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Autore: namary    27/06/2016    1 recensioni
San Giovanni d'Acri, 1291
La notte prima dell'assedio che spazzerà via definitivamente il regno crociato di Outremer in Terra Santa, un uomo e una donna incrociano i propri sguardi e i loro destini, imparando ad amarsi nell'oscurità. Una sola notte... eppure così tante notti racchiuse in essa. Mille diamanti pronti a brillare ognuno di luce diversa.
Dal III° capitolo:
Incrociammo di nuovo gli sguardi, e anche stavolta mi trovai a trattenere il respiro.
Non c'erano dolcezza, né malizia nei suoi occhi, diversamente da ciò che le sue compagne avevano mostrato ai soldati affamati d'amore.
Quegli occhi sembravano ossidiana liquida, lava bollente che bruciava pericolosa nel fondo delle sue iridi...
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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Il tempo attorno a noi sembrava essersi fermato.
Io e Frederik non riuscivamo a staccare gli occhi da quei corpi così seducenti, che si muovevano con una grazia e una leggiadria mai viste.
La musica mi coinvolgeva a tal punto che mi sembrò di aver perso il contatto con la realtà.
Ad un certo punto dalle prime file un uomo si protese e afferrò con forza la caviglia di una delle danzatrici più giovani. Riconobbi lo stemma della croce nera in campo bianco.
La trascinò sul tavolo e, incitato da alcuni, cominciò a spogliare la ragazza mentre questa tentava di divincolarsi. Lo vidi distintamente bloccarle i polsi e cominciare a baciarle i seni.
Quell'immagine mi terrorizzò e mi eccitò al tempo stesso.
Fu come rivedere me stesso mentre bloccavo al suolo Rakka per poi spingermi in lei con violenza, incurante delle sue suppliche. Un attimo dopo, mi apparve un campo di grano: io e Klara eravamo distesi a terra e ridevamo dopo una lunga corsa. Io le sollevavo pian piano la gonna e le accarezzavo la coscia...
In quel momento, una voce profonda mi riscosse dalla mia pena.
"Lasciatela" tuonò il gigante nubiano.
La sua voce era forte e limpida come quella dei suoi tamburi. E ora vibrava minacciosa.
"Le danzatrici non si toccano. Tornate a bere"
Chiunque dopo un simile avvertimento, si sarebbe fermato. Infatti, il teutone lasciò la ragazza all'istante, come se la sua pelle fosse diventata improvvisamente di fuoco.
Tutto tornò tranquillo.
Io e Frederik ci scambiammo uno sguardo d'intesa.
"Con una bestia così a guardia delle pulzelle, io non ci avrei nemmeno provato" sogghignò lui.
Finii di bere il mio vino, annuendo.
"D'altra parte, stiamo parlando dei teutonici, non possiamo pretendere troppo"
Frederik si fece una grassa risata.
"Però" continuai io "devo ammettere che l'avrei ucciso con piacere"
"Buon Dio, Ardwin, da quando in qua sei diventato il paladino delle puttane?" scoppiò di nuovo a ridere, poi improvvisamente parve colto da un'illuminazione.
"Aaah, ora ho capito... anzi, ho due ipotesi"
"Sputa il rospo"
"La prima è che, forse, l'avresti ucciso per poter prendere il suo posto. La seconda, forse ha a che fare con tua sorella e un certo..."
Lo presi di scatto per il bavero, stringendogli la gola.
"Non...!"
Lo lasciai immediatamente, non appena mi resi conto di cosa stavo per fare.
Lui mi guardò con un sorriso bieco, massaggiandosi la gola.
"Direi... che ho indovinato" disse, schiarendosi la voce. "Mi dimentico sempre di quanto ti fa imbestialire, quest'argomento. Pazienza, me la sono cercata" ammise, alzando le mani in segno di resa.
Non risposi, e d'un tratto l'aria mi sembrò talmente soffocante da non riuscire quasi a respirare.
Biascicai le mie scuse a Fred, e mi diressi verso l'uscita.
Il fresco alito della sera mi fece sentire subito meglio, ma non impedì ai miei pensieri di venire nuovamente a galla.
Il cuore bruciava di una vecchia ferita... e un'altrettanto vecchia vergogna.
Da nove anni ormai non avevo più notizie di mia sorella... da quando ero partito per la Terra Santa.
Rivolsi a lei il mio pensiero, guardando la luna appena sorta.
Di lei mi vennero in mente gli occhi grigi e malinconici, i capelli biondi come grano maturo, luminosi tanto quanto i miei erano scuri. La sua risata, i suoi denti bianchi e perfetti... le notti passate a stringerci per mano, accoccolati insieme per scacciare il dolore dei lividi sulla pelle.
Sospirai e chiusi gli occhi, appoggiandomi con la schiena alla parete della taverna.
No, dovevo smetterla di ricordare.
Tutti i miei sogni si erano infranti... che illuso! Era inutile ormai piangerci sopra. Forse aveva ragione Frederik. Se è vero che la vita umana è priva di significato tanto quando è piena di gusto ed emozione, tanto valeva godere appieno di ogni singolo istante.
Decisi perciò di rientrare tra i fumi dei nargila.
Cercai il mio amico tra i tavoli, ma non lo trovai. Lo scorsi infine in un angolo, abbracciato a una delle danzatrici, la bellissima mora dai capelli ricci. Si diressero poi al piano superiore, scambiandosi occhiate complici.
Anche se ero felice per lui... Dio, quanto lo invidiavo!
In quel momento però, qualcun altro attirò la mia attenzione.
Sul palco, una danzatrice sconosciuta avanzò a grandi passi verso il nubiano, per sussurrargli qualcosa all'orecchio. A differenza delle altre  portava una morbida tunica a righe, fermata in vita da una fusciacca colorata. I capelli, lunghi e crespi, erano anch'essi acconciati con una fascia della medesima tinta.
Il suo sguardo saettò per un attimo verso di me, mentre esplorava brevemente la sala.
La ragazza sembrava non volesse saperne di iniziare a danzare: attorno a me, alcuni avventori cominciarono a mormorare impazienti, e qualcuno lo fece anche ad alta voce.
Dopo un po', il suono della zurna e del mizmar finalmente annunciò il suo spettacolo.
La vidi avvicinarsi lentamente al centro della sala, facendo volteggiare un bastone.
Cogliendoci di sorpresa, lo puntò verso di noi con un movimento rapido, seguendo con lo sguardo la linea invisibile che questo creava nell'aria.
Anche alla luce soffusa delle lanterne, notai gli occhi scuri della donna brillare di una luce magnetica, e improvvisamente mi sentii attratto da lei.
Incrociammo di nuovo gli sguardi, e anche stavolta mi trovai a trattenere il respiro.
Non c'erano dolcezza, né malizia nei suoi occhi, diversamente da ciò che le sue compagne avevano mostrato ai soldati affamati d'amore.
Quegli occhi sembravano ossidiana liquida, lava bollente che bruciava pericolosa nel fondo delle sue iridi...
Il suono improvviso delle percussioni ci colse nuovamente di sorpresa.
Fu allora che cominciò a danzare per davvero: i suoi movimenti erano talmente potenti e aggressivi da intimorirci. Era capace di abbinare passi leggeri e aggraziati con agili colpi di petto e bacino, mentre faceva ondeggiare il bastone come una frusta.
Quando il ritmo aumentò, lo fece poi ruotare con violenza, quasi fosse una sciabola e stesse combattendo contro un nemico invisibile.
Mentre danzava, combatteva. Mentre combatteva, danzava.
Era stupefacente, sensuale come nessuna delle altre.
Un rullo di tabla la portò all’apice, e terminò la coreografia puntando nuovamente il bastone verso di noi, come ad ammonirci.
Fu allora che, per la terza volta, i suoi occhi incontrarono i miei.
Purtroppo però non ci diede il tempo neanche per farle un applauso: si voltò bruscamente senza nemmeno inchinarsi, dandoci le spalle.
Quasi non capii cosa successe, ma improvvisamente la vidi a terra, mentre un omone alto quasi due metri l'aveva afferrata per i capelli e trascinata verso di sé.
Il nubiano proruppe in un urlo terribile, ma questa volta non bastò.
Molti si alzarono, incitando l'aggressore, alcuni unendosi a lui e ridendo sguaiatamente.
Ben presto si scatenò una rissa, mentre il nubiano tentava di raggiungere la ragazza, ormai sommersa.
Cercai di mantenermi in disparte, ma fu praticamente impossibile. Mi beccai un pugno in pieno viso, che mi mandò lungo disteso per terra. La gamba cedette momentaneamente, e un fulmine di dolore si propagò attraverso i nervi, facendomi perdere per un attimo la lucidità.
Nella calca, intravidi la ragazza strisciare via, tra le gambe dei tavoli.
Facendo appello a tutta la mia forza, mi rialzai e diedi delle spallate per liberarmi la strada.
Individuai il mio obiettivo poco più avanti, mentre cercava di difendersi da un teutone.
Raccolsi una della brocche di terracotta e l’abbattei con tutta la violenza che mi era rimasta in corpo, sul capo di quel disgraziato.
Ora era di fronte a me. Non appena la presi per il polso, iniziò a gridare e dimenarsi selvaggiamente.
"Stà ferma! Se vuoi uscire di qui, stà ferma!"
Mi costò molta fatica mantenere la presa e tentare di fuggire, ma alla fine riuscii a raggiungere le scale e salire al piano superiore.
Controllai velocemente la situazione dalla balaustra, ma sembrava che nessuno ci avesse seguito.
Lei continuava a gridare e gemere come un animale ferito, e all'improvviso mi si avventò contro e mi morse una spalla.
Trattenni a fatica un fremito di dolore.
Decisi che, se volevamo uscire da lì, avrei dovuto neutralizzarla.
Le strinsi più forte i polsi, nel tentativo di bloccare ogni sua iniziativa.
La fascia sui capelli le era caduta, e i capelli neri e crespi le circondavano il volto come la criniera di un leone.
Quegli occhi, ora lampeggiavano di un'insana rabbia e paura, e sembravano pronte ad inghiottirmi nella loro oscurità.
Non c'era più tempo.
La attirai a me con forza, stringendole il viso sul mio petto. Resistetti mentre cercava di darmi dei pugni, e poco dopo per fortuna perse i sensi.
Ero madido di sudore, e in più la gamba mi doleva atrocemente.
Mi tastai la coscia, e scoprii con orrore che la ferita si era riaperta.




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Nda: Sì, sono tornata. Per chi segue ancora questa storia, ho dovuto cancellare alcuni capitoli perché ho deciso di modificarla in modo radicale. Da questo capitolo in avanti quindi, la trama prenderà una piega diversa da come l'avete conosciuta. Ho anche sistemato e modificato i capitoli precedenti, per cui... mi farebbe piacere se voleste rileggerli. Nei prossimi giorni inserirò anche le note linguistiche! Per ora, vi lascio il link a una musica che trovo davvero appropriata per questo capitolo! https://www.youtube.com/watch?v=GBtXAJM5OUc
Fatemi sapere cosa ne pensate. A presto!
Namary/Tarazad

 
   
 
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