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Autore: Jiyu_no_yume    01/07/2016    4 recensioni
Un sogno tanto ambito, uno sbaglio tanto sofferto.
Questo è quello che lega Natsu e Lucy il cui cuore è perso ormai da tempo.
Riusciranno i due a sanarsi le ferite? O scelte difficili porteranno ad un'inevitabile divisione?
Buonasera a tutti, eccomi tornata con una nuova nalu week anche quest'anno e sorpresa delle soprese... sarà una long! Sì, sono masochista e mi diverto a ricevere minacce :D ho molte storie in corso ma la cosa positiva c'è in fondo no? Le idee non mancano mai! In effetti non so come la cosa possa rassicurarvi... ma sorvoliamo u.u
Spero che la storia possa entusiasmarvi^^
Se vi va, date un'occhiata;)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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~Nalu week 2016~
Day 1°: Longing (Desiderio/ Brama)
 
Prologo...
 
- Immagino lei possa capire la gravità della situazione, non possiamo permetterci errori- esclamò in tono grave, gli occhi puntati sulla sua longilinea figura
- Capisco perfettamente, ma non deve preoccuparsi di nulla, ha lasciato il caso in buone mani posso garantirglielo- affermò professionale sostenendo quello sguardo inquisitorio
- Speravo di sentir tali parole, per un attimo credevo potesse rifiutarsi. Nonostante la notevole parcella in compenso nessuno ha voluto accettare questa causa, troppo difficoltosa a detta loro.. pensavo di perder già in partenza- disse la donna con un sospiro decisamente più sollevata
- Non ho nessuna intenzione di lasciarmi sfuggire un caso del genere! Può contare su di me- sorrise la bionda accavallando le gambe per poi rubare un altro sorso di caffè
- La ringrazio signorina Heartphilia, mi aspetto una vittoria su gran scala, non mi deluda- concluse la sua cliente ricambiando in modo più lieve quel sorriso carico di aspettative e sicurezza
- Non è un caso semplice, ma non mi faccio intimidire facilmente, vuole vincere? Vincerà glielo assicuro- acconsentì infine, poggiando la tazzina vuota sulla sua scrivania
- Le manderò i dettagli via e-mail, la ringrazio ancora, mi auguro che questo caso venga messo al primo posto, ne va della mia vita e del suo lavoro- minacciò la donna alzandosi dalla poltrona subito seguita dalla bionda cui strinse la mano
- Lo consideri già fatto- le concedette cordiale la ventisettenne osservandola andar via scortata da Levy, la sua segretaria.
- Lluvia potresti portarmi un altro caffè?- chiese poi alla sua praticante rimettendosi a sedere
- Certo, arriva subito- rispose la tirocinante dirigendosi alle macchinette del primo piano
- Miss Heartphilia, chiedono di lei- l’informò Levy, una donna minuta dai morbidi ricci e grandi occhi color nocciola
- Chi mi vuole? Sto lavorando, adesso non posso- rispose perentoria la bionda smanettando al computer, le carte aperte sulla scrivania le promettevano una lunga notte di lavoro
- Lucy! Stavi davvero permettendo che mi mandassero via? Non si fa cara mia- la rimproverò un’avvenente moretta sedendosi scomposta su uno dei divanetti del suo studio
- Levy, ti avevo detto..- iniziò sospirando
- Non ha voluto sentire ragioni, sai com’è fatta- l’interruppe quella facendo spallucce
- Va bene, ma posso dedicarti solo tre minuti!- sbuffò la bionda appoggiandosi allo schienale della sua poltrona per poi stropicciarsi gli occhi stanchi dalle troppe ore davanti al pc
- Non ti fai sentire da tre giorni e tutto quello che hai da dirmi è “ ti dedico solo tre minuti”? Sai che non sono una delle tue clienti vero? Quel coso non sta distruggendo le tue capacità cognitive mmh?- sbottò boriosa incrociando le braccia al petto
- Ah ah- annuì Lucy osservandola con un ghigno
- Dimmi un po’, Lyon non ti ha ancora baciata vero?- aggiunse poi sorridendo sghemba poggiando i gomiti sulla sua scrivania in noce per poi posare il viso tra le mani
- Un bacio dici? Ah! Quell’idiota non si azzarda neanche a toccarmi con un dito, pensa con le labbra!- strillò indignata per poi sbuffare pesantemente
- Se continua così non andremo da nessuna parte e cazzo! Lui mi piace davvero- ammise poi spostando con le dita i lunghi capelli bruni dietro la schiena
- Cana, ha bisogno dei suoi tempi! Sei una donna stupenda, magari lo intimidisci- rifletté l’amica avvicinandosele
- Intimidirlo? Ma sei seria? Non fornirmi cavolate ti prego, mi sentirei solo più miserabile. È finita, ho perso il mio sex-appeal- piagnucolò la brunetta
- Oh mamma, ma ti senti?- ridacchiò la bionda osservandola così sconfitta, le faceva così tanta tenerezza…
- Intendevo dire che magari ha paura di deluderti con i suoi modi. Mi sembra il tipo che calcola tutto nei minimi dettagli, fai tu la prima mossa- le consigliò chinandosi davanti a lei stando attenta  non rimaner nuda dato il tailleur
- E pensi che non l’abbia già fatto? Mi allontana come la peste appena provo solamente a sfiorarlo! Forse dovrei chiuderla qui e farmene una ragione, per una buona volta… infondo tutto torna no? Io l’ho fatto e rifatto e rifatto ancora, il Karma vuole punirmi per tutte le mie malefatte da stronza senza cuore, è sicuramente così- affermò sconsolata
- Che cazzate vai dicendo? Prova a parlargli, trovate un punto d’incontro- tentò di farla ragionare l’avvocatessa
- E cosa dovrei dirgli? “Ehi Lyon, si scusa volevo solo capire perché cazzo non ti decidi a saltarmi addosso e scoparmi come se non ci fosse un domani, fammi sapere eh” Ti pare il caso? Certo che alle volte hai delle trovate davvero stupide eh, come fai a vincere ogni causa?- borbottò Cana sorprendendola
- Sempre così dolce tu- sorrise nervosamente Lucy
- Okay, scusa, ho esagerato e non è da me dar tanto importanza a queste cose, ma.. vedi? Proprio perché non è da me dovresti capire quanto io, stranamente, tenga a lui- rivelò la mora abbassando gli occhi come se se ne vergognasse
- Ascoltami, lui saprà sicuramente quanti uomini tu abbia avuto e magari così sta perdendo punti, ma diamine! Ti ha colpito in pieno petto quel cazzutissimo cupido e lui non se n’è reso conto, magari aspettare ne vale la pena no? Proprio perché sa i tuoi trascorsi vuole in qualche modo render preziosi i vostri, o forse ne ha il terrore, chissà, tu continua a resistere, lasciarlo scappare ti procurerebbe solo rimpianti non credi?- le domandò materna stringendole le mani tra le sue
- Grazie Lucy- le sorrise l’amica ricambiando fermamente la stretta
- Dai ti lascio, i tre minuti a mia disposizione sono più che finiti- la stuzzicò Cana alzandosi dal divanetto
- Non farti mandare a quel paese- borbottò accompagnandola all’ascensore che l’avrebbe portata al pian terreno
- Si si, come dici tu. Io intanto vado a vedere se qualche anima pia venda un vischio da qualche parte: a mali estremi, estremi rimedi no? Magari prendo qualche bottiglia di whisky che dici?- propose la donna entrando poi nell’abitacolo una volta che le porte si fossero aperte, salutandola con un sorriso ed un giocoso occhiolino
- Sei impossibile- le urlò dietro la ventisettenne una volta che le porte si fossero chiuse. Dentro sé sorrise, la sua amica era incorreggibile, ma l’adorava per quello infondo.
- E adesso si torna a lavoro!- disse tra sé rientrando nel suo studio chiudendone poi le porte scorrevoli per rimaner sola e concentrarsi al meglio osservando compiaciuta la tazzina fumante sopra la scrivania, il suo insostituibile toccasana.
Le ore passarono lente tra una scartoffia e l’altra, tant’è che non si accorse di esser rimasta sola; fu quando Lluvia si affacciò alla sua porta, silenziosa e attenta a non recarle fastidio
- Miss Heartphilia, io dovrei andare a casa… ha bisogno di me?- le chiese titubante, incerta
- No, va’ pure, chiudo io qui- la liquidò la donna troppo concentrata sulle sue carte
- A domani Miss Heartphilia- la salutò l’azzurra prima di esser richiamata
- Buonanotte Lluvia e chiamami Lucy! Abbiamo la stessa età in fondo no? Tutto questo formalismo non ha senso tra noi- le disse l’avvocatessa alzando gli occhi color cioccolato verso la sua interlocutrice e sorridendole calorosamente
- Oh! Ehm, grazie, buonanotte anche a.. te, Lucy- ricambiò l’azzurra chiudendosi la porta alle spalle e lasciandola sola con la sola luce del lampadario a farle compagnia
- Ed ora a noi due mio caro Dragneel- mormorò tra sé sfogliando accuratamente il caso che le avrebbe portato quei tanto agognati profitti che le avrebbero permesso di ampliare la sua azienda. Desiderava ardentemente estendere il suo studio legale ed accrescere la sua fama per tutta la città, col passare degli anni avrebbe conquistato l’intera nazione! E lui ne sarebbe stato orgoglioso, ne era certa, in fondo era solo grazie a lui se si trovava lì, se riusciva a toccar con mano la responsabilità di una causa persa e la soddisfazione di una vinta. Quella passione era merito del suo esempio e lei avrebbe dato di tutto per dimostrargli che su di lei non si era mai sbagliato. Quel posto in alto sarebbe ben presto diventato suo, era un suo sogno; lo bramava, lo ambiva con tutta se stessa, non avrebbe permesso a niente e nessuno di ostacolare la sua salita in vetta perché sapeva che lui la stava aspettando in cima con un sorriso caloroso e le braccia aperte pronte ad accoglierla nel loro avvolgente calore come aveva anelato fin da bambina e adesso c’era così vicina… se lo sentiva:
la sua ora era arrivata, Lucy Heartphilia avrebbe sfondato!
Con un ampio sorriso ad incorniciarle le labbra per quel pensiero, aprì con delicatezza la cartellina, timorosa di cosa vi avrebbe trovato dentro, indossò dunque i suoi occhiali da vista per attenuare il fastidio che le provocavano i suoi occhi stanchi dalle troppe ore di lavoro.
Si sistemò comoda sulla poltrona poggiando i piedi coperti dai tacchi alti che per sfizio tolse buttandoli per terra con poca grazia.
Il caffè caldo che ondeggiava nei bordi della tazza in porcellana l’inebriava con quel suo odore forte, ne prese un sorso leggendo accuratamente ogni riga, attenta a non lasciar da parte neanche il minimo dettaglio: elemento utile per una difesa coi controfiocchi!
-Uhm..- mormorò aguzzando la vista ed aggrottando la fronte, certo che quel tizio ne aveva combinate di davvero tante.
Quella donna.. credeva forse che lei facesse miracoli? Capiva perfettamente perché i suoi colleghi non avessero accettato! Con un caso del genere un avvocato si giocava un’intera carriera non solo un possibile profitto!  L’unico problema era..
- Quali altri dettagli deve fornirmi? Un pazzo, un uomo mentalmente instabile ecco cos’è!- sbottò sgranando gli occhi, non era possibile una cosa del genere!
Accese velocemente il computer col solo intento di controllare la sua casella di posta curiosa e timorosa di ciò che vi avrebbe trovato all’interno: andando avanti nella lettura di quel fascicolo delle disgrazie, aveva notato solo i suoi trascorsi da adolescente ribelle e ventenne problematico, ma non vi era neanche un singolo riferimento al processo che si sarebbe svolto di lì a qualche mese per la sua ultima malefatta, cosa aveva combinato per arrivare a tanto? Stava per esser processato con l’accusa di un reato grave di cui la sua cliente l’aveva gentilmente lasciata all’oscuro, un covo di matti non c’era altra spiegazione per definire il luogo in cui quel trentenne aveva vissuto per diventar tale. Un criminale! Doveva difendere un criminale con trascorsi non proprio rosei con la legge, fantastico.
No che non le fosse mai capitato, era un avvocato penalista, ne aveva viste di cotte e di crude, ma quell’uomo.. ne aveva combinate fin troppe e questo era un male, graziarlo per la Corte sarebbe stato difficile soprattutto se questo comportava un annullamento totale della pena.
Digitò velocemente la password osservando rapita quella freccetta che ruotava su se stessa per indicare l’attesa al caricamento della pagina, che finalmente dopo qualche secondo si affacciò ai suoi occhi con la totale indifferenza.
- Vediamo cosa mi aspetta..- sussurrò al vuoto mordendosi il labbro inferiore mentre con un click apriva il messaggio il cui mittente era una certa “Mavis Dragneel”: la sua cliente.
Scorse velocemente le prime righe che si riversavano in morbosi ed inutili ringraziamenti verso la sua persona definita venerabile; certo che quella mattina sembrava così diversa rispetto a quel momento.. Scosse il capo infischiandosene passando direttamente al testo allegato.
Da ciò che poteva intuire era una lettera d’accusa di molto tempo prima, anzi ora che scorreva veloce col cursore, poté notare che non era l’unica raccomandazione lanciata a suo indirizzo.
Si rizzò sulla sedia conficcando le unghie sul palmo delle mani fino a lasciarne i segni tant’era la rabbia che tratteneva in corpo, avrebbe voluto urlare.
Era una presa per i fondelli, non c’era altra spiegazione!
- Atti di vandalismo, rapina a mano armata, spaccio di droga, aggressione ad un pubblico ufficiale, guida in stato di ebrezza, zuffe nei locali..- ringhiò malamente
- Mi credono stupida o cosa?- si disse al limite della sopportazione: tutto ciò non era possibile, un concentrato di così tanti atti illeciti in una sola persona.. cos’era? Il figlio del demonio venuto al mondo per crear casini alla famiglia a cui era stato affidato? Incredibile, com’era stupida certa gente! E si aspettavano che lei ci credesse? Ridicolo.
- Tempo perso, solo tempo perso- borbottò scostando maldestramente il ciuffo biondo dagli occhi caramello osservando stizzita quell’ultimo commento.
Fu quasi sul punto di scoppiar a ridere per l’assurdità venutasi a creare, col chiaro intento di ignorarlo ed eliminare il messaggio dalla posta ed il caso stesso.
Ma fu un attimo, quella firma le fece sgranare gli occhi per l’ennesima volta in quella sola notte; perché mai, su quei dati  decisamente troppo surreali per poter esser veri, vi era la firma chiara e leggibile di Sieglein? Il giudice più temuto e rispettato di tutto il Consiglio?
- Qui qualcosa non quadra- sussurrò al nulla mordendosi un labbro indecisa, e ora? Cosa doveva fare? Rinunciare così senza aver nulla tra le mani? Arrendersi in partenza? No di certo! Ma era davvero all’altezza di quel caso? Sarebbe riuscita a vincere? Cosa avrebbe comportato la perdita? Probabilmente nulla se non la reclusione dell’uomo ad altri anni di galera, ma quella donna sembrava così convinta della sua innocenza.. eppure dopo tutte quelle testimonianze.. era solo una sciocca donna innamorata del suo uomo o era tutto vero? Sospirò portando due dita a massaggiare il ponte del naso come ad aiutarsi nel venirne a capo. Valeva pena rischiare? Dopotutto non perdeva nulla, anzi! Acquisiva comunque qualcosa visto che molti si erano categoricamente rifiutati di difenderlo e nel miglior dei casi avrebbe raggiunto in un sol passo il traguardo a cui ambiva da anni precisamente da quando l’aveva visto per la prima volta varcare la soglia di casa sua, con quella valigetta in mano e lo sguardo sicuro di chi sa di aver vinto in partenza, di chi non teme una sconfitta. E lei desiderava diventar un giorno come lui, se si fosse arresa avrebbe sprecato l’occasione di una vita.
Ma se avesse perso? In quel caso avrebbe rovinato la vita ad un uomo; poco importava se quest’ultimo aveva contribuito alla grande per finir in quel modo, lei ne sarebbe stata responsabile e la sconfitta avrebbe bruciato come ferro caldo in una ferita aperta e profonda.
Sbuffò stizzita riaprendo gli occhi ed alzandosi dalla sedia raccogliendo le carte ed annotando il numero allegato al testo di posta: voleva vederci chiaro e l’unico modo era sicuramente quello di confrontarsi con il diretto interessato e le persone a lui vicine; aveva bisogno di più punti di vista per capirci qualcosa. Si maledisse per ciò che stava per fare, ma le sembrava l’unico modo: non avrebbe rinunciato al suo sogno di una vita per un maledettissimo cretino che aveva scelto di rovinarsela e di rovinarla alle persone che gli stavano accanto.
Componendo il numero nella tastiera del suo telefono, attese paziente che la donna rispondesse nonostante l’ora tarda e quel poco preavviso. Dopo quattro squilli, una voce atona e decisamente assonnata le rispose svogliata inghiottendo una maledizione tra i denti.
- Pronto?- biascicò con voce impastata dal sonno che aveva sicuramente interrotto
- Signora Dragneel? Sono l’avvocato Heartphilia- si annunciò sentendola schiarirsi la voce per risultar più presentabile
- Salve, è successo qualcosa? Non capisce il movente d’accusa? Mi creda anch’io non riesco a concepirlo, è assolutamente assurdo!- ridacchiò la donna improvvisamente sveglia e complice
- No signora, in realtà non ho ancora nessun dato da parte dell’accusa, prima di venir a conoscenza del caso nei minimi dettagli lei deve presentarmi alla Corte come suo avvocato difensore- l’informò con tono grave prima di prender un respiro profondo ed avvisarla del reale motivo che l’aveva spinta a chiamarla
- In realtà, non sono sicura di voler accettare questo caso, non biasimo i miei colleghi per aver rifiutato..- rivelò scostando una ciocca bionda dietro l’orecchio
- Oh.. capisco- le rispose la sua cliente con tono basso e dai toni malinconici, rassegnati
- Prima di accettare vorrei vederci chiaro. La invito ad un pranzo fuori, parleremo meglio dei dettagli d’accusa, non ho intenzione di abbandonare il caso a dir la verità, ma ho bisogno di saper che non sia una partita persa in partenza- dichiarò decisa Lucy sentendola trattenere il respiro e poi esultare senza inibizione, quel suono le fece scappare un sorriso divertito: quella donna era davvero particolare a modo suo.
- Accetto! Verrò sicuramente, mi dica quando e dove, mi farò trovare lì- assicurò con tono allegro; l’avvocatessa poté giurar di vederla sorridere radiosa mentre pronunciava quella parole
- Domani, verso mezzogiorno e mezza al bar difronte lo studio- stabilì addolcendo il tono di voce
- Bene, la ringrazio, a domani, buonanotte- strepitò la donna dall’altra parte della cornetta facendola sbiancare
- Signora Dragneel aspetti!- la fermò in tempo prima che l’altra chiudesse la chiamata
- Mi chiami Mavis!- disse cercando di annullare il formalismo, iniziava a starle stretto.
La ventisettenne sorrise contro la cornetta per poi aggiungere:
- D’accordo, ma mi dia del tu, può chiamarmi Lucy. Domani, con lei, porti pure l’imputato; ho bisogno di confrontarmi con lui. Mavis, devi farmi parlare con Natsu-.
   
 
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