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Autore: Vanel    30/06/2016    2 recensioni
Ambra appartiene ad una famiglia agiata, non le manca nulla, è bella e qualvolta capricciosa, poi incontra Luca, un ragazzo che è il suo contrario, il migliore amico della sua sorellastra Anastasia, capisce di non essere mai stata così povera poiché a mancarle era l'amore.
Questa storia è uno spin-off del famoso racconto drammatico "Nata per sbaglio", la si può leggere anche senza aver preso nota della storia madre.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
- Questa storia fa parte della serie 'Nata per sbaglio'
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Dedico questa storia a chi capisce un cuore spezzato


Avevo più volte notato quel ragazzo vicino a Stasia durante i viaggi in bus, c'era qualcosa di sfacciato e arrogante nel modo di comportarsi, ed era un vero peccato che mi piacesse quell'atteggiamento.
Giovanni ad esempio è sempre stato un ragazzo semplice che non voleva problemi, questo Luca, invece, mi dava l'aria di una persona indipendente, un po' matta, qualcuno che farebbe qualsiasi cosa per proteggere chi ama.
Quando mi strinse la mano mi sentii scombussolata per la prima volta in vita mia.
Io che ero sempre sicura di me stessa, in quell'istante mi sono sentita mancare.
Provava qualcosa per Anastasia, era ovvio dal modo in cui la guardava.
Lei non lo capiva, si sottovalutava talmente troppo! Non riusciva a rendersi conto dei suoi pregi, nonostante io facessi qualsiasi cosa per metterli in mostra.
In ogni caso io ero fidanzata e Luca era cotto di mia sorella.
Assolutamente inadatta una cotta.
Ecco.

Quel giorno stavo uscendo da scuola con le mie solite amiche, ma la mia attenzione venne presa da lui.
Era fuori dalla mia scuola e mi guardava.
Il resto scomparve, non avevo mai sentito il cuore battermi così.
Mi allontanai dal gruppo e andai verso di lui.
-Ciao... Ambra.
-Ciao.-risposi cercando di non mostrarmi troppo sorpresa.
-Noi due dovremmo collaborare.
"Dovremmo?"
-Ovvero?
-Per il compleanno di Anastasia.-Oh ma certo, lei.
In quel momento mi sentii incredibilmente disgustata da me stessa, io adoravo Stasia, le volevo un bene incredibile, perché mi sentivo in competizione allora?
-Certo, te lo avrei chiesto io se avessi potuto.
-Bene, tu la conosci bene, dovremmo improvvisarle una festa. Lei non si aspetta nulla del genere.
-Si! Va benissimo.
-Questo è il mio numero, chiamami appena puoi.
Mi lasciò un bigliettino e facendo un cenno di saluto andò via.
Guardai il numero e... Dio, avevo un leggero tremolio alle mani.



La settimana seguente mi sarei incontrata con Luca ad un bar per iniziare  a buttare giù qualche idea, avevo raccontato una bugia a Giovanni, chissà cosa avrebbe pensato.
Solo che... il nostro rapporto non era più quello di una volta. Anzi, non è mai stata questa gran cosa.
Giovanni era il tipico bravo ragazzo che piaceva ai miei genitori. Studente brillante, ragazzo con la testa apposto...
Ma per lui non avevo mai provato quelle emozioni che provavo adesso.
Mi preparai anche con gran cura, ci tenevo a fare bella figura.
Quando arrivai al bar, lui era già lì.
Ordinammo qualcosa e cacciando il block-notes cominciammo a buttare giù idee.
Dopo un'oretta avevamo già un buon piano, con Luca ci si poteva lavorare.
Pensavo che mi sarei ritrovata in disaccordo con tante cose vista la sua personalità solita a volere lite, e invece eravamo più in sintonia che mai.
Alla fine pagò lui nonostante le mie esortazioni a lasciarmi pagare almeno il mio.
Sapevo che Luca non proveniva da una famiglia particolarmente ricca, vabbé... ce ne sono poche di famiglie ricche a livello della mia.
Quando tornai a casa avevo le guance leggermente arrossate a causa del freddo, Stasia stava studiando e quindi non mi azzardai ad andarla a disturbare, mia madre cucinava canticchiando, papà chissà dove era, c'era troppa calma.
Mi resi conto in quel momento di come tutti avessero dei loro modi di fare, delle loro consuetudini. Mi sentivo fuori posto.
Era una sensazione che avvertivo spesso, anche Michele ce l'aveva.
Solo che per lui tutto era più facile, si buttava nella musica e andava via.
Prima che arrivasse Stasia, la famiglia Grandi non era poi tutta questa grande cosa.
Eravamo spezzati, i miei genitori mi consideravano viziata e senza valori, Michele si assentava sempre e non aveva mai pensato una volta che magari avessi bisogno di lui.
Insomma, tutti hanno sempre ignorato di chi fossi veramente.
Ammetto di essermi persa insieme alle amicizie a convenienza e a quei lussi che poche potevano permettersi.
Ma mi sentivo vuota.
Lo sono.
Quando andai in camera presi il block-notes e cominciai a leggere i nostri piani, sorrisi guardando quella macchia di caffè, piccolo incidente...
Presi il telefono e mi feci coraggio, era quel tipo di follia che ti viene e dura più o meno 20 secondi, e nel lasso di quel tempo potresti fare qualsiasi cosa.
Scrissi a Luca.
Avevo un messaggio in sospeso da parte di Giovanni, come mi sentivo soffocata...
Non potevo nasconderlo.
Se c'era qualcosa che avevo capito con Luca era il tipo di relazione di cui avevo bisogno.
Con Giovanni non c'erano quei battiti, non c'era niente.
Luca mi rispose, iniziammo a parlare dei film e di altri argomenti piuttosto vari, sorrisi ogni volta che mi rispondeva.
Non poteva essere vero...

Le settimane passarono, adesso mancava davvero poco.
Io e Luca intanto avevamo prenotato quasi tutto, e quel pomeriggio era il nostro ultimo incontro.
Avevamo creato un'assurda e bizzarra amicizia.
La cosa bella era che lui non era sempre d'accordo con me, non era passivo.
Ogni tanto avevamo i nostri dissidi, avevo trovato una persona capace di tenermi testa!
-Quindi ci siamo riusciti!-disse lui sorridendo.
-Finalmente, lavorare con una persona tanto fastidiosa è stato più faticoso di quanto pensassi...-scherzai.
-Oh concordo in pieno. Spero di non avere più a che fare con una persona del genere!
-Già! Sorvolando sul fatto che questa persona non ha mai guardato Titanic...
-Mmh... non sono stato io a piangere per Little Stuart però.
Luca mi sorrise, era meraviglioso quel sorriso.
Eccoli, i venti secondi di pura follia.
Sentivo lo stomaco vuoto, leggerissimo.
Lo avrei baciato, vi giuro che l'avrei fatto... se...
-Ho intenzione di invitare Anastasia ad uscire con me domani sera.
Quella leggerezza divenne piombo.
-Oh... è bellissimo!
-Secondo te faccio la cosa giusta? Adesso abbiamo una bella amicizia, ho paura che non provi la stessa cosa.
-Vedi Stasia non mette molto in mostra i suoi sentimenti. Ma se ti piace potresti fare un tentativo.
-Voglio provarci, cosa mi consigli?
-Baciala sotto il chiaro di luna. Le piacciono le cose speciali.-dissi pensando che sarebbe piaciuto anche a me.

Quando tornai a casa e venni a sapere da Anastasia che Luca l'aveva invitata, cercai in tutti i modi di mostrarmi euforica e felice per lei.
E lo ero, davvero.
Ma ero anche triste per me.

Quella sera mamma mi disse che Michele aveva scritto una lettera personale ad Anastasia.
Sia io che lei ci eravamo rese conto ormai da tempo dei sentimenti di Michele nei suoi confronti.
Mamma mi rivelò che avrebbe voluto mostrarla immediatamente ad Anastasia, solo che temeva che poi l'avrebbe messa in confusione.
Io del resto ero più confusa di lei.


Il compleanno di Anastasia è un successo, mancano solo alcune persone, ma per me è come se non fosse riuscito nulla.
Luca non c'è.
Ovviamente, avrà provato a baciarla e lei lo ha respinto.
Amore non corrisposto.
Se quando uno ama e viene ricambiato è così felice da poter volare, quando invece non è così avviene l'esatto contrario.
Non si fa altro che cadere.
 
Guardo Michele e lei ballare e il loro modo di guardarsi.
Mi rendo conto che quello è il tipo di sentimento a cui ambisco anche io.
Stasia ha lottato per quell'amore e adesso è lì, felice.
Sorrido anche io ma non posso fare a meno di chiedermi se devo fare la stessa cosa.
In questi mesi sono cambiata, nessuno l'ha notato, ma le apparenze non mi fregano più.
Tutti attorno a me sono così... sereni.
Non che io mi senta chissà come, solo che...
Sono stata con Giovanni per tantissimo tempo senza mai capire cosa significasse per davvero l'amore.
Poi ho incontrato Luca e l'ho compreso, fin troppo bene.
Quella sensazione del riuscire a fare tutto, pensare che se anche va tutto male almeno c'è lui, avere voglia di gridare "Ma dove sei stato per tutto questo tempo?", quell'intesa... quella scintilla unica.
Unica perché non la senti con tutti.
Non siamo fatti per chiunque.
Io ho sentito questo nei suoi confronti... ma lui?
Quanto può essere straziante questa corsa! Volere qualcuno che però vuole un altro.
Non so cosa mi faccia più male.
Decido di uscire un attimo dal locale, la musica è troppo per me.
Appena esco mi tornano in mente tutti i momenti del mese precedente, quando io e Luca siamo venuti qui a prenotare, le nostre passeggiate a bisticciare per la maggior parte del tempo, l'irritazione nei confronti della sua ironia...
Come vorrei tornare indietro! Assaporare di nuovo quei momenti, farmi conoscere meglio...
Prendo il telefono e guardo il suo profilo Whatsapp: non si connette da un'ora.
Quanto vorrei... scrivergli!
Ma sarei soltanto una povera stupida. Non ama me, e forse gli sto anche antipatica.
Proprio in quel momento mi arriva un messaggio.
Non è Luca, ovviamente.
"Possiamo parlare?", Giovanni.
Non c'è cosa più brutta del ricevere un messaggio da parte di qualcuno quando invece lo aspetti da un altro, è una cosa che non augurerei mai a nessuno.
Chiudo il telefono.
Ecco, questo è "l'amore".
Tutto un corrersi dietro, mai un corrersi incontro.
Ovviamente Anastasia e Michele sono un'eccezione.
Rientro dentro alla ricerca di distrazioni.
Ovvio che sono cambiata, la vecchia Ambra non si sarebbe persa neanche un minuto di una festa organizzata da lei.

  
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