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Autore: Armitrael    30/06/2016    0 recensioni
Tratto dal Prologo (I)
-Torna indietro, c’è un altro modo- disse il giovane 
-Non c’è un altro modo, non c’è mai stato un altro modo- rispose lei distogliendo lo sguardo 
-Talisa e Caleb stanno bene, possiamo aggiustare tutto, Lysa- le tese una mano come a volerla portare di nuovo con se.
Come se, mano nella mano, le cose sarebbero potute tornare alla normalità.
Lei prese la sua mano ed i due si scambiarono un bacio pregno di tristezza. 
-Fidati di me- sussurrò la ragazza staccandosi dalle sue labbra per poi voltarsi; l’espressione del ragazzo rimase perplessa, dapprima, per poi mutare in stupita quando al suo corpo vennero pian piano a mancare le forze, le palpebre si fecero sempre più pesanti
-Lysa..- ebbe solo il tempo di sussurrare prima di cadere come corpo morto cadeva.
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Talia
 
Non si era mai chiesta come sarebbe morta, era sempre stata una ragazza piuttosto solare e positiva, ma in quel momento sembrava come se un grande sipario stesse per calare sul palco della sua vita.
Cosa ne sarebbe stato di suo padre ? E dei suoi amici ?
Chiuse gli occhi aspettando le zanne del ragazzo affondarle la carne, ma l’orribile fine sembrò non arrivare, lasciando il posto ad una cantilena
-Gratu ifrae lahok-
Aprì gli occhi ed osservò Lysa pronunciare diverse volte quelle parole mentre Caleb si contorceva dal dolore più e più volte
-Non posso trattenerlo a lungo- disse imprecando la ragazza mentre indietreggiava lentamente, senza evidenti idee in mente. D’un tratto i dolori per il vampiro sembrarono cessare e, rivolgendo uno sguardo furioso alle due, tornò alla carica.
Il pugno arrivò più veloce di quanto la sua mente potesse accorgersene e la figura di Caleb che volava contro il muro dell’altro capo del bagno dominò la scena; davanti a loro torreggiava, in tutto il suo autocontrollo, Lucas.
-Ma per caso hai il cervello di un cane ? Non puoi stare qui, l’incantesimo ti colpirà a breve- disse Lysa visibilmente preoccupata
-Non importa, un mio amico è ferito- disse correndo verso il ragazzo che stava perdendo sangue dal collo.


 
Lysa

Osservò il biondo licantropo correre verso il suo amico, che respirava a fatica
-Travor, Travor ! Resta con me- disse invano il ragazzo prima di colpire il muro con un pugno, le cui piastrelle sporche di sangue si incrinarono al contatto con il colpo. Il corpo senza vita dell’amico licantropo si accasciò spento sul pavimento, assumendo una tonalità pallida.
Non nascose un certo timore nell’anima, per il ragazzo, per Lucas, per Caleb e perfino per Talia; la cosa stava sfuggendo di mano ed era diventata troppo grande perfino per loro
-Lucas- provò a dire avvicinandosi a lui, solo allora si accorse del vampiro che, quasi prima di svenire, pronunciava un solo nome
-D..David- e i ragazzi lo osservarono perdere conoscenza.
Osservò il biondo alzarsi ed assumere l’espressione più sconfitta e triste del mondo, sentì lo stomaco aggrovigliarsi ed il respiro mancare
-Dovete portare Caleb via da qui..Io farò finire la festa e proverò a spiegare a tutti ciò che è successo- poi i suoi occhi incrociarono quelli del lupo
-Lysa, resta qui con me, devi fare da portavoce per le streghe-
Annuì decisa prima di aiutare il biondo a sollevare il vampiro svenuto assieme a Talia e portarlo fuori l’uscita posteriore.
-Prova a chiamare questo David sul cellulare, dì che si è sballato troppo con alcool e che è svenuto, che tu eri con lui per aiutarlo- disse scambiando un cenno di intesa con l’altra ragazza per poi entrare assieme a Lucas.
Lo vide alzare il cadavere e tenerlo tra le sue braccia, lo vide fermarsi all’uscita del bagno con gli occhi chiusi e tremante; si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, seria e piena di comprensione
-Sono con te-

 
Caleb

Dapprima le voci gli sembrarono echi lontani, poi sempre più vicini, finché il suo udito da vampiro permise al suo cervello di rimbombare al suono di quelle due persone familiari
-Si è svegliato- disse la voce femminile
-Era ora, temevo di dovergli buttare un secchio d’acqua ghiacciata addosso- il suono della voce maschile lo fece sussultare
Aprì debolmente gli occhi e vide prima due macchie sfocate, poi due volti sempre più conosciuti, Talia e David lo guardavano con un ché di preoccupazione
“Abbassate quella fottuta voce” avrebbe voluto dire loro, ma la bocca era impastata con un sapore metallico che lui temeva conoscere troppo bene
Sangue.
Umano.

Che cosa aveva fatto ? I ricordi cominciarono a tornare pian piano alla mente, fotografie lucide della bestia che era diventato lì dentro.
Aveva ucciso un ragazzo, gli aveva azzannato il collo ed aveva bevuto il suo sangue
E gli era piaciuto.
Aveva assaporato ogni momento, ogni goccia di sangue umano che proveniva dalla fonte, il brivido e l’eccitazione che premevano dentro di lui; poteva ancora sentire tutto.
Un conato di disgusto pervase la sua faccia, si sentiva un mostro tanto da non riuscir a guardare negli occhi il ragazzo di fronte a lui.
-Caleb, Caleb!- disse l’umano dandogli piccoli schiaffi sulle guance
-Si, si, ti ho sentito, non sono sordo- disse acido provando a mettersi seduto.
Osservò Talia assumere un’espressione sollevata ed accennare un sorriso, mentre David si avvicinò sempre di più; non nascose un leggero imbarazzo nell’osservare quegli occhi marroni che erano stati oggetto dei suoi pensieri più di una volta
-Mi hai fatto prendere uno spavento notevole quando Talia mi ha chiamato e mi ha detto che ti sei dato all’ubriacatura pesante, cosa avevi in mente ?- chiese spazientito, diede un’occhiata fugace alla ragazza che scrollò le spalle
“Oh certo, una sbronza..”
-Lo so, scusami, è che avevo molto stress da sfogare, ma ora sto bene- per fortuna la sua natura soprannaturale gli permise una guarigione piuttosto rapida in modo da potersi alzare
-Andiamo, Talia- disse, fece per andare via prendendo per mano la ragazza quando sentì il braccio forte dell’altro fermarlo, si voltò ed incrociò quegli occhi dolci ora velati di rabbia.
David trascinò Caleb fuori l’appartamento, fin giù al cortile, dove l’aria fredda lo colpì in pieno sulle guance
-Mi vuoi dire cosa ti prende ? Prima ignori i miei messaggi e le mie chiamate, poi vai ad ubriacarti e mi fai chiamare dai tuoi amici per venire ad aiutarti ?- esplose l’umano sospirando nervosamente; lo osservò fare avanti e dietro nel cortile illuminato solo dalla luce di qualche lampione
-Tu mi piaci, Caleb, ed intendo davvero tanto, ma se devo fare un tira e molla di questa portata e farti da crocerossina ad ogni sbronza, non ci sto per niente- continuò sempre più spazientito.
Si limitò a fissarlo con i suoi occhi azzurri, privi di turbamento o di rammarico, ma che nascondevano una velata malinconia
-Mi dispiace, David. Io non sono fatto per avere relazioni, dovresti dimenticarti di me- disse per poi allontanarsi verso la strada, ancora una volta sentì il braccio del ragazzo fermarlo e si voltò a guardare per un ultima volta gli occhi nocciola che avevano iniziato a sondarlo
-Io non mi arrendo con te, so che c’è qualcosa di più della tristezza e dell’indifferenza dietro quello sguardo-
Non ci fu nemmeno bisogno di combattere per decidere, le loro labbra si incrociarono unendosi nello stesso modo in cui i loro cuori sembravano destinati ad unirsi.


Lucas

L’incantesimo sembrava essersi spezzato quando tutti lo videro uscire dal bagno con il cadavere di Trevor tra le braccia. Gemiti di sofferenza, di stupore, di rabbia, iniziarono a serpeggiare tra le persone e specialmente tra i lupi. La voce del capobranco si elevò su tutti
-Chi è stato ? Chi è stato a fare questo ?- urlò quasi in preda alla rabbia; alcuni di loro fremevano per controllare la loro trasformazione ed altri iniziarono a guardare male tutti gli stregoni e le streghe presenti che, dal canto loro, non risparmiavano espressioni stupite.
Guardò il ragazzo che stringeva tra le sue braccia, lo conosceva bene, avevano più o meno la stessa età ed andavano molto d’accordo; non aveva genitori, non aveva parenti conosciuti, la sua sola famiglia era il branco.
Ed era il branco in quel momento che lo stava piangendo.
-Non è questo il punto!- disse all’alfa, non avrebbe potuto incolpare Caleb per qualcosa che era andato oltre il suo controllo, non era in se stesso in quel momento. Sentì la mano di Lysa stringergli il braccio e la osservò parlare dopo di lui
-C’è stato qualcuno qui, qualcuno che non appartiene alle nostre cerchie che ha lanciato un incantesimo su tutti noi- spiegò la ragazza imponendosi sulle voci e sul brusio che si era venuto a creare, allora una donna sulla trentina si fece avanti, i capelli raccolti in una treccia castano scuro e gli occhi di due colori diversi, uno azzurro ed uno marrone, si fece avanti
-Lysa..Quello che stai dicendo è molto grave, chi potrebbe mai aver lanciato un incantesimo di simile portata senza il potere di almeno un’altra strega con se ?- chiese la donna rivolgendo alla ragazza che lo fiancheggiava
-Tori, temo che sia stato proprio colui che cerchiamo tutti- disse mostrando un’espressione dispiaciuta, spiegò tutto quello che era accaduto a lei e all’amico, omettendo la presenza di Talia e Caleb, metterli in mezzo ora avrebbe arrecato più danno che chiarezza.
Vide il più anziano dei lupi farsi strada tra di loro e raggiungere il giovane Lucas, poteva vedere i suoi occhi pieni di sofferenza e l’espressione dura e temprata dalla maturità piegarsi in una smorfia di dolore
-Spiegate quello che sta succedendo qui- furono le uniche parole che uscirono dalle labbra, che si serrarono subito dopo.
-Come sai, Butch, le streghe e gli stregoni non hanno un così grande potere se esercitano la magia da soli, come per voi lupi anche per noi la forza risiede nella molteplicità e della stessa forza ne risentono i nostri incantesimi- disse Tori, la ragazza che si era portata vicino a lei
-Quindi questo tizio deve aver avuto un complice, che potrebbe trovarsi ancora qui- rispose il capobranco, allora gli sguardi dei lupi presenti si fecero ancor più sospettosi e la tensione prese una piega decisamente brutta; all’affermazione dell’alfa, la ragazza dai capelli castani rispose con un’occhiataccia
-Nessuno di noi qui presenti avrebbe il coraggio di rivoltarsi contro la propria congrega, bada a come parli- rispose in modo velenoso prima di osservare gli altri presenti
-Colui che stiamo cercando, questo traditore, deve aver a disposizione una fonte di potere di gran lunga superiore a quello di un singolo stregone, dobbiamo trovarlo ad ogni costo-
Ancora una volta osservò Lucas che era di fianco a lei, poteva percepire il peso del mondo cadere sulle sue spalle, l’espressione sconfitta, la rabbia ed il rancore.
In quel momento pensò quanto si fosse sbagliata sul suo conto.
 
 
4 Marzo 2016
Lysa


Tenne premuta la mano contro il fianco, dal quale il rivolo di sangue usciva senza sosta. Dio, se faceva male.
Le tornarono in mente tutte le cose fatte di importante nella sua vita, le tornò in mente Jason e Alicia, Caleb, Talia e lui. La figura di Lucas che la sorreggeva, che la confortava, che la baciava.
Provò a farsi forza sul braccio libero e tentò di alzarsi ma lo sforzo si rivelò vano, faceva troppo male per riuscire a rimettersi in piedi
-Magari hai ancora un po’ di energia da poter rubare in quel corpo quasi senza vita- disse il bastardo noncurante delle sue condizioni, sentiva la sua vita scivolarle via dalle membra, come un fiume che scorreva via dalla fonte e si disperdeva lontano
Non voleva morire, non voleva lasciare tutte le persone importanti della sua vita, non voleva darla vinta a lui e chiuderla lì
Ma le palpebre si facevano sempre più pesanti e non riuscì a tenerle aperte, così come non riuscì a rimanere aggrappata a quel lembo di forza che le era rimasto.

 

Talia

Cosa stava accadendo nella sua vita ?
Un rapido susseguirsi di eventi al di fuori della sua portata: licantropi, streghe, vampiri, incantesimi..Morti.
Quanto avrebbe voluto tornare alla sua vecchia vita, fatta di amici, università e tutto il resto; si sentiva protetta, al sicuro, nel suo piccolo mondo.
Una piccola voce, simile a quella del grillo parlante, nacque dentro di lei: era davvero quello ciò che voleva ? Tornare alla monotonia di una vita “umana”, di una vita fatta di menzogne ?
Sentì una folata di vento e, dato che era sola nella sua stanza dopo esser tornata a casa ed aver lasciato Caleb e David, si spaventò non poco
-Salve signorina, riflessioni notturne ?- aveva riconosciuto fin troppo bene quel sorriso sprezzante e malizioso che l’aveva inquietata al pub.
D’un tratto tutti i suoni attorno a lei si ovattarono, la vista si annebbiò e l’ultima cosa che vide furono quegli occhi iniettati di cattiveria.
 

 
  
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