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Autore: Marra Superwholocked    27/06/2016    1 recensioni
[Per chi ha letto la mia Darkness and Light e vuole saperne di più su Annabeth e Crowley]
SPOILER!
Com'era Annabeth prima che Naomi portasse via la figlia al povero Crowley?
E chi è quella ragazza che si aggira per l'Inferno con aria annoiata?
Annabeth è tornata ed è più cazzuta di prima!
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crowley, Naomi, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Annabeth, la saga'
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CAPITOLO I

Prequel

o

Una Bimba Particolare

 

Bastano due parole per cambiare tutti i tuoi progetti: Sono incinta.
Se poi si è un demone – il re, per giunta – è ancora più sconvolgente, no?


Universo.Via Lattea. Sistema Solare. Terra. Mesopotamia.
Duemilaseicento anni fa.
Uno splendido angelo dal viso severo e autoritario sedeva davanti al piccolo focolare della casa momentanea che il suo compagno le aveva trovato. Naomi, questo era il nome dell'angelo, aveva lasciato il Paradiso soli pochi mesi prima per sbrigare delle commissioni ordinarie e stava per tornarvici quando scoprì di essere in dolce attesa. Non era preoccupata per la gravidanza, ovvio che no, ma era certa che Crowley, il suo compagno – anch'egli momentaneo, probabilmente – avrebbe reagito non troppo pacificamente. Eppure si sbagliava.
«Diventerò padre...» Crowley sognava ad occhi aperti come un tenero bambino. «Cioè, in teoria lo sarei già, ma ora sarebbe diverso... Sarebbe per metà demone, giusto?» chiese a Naomi, entusiasta.
Lei non era troppo felice, dopotutto. Sì, la creaturina sarebbe stata metà demone e metà angelo, una strana Nephilim, insomma. Era questo a preoccuparla: metà luce e metà oscurità... Se avesse vinto l'oscurità? Ma non poteva interrompere la gravidanza. E se il Paradiso non l'avrebbe perdonata, be', sarebbe scappata con la neonata – sapeva che era una femmina – lontana dalla sua famiglia.
«Sì, Crowley» rispose lei con un sorriso. «Che nome vogliamo darle?» chiese poi.
Crowley si guardò attorno, ma non gli veniva in mente alcun nome decente per una bambina di quell'importanza. Avrebbero potuto chiamarla Hope, come simbolo di speranza per una nuova alleanza... Oppure Victoria, perché era così che Crowley si sentiva: vittorioso... Ma storceva il naso ad ogni nome che pensava... Poi, all'improvviso, il demone ricordò un desiderio della sua amata moglie, quella con cui aveva cresciuto il suo primo figlio Gavin: Se sarà femmina, vorrei chiamarla Annabeth, gli aveva confidato. Annabeth: "Dolce e amaro". Era quello il nome giusto.


Sette mesi e cinque giorni dopo angelo e demone facevano il primo bagnetto ad Annabeth. La bimba stringeva il pollice del padre forte tra le sue dita. Gli occhietti stretti e le lacrime di coccodrillo pronte a fare stragi. La prima volta che Crowley la vide le sembrò bruttissima e bellissima allo stesso tempo; poi, però, cominciò a cambiare e ad assomigliare sempre di più a Naomi. Stava diventando una vera principessina.
Naomi finì di risciacquare la figlia e l'avvolse in un grande telo azzurro. La bimba si ciucciava la mano e fissava suo padre. Ed all'improvviso eccoli: gli occhi di Annabeth mutarono. Fu come se la pupilla si ingrandisse a disimisura, superando i confini dell'iride, colorando tutto il bulbo di un nero-blu da brividi. Crowley sorrise; Naomi si spaventò. Poi la bimba fece tornare i suoi occhi come prima e rise di gusto.


La prima pappa non si scorda mai. È quella che ti fa fare l'aeroplanino ma tanto sai che poi l'areoplanino precipita sulla tua maglietta. Infatti successe proprio questo.
Crowley ebbe l'onore di dare il via al cambiamento. Annabeth era seduta sulle ginocchia di Naomi, lui di fronte a loro due. Il re sembrava essere tornato umano, da come si comportava da sciocchino. I versetti che faceva furono davvero imbarazzanti. Insomma, tutto pur di far mangiare tua figlia...
«L'aeroplanino arriva...» disse Crowley. Annabeth teneva la bocca aperta, ma quando il cucchiaino fu vicino alle sue labbra... lei le serrò. «Dai, Anna, apri la bocca, fai la brava! Aeroplanino!»
Ma lei non intendeva dargli ascolto. Le avevano preparato un surrogato del semolino ed era davvero schifoso! Sentiva il puzzo e voleva prendere in giro suo padre, ovviamente.
«Avanti, Annabeth!» la incitò Crowley. Naomi rideva e con un dito cercò di aprire la bocca di Annabeth, ma non ci fu nulla da fare. Quella bimba era già una forza della natura.
Crowley, dunque, arrivò all'esasperazione: forzò la bocca della bimba col cucchiaino, ma Annabeth odiava quella pappetta: aprì la bocca e soffiò così forte che il cucchiaino rimase privo di pappa poiché si riversò tutta sul completo nero del padre. E quanto risero madre e figlia!


Poi arrivarono le coccole. Annabeth aveva ormai sette mesi e Crowley amava sdraiarsi sul prato e giocare con lei. Se la metteva sdraiata sul suo petto, poi la prendeva e faceva finta di falra volare. Ma un giorno, ahimè, lo fece subito dopo il pranzo e...
Annabeth, povera stellina, aveva appena mangiato...
Sì, l'abito nero di Crowley si rovinò di nuovo.


Le settimane passavano allegre e disastrose come sempre. Annabeth sembrava averci preso gusto a far del padre uno splendido fenomeno da baraccone. Lui, tuttavia, non intendeva fermarla: gli piaceva sentire la sua risata e godeva di ogni attimo possibile come se dotesse finire tutto lì, all'improvviso, dall'oggi al domani.
Ma arrivò infine l'ultimo giorno in cui Crowley vide la sua piccina.
Stavano rincorrendosi l'un l'altro dentro un immenso campo di grano. Annabeth aveva da poco compiuto tre anni e sgambettava felice, cercando di seminare la madre, quando all'improviso un corvo le tagliò la strada volando a pochi centimetri dalla sua faccia.
Annabeth si infuriò. Puntò il dito contro il volatile con rabbia incontrollabile e il poveretto prese fuoco. I suoi genitori assistettero alla scena impotenti. O meglio: Naomi e Crowley non intervennero per due motivi diversi: lui era mezzo orgoglioso della figlia; Naomi era rimasta non poco esterrefatta. Ma entrambi capirono subito che la parte oscura della piccola stava prendendo il sopravvento.


«Cosa?!»
«Non darò a te l'opportunità di farla crescere come un mostro!»
«Naomi, devi renderti conto che non sarà mai come te o come me» le ribadì Crowley.
«Lo so, ma non posso correre questo rischio» disse l'angelo. «La cosa giusta da fare è che io ed Annabeth ce ne andiamo via per un po'. Giusto il tempo per sistemare le cose.»
«No!» urlò Crowley, più triste che mai. «Non posso permettertelo!»
«Troppo tardi» sussurrò con le lacrime agli occhi. Poi volò via, portando Annabeth con sé e lasciando che Crowley sfogasse la sua rabbia sul terreno intorno a lui.

   
 
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