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Autore: Fay    18/04/2009    16 recensioni
Chiunque almeno una volta è entrato in un negozio Foot Locker, ma solo pochi sono riusciti ad uscirne. I testimoni sono restii a parlarne, ma io sono riuscita a raccogliere l'esperienza di questi due baldi giovani (...). Leggetela per essere preparati ad ogni evenienza perchè, come dice il saggio zen: "Non c'è uomo, donna o zerbino che almeno una volta non incomba nelle grinfie dei commessi Foot Locker!"
Se anche voi avete vissuto un'esperienza simile, lasciatela scritta negli annali delle recensioni, affinchè serva di monito per tutti gli altri mortali u.u
Genere: Demenziale, Comico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MA CON QUALI CRITERI VENGONO SCELTI I COMMESSI DELLA FOOT LOCKER

MA CON QUALI CRITERI VENGONO SCELTI I COMMESSI DELLA FOOT LOCKER???

 

Cioè, li scelgono rompicoglioni o li istruiscono a diventare tali?

 

È questo quello che si domanda l’italiano medio, e ora tenterò di dare una risposta a questo astioso quesito mediante l’analisi accurata di un’esperienza diretta.

 

            Due innocenti persone si appropinquano al negozio (badate bene, non è una peculiarità di un solo negozio, capita in tutti gli shops di questa catena!!!).

Si avvicinano alla vetrina e danno un’occhiata.

 

«Sai, stavo pensando di comprarmi un paio di ******, però vorrei prima vedere quanto costano…»

 

            «Entra, tanto guardare è gratis…»

 

(Per comodità chiameremo i due intrepidi giovani R lui e V lei: questa è un’esperienza che potrebbe capitare anche a voi, per cui vi conviene fare attenzione…)

 

            Mentre parlano i due si accorgono che già attraverso la vetrina c’è qualcuno che li osserva. Ne percepiscono l’aura… i nostri intrepidi eroi sanno che quello è un negozio Foot Locker, per cui si preparano psicologicamente ad affrontare le mostruose creature a righe bianche e nere stazionate al suo interno (e non si tratta di un gruppo di juventini incalliti).

 

 Con un gran respiro varcano la soglia. Sembra tutto tranquillo, il commesso è impegnato con dei clienti. R si dirige verso le scarpe che desiderava e sviene leggendo il prezzo. Allarmata V (temendo che questo possa attirare l’attenzione del commesso), costringe R a riprendersi a suon di schiaffi. Rimesso in piedi il ragazzo, i due cercano di sgattaiolare fuori dal negozio, ma una commessa sbucata dal nulla è appostata proprio di fronte all’uscita.

 

            Breve annotazione sull’aspetto dei commessi della Foot Locker: sorvoliamo sul fatto che indossano quelle ridicole magliette a righe (molto probabilmente per avvisare la clientela, così basta un’occhiata per capire che il commesso si avvicina), le quali sono diventate un simbolo di rompigoglionisità. Se vedi una persona che indossa quella maglia, puoi star certo che non ti lascerà in pace finché ne sarà in grado. Inoltre, non so se ve ne siete mai accorti, ma non c’è differenza tra commessi e commesse e non solo per il modo di vestire. Sono proprio identici! Il commesso-tipo della Foot Locker ha i seguenti tratti somatici: capelli neri, occhiali fondo di bottiglia cerchiati di plastica nera spessissima. Le uniche caratteristiche che permettono una distinzione maschio-femmina sono la coda, per le donne, e una leggera peluria barbesca per gli uomini. Non c’è distinzione neppure sul carattere, vi romperanno i coglioni nella medesima misura.

 

            Ma torniamo ai nostri eroi.

 

Con un rapido dietrofront i due si ritrovano al centro del negozio, e il panico inizia a crescere. Allora R propone un’altra marca di scarpe e i due si avviano in quella direzione, sempre tenendo sott’occhio la commessa, in attesa che liberi l’uscita.

 

            Non fanno in tempo ad avvicinarsi che, con un pop, si materializza il commesso accanto a loro.

 

            «Avete bisogno di qualcosa???»

 

            «Vogliamo… solo dare un’occhiata…» mormora V con una vocina piccola piccola.

 

Il commesso annuisce con aria comprensiva e si apposta alle loro spalle.

 

 “Siamo fottuti…”

 

 Cercando di far finta di nulla R indica a V un paio di scarpe dorate. «V cosa ne pensi di…»

 

«Quelle costano 279.45 €. Ma dato che mi state simpatici (!!!) potrei darvele solo per la modica cifra di 279.40 €.» sentenzia il commesso.

 

«Ah, scusi… non mi ero accorto che fossero placcate in oro vero…» fa R a mo’ di scusa.

 

«Non lo sono infattiil commesso fa un sorriso da boia «Lei è molto spiritoso. Ah, ah, ahhhh…» conclude con una risata satanica priva di emozione.

 

«Non mi piacciono le scarpe dorate, R. Sono da tamarro.» cerca di salvarlo l’amica.

 

«Signorina…» un brivido le percorre la schiena «…i cosiddetti tamarri sono DI MODA!»

 

«Ah… oh… ok…» mormora mentre, dietro gli occhiali, gli occhi del commesso si fanno di fuoco.

 

 Segue un momento di silenzio atterrito, poi –credendo che il commesso li lasci guardare in pace- R osserva una scarpa situata un ripiano più in alto di quella dorata (N.B. Non si è spostato di un centimetro nel compiere questa azione).

 

            «Avete visto qualcosa di interessante???»

 

            “Sì, l’uscita…”

«Ehm… ho deciso per queste!» esclama R prendendo in mano la scarpa per mostrarla al commesso. Questo l’afferra e legge il cartellino col prezzo.

 

            «79 €… È una scarpa da barboni!» e la lancia via con gli occhi iniettati di sangue.

 

            Distratto così il commesso i ragazzi tagliano la corda attraverso la sezione All Stars.

 

«Guarda, adesso che sono di moda le All Stars costano 90 euro… una volta te le tiravano dietro, mi ricordo che le compravo a pochissimo per giocare a tennis…» fa V.

 

«ARGH! Scarpe da punkettone! Non ti avvicinare, V!» grida R allontanando l’amica e spruzzando gli scaffali con l’acqua santa. (Questo tipo è fatto così, che volete farci… Questa è una storia vera…)

 

            «Guarda R! L’uscita è libera!» i due corrono verso l’uscita che per uno stranissimo fenomeno sembra farsi sempre più piccola e lontana. Poi si accorgono che la commessa li sta tirando per i vestiti.

 

            «Ma come? Ve ne andate già?» sussurra minacciosa.

 

            «Noi… beh, veramente…»

 

            «Oh, eccovi qui!» I due fanciulli si voltano all’unisono: il commesso è alla cassa e tiene fra le mani una scatola da scarpe. Mesti, R e V si avvicinano alla cassa, sotto lo sguardo di trionfo della commessa.

 

            «Ho trovato il modello che cercavi!» fa il commesso a R.

 

            «Cercavo un modello?» cerca di prendere tempo R.

 

            «Ho trovato esattamente quello che cercavi!» ed estrae dalla scatola quelle che poco tempo prima aveva definito ‘scarpe da barbone’.

 

            «Oh… le scarpe di prima…» constata R sperando di cavarsela con poco.

 

            «Sì, queste sono il modello successivo!» afferma orgoglioso il tizio.

 

            «A me sembrano le stesse…» fa V poco convinta.

 

 Il commesso la fulmina con lo sguardo «E invece… Questo è il modello successivo, come si può notare dalla suola.» solleva una scarpa.

 

            «A me sembra identica.» prosegue V temeraria e imperterrita.

 

            «Signorina!» esclama come se avesse sentito una bestemmia irripetibile «…come può non capire!? La suola prima era a fantasia di rombi, nel modello nuovo è a LOSANGHE!!»

 

            «Insomma, V… come puoi non accorgerti di questi particolari…  così… evidenti…» fa R tentando di strappare un sorriso all’uomo che ha davanti che si limita a stringere le palpebre, fisicamente infastidito da tanta mancanza di attenzione per le cose veramente importanti.

 

            «Lei sì che se ne intende, signore… ecco qua, fanno 179.99 €. Bancomat o Carta di Credito?»

 

            «Ma… prima non aveva detto che costavano 79 €???»

 

            «Il modello precedente. Così di cattivo gusto! Questo è molto meglio!»

 

            «Ma sono 100 euro in più solo per avere le losanghe al posto dei rombi!» protesta R.

 

            «Cosa vuole che siano 100 miseri euro per uno come Lei. Quando è entrato ho subito sentito che Lei era una persona importante, un animo nobile, una di quelle persone che non badano al prezzo pur di avere una creazione di sì tale bellezza…» captatio clientis benevolentia.

 

            «Ehm, beh… effettivamente…» farfuglia R confuso.

 

            «Perfetto! Allora gliele impacchetto subito!»

 

            «Un momento!!! Voglio prima pensarci su un attimo!» borbotta R velocemente.

 

            «Oh… che PECCATO! L’ho già battuto…» il commesso fa una faccia sorridente a metà fra Padre Pio e Braccobaldo Bau.

 

            «Ma come… così!? Senza neanche provarle?»

 

            «Sono un 42! Sa, quando è entrato ho subito avuto l’impressione che Lei fosse un 42… un passo così elegante, una statura così nobile! Lei non può che essere un 42!»

 

            «Veramente no. Le scarpe sono troppo strette…»

 

            «Nessun problema, tanto si smollano quando le lava! Le do anche questo barattolino di detersivo, apposito per scarpe troppo strette!» e il tipo infila una confezione bianca nella borsa, già contenente le scarpe.

 

            «Sì, ma prima che le lavi… come diavolo faccio a mettermele!?»

 

            «Mio caro amico (brivido di R), chi ha un paio di scarpe del genere non è obbligato ad indossarle! Anzi, sarebbe cosa buona e giusta metterle in una teca di vetro e farle ammirare dagli ospiti!»

 

VISIONE (molto poco mistica) DI R

 

*

            L’amico G viene a trovarlo a casa e vede la teca di vetro «Nooo!!! R ti sei fatto il pitone!!!»

 

            «No, mi sono fatto fregare…»

 

*

 

 R scrolla la testa «Non per fare il tradizionale, ma se compro un paio di scarpe vorrei essere in grado di indossarle.»

 

 Il commesso sbuffa «Oh, e va bene! Ti aggiungo queste merendine ipocaloriche che ti faranno subito dimagrire i piedi! Così non sgionfi!»

 

 «Ehi!!! Io non voglio nessuna merendina!»

 

 «Troppo tardi.» rumore di un registratore di cassa «Già battute.»

 

 «!!! Mi fanno schifo le merendine!»

 

 «Ma sono made in Footlocker shop! Che gusto preferisci? Suola di Adidas o stringa Reebok? Tacchetti Nike

 

 «Cosa??? Ma sono commestibili almeno?»

 

 «Ho capito: lei è un indeciso. Facciamo che glieli batto tutti.» dling!

 

 «Non ho capito se sono o meno da mangiare…» mormora R desolato.

 

 «Con un piccolo sovrapprezzo gliele ho rese biodegradabili!» sorride il commesso ticchettando sulla cassa.

 

 «Ma non è la stessa cosa!» protesta V.

 

 «Va bene così! Va bene così!!!» grida R afferrando V per mano «Usciamo!»

 

 «Aspettate! Non vi ho fatto vedere gli optional

 

 «Non ci interessano!!!» supplica R.

 

 «Guardate queste stringhe! No, voglio dire… Guardate queste STRINGHEil commesso sventola sotto il loro naso un paio di stringhe bianche arrotolate.

 

 «Le sto guardando!» protesta V.

 

 «Ma perché le stringhe sono considerate optional??? Vuol dire che ho comprato delle scarpe senza stringhe!?»

 

 «Certo che no!» ribatte il commesso infilando le stringhe nella borsa e aggiungendole al conto «Le stringhe ci sono, ma queste sono marca Foot Locker! Che ne dite di queste?» ed estrae da sotto il bancone un paio di stringhe nere.

 

 «Sono identiche a quelle delle scarpe…»

 

 «Beh, meglio averne un paio di riserva, no?» dling! «Ed ecco altri colori…»

 

 «Rosa shocking??? Ma non c’entra una mazza con le scarpe!» dling!

 

 «Guarda queste! Sono color dei tuoi occhi!» esclama il commesso rivolto a V.

 

 «Ma le scarpe sono per lui!» dling!

 

 «Beh, queste sono il colore dei suoi…»

 

 «Ma sono giallo fotonico!» dling!

 

 «Visto che siete così insicuri vi batto il set completo!» dling!

 

 «Ma ce la farò a pagare???» chiese tra sé e sé R guadagnandosi un’occhiata omicida dalla commessa che era impegnata a stendere una vecchina per riempirle la borsa di Silver.

 

 «Devi. Io non ho un eurocentreplicò V e venne timbrata in fronte con la scritta WORTHLESS.

 

 «Tra gli optional per le scarpe, ovviamente ci sono anche le suole…»

 

 «Quelle delle scarpe bastano, grazie!»

 

 «Allora, la spendiamo o no questa paghetta!?» esplose il commesso estraendo la confezione delle suole.

 

 «Quale paghetta? Io lavoro! E comunque mi sembra che per comprare tutta questa roba ci vogliano almeno due  mesi di piersilvio-paghetta!!!»

 

«…dunque, qui ci sono le suole per far diventare le scarpe larghe, quelle per farle diventare strette…» dling-dling!

 

 «Cosa me ne faccio? Mi sono già strette!»

 

 «…quelle per sembrare più alti, quelle per sembrare più bassi, quelle per sembrare più magri, quelle per sembrare più grassi…» dling-dling-dling dling!

 

 «Tutto ciò ha un che di fantascientifico…» mormorò V ormai sull’orlo della rassegnazione.

 

 «… quelle per sembrare più intelligenti, quelle per sembrare più scemi, quelle per sembrare più simpatici, quelle per chiavare di più, quelle per rompere i coglioni, quelle alla Chuck Norris, quelle per pestare i piedi altrui, quelle per salire sul pullman, quelle per camminare in una Valle Verde, quelle per scendere dal pullman, quelle per ascoltare musica sbarbina… NO!!!!» esclamò all’improvviso il commesso portandosi le mani alla bocca. Il suo viso era una maschera greca di tragedia.

 

 «Che succede? La cassa ha dato forfait? Ha esaurito i “dling!!?» chiesero speranzosi i due.

 

 Il commesso zebrato si voltò a guardarli come se avesse appena commesso un omicidio in stato di shock «Ho finito il modello per uscire da una fabbrica  di cerotti!!! Mi è rimasto solo quello per entrarci, lavorarci e ubriacarcisi dentro!»

 

 «No, quello non lo voglio! Chissà mai che una volta entrato in una fabbrica di cerotti non possa più uscirne…»

 

 «Non ne avete un paio per uscire dal negozio Foot Locker?» V si beccò una gomitata nelle costole.

 

 «Certo! È la prima cosa che ho inserito nei Suoi acquisti, signore

 

 «Ecco, mi sembrava…» esalò R.

 

 Il commesso riacquistò il sorriso così repentinamente da assumere un’aria a dir poco inquietante «Però ci sono le spille!»

 

 «Per tenere insieme le scarpe!?» balbettò R inorridito.

 

 «Ma no! Sono tra gli optionals! Ecco ne provi un paio.» con scatto felino ed abile mossa, il commesso pinzò completamente i due di spillette tonde piene di scritte inutili (la maggior parte erano propaganda della Foot Locker).

 

 «Io non volevo nessuna spilletta!» gridò il ragazzo esasperato.

 

 «Io non volevo entrare qui!» piagnucolò lei «…e poi sto sanguinando… le spille mi hanno punta!»

 

 «No problem!» sentenziò la Zebra-Umana «Per le piccole ferite non c’è niente di meglio del Kit di Sopravvivenza marcato Foot Locker!»

 

 «Se fosse “il Kit di Sopravvivenza testato in negozi Foot Locker” avrebbe senza dubbio più acquirenti…» commentò V grondante di sangue.

 

 «E se vi interessano i Kit…» iniziò il commesso.

 

 «No, non ci interessano!» negò con fare convinto R che venne palesemente ignorato.

 

 «…ho qui pronto per voi… –sussurrando- il KIT FOOT LOCKER PER IL SESSO SICURO!!!» mezzo negozio si girò verso il bancone, qualche cliente ne approfittò per tentare una fuga dal negozio.

 

 «MA COME!!! COS’E’ ‘STA ROBA!!!?!??» strillò R (che è un mostro di integrità morale) imbarazzato&disgustato dal contenuto rigorosamente juventino del kit.

 

 «Che tuningata, c’è anche il frustino!» V improvvisamente interessata si mise a ravanare nella confezione.

 

 «OK, so riconoscere una sconfitta. Ecco a lei 50 € per non offrirmi più niente e occultare per sempre quella roba.» terminò con gli occhi ridotti a fessure in una crisi di mostruosità integrale di moralità o whatever, mentre V soppesava un paio di manette pelose a righe bianche e nere.

 

 «E ci sono anche i profilattici abbinati! Da non crederci!!!»

 

  “La situazione sta degenerando…” R girò l’amica verso l’uscita «Guarda V!!! Vodka gratis!!!»

 «DOOOVEEEEE!!!!?????» la ragazza si fiondò fuori dal negozio, dimentica del kit e dei commessi, che travolse nella sua carica.

 Se l’avessi saputo, l’avrei detto subito…” rimuginò R sulla follia di V.

 «Ehi… Lei! Deve pagare ancora questa roba!!! Ecco il conto!» il commesso straziato gli porse un rotolo lungo più o meno come il Po.

«COSA!? Dove li trovo tutti questi soldi!?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È grazie a catene come la FOOT LOCKER che io, Peppino l’Usuraio, riesco a mantenere un certo tenore di vita.

 

 

 

*GRAZIE FOOT LOCKER*

   
 
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