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Autore: M o o n y G i r l _    30/06/2016    0 recensioni
Calma piatta nella Sala Comune Grifondoro.. Poi, un trambusto.
I Malandrini sono arrivati, portando con loro confusione e chiasso.
Staranno organizzando uno dei loro soliti scherzi? Oh no.
Una festa?
Come reagirà la Rossa dagli occhi da cerbiatta? Tenterà di uccidere, per l'ennesima volta, quel gran figo di Potter, oppure si lascerà andare, una volta ogni tanto?
Grandi cose succedono nel mese di Marzo.
Non sbocciano solo i fiori, ma forse.. Anche l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Erano passati circa due mesi dall’ultima volta in cui James aveva rivolto la parola a Lily, ed ormai aveva iniziato a farci l’abitudine a non salutarla più, non provare a farla innervosire, e così via, diciamo che ormai era tornato quasi tutto alla normalità, seppur quella si potesse definire come normalità, perché ormai di normale, non c’era più niente, specialmente all’interno di quel gruppo di amici, perché tutti notavano un certo imbarazzo quando sia Lily che James stavano nella stessa stanza, come se un vento gelido, proveniente da non si sa quale terribile e remoto luogo, entrasse all’interno della stanza e gelasse i cuori dei presenti.
La vita continuava a scorrere lenta, ed i ragazzi, tra lezioni, giochi, partite a Quidditch e scherzi di ogni genere, erano finalmente giunti alle tanto agognate e bramate vacanze Natalizie.
Come è noto a tutti, gli insegnanti di Hogwarts erano soliti ad organizzare un ballo nel periodo natalizio, esattamente il giorno prima dell’inizio delle vacanze, proprio per permettere a tutti quegli studenti che avrebbero passato le vacanze nelle loro città babbane di trascorrere un’ultima notte insieme ai loro compagni di avventura.
Girando per Hogwarts l’aria natalizia era ormai respirabile ovunque si andasse, persino nel campo da Quidditch, le cui torri e spalti erano state decorate con deliziosi festoni con allegri disegnini che ritraevano ghirlande, renne, pacchi regalo, nastrini e via dicendo, e la voglia di festeggiare aveva ormai preso il sopravvento sull’affannoso pensiero del sistemare le valigie, per l’ennesima volta.
Nel Dormitorio femminile Rosso-Oro vigeva il caos: magliette che volavano da un lato all’altro del corridoio, valigie e borse scaraventate con forza giù dalle scale, urla femminili, pianti di disperazione e si racconta pure che una studentessa si sia sentita male a causa del troppo stress, ma questa è un’altra storia, suvvia; mentre le ragazze erano impegnate a scegliere il vestito adatto per il ballo Natalizio e al tempo stesso capire quali vestiti portare in valigia e quali lasciare lì ad Hogwarts, i giovani Grifi erano tutti molto presi da una partita a Scacchi magici duellata tra Sirius e Remus, a causa di una scommessa fatta circa due ore prima, quando si trovavano nella Sala Grande per fare colazione, mentre un centinaio di folletti vagavano senza sosta, schivando gli studenti ancora assonnati, per sistemare gli ultimi preparativi per la festa.
Proprio per consentire a tutti gli studenti di partecipare al grande evento, i professori avevano lasciato agli allievi una mattinata libera, in modo tale che potessero organizzarsi al meglio, quindi il nostro gruppo di amici, dopo aver sistemato l’occorrente per la partenza, si riunì sotto il Platano Picchiatore, proprio per decidere come passare questa giornata ‘free’.
<< E’ possibile che Sirius sia sempre in ritardo? >> chiese Emmeline voltandosi verso Marlene, la quale roteò gli occhi e tirò un sospiro, stanca di sentire sempre la stessa domanda.
<< Suvvia Emme, lo sai che Sirius ama che gli altri lo aspettino, lo fa sentire più.. Più..Non ricordo. >> disse Alice, stringendosi di più a Frank, il quale le lasciò un semplice bacio sulla guancia, che a differenza del resto del corpo, non era coperta.
<< Mi fa sentire più importante, Alice cara, e ti ringrazio di aver rammendato a questo gruppo di stolti il perché del mio perenne ritardo. >> disse Sirius con la solita voce squillante, comparendo da dietro il Platano Picchiatore, accompagnato da James, che rimase in silenzio, facendo poi un semplice cenno con il capo per salutare gli altri amici, prima di stringersi nel suo cappotto verde militare che gli donava un’aria più trasandata del solito.
<< Siamo tutti, quindi? >> chiese allora Peter.
<< Teoricamente manca la Rossa. >> rispose senza alcuna variazione del tono della voce James.
Momenti di silenzio.
Sguardi di imbarazzo. James che nominava Lily senza utilizzare termini come ‘quella sottuttoio della Evans’, oppure ‘non ha poi niente di particolare, Quella’?
<< Ha ragione James, manca Lily, ma non ho idea se verrà o meno, mi aveva detto di avere altro da fare, non so bene cosa. >> rispose Marlene, guardando immediatamente Sirius.
<< Evidentemente avrà qualcosa di più importante da fare, piuttosto che stare con i suoi amici. >> aggiunse James, alzando le spalle indifferente.
Non passarono neanche due minuti quando da uno degli archi che si affacciava sul cortile comparì una massa informe di capelli rossi scombinata dal vento che si avvicinava correndo al gruppo di ragazzi;
<< Scusate il ritardo, sono rimasta bloccata in biblioteca, lo sapete, da quando sono Caposcuola non ho un momento libero. >> disse Lily ancora con il fiatone.
<< Sta’ tranquilla, Lily! Ora siamo tutti, quindi possiamo decidere: che si fa oggi? >> chiese Frank, che finalmente aveva aperto la bocca da quando era arrivato.
<< Io vorrei andare a fare un giro a Hogsmeade, magari per comprare qualche regalo last minute. >> propose Mary.
<< Dovremmo avere un’autorizzazione speciale, è impossibile. >> rispose subito dopo Remus, un po’ giù di morale.
<< Che ne dite se facessimo un ‘Babbo Natale segreto’? Mettiamo tutti i nostri nomi in un cappello, ognuno estrarrà un bigliettino ed avrà due ore per creare qualcosa con le proprie mani oppure regalare qualcosa di proprio alla persona scelta. >> rispose allora Emmeline.
<< Io ci sto, almeno abbiamo trovato come passare la giornata! >> disse Alice entusiasta.
<< Tutti gli altri siete d’accordo? >> chiese Frank.
Marlene guardò Sirius, poi si voltò verso Lily e fece ‘sì’ con il capo; quindi tutti si voltarono verso James, l’unico che ancora non si era espresso insieme a Peter.
<< Io sono d’accordo. >> disse Peter, alitando forte sulle mani per riscaldarle.
James si guardò intorno, osservando le facce gioiose dei suoi amici: perché rovinargli la giornata?
<< Ci sto anche io, ma non vi aspettate nulla di particolare, ho poca inventiva. >> rispose infine il capo banda.
<< Perfetto, allora: chi ha carta e penna? >> chiese Emmeline.
<< Io ho lasciato tutte le mie cose in Biblioteca, potremmo andare lì, così nel frattempo ci riscaldiamo, invece di stare qui al freddo. >> rispose Lily.
<< Io direi di entrare, o passeremo tutti le vacanze con la febbre. >> disse infine Sirius, prima di incamminarsi con Marlene al suo fianco verso l’ingresso al cortile.
**
<< Quindi siamo tutti d’accordo? Non rivelate a nessuno il vostro partner, lo dobbiamo scoprire tutti insieme tra due ore esatte a partire da… Ora! >> disse Emmeline prima di scappare via dalla biblioteca, seguita da Remus, Mary, Alice e Frank, mentre Marlene, Sirius, James e Peter se la fecero con più calma, uscendo a passi lenti, lasciando così sola Lily.
‘ Inizio a pensare che qualcuno ce l’abbia con me. ‘ pensò Lily, tra sé e sé.
Inutile dirvi chi le fosse capitato nel sorteggio, no?
James, di nuovo lui.
Erano passati ormai due mesi da quella fatidica notte, quando James le aveva detto addio per sempre, e così sembrava fosse, fino a quella mattina.
Erano passati due mesi da quando Lily aveva rotto del tutto con Jeremy.
Erano passati due mesi da quando il gruppo non era più lo stesso, lei non si sentiva più a suo agio con tutti loro, come se in un certo senso, persino le ragazze fossero dalla parte di James.
Erano passati due mesi da quando Lily aveva smesso di parlare con James, se non per strette necessità come un favore durante una lezione, o magari per chiedergli di cederle il posto accanto a Marlene.
Erano passati due mesi da quando Lily non si soffermava più a pensare a quanto James fosse particolare, a quanto fosse stata cieca in tutti quegli anni, a quanto non avesse capito quali fossero le vere intenzioni di quel ragazzo, che lei aveva solo frainteso.
Tuttavia ogni tanto le capitava di svegliarsi nel bel mezzo della notte, aprire il cassetto del suo comodino e rileggere per l’ennesima volta quella lettera, che ormai sapeva a memoria, che aveva esaminato nel minimo dettaglio.
Ogni tanto le capitava persino di piangere a causa di quella lettera, perché pensava a quello che c’era stato, a quello che ci sarebbe potuto essere, a quello che erano, a quello che era diventata lei: non era più ‘la Rossa’, quella sorridente, solare, capace di far tornare il sorriso a tutti, ma era diventata ‘la Evans’, quella temuta poiché Caposcuola, quella odiata, qualcuno che non era lei.
Stava sprofondando nel vuoto, dietro una maschera di ferro, impenetrabile, e non sapeva più come tornare in superficie.
Ma in quel momento aveva problemi più importanti: cosa regalare a James, senza rischiare di peggiorare la situazione?
Mentre i suoi amici correvano all’impazzata in giro per il castello cercando ipotetici regali, lei era rimasta lì, ferma al suo banco, solito posto, senza aver pensato ad un regalo fattibile da fare per James.
<< Sono passata solo per dirti che è passata un’ora, dovresti sbrigarti. >> disse Mary, comparendo da uno degli scaffali.
<< Che ci fai tu qui? >> chiese Lily stupita.
<< Non posso dirtelo, Rossa! Ora scappo, ci vediamo tra un’ora qui. >> disse Mary, prima di riprendere la sua folle corsa.
Lily si alzò e uscì a passi lenti, quasi striscianti, dalla biblioteca, incamminandosi verso il suo dormitorio, senza preoccuparsi più di tanto se gli altri studenti, che correvano su e giù per il castello le dessero spallate, o le facessero perdere l’equilibrio, quasi come se fosse intoccabile, o direttamente in un’altra dimensione.
Senza accorgersene, si ritrovò nella sua stanza, così si lanciò con la faccia sul cuscino, buttando via un lungo respiro.
Rimase lì ferma per circa mezz’ora, voltandosi di tanto in tanto, prima di mettersi a sedere con le gambe incrociate sul copriletto rosso, rendendosi conto solo in quel momento del poco tempo che le rimaneva.
Si alzò di scatto e si diresse verso il suo baule iniziando a rovistare tra gli indumenti, cercando qualcosa che andasse bene per James.
Come se fosse esplosa una bomba, all’improvviso tutti i vestiti di Lily si trovavano sul pavimento, mentre la ragazza, colta da un attacco di panico, continuava a rotolare su di un paio di magliette, fissando l’orologio posizionato sopra la porta.
‘ Hai dieci minuti per evitare la peggiore figura della tua vita, coraggio Lily, puoi farcela! ‘ pensò tra sé e sé, prima di alzarsi e cercare di nuovo tra le magliette.
<< Trovata! >> gridò infine, rendendosi solo dopo conto che fosse sola all’interno della stanza.
Aveva finalmente trovato una maglietta dei Beatles, che le aveva regalato un amico di famiglia, solo che la misura era un po’ troppo ‘large’, oltre ad avere il modello maschile, quindi prese una busta, infilò la maglietta al suo interno, poi prese un foglio di pergamena e vi scrisse sopra:
‘ James,
So che probabilmente mi odierai e non vorrai più parlarmi, ma il fato vuole che in un qualche modo, si riprenda a parlare.
So che ami questo gruppo, quindi beh, buon Natale.
Ps. Scusa. ‘
Inserì il biglietto all’interno della busta, poi con un semplice colpo con il polso creò un grazioso fiocchetto con il quale chiuse il pacchetto.
‘ Sono le dodici, devo sbrigarmi! ‘ pensò, prima di prendere il pacchetto e uscire dalla camera.
Attraversò di corsa l’intero dormitorio, poi la Sala Comune, poi il corridoio, fino ad arrivare finalmente in biblioteca, dove la attendevano tutti.
<< Scusate di nuovo il ritardo. >>
<< Due volte in un giorno, Lily, mi preoccupi. >> rispose Remus, prima di scoppiare in una sonora risata, accompagnato dal resto del gruppo.
<< Quindi siamo tutti pronti? Chi inizia? >> disse Emmeline.
<< Inizia Alice, ho deciso. >> ripose Frank, incrociando le braccia.
Alice fece una smorfia al fidanzato, prima di avvicinarsi a Sirius e dargli una piuma nera come la pece, con la punta affilatissima, insieme ad una boccettina con dell’inchiostro blu cobalto.
<< So che ami il nero, è una delle mie piume preferite, fanne buon uso. >> disse, prima di abbracciare Sirius, che ricambiò il gesto.
<< Quindi direi che ora tocca a me, no? >> chiese Sirius, avvicinandosi poi a Remus.
<< Amico, so che nello sport fai un po’ pena, ma chi lo sa, magari la testa dura che ti ritrovi potrebbe essere utile ad un futuro come portiere, semmai capirai mai come si gioca a Quidditch, quindi ecco a te, il tuo elmetto da portiere, firmato da me e James. >>
<< Potrei sapere perché l’avete firmato? >> chiese Marlene.
<< Nell’ipotesi in cui una delle nostre fan volesse un autografo, abbiamo preparato alcune cose da donare, come bravi divi. >> rispose Sirius, prima di scostarsi i capelli dalle spalle con fare altezzoso.
Allo stesso modo fece Remus, regalando un quaderno dalla copertina verde ad Emmeline, che a sua volta regalò un bracciale in caucciù a Frank.
Frank, a malincuore, regalò un suo libro a Peter, che apprezzò molto, il quale poi si voltò verso Mary, per donarle una semplice fascia per i capelli color ottanio; Mary regalò a Marlene uno degli ombretti che aveva comprato, durante una delle sue ultime visite nel mondo babbano, mentre Marlene regalò un suo abito a Lily, uno dei suoi preferiti, ma che sapeva che Lily bramasse da tanto tempo.
Rimanevano tre persone, quindi: James, Alice e Lily. Chi aveva regalato cosa a chi?
<< Vado prima io o tu? >> chiese James, voltandosi verso Lily.
<< Vai prima tu, vorrei essere l’ultima. >> rispose lei, con gentilezza.
<< Come dici tu. >> disse James, prima di avvicinarsi ad Alice e tirare fuori dalla tasca un anello argentato, sul quale erano incise le iniziali di tutti i componenti del loro gruppo.
Alice chiese il perché di questo regalo, prima di infilarlo nell’indice.
<< Avevo deciso che avrei sorteggiato a chi regalarlo, e sei capitata tu, quindi tu sarai la ‘guardiana’ della nostra amicizia. Tra vent’anni, quando saremo adulti, spero che saremo sempre gli stessi, sempre uniti, e spero che tu indosserai ancora quell’anello. >> rispose dunque il ragazzo.
Alice abbracciò spontaneamente James, per poi guardare Lily.
<< Quindi la partner di James eri tu, che strano. >> disse la ragazza.
Il volto di Lily divenne rosso come i suoi capelli, e mai come in quel momento si sentì nel posto sbagliato al momento sbagliato, soprattutto dopo un regalo del genere.
<< Che succede, Rossa? Hai paura? >> chiese James, ironico.
Lily si avvicinò a James e gli diede il regalo, poi si mise sulle punte e gli sussurrò alle orecchie di leggere prima il biglietto, ma non ad alta voce, e così lui fece.
<< Rossa sei la mia salvezza! James mi chiedeva quella maglietta da mesi ed io non sapevo proprio dove procurargliela, grazie! >> disse Sirius, tirando un sospiro di sollievo.
<< Grazie mille Rossa, bel pensiero. >> disse poi James, senza emozionarsi più di tanto.
Lily accennò un semplice sorriso, prima di arretrare e sedersi su una delle sedie presenti in biblioteca, allontanandosi quindi dal gruppo.
Perché James aveva reagito così? Forse il regalo non era stato di suo gradimento?
Ma soprattutto, perché lei stava reagendo così?
<< Lily noi andiamo a pranzare, vieni con noi? >> chiese Marlene, prima di prendere sottobraccio James e Sirius.
<< Arrivo tra poco, voi andate. >> rispose, guardando il gruppo di amici incamminarsi.
Era sola, di nuovo.
Rimase lì altri dieci minuti, prima di raggiungere i suoi amici nella Sala Grande.
**
<< A che ora è la festa, ragazze? >> chiese Marlene mentre si asciugava i lunghi capelli biondi.
<< Alle otto e trenta abbiamo appuntamento con i ragazzi nella Sala Comune. >> rispose Emmeline, mentre osservava alcuni vestiti poggiati sul letto.
<< E che ore sono? >> chiese Mary.
<< Quasi le otto, ragazze. >> rispose Alice, che era già pronta e si guardava davanti allo specchio.
<< Lily hai intenzione di muoverti oppure verrai in jeans e maglione al ballo? >> chiese Marlene mentre spalmava una lozione che profumava di cedro sulle sue lunghe gambe bianche.
<< Non verrò, è diverso. >> rispose la rossa, rigirandosi sul copriletto.
<< Come scusa? E perché non dovresti venire? >> chiese Mary leggermente stizzita.
<< Non ne ho voglia. >>
<< Non puoi non avere voglia di uscire a quasi diciassette anni, Lily. >> rispose Alice, con tono materno, sedendosi sul letto di Lily.
<< Beh, non ne ho voglia, è semplice! >>
<< Lily Evans, alzati immediatamente. >> disse con tono severo Marlene, lanciando una spazzola sulla coscia di Lily.
<< Non mi alzo, andate senza di me, semmai vi raggiungerò più tardi. >>
<< Mi prometti che verrai? >> chiese infine Emmeline, con voce dolce, quasi da bambina.
<< Non ti prometto niente, ma vedrò cosa fare. >> disse Lily, prima di chiudere gli occhi.
Alice si alzò dal suo letto e corse in bagno per darsi un’ultima occhiata, prima di uscire insieme alle altre ragazze, che nel frattempo avevano finito di prepararsi ed erano pronte ed in perfetto orario, stranamente.
Lily sprofondò tra i cuscini, oltre che nel sonno, e passò le successive due ore a voltarsi e rivoltarsi tra le coperte, cercando disperatamente di riprendere sonno.
Finalmente decise di alzarsi, si diresse in bagno, si spogliò velocemente, infilandosi poi nella doccia, per poi uscirne circa un quarto d’ora dopo.
Prima di entrare nel bagno non si era completamente accorta di un biglietto poggiato sopra un abito appeso alla porta d’ingresso della camera, con su scritto:
‘ Fanne buon uso, ti aspettiamo sotto alla festa, sbrigati.
Un bacio, le ragazze. ‘
Lily esaminò per bene quell’abito prima di indossarlo.
Doveva ammetterlo, le ragazze la conoscevano bene, e sapevano benissimo quali fossero i suoi gusti in fatto di abiti e quant’altro.
L’abito le calzava a pennello: scollo a cuore, stretto in vita, largo sui fianchi, fino al ginocchio davanti, lungo dietro, rigorosamente nero.
Decise di lasciare i capelli sciolti, dopo aver provato almeno una decina di acconciature.
Dopo aver messo un po’ di mascara negli occhi e del rossetto color carne sulle labbra, uscì dalla stanza a passi lesti, dirigendosi verso la Sala Grande, dalla quale proveniva un gran frastuono.
**
La festa era iniziata da ormai due ore e la band suonava ininterrottamente dal primo minuto in cui era arrivata.
Emmeline era riuscita a trascinare Peter al centro della pista, stessa cosa valeva per Remus e per Mary, i quali forse a causa di qualche drink di troppo, stavano dando il meglio di loro sbizzarrendosi nei più fantasiosi passi di danza.
Frank e Alice erano seduti ad uno dei tavoli insieme ad altri ragazzi dell’ultimo Anno a discutere sulla situazione politica in Inghilterra in quel momento, mentre James, Sirius e Marlene commentavano la festa, tenendo sempre sott’occhio la porta d’ingresso, attendendo l’arrivo della Rossa.
E proprio mentre il cantante stava annunciando il titolo della canzone successiva, James sentì un ragazzo dire ad un amico che ‘quella pazza della Evans stava scendendo le scale; Sirius chiese a Marlene di andare a prendere da bere per entrambi, mentre lui rimase lì con James.
<< Cosa hai intenzione di fare? >>
<< Niente. >> rispose James.
<< Niente? Non ti crederò mai. >>
<< Non lo so, Sirius, non lo so. >>
<< James, non puoi non sapere cosa devi fare. Cosa abbiamo detto oggi? >>
‘ Well she was just seventeen, and you know what I mean, and the way she looked, was way beyond compare. ‘
Sirius continuava a parlare, ma ormai James non stava più a sentirlo: una chioma rossa aveva appena varcato la soglia della Sala.
‘ So how could I dance with another, when I saw her standing there? ‘
<< James? >> chiese Sirius, cercando di attirare la sua attenzione.
Lily camminava a passi lenti, più fiera che mai, attraversando la sala in tutta la sua lunghezza, tra gli sguardi increduli e sbalorditi di alcuni studenti.
<< James, sto parlando con te. >> ribadì Sirius.
Lily si voltò improvvisamente in direzione di Sirius e James, e quest’ultimo trasalì, non riuscendo più a staccarle gli occhi di dosso.
‘ Well she looked at me, and I, I could see that before too long, I’d fall in love with her. ‘
<< Devo andare, scusa. >> disse James distrattamente, lasciando Sirius da solo, avvicinandosi quindi con passi sicuri verso la ragazza, che continuava ad avanzare.
Tutto d’un tratto un ragazzo dell’ultimo Anno comparve dal nulla, ponendosi tra James e Lily; costui, appartenente a Corvonero, un tizio affascinante dai capelli lunghi e scuri, dal fisico ben piazzato e probabilmente molto più intelligente di James, rappresentava l’incarnazione del ragazzo perfetto per Lily.
‘ She wouldn’t dance with another, when I saw her standing there. ‘
James si fermò accanto al Corvo, fissandolo dall’alto in basso.
<< Scusa amico, non sei il suo tipo. >> disse, prima di spingerlo via, facendolo cadere tra le braccia di una Tassa un po’ sovrappeso.
Lily scoppiò a ridere e James si rese conto solo in quel momento di quanto fosse bella quando rideva, quasi come se lo avesse dimenticato.
<< Mi concede questo ballo, signorina? >> le chiese con gentilezza, baciandole delicatamente la mano.
<< Volentieri. >> rispose Lily.
‘ Well my heart went “boom”, when I crossed that room, and I held her hand in mine.. ‘
Detto ciò, la prese per mano e la portò al centro della pista, facendosi spazio tra la folla che continuava a dimenarsi per il ritmo incalzante della musica.
Poco lontano da loro, vicino al free bar, c’erano Sirius e Marlene che osservavano la scena compiaciuti.
<< Sapevo sarebbe finita così, era ovvio. >> disse Marlene.
<< Non cantare vittoria troppo presto, ricordati di chi stiamo parlando: quei due sono capaci di iniziare a litigare persino ora, davanti a tutta questa gente. >> rispose Sirius.
<< Lo so, ma ora possiamo evitare di pensare a loro, una volta tanto? Andiamo a ballare anche noi! >>
<< Ogni suo desiderio è un ordine, signorina. >> disse Sirius, prima di prenderla per mano e avvicinarsi alla folla.
‘ We danced through the night and we held each other tight, and before too long I fell in love with her. ‘
La serata andò avanti per alter due ore, ed il nostro gruppo di ragazzi continuo a ballare senza sosta, fin quando i componenti della band, ormai stremati dal troppo ‘divertimento’, chiesero al pubblico di terminare lì lo show, promettendo una seconda serata.
Quando quasi tutti gli studenti furono tornati nei propri dormitori si ritrovarono solo i nostri amici gli unici rimasti ancora nella Sala;
<< Io direi di andare a dormire, domani dobbiamo svegliarci presto, o perderemo il treno. >> disse Alice, appoggiandosi a Frank.
<< Concordo pienamente. >> rispose Mary, sbadigliando.
<< Io e Marlene rimaniamo un altro po’ fuori,dobbiamo scaricare tutta l’adrenalina. >> disse Sirius, accompagnando il tutto con un’espressione del tipo ‘You know what I mean.’
Per la prima volta dopo tanto tempo, Lily si sentiva finalmente di nuovo parte del gruppo, tutto grazie ad una semplice ma squallida battuta di Sirius: chi ci poteva mai credere?
<< Lily tu che vuoi fare, vai a dormire o mi fai compagnia? >> chiese infine timidamente James, dopo aver ricevuto una serie di gomitate da un Remus non più tanto sobrio e da un Peter che barcollava qui e lì.
<< Resto un po’ con te, ancora non ho sonno. >> rispose dunque Lily.
<< Allora noi andiamo, ci vediamo domani mattina a colazione. >> disse Frank, prima di prendere sottobraccio Alice, ed inoltrarsi tra le ombre del castello.
Rimasero entrambi con lo sguardo rivolto verso il basso fin quando non sentirono in lontananza il rumore degli ultimi passi dei loro amici che si allontanavano verso i Dormitori, poi si guardarono e l’imbarazzo pervase i loro volti.
Era tutto molto strano, insomma, fino a quella stessa mattina non si erano nemmeno rivolti la parola, se non per quel stupido gioco dello scambio dei regali, ma per il resto niente. Com’era possibile?
Tutti dicono sempre che la musica è capace di metter pace persino tra persone in guerra, ma poteva essere successo veramente che una semplice ballata fosse riuscita ad attenuare, almeno per quella sera, i litigi tra James e Lily?
<< Dove vuoi andare? >> chiese James cercando di non far notare quanto si sentisse a disagio in quel momento.
<< Fuori fa troppo freddo, ma non credo che possiamo rimanere qui nel bel mezzo del corridoio, quindi, che ne dici del Bagno dei Prefetti? Io sono autorizzata ad entrarvi, e dubito che vi sia qualche professore che faccia la ronda stanotte, erano tutti un po’ alticci..>> rispose Lily.
<< Hai visto la.. >> aggiunse James, senza riuscire però a terminare la frase, poiché Lily lo interruppe subito, scoppiando poco dopo a ridere.
<< McGranitt? Sì, ho notato. A quanto pare, non è così austera e rigida come tutti noi pensiamo. >> concluse Lily, tra una risata e l’altra.
<<.. Stavo per dirlo io. >> disse James, quasi sottovoce, quasi non volesse far capire alla Rossa che finalmente si trovavano d’accordo su qualcosa.
<< Quindi, andiamo o no? >>
<< Bagno dei Prefetti sia. Ma non hai paura che qualcuno ci veda? >> chiese James un po’ timoroso (stranamente).
<< Ogni tanto bisogna rischiare, non credi? Me l’hai insegnato tu..> rispose gentilmente Lily, prima di diventare dello stesso colore dei suoi capelli in volto, e nascondendosi subito tra le sue mani, lasciando un piccolo spazio tra le dita per vedere come stesse reagendo James.
Come due smeraldi incastonati in un anello di brillanti, gli occhi di Lily risplendevano anche se il suo volto era nascosto quasi totalmente, e James, proprio come la prima volta che vide Lily varcare la soglia del Castello di Hogwarts, ne rimase nuovamente ammaliato, quasi come se fossero una piccola calamita che lo costringevano a non staccarle gli occhi di dosso, a continuare a guardare quanto fosse bella e irraggiungibile allo stesso tempo, al suo essere costantemente in conflitto con sé stessa.
<< James, andiamo dai, o si farà ancora più tardi.>> disse Lily, muovendo una mano davanti al volto di James, che continuava a fissarla a bocca aperta.
James rinsavì ed iniziò a camminare verso il bagno dei Prefetti, seguito da Lily a qualche metro di distanza da lui.
**
<< Aspettami qui, vado a vedere se c’è qualcuno dentro. >> disse Lily, fermando James per un braccio, prima di entrare nella stanza.
James fece un veloce cenno con la testa e rimase in silenzio ad osservare il corridoio illuminato da quelle torce che lentamente si stavano spegnendo.
Cosa sarebbe successo? Non lo sapeva.
Come si sarebbe comportato? Non lo sapeva ancora.
Perché aveva chiesto proprio a Lily di stare con lui? Semplice, aveva agito d’istinto, era stata la cosa più naturale del mondo da fare, seppur non ne fosse convintissimo.
Proprio mentre era preso dai suoi pensieri, Lily gli fece segno con la mano di entrare, prima di scomparire nuovamente nell’oscurità; James si guardò un’ultima volta intorno prima di seguire la ragazza.
<< Non è il massimo, lo ammetto, ma è meglio di stare al freddo e al gelo, non pensi? >> chiese Lily prima di sedersi a terra, sfregando poi le mani sulle gambe per il freddo.
<< In effetti, sì, molto meglio. Vuoi la mia giacca? Io sto bene anche senza.>> rispose immediatamente James, levandosi la giacca prima che la ragazza potesse rispondergli, per poi posargliela sulle spalle e sedersi accanto a lei.
<< Grazie, ma non c’era bisogno.. davvero. >> rispose Lily, leggermente imbarazzata.
James sorrise e basta, senza aprir bocca, per poi appoggiare la testa contro lo spesso muro e chiudere gli occhi, lasciandosi travolgere dal silenzio della stanza.
Rimasero così uno accanto all’altra, in silenzio, per una mezz’ora circa, senza mai guardarsi in faccia, senza mai voltarsi, ma sempre lì, entrambi.
Non un’emissione di fiato, non un movimento, niente di niente, solo loro, avvolti dal vuoto e da una strana sensazione di tranquillità.
James più volte pensò di parlare, di dire anche un semplicissimo ‘Fa freddo’, ma perché rovinare momenti del genere?
Lily più volte pensò di parlare, ma avrebbe detto cose stupide.
James voleva guardarla di nuovo negli occhi.
Lily voleva nuovamente essere guardata.
James sapeva che qualsiasi cosa avesse fatto, ne avrebbe dovuto piangere le conseguenze, nel bene e nel male.
Lily sperava in una qualsiasi sua azione.
James fremeva dalla voglia di girarsi a guardarla, anche solo di sfuggita.
Lily tremava, perché sapeva che lui non si sarebbe mai voltato.
James si voltò, improvvisamente, e quasi come una reazione a catena, si voltò anche Lily, sprofondando negli occhi color nocciola di James.
Un brivido percorse la schiena di Lily, che abbassò quasi subito lo sguardo imbarazzata, ma questa volta James le posò la mano sul mento e le impedì di continuare a guardare in basso, obbligandola a guardarlo.
Mille pensieri passarono per la mente di James, in quel momento, avrebbe potuto baciarla e seguire il suo buon senso, ma invece no, non lo fece: lui aveva bisogno di risposte, e solo lei avrebbe potuto dargliele.
<< Perché ti sei comportata in quella maniera, con me? >>
<< Di cosa parli, James? >>
<< Di cosa parlo? Parlo del modo con cui mi hai trattato quando ancora stavi con Jeremy, Lily. >>
<< Non capisco, spiegati meglio. >>
<< Mi hai trattato come se fossi un tuo burattino, Lily, mi davi segnali e poi andavi via, poi tornavi e poco dopo scappavi via di nuovo. Cosa pretendevi che facessi? Che continuassi a reggere il tuo gioco, come se non avessi una dignità? >>
<< James, io.. >>
<< Lasciami parlare, Lily. Perché hai fatto così con me? Avresti potuto lasciare Jeremy in quel momento, avresti potuto far capire a tutti che anche tu provavi qualcosa per me, e invece non hai fatto niente di niente, sei rimasta lì, con quella faccia da idiota senza cuore, con quel decelebrato, ed hai lasciato che io scivolassi nel baratro. Pensavi davvero che io avrei continuato a starti dietro, dopo quello? >>
<< James, io avrei voluto lasciare Jeremy in quel momento, te lo giuro, ma non ho trovato le forze per farlo. >>
<< Però le forze per trattarmi come un cagnolino le hai trovate, vero Lily? >>
<< Non ho mai voluto che tu stessi male per colpa mia, James. >>
<< Ma fammi il favore, Lily, non te n’è mai importato niente di me, mai. >>
<< Non è vero, James,non è assolutamente vero. >>
<< Sta’ zitta, ho sentito abbastanza, sei sempre la stessa. >>
James si alzò e si diresse verso i lavandini per sciacquarsi il volto, senza mai rivolgere lo sguardo verso Lily.
Lily, tremante, lasciò cadere a terra la giacca di James e corse verso di lui, rimanendo alle sue spalle.
<< James, lasciami spiegare, ti prego. >>
<< Che cosa devi dirmi, Lily? Vuoi darmi altri problemi? Vuoi peggiorare la situazione? >>
< Lasciami solo parlare, poi potrai decidere se andare via o restare. >>
<< Sentiamo. >>
<< Mi dispiace essermi comportata da stronza, James, specialmente con te, non lo meritavi, e tanto meno lo meriti ora, quindi cercherò di essere il più sincera che posso. Da quando mi hai scritto quella lettera, nulla va per il verso giusto, non mi riconosco più, tutti mi odiano, ed anche io inizio ad odiarmi, sono diventata tutto ciò che ho sempre odiato e criticato; ed hai ragione, ti ho trattato male, ho approfittato della situazione e non avrei dovuto farlo, però James, io provavo veramente qualcosa per te, e lo provo tutt’ora, forse anche più di prima. >>
<< Tu cosa? >>
<< James, hai sentito perfettamente quello che ho detto, io provo qualcosa per te. >>
<< Tu hai idea di quanto io sia stato male in tutti questi anni, o anche solo in questi mesi? Ero costantemente appeso ad un filo, in bilico, non sapevo più cosa pensare. Ho provato pure ad odiarti, te lo giuro, ma com’è possibile cambiare improvvisamente parere su di una persona che hai sempre amato e stimato? Spiegami, com’è possibile? >>
<< James, lo so che sei arrabbiato, perdonami, davvero, non mi rendevo conto di quello che provavo realmente per te. >>
<< Come puoi pretendere che io ti creda, adesso? Come puoi anche solo pensare che io ora riesca nuovamente a fidarmi di te? Hai perso la mia stima, Evans. >>
Lily prese il polso di James e lo obbligò a guardarla fissa negli occhi, nonostante ciò la mettesse terribilmente in soggezione.
<< Ti ripeto che devi credermi, sono sempre la solita Evans, in fondo in fondo, ho solo bisogno di qualcuno che mi aiuti a farla tornare in superficie.. Ho solo bisogno di te. >>
<< Lasciami andare, Lily. >>
<< James, non andare, ti prego, ascoltami.. >>
<< Ho detto che devi lasciarmi andare, Lily. >>
<< Aspetta.. >>
<< Mollami il polso e fammi andare via, basta! >>
James non aveva mai alzato la voce con Lily, tanto meno con qualcun altro, e Lily non lo aveva mai visto così arrabbiato , non con lei, così, impaurita, gli lasciò il polso, e lui si staccò da lei, allontanandosi di qualche metro, avviandosi poi verso l’uscita; Lily rimase lì, immobile, senza riuscire nemmeno a respirare.
<< Evidentemente, mi sbagliavo sul tuo conto, Evans. >> disse James, prima di uscire dalla stanza, lasciando Lily da sola, circondata dal silenzio, che ora invece di tranquillità, le infondeva angoscia.
Lo sguardo di Lily cadde nuovamente a terra, e con la coda dell’occhio notò la giacca di James che giaceva ancora sul pavimento: era la sua ultima occasione per rivolgere un’ultima parola al ragazzo.
Raccolse la giacca, la pulì e corse fuori, più veloce che poteva, sperando con tutto il suo cuore che James non fosse ancora arrivato al Dormitorio, e fortunatamente lo trovò su una delle rampe di scale del piano, seduto su un gradino, con la testa poggiata alla ringhiera.
<< James? >>
Il ragazzo alzò lo sguardo e strinse gli occhi, cercando di ridefinire meglio i contorni di quella figura che stava a pochi metri da lui.
<< Dimmi. >>
<< Hai dimenticato la giacca, te l’ho portata.. >>
<< Gentilissima, lasciala qui sul gradino. >>
<< Puoi venire con me, di là? Per favore, ho ancora bisogno di parlarti. >>
<< Non ho più niente da dirti, né voglio sapere altro. >>
<< James, per favore, ascoltami, ti rubo giusto due minuti.. >>
<< Non ha senso andare di là se devi dirmi giusto una cosa sola, rimaniamo qui. >>
Lily si avvicinò a James e gli lasciò la giacca sul gradino, poi si mise seduta per terra, poco distante da lui e con le lacrime agli occhi, tirò un respiro e si schiarì la voce.
<< James Potter, ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho fatto negli ultimi sette anni, per tutti i richiami, i rimproveri, le urla, gli schiaffi, per tutto; ti chiedo scusa perché ti ho frainteso, ti chiedo scusa perché sono sempre stata dalla parte del torto, convinta di aver ragione. Io provo veramente qualcosa per te, lo giuro solennemente, e spero solo che un giorno tu riuscirai di nuovo a fidarti di me. >>
Le lacrime ormai rigavano il suo volto ed anche James aveva gli occhi lucidi, per cui tirò a sé la ragazza e la strinse al suo petto, senza però proferire parola per un paio di secondi.
<< Ancora non capisci che io ti facevo innervosire, solo per attirare la tua attenzione, solo per avere un buon pretesto per stare con te. >>
Lily sorrise lievemente ed alzò la testa, ritrovandosi a pochi millimetri da James.
Il suo intero corpo fremeva ad andare avanti, e persino la sua mente la invitava a concludere quella serata con un sofferto ma liberatorio bacio, eppure il suo cuore tentennava all’idea di ricominciare nuovamente quella storia, dubitando della sua capacità di riuscire a non far soffrire nuovamente quel povero ragazzo.
James si avvicinò ancor di più alle sue labbra, rimanendo a forse uno o due millimetri di distanza dalla ragazza dei suoi sogni.
Lily sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa per convincere del tutto James che le sue parole erano vere, che doveva crederle, che questa volta, sarebbe stato diverso, quindi decise di ridurre a zero quei pochi millimetri che la separavano dalle labbra di James.
Il ragazzo per mezzo secondo rimase fermo, senza ricambiare il bacio, quasi come per riorganizzare la moltitudine di pensieri che in quel lasso di tempo avevano affollato la sua mente, facendolo confondere, poi venne trasportato totalmente dalla passione, ricambiando finalmente.
Lily si staccò dalle sue labbra dopo qualche secondo e scoppiò in una risatina adorabile, quasi fanciullesca, che fece sorridere James.
<< Perché lo hai fatto? >>
<< Era l’unico modo per farti capire che questa volta sono seria, che non soffrirai più, non per colpa mia.>>
<< Puoi anche ammettere che morivi dalla voglia di baciarmi, Lily. >>
<< Ma sta zitto. >>
<< Perché? Vorresti dirmi che non è vero? >>
<< Assolutamente no. O forse eri tu che stavi morendo dalla voglia di baciarmi di nuovo? >>
<< Io non posso dirti per cosa muoio dalla voglia, tuttavia, posso dirti che sì, speravo vivamente in un tuo bacio. >>
<< James Charlus Potter, come ti permetti di dire cose del genere ad una signora? >>
<< Lily, Lily, Lily, mia dolce Lily, hai ancora tanto da imparare su noi uomini. >>
Lily rise e si alzò, tirando con sé James.
<< Mi accompagni al Dormitorio, o mi lasci andare tutta sola? >>
<< Potrei proporti invece di dormire nella mia stanza? Probabilmente nella vostra ci sarà Sirius con Marlene, e non ti consiglio di vederlo mentre è alticcio. >>
<< Dormire con te? Cosa? >>
<< Eddai Evans, farò il bravo. Parola di boy scout! >>
<< Sei poco credibile, James, ma va bene, andiamo adesso? Queste scarpe mi fanno malissimo. >>
I due si incamminarono a passi veloci verso il Dormitorio maschile Rosso-Oro, facendo tantissima attenzione che nessuno notasse la loro presenza.
James aprì la porta della sua stanza e la richiuse subito dopo, lasciando Lily nel bel mezzo del corridoio.
Appena entrato, controllò subito chi ci fosse nella stanza, e fortunatamente c’era solo Peter che dormiva come un bambino e Frank che dormiva abbracciato ad Alice, quindi, dopo aver sistemato qualche vestito, che come al solito erano sparpagliati in giro per la stanza, riaprì la porta e fece entrare la ragazza.
Lily entrò velocemente nella camera e si tolse subito le scarpe, proprio per evitare di fare troppo rumore e rischiare di svegliare gli altri; James, nel frattempo si era già levato i vestiti indossati per il ballo e vagava in mutande in giro per la stanza, alla ricerca di qualcosa da fare indossare a Lily.
Lily non riuscì a staccare lo sguardo dal fisico a dir poco perfetto di James, quasi un po’ stupita di non essersi mai resa conto di così tanta bellezza, ed ovviamente il ragazzo lo notò ben presto, facendo arrossire terribilmente Lily.
<< Tieni, ho trovato solo questa maglietta, spero vada bene, anche se ti starà un po’ larga. >>
<< Devo indossare solo una maglietta? >>
<< Non ho pigiami in seta, mi dispiace. >>
Lily si chiuse subito in bagno e si cambiò con molta calma, facendo attenzione a non stropicciare il vestito, e uscì dopo un po’, cercando di non far notare a James quanto fosse a disagio vestita in quel modo.
James la invitò ad avvicinarsi al suo letto, mentre lui era già sdraiato e pronto per andare a dormire; Lily si sedette lentamente, e piano piano distese le gambe, tirando un sospiro di sollievo nel toccare finalmente una superficie morbida sotto il proprio sedere.
<< Hai intenzione di rimanere lì ai margini del letto oppure vuoi avvicinarti? >>
<< Potrei anche rimanere a dormire qui, se continui così, sta’ attento. >>
<< Ne ho i miei dubbi, Lily. >>
Subito dopo James tirò Lily verso di sé, facendola scivolare sotto il suo corpo, tenendole ben saldi i polsi, in modo tale che non riuscisse a scappare.
<< Che intenzioni hai, James? >>
<< Davvero ancora non lo hai capito? Devi imparare davvero tanto su noi uomini, a quanto pare. >>
<< Io so benissimo di cosa parli, non sono stupida, l’ho letto in un libro babbano, qualche tempo fa. >>
<< Libri, libri, libri, sempre libri.. Quando deciderai mai di iniziare a vivere, Lily? Hai quasi diciassette anni, eppure ti comporti come se fossi ormai una donna vissuta che non può permettersi di sbagliare. >>
Lily rimase in silenzio, cercando di capire se quello che le stava dicendo James fosse vero, o se la stesse solo prendendo un po’ in giro, come al solito.
In effetti, non si era mai sbilanciata più di tanto, in tutta la sua vita, era sempre stata adeguata alle situazioni in cui si trovava, mai una parola di troppo né un gesto inconsulto, e forse proprio per questo persone come James, che avevano sempre vissuto nel caos più assoluto, ritenevano Lily fin troppo rigida per la sua giovane età.
<< Davvero pensi che io mi comporti come una donna vissuta? >>
<< Certe volte non trovo alcuna differenza tra te e la McGranitt, è diverso. >>
<< Grazie per l’aiuto, eh! >>
<< E’ la verità, Lily, ogni tanto diventi quasi un’altra persona, senza renderti conto che la vera Lily è la più bella di tutte.. La Lily che ho davanti è la più bella di tutte, ma tu continui a non capirlo. >>
<< Pensi veramente che io sia bella? >>
<< Lo penso da quando ti ho vista la prima volta ad Hogwarts, Lily, e lo penso tutt’ora, nonostante tu sia struccata e indossi solo una semplice maglietta due taglie più grandi della tua di Patti Smith, nonostante tu sia assolutamente a disagio in questo momento e continui a nasconderlo, nonostante tu ti stia trattenendo nuovamente dal darmi un bacio, lo penso anche adesso. >>
Lily arrossì tutto d’un colpo, e quasi d’istinto posò le mani sulle spalle di James, avvicinandosi di nuovo alle sue labbra, per poi mordergliele per un secondo circa.
James trasalì un attimo e si strinse a lei, baciandole le labbra con molta più foga del bacio precedente, sentendo come dentro di sé una forza quasi sovrannaturale che stava crescendo sempre di più; Lily ricambiò il bacio, e poi si staccò, lasciando qualche leggero bacio e morso sul collo di James, il quale si irrigidì subito.
<< Pensi ancora che io sia troppo rigida? >>
<< Sei capace di stupirmi sempre di più, Lily, ma sì, penso ancora che tu sia rigida. >> sussurrò James all’orecchio di Lily, mentre le accarezzava dolcemente la pelle candida sotto la maglietta.
Lily lo fermò immediatamente, sbarrando quasi del tutto gli occhi.
<< James, no. >>
<< Non ti fidi di me, Lily? >>
<< Non è colpa tua, è per me. >>
<< Cosa c’entri tu? >>
<< Non credo di essere alla tua altezza, James. >>
<< Come scusa? >>
<< James, io.. >>
<< Sta’ tranquilla, Lily, non fa nulla. >>
James si distese nuovamente sul materasso e fece in modo che Lily potesse poggiare la testa sul suo petto, poi prese la coperta e la poggiò sopra i loro corpi.
<< Hai sonno? >> chiese James, abbassando lo sguardo su Lily, che lo fissava ininterrottamente da due minuti.
<< Un po’, tu? >>
<< Un po’. Andiamo a dormire? >>
<< Va bene. Posso farti una domanda prima, però? >>
<< Tutte quelle che vuoi. >>
<< Perché hai deciso di comportarti così al ballo? Di mattina non c’eravamo nemmeno rivolti la parola, non capisco. >>
<< Anche io ho un cuore, non sembra ma esiste, e stasera il mio cuore aveva deciso che giusto per questa volta, avrei potuto fare a meno di litigare con te, soprattutto dopo averti vista così demoralizzata in Biblioteca, dovevo fare qualcosa per forza, o non avrei mantenuto una promessa fatta ad un amico. >>
<< Di che promessa parli? >>
<< Domani ti spiego, per adesso dormi, buonanotte Lily. >>
<< Buonanotte, James. >>
James le lasciò un dolce bacio sulla testa, e lei chiuse gli occhi, quasi rapita dalla stanchezza, crollando tra le braccia di Morfeo.
Il ragazzo rimase sveglio per un’altra mezz’oretta circa e per la gran parte del tempo osservò la sua dolce metà che dormiva beata tra le sue braccia, canticchiando nella sua testa il ritornello di una canzone di Patti Smith.
‘ ..Because the night belongs to lovers,
because the night belongs to lust,
because the night belongs to lovers,
because the night belongs to us. ‘
E più ripensava a quelle parole, più si rendeva conto di quanto gli appartenessero, perché in quel momento, finalmente, dopo mesi di sofferenza, lui e Lily si appartenevano.
In una notte qualunque di un giorno qualunque, la notte era riuscita a placare l’odio di due cuori a pezzi, a ricongiungere quei cocci che aspettavano solo l’occasione giusta per ridare vita a quell’emozione ormai sepolta da tempo.
Perché sì, in quel momento, la notte apparteneva agli amanti, e loro appartenevano all’Amore, che regnava di nuovo incontrastato.
  
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