Dedicata a Sushi.
Spero che sia di tuo gradimento!
Le mani più
belle
Se c’è un lato del suo carattere di cui
Tenten va fiera e che in pochi conoscono, è la sua spiccata capacità di
osservazione.
Attenta ad ogni dettaglio, i suoi occhi
non si lasciano sfuggire nulla di ciò che la circonda, dote utile per tutti
coloro che nella vita preferiscono riflettere piuttosto che agire, ma indispensabile per una kunoichi esperta
di armi come lei.
Nota ogni imperfezione sulla superficie
metallica di shuriken e kunai, abituata com’è a maneggiarli con innata
naturalezza.
Con gli altri, le persone in carne ed
ossa, non cambia nulla.
Le mani di Neji sono armoniose, di un
pallore niveo.
Le sue dita affusolate si muovono con una
perfezione e un’eleganza tali da meravigliarla ogni volta che si ritrova a
osservarle, che sia durante gli allenamenti o meno.
Sono ben curate, nobili.
Le mani di Rock Lee sono quasi sempre fasciate da bende.
Impossibile scorgerne il palmo, se non in
quei rari momenti in cui le toglie.
Sono segnate da anni di duro allenamento,
coperte di graffi e cicatrici che lui stesso si procura, troppo ansioso di
“fare del suo meglio” e “diventare più forte”, per preoccuparsene.
Tenten si ritrova a fissare soprattutto le mani di Neji.
Mani che ammira. Mani prive di difetti.
Mani semplicemente perfette.
Le fissa di continuo.
“Ehi, Tenten! Poi non ti lamentare se ti
faccio notare che devi allenarti di più, va bene?”
La voce di Lee la raggiunge distintamente,
costringendola a distogliere riluttante lo sguardo da Neji.
“Arrivo… quante storie! Stavo solo
riposando!”
Con un certo fastidio, si alza e raggiunse
il compagno, raccogliendo il suo rotolo dal terreno.
“Non puoi andare avanti così, Tenten. Ti
rendi conto di quello che dici?”
Gli occhi grandi – troppo grandi – di Lee
incrociano quelli della kunoichi facendola trasalire.
“Non ti sembra di esagerare? Guarda che
non ho fatto niente di male!” ribatte, turbata dalla serietà del suo sguardo.
“Lo sapevo… l’ho sempre saputo! La verità
è che tu non riesci ad ascoltare la
voce della giovinezza, vero, cara Tenten?”
Le folte sopracciglia distese, Rock Lee le
sta sorridendo scherzoso.
Impossibile prenderlo sul serio, eppure
lei è stata così stupida da cascarci,
anche se per un solo attimo.
“Oh, no, ci risiamo. Possibile che tu non
sappia parlare d’altro?”
Tenten alza gli occhi al cielo,
spazientita.
Ma in fondo, quella faccenda la diverte.
Molto.
“Solo se ti allenerai senza sosta
riuscirai ad ascoltarla e a migliorare, Tenten!”
Le sta ancora sorridendo, determinato, a
pochi metri da Neji.
Lo Hyuga sembra perso in un mondo tutto
suo, concentrato a scandagliare le profondità della foresta col byakugan.
Impossibile nascondere qualcosa al suo
sguardo color delle nubi.
Tenten vorrebbe guardarlo meglio, ma Lee
non accenna a volersi togliere dalla sua visuale, quasi a volerla occupare interamente.
Si pone tra lei e Neji con prepotente
entusiasmo.
“La forza della giovinezza è dentro di te,
basta solo imparare a…”
Ora basta.
“Dacci un taglio, Lee!”
Lo colpisce sulla testa con un pugno, e
lui si massaggia i lucidi capelli neri.
“D’accordo, come vuoi!”
C’è qualcosa di risentito, nei suoi buffi
occhi rotondi, mentre restituisce il suo sguardo.
“Quando imparerai a controllarti sarà
troppo tardi, scemo!” gli dice Tenten conciliante, un sorriso che le increspa le
labbra suo malgrado.
Non riesce mai a prendersela seriamente con Lee.
“Sarà meglio continuare ad allenarsi,
ora.”
Sì.
Sarà meglio per tutti e due.
Gli occhi di Tenten tornano a concentrarsi
su Neji.
Ogni tanto, quasi per caso, sfiorano anche
Rock Lee.
E le sue mani.
Respira. Osserva.
Tenere d’occhio l’avversario è
indispensabile.
Una kunoichi che si rispetti dev’essere
esperta anche nel taijutsu.
Su questo non ha alcun dubbio.
Concentrati.
Respira. Si prepara. Colpisce.
Un attacco. Lo para. Un attacco. Lo evita.
Di nuovo. Ancora.
Un altro. Un altro. Non si ferma mai.
Instancabile, l’attacca nuovamente.
Respira. Respira con lui.
Impara ad essere in lui.
“Il
combattimento sincronizzato è uno dei punti di forza di ogni squadra. Non
deludermi, Rock Lee. E anche tu Tenten, fai del tuo meglio. Conto su di voi!”
Le parole del maestro Gai la raggiungono a
tratti, mentre Tenten trattiene il respiro ed evita l’ennesimo colpo del
compagno.
Il suo pugno la sfiora per un pelo, a
pochi centimetri dal suo viso.
E’ così veloce e impetuoso che fatica a
stargli dietro.
Ma ce la farà. Ce la deve fare.
“E’ tutto qui, quello che sai fare?” lo
provoca, in posizione di difesa, schivando l’ennesimo attacco, cercando di
restare concentrata.
Quegli occhi sono così penetranti da distrarla persino in un momento come
questo.
La bestia verde di Konoha sorride,
tempestandola di colpi.
Sa bene che se c’è una cosa che Tenten
odia, è la disparità di livello tra ninja uomini e ninja donne.
Rock Lee la sta trattando come un
avversario alla pari.
Eppure, lei non riesce a impedirsi di
pensare per un attimo che si stia trattenendo apposta dal colpirla davvero.
“Questo era solo l’inizio, Tenten! Ora che
ho finito il riscaldamento, si fa sul serio!” risponde determinato come se
avesse intuito i suoi pensieri.
Saltella sul posto, si prepara a colpire,
i pugni tesi nell’aria in perfetta simmetria.
Il corpo agile e scattante sembra pervaso
di forza vibrante… vibrante e indomabile.
Scatta in avanti.
Il cuore di Tenten manca un battito. E’
difficile sostenere il suo ritmo.
Si affrontano per minuti che sembrano ore.
Minuti in cui le sembra di cogliere ogni
singolo movimento del compagno, schivandone gli attacchi con velocità sempre maggiore.
Le sembra di essere riuscita a colpirlo
sul volto, ma la sua vittoria non è altro che un’illusione.
Rock Lee para ogni suo attacco, e la
respinge all’improvviso con un calcio ben mirato, ma potente.
La kunoichi viene spinta all’indietro suo
malgrado, atterrando comunque sulle proprie gambe, una luce di sfida che le
illumina gli occhi castani.
“Cerca di non strafare, Lee.”
“Sei tu
che mi permetti di avvicinarmi così tanto!”
Più vanno avanti, più Tenten riesce a
raggiungerlo e a migliorare.
Sta migliorando la sincronia con Lee e con
i suoi movimenti a vista d’occhio.
I suoi attacchi sono imprevedibili, mai
gli stessi, precisi e dinamici.
Rischiano sempre di sopraffarla, eppure, Tenten gli tiene testa.
Oh, sì… gli tiene testa eccome.
Dentro di sé, la kunoichi sorride, il
cuore pervaso di gioia intensa.
Fierezza. E’ fiera di sé stessa.
Anche Lee sembra felice. I suoi occhi neri
riflettono trionfo misto a felicità.
Felice. E’ felice che stia migliorando
insieme a lui.
Si avvicinano e si respingono di continuo.
Tornano a scontrarsi.
E’ questo?
E’ questo continuo sfiorarsi e
allontanarsi, il lavoro di squadra inteso dal loro maestro?
Tenten non lo sa, ma tutto sommato, lei e
Lee sono in sincronia, ora.
Sulla stessa lunghezza d’onda.
La scoperta non le dispiace neanche un
po’.
…
“Sai, Tenten, oggi ci sei riuscita.”
“A fare cosa?”
“Ad ascoltare la voce della giovinezza,
intendo.”
“Oh, no, ci risiamo. Possibile che tu non
riesca mai ad essere serio, per una volta?”
“Ma io sono
serio, Tenten! Non si scherza su cose importanti come queste!”
Quel giorno, era migliorata parecchio,
grazie a Lee.
…
Viste così da vicino, le sue mani non
erano poi così male.
Tenten si sta allenando. Deve diventare
più forte, sperimentare nuove tecniche e rendere fiero di lei il resto della
sua squadra… ma soprattutto se stessa.
Volteggia a mezz’aria, circondata dai
fasci di pergamena dei suoi rotoli, muovendosi con grazia e leggerezza.
Gli occhi chiusi, scaglia le sue armi sui
bersagli con un solo, elegante gesto.
Sa che lui
la sta guardando.
Non deve deluderlo.
Le mani di Neji sono così perfette da
colpirla da lontano.
Eppure, sposta il suo sguardo su quelle di
Lee subito dopo, in preda a un gesto totalmente istintivo.
Non
deve deluderlo.
Continua a volare nell’aria ancora per
qualche minuto.
Una pioggia di kunai e shuriken investe i
bersagli sottostanti, e lei è inebriata dal loro metallico infrangersi sui
tronchi e sul terreno.
E’ il suo campo, la sua specialità.
E’ nata
per questo.
E’ brava, Tenten. Sa di esserlo. E sa
anche che può sempre migliorare.
“Vai così, sei forte!”
Lee la incita, energico, con occhi
fiammeggianti.
Neji la osserva in silenzio, il volto dai
lineamenti perfetti distaccato, perso chissà dove.
Tenten non smette di allenarsi.
Il suo sguardo si sofferma su Lee ogni
volta che si concede di aprire gli occhi.
Quelli dell’amico sono così calamitanti
che mantiene la concentrazione a malapena.
Quel volto la turba, quelle mani la
turbano.
Sono belle, quelle nocche torturate? Sono belle?
Lei non lo sa. Non riesce a capirlo.
Sono belle?
No.
Però l’affascinano.
L’affascinano senza che lei riesca a
spiegarsene il motivo.
Tramonto. Ogni cosa è bagnata di luce
incandescente.
L’atmosfera è rilassata, la foresta
immersa pigramente nella penombra.
Tenten sta guardando Rock Lee allenarsi,
il silenzio interrotto di tanto in tanto dalle sue urla decise mentre sferra
colpi a intervalli regolari al tronco che ha davanti.
La kunoichi non gli stacca gli occhi di
dosso, assorta.
Non c’è nessun altro, con loro, in quel
preciso momento.
Lo guarda pazientemente, attenta a non
perdersi uno solo dei suoi attacchi, ammirandone l’indiscussa, sorprendente
perfezione.
Le mani ai lati delle guance, lascia che
il suo viso si sposti lievemente nel seguire le mosse del compagno,
affascinata.
“Cinquecento!”
Rock Lee si allontana dal tronco,
accaldato ma trionfante, soddisfatto dei suoi progressi.
I suoi occhi, neri e innaturalmente
grandi, la cercano nel verde della foresta, la sfiorano delicatamente.
Tenten non può fare altro che ricambiare
lo sguardo con altrettanta intensità, le labbra distese in un sorriso sereno.
“Ce l’ho fatta! Possiamo andare.”
“Perfetto!”
La kunoichi si alza prontamente, i capelli
mossi da un vento improvviso.
Sfiora le sue guance tiepido e gentile, simile a una carezza,
scompigliando anche i capelli neri come l’ebano di Rock Lee.
“Che ne pensi? Hai visto come sono
migliorato?”
Gli occhi di Tenten scivolano sulle sue
mani.
Sono mani determinate, forti. Mani di un
genio del taijutsu.
Mani di un ninja ammirevole, valoroso come
pochi.
Mani di un compagno che non si arrende mai
e si rialza di fronte a qualsiasi difficoltà.
Mani di un amico che non si cura troppo
delle apparenze, certo… ma va benissimo così
com’è.
Sa che quelle mani sono ferite e coperte
di graffi, al di sotto delle bende.
Ma a Tenten, questo non importa. Non le
importa affatto.
Quelle, sono mani che la affascinano. Che
ammira.
Che vorrebbe sfiorare anche solo per una volta.
Alza gli occhi al cielo.
In piedi a un soffio da lei, Rock Lee sta
aspettando una sua risposta, e la kunoichi non ha intenzione di deluderlo
proprio ora che la giornata è terminata.
“Ad essere sincera, migliori di giorno in
giorno, Lee” ammette alla fine, e lui ne sembra soddisfatto.
“Ti ringrazio, Tenten! Ne sono felice, ma
ti prometto che domani sarò più forte di oggi!” le dice con entusiasmo.
Stringe un pugno senza esitazione e lo
solleva in aria, senza staccare gli occhi dal viso dai lineamenti gentili
dell’amica.
Sì, la kunoichi ha visto bene.
Le sue mani non sono affatto male come
aveva creduto in passato. Davvero.
La luce che filtra dalla finestra è fioca
e debole.
Tenten si morde le labbra.
Le sue mani, prive di bende, sono
delicate, sul suo corpo.
Delicate ma roventi.
Trattiene il respiro, le dita strette con
forza alle lenzuola.
Non ce la fa più, e lui se ne accorge.
“Dimmi quando… devo fermarmi, d’accordo?”
Lei lo guarda negli occhi.
Fa scivolare una mano verso il basso,
pronta a guidarlo.
Un cenno di muto assenso.
Non ha più senso aspettare.
Non
vuole aspettare.
Pochi attimi e sarà tutto finito.
Perché sta accadendo? Perché?
Lee è innamorato di Sakura. Non è così?
Eppure, le sue mani sono lì. Ovunque.
Tenten chiude gli occhi.
Un attimo, ed è dentro di lei.
I loro corpi combaciano perfettamente, ora.
Cerca di abituarsi a quella nuova
sensazione.
Non riesce a trovare una parola per
descriverla.
Smette di pensare.
Avverte un leggero fastidio. Dolore.
E’ delicato, eppure…
“Tenten?”
I suoi occhi sono lievemente ansiosi,
preoccupati.
La sovrasta, il suo calore è rassicurante.
La kunoichi sospira di sollievo.
Sta sparendo… sta sparendo a vista
d’occhio.
“Va… tutto bene. Non è niente.”
Lui la stringe a sé teneramente.
Non è mai stato così vicino.
E’ confusa, le gira la testa.
“Ne sei… sicura? Se vuoi, possiamo…”
“Va tutto
bene. Davvero…”
Gli sorride, rincuorandolo.
Quello che conta è essere una cosa sola
con lui, ora.
Soltanto questo le importa.
Si sta muovendo lentamente, guidato
dall’istinto.
Non credeva che sarebbe successo con lui, un tempo.
Eppure, i loro mondi finalmente collidono.
Si scontrano, annullando qualsiasi
barriera.
Tenten non vuole avere rimpianti.
Ha passato fin troppo tempo a guardarlo
nella speranza che Lee la sfiorasse anche solo per un attimo.
E’ per questo che si è donata a lui.
E’ stato del tutto naturale, quasi ovvio.
L’idea di respingerla non gli ha attraversato
la mente per un solo attimo.
Lei lo sa per certo.
E’ per questo che si stanno fondendo, in questo preciso momento.
Lo ama?
Lui, la ama?
Tenten sente il suo corpo sciogliersi.
Non è affatto male.
E’ piacevole. Lee è ovunque.
Si muove con più sicurezza, ora. La
inebria.
Con un sospiro, Tenten si abbandona contro
di lui, affonda il viso nell’incavo del suo collo.
Si lascia guidare dai suoi movimenti decisi.
E’ incredibilmente facile seguirli.
Più facile di quanto avesse mai pensato.
Sono una cosa sola, ora.
Le loro menti si svuotano all’improvviso.
Niente ha più importanza.
Solo i loro affannosi respiri fusi
insieme, solo le loro dita intrecciate.
Solo l’incredibile sensazione di
appartenersi a vicenda che li investe come un fiume in piena, lasciandoli
esausti e senza respiro.
“Neanch’io… volevo avere rimpianti, Tenten”
mormora Lee disteso accanto a lei dopo alcuni attimi.
La
ama?
Le sorride, i suoi occhi sfiorano le loro
dita.
Combaciano alla perfezione.
Anche Tenten gli sorride. Si sente stanca.
Stanca, ma felice.
Le mani di Rock Lee le sembrano ancora più
belle del solito, mentre lo guarda addormentarsi al suo fianco.
Apre gli occhi. La luce del sole l’acceca.
Sbatte le palpebre, mette a fuoco i
dintorni.
Sono sfocati, senza senso.
Qualcosa – qualcuno - le occupa la visuale,
prepotente.
Cos’è quel calore improvviso? E’ strano.
Quegli occhi, quelle mani… di chi sono?
Di chi
sono?
“Stai bene, Tenten?”
Una voce esitante.
Le gira la testa.
Si sente confusa.
Sono così neri e profondi…
Smettila. Vorrebbe che smettesse di
fissarla.
Però… non riesce a staccarsi da quello sguardo.
Vi si aggrappa con tutte le sue forze.
Deve farlo. Vuole farlo.
“Dì qualcosa… ti prego!”
Che mal di testa.
Mani sulle sue spalle, la scuotono decise.
Si saldano a lei come se non volessero
lasciarla più andare.
Quelle mani… Rock Lee.
Sangue. Morte e distruzione.
La battaglia.
Tenten torna velocemente in sé.
Si sente invadere da uno strano torpore.
Di cosa si tratta?
“Sto bene… stupido.”
Non è ancora morta. Ci vuole ben altro per
fare fuori Tenten.
Non l’ha ancora capito?
E’ stata dura, ma è sopravvissuta. E’
ancora viva.
La maestra d’armi di Konoha è ancora nel
regno dei mortali.
Ci resterà ancora a lungo. Ne è
assolutamente certa.
“Meno male! Io… io…”
Sta
piangendo?
Non deve. Un vero ninja non deve piangere.
Anche se è assurdo, anche se è inutile
pensarci adesso…
Non deve piangere. Però… lei lo sa bene.
Rock Lee è sempre stato così.
Lacrime sincere le bagnano la guancia.
Non si era resa conto che fosse così vicino.
Le sue mani si stringono debolmente sulla
schiena di lui, rassicuranti.
“Va… tutto bene. Non è niente.”
Vorrebbe che la lasciasse andare.
Vorrebbe che non si staccasse mai più dal
suo corpo.
Non capisce più cosa vuole, Tenten.
La sua testa è ancora annebbiata. Inutile
fare ordine tra i suoi pensieri.
“Sì… hai ragione. Va tutto bene. Sono…
davvero uno stupido, perdonami!”
“Io sono forte, Lee. Forte come Tsunade.
Non devi piangere per me.”
Non riconosce la propria voce.
Lui solleva lo sguardo.
I suoi occhi neri e grandi, le ciglia
umide di lacrime, sono vicini… troppo vicini.
Sta piangendo per lei. Ma lei sta bene.
Possibile che sia così in pena… ?
Solleva una mano, ritrovandone l’uso in
mezzo allo strano torpore che la avvolge.
Le sue dita gli sfiorano il viso con
dolcezza, si inumidiscono delle sue lacrime.
“Non piangerò più. Te lo prometto,
Tenten.”
Va tutto
bene.
Lee le sorride debolmente. Non riesce a
vedergli le mani.
Ah, eccole lì. Sono dietro la sua schiena.
Le sente perfettamente.
Niente ha più importanza.
La kunoichi chiude gli occhi, sollevando
appena il mento.
Le loro labbra si sfiorano esitanti per un
istante che le sembra eterno, si scontrano con delicatezza.
Sono morbide. Si incastrano perfettamente,
cominciano a muoversi con dolcezza mista a disperazione.
E’ come se Lee volesse trasmetterle un po’
della sua forza… come se volesse impedire alla vita di scivolare via dalle sue
labbra semiaperte.
Si aggrappa al bacio con disperazione, con
la sua stessa intensità.
Dolore.
Un dolore bruciante.
Il cuore di Tenten si ferma per un attimo,
la mente priva di ogni pensiero.
Un calore improvviso la avvolge
interamente, inebriandola di felicità.
Sono ancora
insieme. Lui è lì con lei.
Quel bacio sa di lacrime e sangue, ma non
le importa.
A nessuno dei due importa più nulla, ormai.
Si separano dopo attimi di eternità.
“Ti amo…” sussurra debolmente.
Lui la guarda con occhi sbarrati.
Sembra impossibile, ma sono più grandi del
solito.
Pensava avesse capito, ormai.
“Stupido… non fissarmi in quel modo. E’… è
così strano?”
Gli sorride, ma il suo corpo ricade
all’indietro.
La sostiene con prontezza, i lineamenti
contratti dall’angoscia.
Inutile fingere. Inutile ignorarlo.
Tenten è ferita gravemente. E’ a un passo
dalla morte.
Tenten sta per morire tra le sue braccia.
Non c’è niente che possa fare per lei.
Solo un miracolo potrebbe salvarla.
Eppure, il suo volto è sereno, mentre una
mano di Lee stringe le sue dita con forza.
“Non mollare, Tenten! Non devi arrenderti! Ti prego, non farlo! Anch’io ti…”
Le parole dell’amico sono troppo lontane.
Non riesce più a distinguerle.
Si concentra sul calore e sulla sicurezza
che le sta trasmettendo con il suo corpo.
Sì, non ha alcun dubbio, ormai.
Le mani di Rock Lee sono le più belle che
abbia mai visto.
Le più belle che abbia mai visto in tutta la sua vita.
Però…
Non riesce a vederle. Non più.
Le tenebre la avvolgono. Tutto si fa buio,
svanendo in un istante.
…
La sua vita è stata breve… ma ne è valsa la
pena.
Bianco.
Solo bianco.
E’ finita? E’ un nuovo inizio?
Lui non lo sa.
Sa solo che deve continuare a correre.
Ormai c’è quasi… è a un passo dalla
verità.
Sta per scoprirla.
Deve restare lucido…
Impossibile.
Eccola. La stanza dev’essere quella.
Non riesce a respirare dalla tensione.
I battiti del suo cuore sono così
assordanti da frastornarlo.
“Tenten!”
Spalanca la porta con forza, resta
impietrito sulla soglia.
Qualcosa, dentro di lui, si scioglie
velocemente.
E’ una sensazione piacevole e dolorosa al
tempo stesso.
Riesce di nuovo a respirare.
Un sorriso gli illumina in volto provato,
segnato da profonde occhiaie.
E’
lì.
Ce l’ha fatta.
Non sta sognando.
“Tenten, stai…”
Impossibile finire la frase.
Si sente la bocca asciutta.
L’emozione è troppo forte, ma deve
riprendersi.
Deve.
“Ciao, Rock Lee!”
Lei è lì. Lei è lì e lo sta guardando
negli occhi con un leggero sorriso.
Lei è lì. Ed è viva. Viva per davvero.
“Stai bene, Tenten?”
“Certo! Dopotutto, te l’avevo detto… che
sono forte come Tsunade.”
Le prime parole che gli rivolge dopo
settimane gli procurano una fitta di dolore al petto. L’ennesima.
Sollievo. Felicità.
Le sorride, ed è un sorriso di
gratitudine, il suo.
Tenten è sopravvissuta veramente.
“Hai ragione. Non dovevo dubitarne.”
E’ riuscita a realizzare il suo sogno. Il
sogno che coltiva da una vita.
Solo una donna forte come Tsunade poteva
sopravvivere a una ferita così grave.
Aveva creduto che fosse morta.
Eppure, lei è lì, e ricambia il suo
sorriso con dolcezza, una macchia di calore tra il candore immacolato delle
lenzuola.
“E’ finita?” gli chiede cautamente.
“Sì. E’ finita davvero, Tenten.”
Le loro mani si sfiorano di nuovo, quasi
timorose, per poi stringersi con una nuova consapevolezza.
Il tempo della guerra è finito per sempre.
Niente ostacolerà più le loro vite, d’ora
in poi.
Niente impedirà loro di continuare ad
amarsi.
Niente e nessuno.
…
Le mani di Lee, strette tra le sue… sono
più belle di quanto ricordava.
FINE
**
Ciao a tutti!
Torno da voi con l’ennesima LeexTen,
questa volta con un sottofondo angst che, diciamocelo, non guasta mai.
Più Tenten si innamora di Lee, più trova
belle le sue mani (che rispecchiano alla perfezione il proprietario),
nonostante siano “rovinate” e “non attraenti” come quelle dello Hyuga.
Sì, ero decisamente in vena di
romanticismo, quando l’ho scritta.
Questa coppia mi piace tantissimo, mi
ispira passione (perdonate la scena hot, ma mi sono fatta prendere la mano, è proprio il caso di dirlo O__o),
dolcezza, delicatezza, tenerezza, il tutto
condito da un’amicizia fatta di battibecchi, rispetto e ammirazione… che dire,
è la mia preferita (oltre alla NejiHina e alla NaruSaku)! *__*
Mi rendo conto che è una one-shot un po’
confusa, ma spero possa piacere agli amanti, come me, di questa coppia, oltre che a Sushi!
Ho messo il rating arancione perché credo
di non aver scritto niente di particolarmente scandaloso. L’avvertimento
nell’introduzione, poi, era d’obbligo, perché so bene che questo pairing non è
apprezzato da molti, ma è anche vero che non ho scritto questa fic per sentirmi
dire che “Tenten appartiene a Neji” e cose del genere. Ognuno è libero di
scrivere quello che vuole (sono contraria alla guerra dei pairing, non si nota,
vero? XD). Se vi va, lasciate un commento (mi aiuterebbe a migliorare), anche solo per permettermi di capire se sono riuscita nell'intento di scrivere qualcosa di piacevole o meno. Detto questo, vi lascio!
Alla prossima,
Lyla