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Autore: Penguimms    27/06/2016    1 recensioni
"Ti ferirai più di quello che sei già."
"Lo so. Ferirsi per le persone per cui vale la pena è giusto. E lui ne vale, eccome se ne vale."
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Una molteplicità di corpi aggrovigliati tra loro si muovevano ritmicamente, incrociandosi in balli totalmente improvvisati. Il puzzo di fumo e alcool stuzzicò fastidiosamente le mie narici, mentre mi muovevo insicura nelle mie Vans, rigorosamente grigie. Mi sistemai una ciocca di capelli dietro a una spalla, mentre cercavo Ashton tra la folla. La musica rendeva impossibile ogni scambio di parola, tra scene disgustose di ragazzi intenti a farsi la pulizia dei denti, vidi una bandana rossa con fantasie bianche.
"Lilith! Sei arrivata!" lessi per lo più il suo labbiale, mentre si scioglieva in un sorriso sincero. Lo salutai di rimando, osservandolo poi chiedere a Wendy di ballare. Così fecero incoraggiandomi con un solo sguardo, che io ovviamente evitai con un 'magari tra poco'. Uscii da quella casa, che anche se varcata da poco mi stava già opprimendo. Vidi un ciuffo biondo appoggiato al bordo della piscina, illuminata da faretti di una luce gialla. Indossava una maglietta a maniche corte, bianca, e un paio di Skinny gli fasciavano come sempre a perfezione le gambe, ora incrociate.
"Disturbo?" la voce partì da sola, mentre gli occhi azzurri di Luke si posavano sulla mia figura magrolina, ancora in piedi. Sorrise, uno di quei sorrisi che ti fanno strozzare anche solo con la tua saliva, e mentre batteva il palmo sulla ceramica vicina a sè, il mio cuore perse un battito. 
"Siediti pure." era un invito, quindi. Mi sedetti esattamente come lui. Gambe incrociate sul bordo della piscina. "Niente balli sfrenati per te?" sorrise, tenendo lo sguardo incollato davanti a lui.
"Sono una ragazza piuttosto tranquilla." mi strinsi tra le spalle, fissando le mie punte blu. "Tu, invece?" non so nemmeno io dove la trovai la voce e la forza di parlare con lui. 
"Non ne ho motivo." sospirò, quasi sconsolato. Forse fu il sesto senso femminile, o forse su solo un'intuizione, ma nella mia mente si accesero tante lampadine, che componevano il nome di Aleisha.
"Problemi di cuore?" decisi di buttarmi, aspettando con il battito cardiaco fermo la risposta.
"L'hai capito dalla faccia sconsolata o dai miei sospiri da ragazzo depresso?" domandò ironicamente, scuotendo la testa bionda. Più stavo lì, accanto a lui, più sentivo il mio amore per lui crescere. Mi morsi nervosamente il labbro inferiore, cercando qualcosa da dirgli.
"Aleisha, giusto?" stavo nuotando in acque infestate dagli squali, e ne ero consapevole. Perchè per quanto amassi Luke, per quanto l'avessi osservato a lungo e nei minimi particolari, non sapevo come diventava quando si parlava di affari di cuore. Ci furono attimi interminabili di silenzio, dove il mio cuore smise di battere e i polmoni smisero di prendere aria. Cosa che mi fece bruciare la gola, a lungo.
"Come fai a saperlo?" sembrava sorpreso. Tornai a respirare, quasi sollevata che non l'avesse presa male come pensavo.
"L'abbiamo vista al negozio, no?"
"Si, giusto."
"Le hai già parlato stasera?" domandai, schiarendomi la voce.
"Si, ma dopo nemmeno cinque minuti se n'è andata con Mason." l'osservai contorcere il viso in una smorfia di disgusto. "Il problema è che non so mai come comportarmi con lei, cosa fare, cosa dirle.." lo sentii sospirare, e la voragine che mi si aprì in petto mi fece parlare d'istinto.
"Dovresti provare a chiedere a persone vicino a lei i suoi interessi, se magari al cinema c'è qualche film che le piace, se ha sentito di recente una canzone che l'ha colpita, che ne so.." esattamente. La ragazza innamorata stava dando consigli su come rimorchiare la ragazza che amava lui.
"Tu sei così.. pratica, esperta." altro sospiro. Poi sembrò come sollevato da una forza sconosciuta. "Si! Sei molto più esperta di me!" quasi urlò. "Potresti aiutarmi con Aleisha, con i tuoi consigli sarei sicuramente avvantaggiato!" per la seconda volta in quella serata, rivolse i suoi occhi azzurri a me, scrutandomi attentamente e quasi felicemente.
"Cosa?! Sono la persona meno indicata per queste cose, non so se sarei all'altezza, cioè.." mi impappinai subito, prevendendo future notti in lacrime e con il cuore ancora più a pezzi di quello che era già.
"No, Lilith sei perfetta per questo genere di cose!" sembrò quasi implorarmi, scavando a fondo dei miei occhi con i suoi.
"Io.." ma la frase venne smorzata dal blocco che mi si creò alla gola. Luke Hemmings mi stava facendo il labbruccio, sbattendo più volte le palpebre. Il mio cuore era già troppo debole per resistere ai suoi occhi blu, figuriamoci a quell'espressione fin troppo dolce. "Okay, okay." ammisi in uno sbuffo debole. Ma il rumore dei cocci del mio cuore che venivano calpestati con più forza, sparpagliandosi ancora di più, mi impedì di seguire i ringraziamenti infiniti di Luke.

"Tu cosa?!" Wendy urlò, agitandosi nel letto.
"Non urlare, i tuoi staranno ancora dormendo." era mattino ormai, la sveglia segnava le nove e trentaquattro.
"Urlo eccome! Hai accettato di aiutare Luke a rimorchiare Aleisha! Tu, che aiuti il ragazzo che ami a dispedere ogni chance che hai con lui!" mi fissò, i suoi grandi occhi color nocciola increduli.
"Wendy, mi sembra giusto così- Infondo non può rimanere single per sempre, anche perchè farlo affezionare a me mi sembrerebbe ingiusto. Io non ho.."
"Ne abbiamo già parlato." mi interruppe, bianca in viso. "E ti ho già detto che ce la farai, quindi smettila di pensarla così." mi rimproverò dolcemente, abbassando notevolmente il timbro di voce. Era facile a dirsi, ma quando sei tu in uno studio medico, con un dottore davanti a te, con tua madre che piange silenziosamente, vedi la vita scorrerti davanti agli occhi, mentre tutto il tempo si ferma. La malattia mi stava lentamente trascinando via, Wendy faceva fatica ad ammetterlo, il solo pensiero faceva male, molto male, ma doveva accettarlo. L'avevo accettato io, mia madre era a buon punto, doveva farlo anche lei.
"Comunque.." mi schiarii la voce, cacciando quelle brutte immagini dalla testa. "Lo amo e voglio il meglio per lui. E se il meglio per lui è Aleisha, allora lo aiuterò." parola dopo parola, il mio cuore diventava sempre più frastagliato, sparso a terra in mille pezzettini. Wendy sospirò, rassegnata di fronte alla mia determinazione.
"Ti ferirai più di quello che sei già."
"Lo so. Ferirsi per le persone per cui vale la pena è giusto. E lui ne vale, eccome se ne vale."

Osservai la punta delle mie Vans andare avanti e indietro, nel vuoto. Un movimento costante, ripetitivo, mentre la voce soffice di mia madre parlava. Oggi avevo la visita dalla dottoressa Cutshall. Mi piaceva quella donna. Portava i capelli neri e corti, aveva due grandi occhi color verde smeraldo e due labbra gonfie e rosse. Mi piaceva anche la sua voce: calma, tranquilla. Non stavo prestando molta attenzione a quello di cui stavano parlando, stavo solo ascoltando il mio cuore. Quell'organo vitale, la pompa perfetta, che con me invece aveva fatto cilecca.
-Non pensare troppo alla malattia fa bene. Bisogna impegnarsi per mantenere la felicità in Lilith.- sentivo la dottoressa parlare. Felicità? Luke. -Intanto aumenterei la dose di chemio giornaliera di poco, per vedere come va.- concluse, firmando un paio di scartoffie. Fantastico, avrei dovuto imbottirmi di farmaci ancora di più di quello che facessi normalmente. 
-Quando dobbiamo tornare alla visita?- chiese mia madre, la sua voce era ancora un piccolo brusio nella mia testa, persa tra i pensieri.
-Facciamo tra due settimane. Per qualsiasi cosa non esistate a chiamarmi.- ci sorrise. Ricambiai in fretta, salutandola mentre uscivo dal suo studio. Quando l'aria mi colpì il viso, potei sentire i polmoni gonfiarsi lentamente, assaporando la freschezza che mi circondava. Il cuore iniziò a pompare velocemente quando sbirciai l'ora sul telefono. Erano le quattro, e alle quattro e dieci avrei dovuto incontrare un angelo dagli occhi azzurri al parco. E non stavo più nella pelle.

Mi feci accompagnare da mia madre, e mentre camminavo per la strada cosparsa di foglie rosse e gialle, non facevo che domandarmi come sarebbe stato averlo accanto, respirare il suo profumo, sentire costantemente la sua voce. Non mento quando dico che le mani mi tremavano da paura, e il cuore stava martellando contro allo sterno dolorosamente. Poi eccolo, i soliti skinny neri e strappati e una canotta a coprirgli il busto. 



Wow. 
Dopo un anno torno ad aggiornare questa storia, non mi sembra vero.
Prima che possiate lanciarmi addosso qualcosa di pesante o pugnalarmi, vorrei scusarmi immensamente per questo ritardo imperdonabile.
E' stato un anno difficile, molto difficile per me, ed essere qui con questo capitolo in qualche modo mi da gioia.
Ringrazio tutte quelle che anche dopo così tanto tempo seguiranno la storia, e capisco chi non si ricorderà nemmeno della nostra Lilith.
Vi avviso in anticipo: ho iniziato un'altra storia che si incrocerà con questa, non è sui 5SOS ma è un progetto a cui tengo particolarmente e nulla, spero possiate seguirmi anche lì.
Mi scuso ancora con tutto il mio cuore, al prossimo capitolo!
Giorgia,xx

 
  
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