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Autore: Angel27    28/06/2016    2 recensioni
È nei momenti in cui si è più deboli...inermi, in quegli attimi di confusione ombre oscure tentano di avvolgerti con scure spire, trascinandoti in una voragine nera da cui non si può far ritorno.
Ignara di ciò che tramavano alle mie spalle lasciai che quelle ombre si insinuassero nella mia vita avvolgendo ogni cosa. Sono stata ceca ai segnali non vedevo, o meglio non volevo vedere. Tutti erano contro di me, ma questo non potevo saperlo e per anni ho continuato a vivere in un covo di assassini e bugiardi.
Era sincero il tuo dolore o sei stato tu a tradirmi? Chi sei...cosa si nasconde in te? Se solo ti fossi confidato forse tutto questo non sarebbe accaduto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'autrice
Mia cara Angel27 è dal 2014 che non aggiorni questa storia, prima che il giudice emetta la sentenza di morte vuoi elencarci le tue ragioni?
Salve!
Prima di tutto chiedo perdono e le scuse non saranno mai abbastanza lo so, ma davvero... so di essere stata assente per troppo e di aver abbandonato un po' questa storia. La verità? Volevo cancellare la storia per tanti motivi il primo era che essendo la mia prima fanfiction risultava banale. Secondo il primo anno di università mi ha dato pochissimo tempo per lasciare che la mente fosse illuminata da un'idea decente. Ma grazie a persone splendide che hanno recensito, e non solo, con parole splendide ho deciso di non mollare questa storia. 
Lasciatemi dire che sono emozionantissima, perché questa storia è parte di me in modo speciale...quindi nonostante le difficoltà ho deciso di stringere i denti e combattere per finirla nel migliore dei modi, perché nessuna storia (se ha preso vita in modo chiaro e tangibile nella nostra mente) merita di essere abbandonata. Vedrete nel corso dei capitoli forse qualche piccolo cambiamento dovuto probabilmente al fatto che sono un po' cresciuta e con me è cambiato il mio modo di scrivere, quindi andremo migliorando spero da qui ai prossimi capitoli.
Sono consapevole che Loki in questi capitoli sembra decisamente non rispecchiare quel carattere freddo che caratterizza la sua persona, ma tranquilli sarà solo per poco.
Ancora un avviso le prossime storie che saranno aggiornate sono "come sopravvivere alla furia di un dio" (di cui è già pronto il capitolo con qualche citazione del più famoso detective di tutti i tempi) ed "ogni uomo uccide ciò che ama".
Detto ciò lasciatemi ringraziare L_A_B_SH e Jenny Burton  per le splendide recensioni, sappiate che vi voglio tanto tanto bene le vostre parole hanno dato un futuro a questa storia. XD 
In particolare questo capitolo è dedicato a L_A_B_SH che ha pazientemente atteso il continuo.
Chiedo venia per qualsiasi orrore di distrazione o pubblicazione, ultimamente Word quando passa il testo sul sito mangia qualche parola devo risolvere il problema.
Bene sono finalmente felice di augurarvi una buona lettura e come sempre vi invito a non sottovalutare i vostri commenti, spesso fanno la differenza nel futuro di una storia.
Grazie a tutti 
Un abbraccio
Angel27
 
È nei momenti in cui si è più deboli...inermi, in quegli attimi di confusione ombre oscure tentano di avvolgerti con scure spire, trascinandoti in una voragine nera da cui non si può far ritorno. 
Ignara di ciò che tramavano alle mie spalle lasciai che quelle ombre si insinuassero nella mia vita avvolgendo ogni cosa. Sono stata ceca ai segnali non vedevo, o meglio non volevo vedere. Tutti erano contro di me, ma questo non potevo saperlo e per anni ho continuato a vivere in un covo di assassini e bugiardi.
Era sincero il tuo dolore o sei stato tu a tradirmi? Chi sei...cosa si nasconde in te? Se solo ti fossi confidato forse tutto questo non sarebbe accaduto.
 
 
"Sei in ritardo." La voce pacata del Guardiano arrivò pungente alle mie orecchie.
"Perdonami, ero..." cominciai, ma non mi diede il tempo di dare spiegazioni alzò una mano facendo cenno di fare silenzio.
"So benissimo dov'eri, Alexiel, ho visto tutto e trovo che tu abbia esagerato oggi nell'arena e non solo. Ti ho insegnato a mantenere il controllo in ogni situazione." il tono non ammetteva repliche, ma volli far valere le mie ragioni ugualmente.
"Non potevo far finta di nulla!" alzai il tono non curandomi dell'occhiata ammonitrice che mi riservò.
"Non è ciò che ti ho insegnato!" ribatté con forza.
"Menti, mi hai insegnato l'onore, il rispetto e il Codice, legge di ogni guerriero. Ho osservato i tuoi insegnamenti, dunque dove ho sbagliato?" ruggii furente non comprendendo il perché di tanto disappunto.
"In guerra Alexiel non si può parteggiare per una sola persona!" rispose glaciale ed il suo sguardo mi pietrificò.
Dunque era questo ciò che lo turbava, voleva mettermi in guardia da passioni incestuose? Strinsi i pugni con forza fino a far sbiancare le nocche.
"Cosa devi dirmi di tanto grave che ti spinge a parlare così?" chiesi ferita da tanta inclemenza, sospirò e vidi la preoccupazione sfigurare il suo volto e un'ombra scura offuscare le iridi dorate.
Lo vidi raggiungere il bordo del Bifröst scrutando con attenzione le stelle e galassie.
"Osserva.- disse poi con tono pacato- Cosa vedi?" con un gesto del braccio mi invitò a seguire una traccia magica.
Una strada dorata che si perdeva tra le stelle guidandomi lontano da Asgard nella terra buia e desolata di Svartálfaheimr.
"Ascolta..." la voce di Haimdall arrivò alle mie orecchie come un eco lontano.
All'inizio riuscii solo a percepire suoni, parole a tratti, mormorii, poi presero forma delle figure e finalmente riuscii ad intravedere i due interlocutori un'ombra che rimaneva celata dall'oscurità di quel luogo e un elfo oscuro dalla singolare chioma bianca. 
Le parole finalmente risultavano chiare, compresi che l'essere stava ingaggiando una discussione animata con l'elfo riguardo una missione, forse un'alleanza. Un sospetto si fece largo nella mia mente, ma venne confermato solo quando l'ombra mostrò le sue fattezze, incrociai due iridi tanto chiare da sembrare fatte di vetro e rabbrividii riconoscendole. La mente tornò a quella notte che aveva segnato la mia infanzia e benché cercassi la ragione in una parte recondita del mio essere non riuscii a trovarla finendo così schiacciata dal terrore e dalla furia alimentata dal desiderio di vendetta.
"Non puoi fuggire in eterno...sarai mia." sentii la sua voce rimbombare nelle mie orecchie e sentii il cuore fermarsi, schiacciato da un peso che credevo da tempo dissolto, invece l'avevo solo dimenticato. Strinsi le palpebre Taranto forte da farmi male costringendo il seidr a riportarmi indietro.
Non poteva essere tornato, non potevo e non volevo crederci dopo tutto quel tempo, ma dovevo aspettarmelo.... si divertiva a portare avanti quel nascondino per far capolino di tanto in tanto giusto per il gusto di ricordare nel più sadico dei modi che la sua presenza era sempre presente, vigile e costante. Quando il contatto si ruppe barcollai portandomi una mano alla fronte sconvolta.
"No..." Biascicai, sentii Haimdall sorreggermi.
"Alexiel basta." disse perentorio scuotendomi nel tentativo di farmi riprendere.
"Come ha fatto a tornare?" Chiesi ancora sotto shock.
"Non credo se ne sia mai andato, è solo stato in grado di celare il suo nascondiglio ai nostri occhi per molti anni." rispose e colsi tristezza e rabbia nella voce del guardiano. 
Ci fu un momento di silenzio dove sentii il peso dei nove regni crollarmi addosso, decisi di restare lucida presi un profondo respiro e mi diedi un contegno riacquistando la freddezza che si addice ad una cacciatrice.
"Devo avvertire Padre di tutto." affermai sbrigativa dirigendomi a passo svelto verso il palazzo. 
"Non è diretto qui." a quelle parole mi bloccai volgendo appena il capo verso di lui.
"Lo so." risposi richiamando le ali con l'aiuto della runa angelica, marchio indelebile sulla mia pelle, e in pochi minuti raggiunsi il palazzo. 
Senza degnare di uno sguardo guerrieri e nobili che si aggiravano per i lunghi corridoi raggiungendo la mia meta a passo svelto e deciso, non aspettai che le guardie mi annunciassero, con l'aiuto del seidr spalancai le pesanti porte in oro massiccio irrompendo nella sala del trono.
"Padre!" esclamai inchinandomi e tenendo il braccio destro stretto al petto, mentre lui con un gesto della mano congedava le guardie.
"Conosco la causa della tua agitazione, Alexiel." Quelle parole non mi stupirono sapevo dell'onniveggenza seppur limitata di Padre di tutto.
"Cosa avete intenzione di fare a riguardo?" chiesi pronta a qualsiasi piano d'attacco.
"Nulla, qualsiasi nostra mossa offensiva risulterebbe inutile considerando gli ultimi avvenimenti, possiamo solo osservare i suoi movimenti ed essere pronti a tutto." decretò ignorando la mia indole indomita.
"Osservare? Non era la risposta che mi aspettavo da chi un tempo ha sconfitto gli Jotun!" sibilai, infatti, senza timore né rispetto.
"Non essere impudente!" mi riprese, abbassai il capo stringendo i pugni con tanta forza da sentire le unghie conficcarsi nella carne.
"Alexiel- cominciò pacato- comprendo la tua paura, ma agire seguendo l'istinto non ci porterà alla vittoria." quelle parole mi fecero scattare come una molla caricata in eccesso.
"IO NON HO PAURA DI LUI!-gridai con ira-Se così fosse ora non sarei qui per fermarlo." continuai cercando di calmarmi.
"Figlia mia, in questo momento ogni attacco potrebbe essere sventato o potrebbe causare le morti di innocenti."continuò pacato.
"Cosa vi fa pensare che non accadrà lo stesso rimanendo immobili, come spettatori inermi?" chiesi ormai al limite della sopportazione.
"Il destino, mia cara, ci riserva le strade più improbabili e tortuose. Ricorda, ciò che vedi non è sempre come appare..." concluse.
E con questo cosa diamine voleva dire?! Sentii la rabbia crescere prepotente nel petto e serrai ancora i pugni incassando il colpo in silenzio, non mi sembrava l'occasione adatta per i suoi indovinelli senza soluzione. Decisi di lasciar perdere dopotutto era inutile continuare a discutere, mi inchinai e congedai subito dopo. Mentre mi allontanavo riuscii ad udire parole che come spesso accadeva con il padre degli dei non riuscii a comprendere.
"Un giorno capirai."
 
"Un giorno capirai, ecco cosa mi ha detto!" Alexiel camminava su e giù per la stanza incapace di calmarsi.
Il dio la osservava quieto in piedi poggiato allo stipite della finestra e con un libro tra le mani, mentre la ragazza ancora si muoveva nervosamente guidata da quel turbine di emozioni che si agitava in lei.
"Sai che nostro padre ha sempre un progetto, ma i suoi piani si rivelano col tempo." la voce di Loki fece da calmante ai nervi della poveretta che si lasciò cadere sulla poltrona in velluto cobalto esausta, passandosi poi una mano tra i lunghi capelli argentei.
"Mira a Midgard Loki, vuole lei...IO NON POSSO STARE FERMA A GUARDARE MENTRE DISTRUGGE LA MIA VITA!" gridò con tutto il fiato che aveva nascondendo il volto tra le mani tremanti, la sua non era paura ma rabbia, la rabbia di chi sa che qualcosa di orrendo sta per accadere e non può far nulla per fermarlo.
Il dio si avvicinò alla poltrona chinandosi dinanzi la ragazza che si massaggiava le tempie esausta, troppe liti quel giorno. Decise di non guardare il dio negli occhi, vergognandosi quasi delle iridi che avevano ancora una volta mutato colore.
"Guardami-sussurrò prendendole dolcemente il viso con una mano ed Alexiel non oppose resistenza- Dopo quella notte ho promesso a me steso che ti avrei protetta al costo della mia stessa vita, non permetterò a nessuno di farti del male." fece carezzandole la guancia.
Quando i loro sguardi si incrociarono provarono un'insolita sensazione di vuoto all'altezza dello stomaco, fu Loki a mettere fine ad un silenzio ricco di significati.
"Muoviti, non ti lascerò qui ad autocommiserarti." disse scattando in piedi ed avvicinandosi alla porta.
"Dove vorresti andare?" chiese la ragazza ormai completamente stesa sulla poltrona.
Uno sguardo eloquente del dio bastò per farle comprendere a quale meta alludeva, balzò in piedi afferrando il mantello pochi istanti e già erano alle scuderie.
 
Molti definiscono Asgard una splendida città, le case, le strade tutto sembra trasudare eleganza, eppure chiunque afferma ciò non ha mai potuto realmente ammirare la bellezza di questo regno. Nessuno di loro conosce i suoi laghi, le sue foreste, il suo mare limpido, ma chi come me e Loki sapeva comprenderne l'essenza fuggiva dal caos della città per rifugiarsi tra gli alti arbusti dei boschi asgardiani popolati dalle più svariate creature, che con i loro canti e fruscii animavano quei luoghi sacri. 
Lì andavamo a rifugiarci quando la vita di corte ci opprimeva ed il mondo sembrava non riuscire a comprenderci. 
Già da diversi minuti era sceso un imbarazzante silenzio tra noi, riempito solo dagli sbuffi dei nostri destrieri. Nonostante i tanti anni di amicizia e quasi fratellanza, considerando che Odino e Frigga mi avevano accolto come una figlia, da qualche tempo si venivano a creare spesso momenti di forte imbarazzo tra noi.
"Dunque è davvero solo questo che ti angoscia?" la voce di Loki ruppe finalmente quel pesante silenzio.
"Sai bene che tra pochi giorni ci sarà la scelta dell'erede.- risposi cercando il suo sguardo- Temo il giudizio di Odino, Loki, so che sarà dettato da ciò che vede il suo occhio e non da ciò che il cuore sa." rivelai.
"Thor è il primogenito." iniziò come stesse recitando una poesia letta e riletta.
"Si, ma non un re! Chi dice che tu non saresti un sovrano migliore di lui?" la mia foga lo fece sorridere.
"Tutti,-ammise con un sorrisetto canzonatorio e finalmente riuscii ad incrociare il suo sguardo, sbuffai alzando gli occhi al cielo- Ascolta Thor è forte, sa combattere, ha tutte le capacità per essere il re che Asgard desidera. Io al contrario non ho muscoli da esibire e per combattere utilizzo il seidr che da tanti non è visto esattamente come simbolo di regalità e forza. Non sono adatto a quel trono, Alexiel. In realtà...non sono adatto ad Asgard." concluse con un sospiro.
Tirai le briglie facendo fermare bruscamente il cavallo guardandolo con un orribile presentimento.
"Cosa vuol dire che non sei adatto ad Asgard?" chiesi temendo la sua risposta.
Sospirò esibendo uno dei suoi migliori sorrisi, ma sapeva che non sarebbe bastato come risposta.
"Alexiel io..." un fruscio tra gli alberi lo fece zittire, i cavalli erano irrequieti. 
Quel segnale mi bastò, portai istintivamente le mani alle spade angeliche riposte nel fodero dietro la schiena, ma non ebbi il tempo di estrarle perché un'enorme macchia nera sbucò dai cespugli a velocità disarmante fiondandosi su di me, facendomi così cadere malamente al suolo.
"Sdentato!-esclamai- Sì, anche io sono felice di vederti." continuai con respiro mozzato, mentre il drago continuava a leccarmi il viso completamente sdraiato su di me come un tenero cucciolo ignaro del suo reale peso.
"Noi cercavamo loro, invece sono stati loro a trovare noi, fantastico!" affermò il dio carezzando il suo drago.
"Ok Sdentato ora BASTA!" ordinai e mi lasciò il tempo di darmi una sistemata alla meno peggio.
"Mi dici che nome è Sdentato?" chiese beffardo.
"Mi ha rivelato il suo vero nome quando abbiamo stretto il legame. Un giorno lo scoprirai, questa splendida creatura come si chiama?" chiesi ammirata avvicinandomi al suo drago.
"Jokull, il signore del ghiaccio." rispose fiero.
Tesi una mano verso il collo squamoso del drago, ma mosso probabilmente da gelosia Sdentato mi investì una seconda volta.
"Oh ma insomma!-gridai mentre Loki mi derideva ghignando beffardo- Ah è così?" sussurrai rimettendomi in piedi.
Raccolsi la bava con la quale Sdentato molto gentilmente mi aveva fatto la doccia e la tirai con incredibile precisione sull'uniforme linda e pinta del dio che smise all'istante di sogghignare.
"Vuoi la guerra?-chiese osservando fuoribordo l'uniforme rovinata- E guerra sia!" sibilò e in pochi istanti ingaggiamo una lotta a suon di incantesimi.
"Ok basta! Tregua!" disse sfinito alzando le mani dopo non so quanti minuti, durante i quali ci eravamo tirati addosso di tutto.
"Va bene tregua concessa." rispondo ansante poggiando la schiena ad una quercia.
Volsi lo sguardo verso Sdentato e scoppiai a ridere vedendo con quale impegno tentava di afferrare la coda di Jokull senza successo, mentre l'altro con molta calma poggiava il muso tra le zampe infastidito dall'atteggiamento puerile del primo.
Solo allora mi resi conto che i nostri cavalli erano scomparsi, probabilmente morti di paura per l'entrata in scena poco decorosa di Sdentato e non solo.
"Credo che siamo rimasti senza baldi destrieri." dissi scoppiando in una sonora risata che contagiò anche il dio, poi un'idea balenò nella mia mente ed un sorriso furbo si dipinse sul mio volto.
 
"Sei pronto?" chiesi sorridendo beffarda.
"Non credo sia sicuro." rispose.
"Oh ma dai è come andare a cavallo solo senza terra sotto i piedi" risposi con un sorriso sghembo, vederlo in difficoltà mi divertiva.
"Per te è facile tu voli sempre, ci sei abituata permettimi qualche perplessità visto che non ho mai cavalcato una creatura mitologica volante creduta estinta da secoli." 
"Smettila di fare il bibliotecario sapientone e sali sul tuo drago Loki!" Lo ripresi.
Dopo uno sbuffo rassegnato montò sul dorso di quella splendida creatura e potei vedere lo stupore dipingersi sul suo volto mentre mormorava parole che non riuscii a comprendere.
Chinò il busto carezzando il collo di Jokull con dolcezza, era un momento tanto intimo per loro che per un istante mi sentii di troppo.
Con Sdentato avevo subito sentito un legame speciale fin dal primo incontro, era un donarsi reciproco che avveniva in maniera naturale come se facesse parte del nostro DNA. Loki stava provando quelle sensazioni ne ero certa, me lo confermò il suo sguardo ed il sorriso che dipinse le labbra sottili.
"Andiamo." la sua voce era sicura ed il suo corpo fremeva eravamo pronti al primo volo con i nostri draghi.
Vorrei poter descrivere le emozioni tanto forti e nuove che provammo quel giorno, ma non credo di essere tanto brava da riuscire a trasmettere anche un minimo di quelle sensazioni. Il vento che sferzava il viso, il battito accelerato dei nostri draghi in perfetta sincronia col nostro e lo spettacolo che si presentò quando superammo le nuvole, un tramonto da mozzare il fiato, il più bello di tutta la mia vita. Volsi lo sguardo verso Loki ed il mio cuore sembrò fermarsi. I capelli corvini scompigliati, gli occhi smeraldini che brillavano di una luce nuova persi ad ammirare il tramonto, per la prima volta vidi gioia...gioia pura in quelle iridi, la bocca semiaperta, il petto che si alzava ed abbassava frenetico. Rimasi così incantata dallo splendore e l'eleganza del principe di Asgard, le parole di Haimdall tornarono chiare alla mente, scossi la testa e tornai a ragionare allontanando pensieri che potevano nuocere ad entrambi.
Ritornare con i piedi per terra non fu facile entrambi impiegammo interi minuti per recuperare l'equilibrio, oscillando come dei bambini ai primi passi. 
"È stato incredibile!" esclamò il dio in delirio, quasi non lo riconoscevo la luce nei suoi occhi brillava ancora ed il sorriso non abbandonava le sue labbra.
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto." risposi lasciandomi cadere sul soffice manto d'erba.
"Quindi è questo che provi quando voli?" chiese stendendosi accanto a me.
"No...con Sdentato è molto diverso non sono io a guidarlo, ogni scelta, ogni movimento è l'unione di due esseri che pensano e si muovono in perfetta armonia...è davvero incredibile." sussurrai.
"Grazie." sussurrò e mi ritrovai a sorridere per la sincerità con la quale aveva pronunciato quella parola, ma quel sollievo durò poco.
"Quanto credi durerà?" chiesi fissando il cielo malinconica.
"Alexiel" fece con tono ammonitorio, mi misi a sedere torturando le mani.
"Delle volte penso che sarebbe facile per me scappare, far perdere le mie tracce.-sentii il suo sguardo grave posarsi su di me- Ma poi rifletto e penso a che probabilmente i miei tormenti non mi lascerebbero perché sono parte di me e scappare risulterebbe un inutile spreco di forze." accennai un sorriso amaro.
Lo sentii avvicinarsi e con mio grande stupore mi ritrovai stretta dalle sue braccia, mi beai del calore e del dolce profumo che emanava il suo corpo ricambiando dolcemente l'abbraccio. Restammo così in silenzio per un tempo che ad entrambi sembrò infinito.
"Siamo due bei problemi noi." ridacchiai sciogliendomi dal suo abbraccio.
"È quello che ci rende speciali." rispose.
Dopo quella sera non ci fu verso di discutere con Haimdall ed Odino del possibile ritorno di Valentine così fui costretta a lasciar cadere l'argomento seppellendolo in una parte oscura della mia mente.
 
Nei giorni seguenti ci capitò spesso di fuggire da palazzo e raggiungere Jokull e Sdentato, che pazienti attendevano il nostro arrivo. Sapevano entrambi che il desiderio di evasione era dovuto ad un solo evento imminente, la scelta dell'erede. 
Ricordo alla perfezione quel giorno. Si riunì il popolo con la stessa enfasi di quando si deve assistere ad uno scontro tra guerrieri nelle arene, erano lì per essere partecipi di uno spettacolo, non comprendevano minimamente la sacralità di quell'evento e l'importanza che aveva per noi della famiglia reale.
La sala del trono spettatrice di avvenimenti che nel bene o nel male avevano segnato la storia dei nove regni ancora una volta era popolata da nobili che occupavano le prime file con i loro abiti sontuosi, e dai borghesi ai quali erano riservate le ultime file. 
Al centro della sala, esattamente ai piedi del trono di Odino, vi era Mjölrnir l'arma forgiata da una stella morente e dalla potenza impareggiabile.
 Quell'arma dalle sembianze di un semplice martello sarebbe stata la prova da superare, chi dei due sarebbe riuscito ad impugnarla sarebbe diventato il legittimo erede al trono e futuro re di Asgard. 
Rimasi con Loki fino all'inizio della cerimonia, ansiosa e mossa dalla speranza che almeno l'arma sacra riuscisse a leggere nel cuore del dio quelle qualità che l'avrebbero reso un re.
Stava lì in attesa che Odino li annunciasse, indossava la sua armatura oro ed il mantello verde smeraldo, i capelli perfettamente sistemati fin dietro la nuca, l'atteggiamento fiero degno di un principe asgardiano.
Aspettai che fosse lui a parlare non perché non sapevo cosa dire, semplicemente decisi di rispettare il suo desiderio implicito, sapevo che le parole non avrebbero fatto altro che ripetere concetti già espressi finendo così per cadere nel banale. Inoltre ero consapevole che non voleva essere consolato o incoraggiato, desiderava solo essere capito e rispettato. Il silenzio quindi esprimeva alla perfezione queste caratteristiche,
perché anche il silenzio sa parlare...'sono qui, al tuo fianco se hai bisogno mi troverai accanto a te.' ecco cosa voleva dire.
Potevo sentire dal fondo del corridoio le risa di Thor ed i quattro guerrieri, ma li ignorai concentrandomi su Loki, il mio autocontrollo quella sera sarebbe stato indispensabile.
"Qualunque sia la sua scelta- disse senza distogliere lo sguardo dall'immensa porta dorata- promettimi che non cambierà nulla." concluse volgendo lo sguardo verso di me.
Strinsi il suo elmo che custodivo con cura tra le mie mani, come poteva credere che sarebbe cambiato tutto? Poi capii a cosa si riferiva, aveva paura. Paura di quello che le persone avrebbero detto se lui avesse fallito, paura di sentirsi giudicato ancora, paura di essere diverso, paura di perdere l'unica persona oltre Frigga che riuscisse a leggere nel suo animo come un libro aperto.
"Lo prometto." risposi porgendogli l'elmo giusto in tempo perché seguì la voce di padre di tutto che presentava i due eredi.
Thor lasciò i suoi compagni per raggiungere in fretta me e Loki feci qualche passo indietro e li lasciai procedere verso il trono, mentre con i quattro guerrieri seguivo gli eredi a passo lento ed elegante.
Con tutte le sue forze la mia ancella aveva tentato di farmi indossare un abito femminile, ma mi ero opposta in tutti i modi fino a farla cedere. Ero più che fiera di indossare la mia armatura tenendo le spade angeliche dietro le spalle, le ali spiegate ed i capelli argentei liberi da qualsiasi acconciatura ridicola, tranne per una corona di finissimi fili in oro bianco intrecciati tra loro e con un diamante a goccia sistemato al centro della fronte.
I due raggiunsero Mjölrnir e la prova ebbe inizio, la frase che tutti attendevano con ansia era una "Sei degno".
 
Il risultato sperato non arrivò, l'arma sacra scelse il dio del tuono che, senza alcun riguardo per il fratello segnato dal dolore e dall'umiliazione, alzò l'arma al cielo ridendo e vantandosi come il peggiore narciso.
I presenti inneggiarono in coro al nome del dio, solo Frigga osservava il dio degli inganni distrutto dalla delusione. 
Odino fece un inutile discorso su quanto fosse importante la carica di principe cadetto, cosa che non fece che peggiorare la situazione di Loki. Lo vidi stringere i pugni fino a far sbiancare le nocche e serrare le labbra nell'attesa che quel momento finisse al più presto. In quel momento provai l'irrefrenabile desiderio di far ammutolire padre di tutto nel peggiore dei modi e di gridare ai presenti di andare al diavolo. Seguì un applauso che fece rilassare appena i nervi del dio, quando Odino finì il discorso invitando i presenti ai festeggiamenti raggiunsi Loki, che a passo svelto aveva abbandonato la sala del trono passando inosservato tra i presenti.
"Loki!" gridai, la mia voce si perse tra i cespugli e gli alberi del giardino del palazzo.
Sapevo dov'era andato, si nascondeva sempre lì da piccolo...il labirinto un luogo che lui conosceva fin troppo bene. Al centro di quel susseguirsi di corridoi verdeggianti vi era una fontana bellissima in oro, senza pensare raggiunsi la meta a passo sicuro ed eccolo lì seduto sul bordo della vasca, l'elmo abbandonato sull'erba mentre osservava il suo riflesso nell'acqua pura.
"Loki..." sussurrai appena avvicinandomi lentamente.
"Era chiaro.-mi interruppe con voce rotta- Sapevamo entrambi che avrebbe scelto lui,  tutti lo sapevano era praticamente già deciso. Questa messa in scena della prova era solo un pretesto per umiliarmi, per farmi capire che non sono Thor e mai sarò come lui." sibilò a denti stretti.
"Non parlare così Loki, questi pensieri sono mossi dai pregiudizi delle persone che credono di conoscerti. Sappiamo entrambi che avevi le stesse possibilità di Thor..."
"SMETTILA!-ruggì voltandosi verso di me ebbi una fitta al cuore nell'incrociare i suoi occhi lucidi ed arrossati- Smettila di ripetere quanto sono bravo, quante possibilità ho di essere più di Thor, che non sono diverso. Basta mentire!" barcollai indietreggiando di qualche passo.
Mentire...davvero l'avevo ingannato? Mi sentii la peggiore delle bugiarde, perché nelle sue parole colsi una verità che i miei incoraggiamenti celavano, dopotutto entrambi eravamo a conoscenza della predilezione di Odino nei confronti del dio del tuono, ma entrambi per motivi differenti avevamo finto di non vedere.
Lo vidi avvicinarsi risentito per le sue parole, scossi la testa indietreggiando ancora. 
"Mi dispiace..." sussurrai prima di correre via. 
Lo sentii chiamare il mio nome ed i suoi passi frenetici rincorrermi, deviai cercando di nascondermi da quello sguardo che mi aveva trafitto col suo dolore.
Così per un istante credetti alle sue parole continuando a fuggire da lui nel tentativo di dimenticarle. Era questa l'abilità di Loki riusciva a mentire così bene da mascherare le menzogne con il volto della verità, tanto che finiva per credere ai suoi stessi inganni. Il suo miglior modo per difendersi era la causa del suo dolore, la scusa di molti per affibbiargli i peggiori appellativi: "dio degli inganni", "ingannatore", "dio delle malefatte", "dio delle menzogne" tutti nomignoli che col tempo avevano solo alimentato in lui sentimenti capaci di trasformare quelle paure travestite da menzogne, in rabbia destinata a ferire con sole parole qualsiasi individuo.
Furono le parole pronunciate prima della cerimonia a farmi ragionare permettendomi così di recuperare la lucidità per leggere tra le righe di quel libro che credevo di conoscere tanto bene.
"Qualunque sia sua la scelta promettimi che nulla cambierà." mi fermai di colpo lasciando che mi raggiungesse.
"Di ciò che ti ho detto, Loki...ho sempre creduto ad ogni singola parola, ti ho sempre considerato superiore a molti e sì, anche a Thor.- decisi di affrontare il suo sguardo voltandomi verso di lui, mi dissi che se le leggende che avevo letto in molti libri avevano una base reale allora la verità avrebbe avuto la meglio-Forse per gli altri sarai un diverso, ma non osare pensare nemmeno per un secondo che io sia come loro, Loki. Ho promesso e non importa quante bugie inventerai per tenermi lontana, per me resterai sempre un grande re e se Asgard non ti vuole, vuol dire che non ti merita.-si avvicinò a passo svelto bruciando in pochi secondi la distanza che ci separava- Non ti libererai di me, le tue menzogne non mi fermeranno." sussurrai a pochi centimetri dal suo viso.
"Lo so." rispose semplicemente sfiorandomi il viso con un gesto delicato della mano.
Sentii i muscoli irrigidirsi, il suo corpo era troppo vicino ma questo non doveva rappresentare un problema, quante volte mi aveva sfiorata abbracciata eppure non avevo mai provato...imbarazzo, ma in quell'istante tutto aveva preso un altro significato e dargli un nome mi spaventava.
Era tanto vicino che potevo sentire il suo respiro sfiorare le gote, i nostri
sguardi si incrociarono e mi persi in quelle iridi smeraldine, in quella fusione di rabbia e dolore, permise al mio sguardo di scrutare la sua anima, si spogliò delle sue maschere mostrandomi la sua fragilità senza paure. Le nostre labbra come due calamite lentamente si avvicinarono attratte da una forza originata da puro istinto, ignorando il grave peccato che ci avrebbe marchiati come una macchia nera indelebile. Ma quel desiderio impuro venne brutalmente distrutto da una voce che riportò entrambi alla realtà.
"Alexiel! Loki!" la voce di Thor si perse tra le siepi di quel labirinto come un eco tra le onde del mare, ma alle nostre orecchie risultò il rintocco del più tremendo orologio, e come scottati i nostri volti si allontanarono prima ancora di toccarsi.
"Meglio andare." disse senza degnarmi di uno sguardo avviandosi verso l'uscita, lo seguii in silenzio, cercando di scacciare il pensiero di ciò che stava per accadere.
"Eccovi! Vi ho cercato ovunque!" fece raggiungendoci a passo svelto.
"Sì eravamo..." cominciai incerta guardando di sfuggita il dio dai capelli corvini.
"Oh non importa, venite!" esclamò, riuscii a sentire appena la sua mano che spingeva la mia schiena con malagrazia e la stessa sorte toccò a Loki.
 
Il dio del tuono trascinò i due malcapitati tra il caos dei festeggiamenti ignorano le repliche della ragazza che aveva notato l'ombra scura che era scesa sul volto del principe cadetto, ma Thor non ascoltò e in quell'ostinazione trovò la sua più grande colpa. 
Nel via vai di asgardiane, tra le grida euforiche degli invitati e i fiotti di alcolici, Loki sentì l'irrefrenabile desiderio di allontanarsi. Una voce, un'entità lo attirava lontano da quel caos, era gentile quasi rassicurante, il dio rivolse un ultimo sguardo ad Alexiel costretta a dover prestare attenzione ad individui alquanto irritanti e nonostante lo spettro della gelosia dentro di lui si agitasse cercando di attirare la sua attenzione, decise di non interferire...di sparire. Era ciò che gli riusciva meglio, passare inosservato come fosse una presenza inconsistente, eterea. 
Quando le grida euforiche e gli schiamazzi si fecero lontani  il dio si sentì libero di respirare senza sentire alcun peso gravare sul suo petto. Lasciò che l'aria gelida riempisse i polmoni fino a gelargli il sangue, in quel freddo sentì ancor di più l'assenza di Jokull e desiderò poter fuggire con lui lontano da Asgard lontano da quel trono che lo perseguitava e dal tormento di non poter essere all'altezza del suo ruolo, del suo rango. Quante volte il desiderio di fuggire si era impossessato di lui, più volte si era trovato sul punto di abbandonare quella terra, poi guardava lei e tutto svaniva. Il dolore, le umiliazioni, le paure, la rabbia tutto scemava quando lei sorrideva, quando parlava e riempiva di musica l'aria, guardava lei e si sentiva a casa, perché col tempo aveva compreso che dove era Alexiel lì era il suo mondo.
Ah se quei sentimenti fossero bastati per fermare il suo passo incerto, se non avesse abbandonato i festeggiamenti seguendo l'ombra che sussurrava suadente alle sue orecchie, forse il corso degli eventi sarebbe mutato e tutto avrebbe preso una via diversa...e quelle tenebre non avrebbero catturato un cuore innocente. 
Quella notte Loki incontrò il suo destino...quella notte il dio degli inganni scelse le tenebre.
   
 
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