei che io non ho?”

“Tu non sei Sherlock” Rispose John per poi correre fuori dal ristorante con il sorriso sulle labbra.

Corse come un dannato fino a trovare un taxi “Baker Street  221b” Disse quasi senza fiato salendo sull’auto. Durate il tragitto pensò a quello che avrebbe detto a Sherlock e non gli venne in mente nulla.

-Sto facendo la cosa giusta?- Pensò quando scese dal taxi e si ritrovò davanti all’appartamento

Salì le scale lentamente, cercando di non far rumore, poi aprì lentamente la porta: Sherlock era alla finestra a suonare il violino.

“Pensavo facessi tardi” Disse freddo continuando a suonare

“Le cose sono andate diversamente” Rispose il dottore cercando di nascondere il nervosismo

“Cosa non andava questa volta? Alta? Bassa?”

“Non parlare come se scegliessi come un bambino viziato!” Sbottò John innervosito

“Non ci sono altre spiegazioni del perché ogni volta finisci sempre col...”

“Finisce sempre così perché tutte loro non sono TE!” Urlò non lasciando neanche il tempo al detective di finire la frase.

In quel momento ci fu un verso stridulo proveniente dal violino, poi il silenzio.
Sherlock fissò John a occhi spalancati, quasi come un gatto spaventato, quasi senza respirare

“A tutte loro mancava qualcosa... Sentivo che non erano adatte a me. Ho provato e riprovato, ma solo oggi ho capito che loro non hanno nessun problema. Sono io che da idiota ho cercato in loro quello che c’era in te. Quasi cercando di negare che io potessi...” John respirò profondamente prima di continuare “provare qualcosa per te... Sono stato così stupido”

“Ci hai messo un bel po’ a capirlo. Intanto però te la sei spassata con quelle e non mi sembra che tu ti sia mai lamentato” Commentò Sherlock secco una volta ripresa lucidità

John cercò di trattenere un sorriso vittorioso. Gli stava facendo una scenata di gelosia, quindi questo voleva dire che quello che provava era ricambiato.

“Non sei proprio il tipo che mi deve rimproverare per aver usato delle persone. Cosa che non ho nemmeno fatto. Ero confuso, annebbiato”

A quel punto John si avvicinò a Sherlock, che indietreggiò spaventato

Il biondo però gli prese una mano e con l’altra libera alzò lo sguardo del moro per guardarlo negli occhi “Ho sbagliato, ok? Ho sempre ignorato quella sensazione che mi diceva che stavo sbagliando. Ma ora non lo voglio più fare. Non voglio sprecare questa sensazione. Faccio sempre più fatica a resistere... E forse è così perché ormai è troppo tardi per lasciarti andare”

Si avvicinò sempre più a Sherlock, che ormai era completamente immobile, quasi paralizzato. Le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza...

“John, io...” Il detective non fece in tempo a finire la frase perché John lo zittì appoggiandogli un dito sulle labbra

“Lasciati andare Sherlock” Sussurrò per poi baciarlo dolcemente, passandogli le mani tra i riccioli neri

“Guarda che puoi respirare” Sussurrò divertito quando si staccò per riprendere fiato

“John ma cosa penseranno gli altri?”

“Sinceramente non mi importa. Noi dobbiamo semplicemente fare quello che riteniamo meglio per noi” Rispose semplicemente il biondo

Sherlock a quel punto si allontanò leggermente “Non penso di essere la scelta giusta per te. Non vado d’accordo con i sentimenti. Non voglio inguaiarmi e mettere anche te nei guai”

“Posso insegnarti io ad andare d’accordo con questi sentimenti! Ok, per te sono una cosa nuova e ti spaventano, ma tutti ci sono passati e altri ci passeranno!”

Sherlock abbassò lo sguardo, in evidente imbarazzo “Non ne vale la pena fare questo per me”

John a quel puntò se lo tirò di nuovo vicino a se “Ascoltami Sherlock Holmes, ho appena piantato una ragazza nel bel mezzo di una cena per te e lo rifarei altre mille volte se fosse necessario per farti capire che ti amo. Ti amo ok? Così tanto che potrei morire per te! E questa cosa la riterrei un modo bellissimo di cadere”

In quel momento fu Sherlock a prendere l’iniziativa: prese il volto del dottore e lo baciò. Un bacio impacciato, che pero John apprezzò.
Lentamente decisero di approfondire quel bacio. John guidava un impacciato Sherlock e questa cosa la trovava estremamente dolce.

“Ahio!” borbottò John l’ennesimo morso alle labbra. Sherlock si stava facendo prendere un po’ la mano... Non che la cosa gli dispiacesse....

Il detective abbassò lo sguardo imbarazzato “Sono un disastro”

“Il mio bellissimo disastro... Dai vieni qui” Ribattè ridendo John tirando di nuovo Sherlock “Dove eravamo rimasti?” Domandò malizioso per poi riprendere a baciarlo accarezzandogli la schiena intanto che il moro gli passava le mani tra i capelli.

Sapevano che sarebbe stato difficile portare la loro storia alla luce del sole. Ma sapevano anche che non potevano stare lontani per molto.

Erano un disastro... Un bellissimo disastro...


Buongiorno miei piccoli ricci! Yes... I'm back! :3 
Scusate se sono scomparsa nei meandri di Mondor, ma ho avuto pochissimo tempo per scrivere. Spero che questa ff serva per farmi perdonare :3
Questa storia è stata ispirata dalla canzone: Beautiful disaster di Fedez ft. Mika. Spero che la ff vi piaccia ^-^
   
 
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