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Autore: OnnanokoKawaii    29/06/2016    2 recensioni
Un mondo in cui il suicidio diventa una malattia contagiosa che colpisce gli adolescenti. Un futuro prossimo in cui viene trovata una Cura: Il Programma.
Ma davvero il Programma è la risposta? Come può essere una cura valida se gli individui poi perdono il loro passato?
Riusciranno Oikawa e Iwaizumi a raggiungere la maggiore età senza ammalarsi nonostante la morte e la tristezza che li circondano? Ma soprattutto... riusciranno a sfuggire al Programma e a conservare i ricordi della loro infanzia e del loro amore?
Genere: Angst, Avventura, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Issei Matsukawa, Takehiro Hanamaki, Tooru Oikawa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Tooru Oikawa si alzò dal letto, e lo accolse la voce della televisione al piano di sotto. L'ennesimo servizio sul Programma, sulla sua efficacia contro la piaga del nuovo millennio: l'epidemia di suicidi in età puberale.
Era iniziato tutto in sordina. In tutto il mondo i casi di suicidio tra i giovani avevano iniziato ad aumentare. Lì in Giappone i numeri avevano iniziato a farsi preoccupanti prima perché la media nazionale di suicidio tra gli studenti era sempre stata più alta che altrove.
Nel giro di qualche mese la situazione era diventata intollerabile: il suicidio era diventato non solo una malattia... era diventato contagioso.
Il governo aveva tardato a reagire ma da un anno a quella parte aveva adottato i metodi usati oltreoceano.
Era nato il Programma.

Gli studenti venivano monitorati, studiati, osservati, analizzati e chi risultava depresso o sospetto tale veniva prelevato dal programma che provvedeva a debellare dalla sua mente l'infezione.
Tooru aveva visto ormai molti studenti venire prelevati dagli Istruttori in patetiche scene che viravano dalle lacrime alla lotta.
Il Programma salvava dalla malattia, era vero. Ma il prezzo da pagare, era decisamente troppo alto.
Nel giro di un mese svuotava la mente dei malati da ogni pensiero infetto o pericoloso.
I Rientranti erano solo pallide imitazioni dei ragazzi che erano stati prelevati.
Imitazioni felici, ignare di aver perso un pezzo di se stesse.

Come ogni volta Oikawa ringraziò la propria stella di non essersi ammalato.
Ancora sei mesi e avrebbe compiuto 18 anni e il Programma non avrebbe più potuto fargli nulla. Anche Ajime sarebbe stato salvo.
Uscì di casa recitando la solita farsa dell'adolescente spensierato e raggiunse Iwaizumi che lo stata aspettando
Quando i suoi occhi incontrarono quelli del compagno Tooru si sentì esplodere il petto di buon umore.
Sì, loro stavano bene.

Erano in classi separate anche se presto probabilmente le cose sarebbero cambiate.
Il numero di studenti era drasticamente calato negli ultimi tempi. Tooru lasciò vagare lo sguardo sui tredici sopravvissuti della propria sezione e mentre il professore si accomodava alla cattedra sfiorò il posto vuoto di Hanamaki.

Era uno dei suoi migliori amici insieme ad Hajime e Matsukawa.
Nessuno di loro voleva credere che Hana fosse malato. Avevano cercato di non vedere il suo sguardo perso nel vuoto, la sua apatia e il nulla dietro ai suoi occhi. Avevano tentato di aiutarlo. Di salvare le apparenze agli occhi degli istruttori ma non era servito.
Un dolore profondo gli strinse il cuore al ricordo di quel pomeriggio a casa sua. Avevano finto davanti ai suoi di giocare con lui come al solito. Avevano sperato che tutto quel che avevano fatto fosse bastato a convincerli.

Era ormai sera quando si erano decisi a tornare a casa. Avevano appena percorso qualche decina di metri quando sgommando erano arrivati due furgoni bianchi da cui erano scesi quattro istruttori nei loro camici candidi.
Nel tempo che impiegarono a capire cosa stava succedendo questi erano ricomparsi sulla porta trascinando a forza il loro amico che scalciava, urlava, piangeva e implorava con tutta la forza che aveva.
Il ricordo di quanta forza era stata necessaria per tenere Mattsun lontano da quella scena pietosa lo fece rabbrividire mentre gli veniva consegnato il solito foglio con l'autovalutazione.
Abbassò lo sguardo su quelle domande che ormai sapeva a memoria.
 
TI SEI SENTITO TRISTE O DEPRESSO NELLE ULTIME VENTIQUATTRO ORE?
 
Come se avesse avuto davvero la libertà di rispondere, pensò con stizza.
 
 NO
 
Chiuse gli occhi quando ricordò i tentativi di fuga di Hanamaki poi ridotto all'obbedienza con l'utilizzo di un taser.
Il suo corpo era crollato a terra come quello di una bambola di pezza. In un attimo lo avevano caricato sul furgone ed erano andati via.
Il Programma aveva preso il suo amico.
 
HAI AMICI O PARENTI CHE SI SONO SUICIDATI?
 
Non aveva più voglia di ridere dell'ironia di quella domanda.
Non era morto nessuno dei suoi più cari amici. Come potevano? Erano tutti sorvegliati a vista. Le finestre degli edifici scolastici e quelle delle case erano sigillate per evitare di farli buttare, attorno alle scuole e ai centri ricreativi era vietata la circolazione di veicoli, persino i pasti venivano serviti già tagliati e da mangiare rigorosamente con un cucchiaio di plastica.
 
NO
 
Mentire era la sola risposta giusta. Anche se ovviamente quella domanda non teneva conto di coloro che erano stati prelevati per essere curati. Tutti coloro che dimenticavano quasi completamente chi erano stati. Che erano come zombie non putrescenti.
Consegnò il suo modulo in silenzio cercando di non dare nell'occhio, sperando di aver mantenuto decentemente le apparenze.
 
Durante l'intervallo si precipitò nel magazzino della palestra. Nelle scuole era vietata l'attività agonistica perché creava stress quindi la loro splendida palestra era stata sprangata con dentro tutto il materiale sportivo.
Iwaizumi era lì, nella penombra ad aspettarlo.
Si abbracciarono stretti senza una parola. Tra loro non era necessario fingere.
Entrambi sapevano che la paura era normale, che i nervi erano così tesi che un nonnulla avrebbe potuto far saltare per aria la facciata che si erano costruiti con tanta cura.

-Hanno prelevato Kunimi.

La voce di Hagime era piatta, senza alcuna emozione.
Per Tooru era un mistero come facesse a chiudere fuori tutto, come potesse essere così refrattario.

-Era solo questione di tempo. Dopo che... Kindaichi...-

Gli si spezzò la voce.
Iwaizumi lo strinse più forte schiacciandogli il viso nel proprio collo per soffocare il suono dei singhiozzi silenziosi.
Pianse per qualche secondo prima di riuscire a riprendere il controllo.

-Scusa...

Il compagno lo guardò serio prima di asciugargli gli occhi coi pollici e sistemarlo in modo da camuffare il gonfiore del pianto già visibile sulla pelle candida di Oikawa.

-Devi mantenere il controllo. Una volta che inizi a piangere... non ti fermerai più.

Annuendo il più alto si schiarì la voce.

-Sei così forte Iwa-chan... io non so... dove sarei senza di te...

L'altro si limitò a stringerlo ancora una volta fino a fargli scricchiolare le ossa.
 
Quando finalmente fu ora di uscire si trovarono nel cortile. Matsukawa era così alto che era impossibile non vederlo e a fianco a lui... 
Il dolore arrivò in un attimo attanagliandogli il cuore. Stava cercando Hanamaki con i suoi capelli rosa fragola e l'espressione da finto duro.
Non ci sarebbe più stato per loro...  non li avrebbe più ricordati.
Questo faceva il programma.
Avvicinandosi notò l’espressione sul viso di Issei. Era seria, mortalmente seria e determinata.

Il silenzio era quasi palpabile e restò una cappa pesante tra loro fino all’arrivo di Iwaizumi.
Mentre si spostavano verso la fermata dell’autobus finalmente l’amico si decise a parlare e sganciò la bomba. L’ennesima:

-Hanno dimesso Hana… Lo ha visto Kyotani al… Centro Benessere…

Un lungo silenzio accolse le sue parole. Iwaizumi fu il primo a riprendersi e snocciolò una lunga serie di imprecazioni.
Tooru digerì la notizia più lentamente e si permise di parlare solo quando fu certo che la sua voce fosse salda.

-Vuoi andare a incontrarlo?

Per i primi tempi i Rientranti potevano avere contatti con il loro vecchio mondo solo nei Centri Benessere sotto la sorveglianza degli Istruttori. Anche la scuola che frequentavano era separata d quella normale e nelle classi prendevano posto anche  coloro che erano addetti a sorvegliare il loro ritorno alla quotidianità.
Ma nonostante tutta la pubblicità che facevano dei Centri Benessere, le scene che vi avevano luogo erano struggenti e deprimenti proprio perchè spesso non vi erano ricordi ne di legami ne di alcun sentimento.

Matsukawa non rispose subito, guardava davanti a sè come se l’aria immobile avesse potuto dargli una risposta.

-Non voglio andare al Centro Benessere. Devo…. devo parlargli da solo, devo vedere se si ricorda …  di me … di noi. Pensi che mi riconoscerà?

Con un nodo alla gola Oikawa si costrinse a sorridergli.

-Chissà, potrebbe anche riconoscerti. Non si sa mai.

Dallo sguardo dell’amico si rese conto che nessuna rassicurazione l’avrebbe davvero convinto. Perchè nessuno ricordava mai. Perchè non era mai successo. Il Programma non lasciava alcuno spaio all’errore.

-Se non vuoi incontrarlo al centro benessere… dove vorresti farlo? Sai bene che è vietato andare alla loro scuola, i Rientranti sono psicologicamente fragili e se ti vedessero lì verresti segnalato e prelevato nel giro di qualche ora.-

Iwaizumi come sempre aveva centrato il nocciolo della questione.

Matsukawa si fermò a metà di un passo stringendo i pugni.

-Se al posto di Hanamaki ci fosse Oikawa, non faresti qualsiasi cosa per assicurarti che si ricordi di te?

Oikawa vide come a rallentatore Iwaizumi bloccarsi e impallidire, aprire e chiudere la bocca più volte per poi non proferire parola.
La tensione era palpabile, Issei si era reso conto di cosa avesse detto mentre Hajime si rendeva pian piano conto di quanto profonda fosse la solitudine dell’amico.
Ed ecco che Tooru prese in mano la situazione.

-P-possiamo andare ad aspettarlo davanti alla sua nuova scuola…. si ehm… potremo sempre dire che è per una relazione… scolastica… no? Quante volte abbiamo dovuto scrivere idiozie sulla benedizione che è stata la creazione del Programma?-

Le sue parole parverò spazzare un pò della pesantezza.

-Potrebbe funzionare. Mi basterebbero… pochi minuti… sempre che mi riconosca…

Iwaizumi rimase in silenzio mentre si accordavano per il giorno successivo. Quando lasciarono Matsukawa sul vialetto di casa tra loro scese un silenzio inquieto.

-Sai quanto è pericoloso quello che hai proposto?

Il tono non era arrabbiato, era preoccupato, stanco forse.
Tooru gli prese la mano e ne strinse le dita forti tra le sue più pallide e delicate.

-So quanto sarà pericoloso, so anche che se non facciamo qualcosa per aiutarlo, quello scemo farebbe di testa sua e andrebbe da solo…. Non mi interrompere…

Iwaizumi stava per controbattere ma ubbidì controvoglia.

-Sai perchè so che lo farebbe lo stesso? Che rischierebbe con o senza di noi anche se volesse dire farsi segnalare sicuramente?

Prese fiato Oikawa, e quando pronunciò quelle parole gli sembrò di non averne mai pronunciate di più vere.

-Perchè se fossi al suo posto io lo avrei già fatto.

Era quasi buio ormai, nel giro di qualche minuto i lampioni avrebbero iniziato ad accendersi ma in quel momento, nel confine tra luce e tenebra, sul filo di quella lama grigia e incerta tutto smise di esistere.
Iwaizumi lo spintonò in una nicchia sul retro di due villette.
Lo spinse contro il muro con violenza e lo baciò con un amore e una dolcezza che sapevano di disperazione.
Le loro lingue danzarono accarezzandosi, rincorrendosi mentre i loro respiri troppo caldi si fondevano in piccole nuvolette nel freddo del crepuscolo di Febbraio.
Le loro mani avide cercavano la pelle sotto agli strati di vestiti mentre il corpo robusto e sodo di Hajime premeva contro quello del compagno sfregando nei punti giusti.
Troppo presto, col fiatone e gli occhi verdi ardenti di desiderio, si staccò da lui.

-Ti proteggerò. Staremo bene. Aiuteremo Matsukawa e poi sopravvivremo fino ai diciotto anni. Te lo prometto.


ANGOLO DI ONNANOKOKAWAII

Ed ecco questa prima fatica. Credo che diventerà una long fic ma se questo assaggio vi ha incuriosito.. vi prego, accompagnatemi in questo viaggio lungo e avventuroso! 
Al prossimo capitolo!
   
 
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