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Autore: perseus_jackson_x    02/07/2016    0 recensioni
Will non aveva capito esattamente come, quando o perché. Aveva solo capito che quando il moro non era con lui, si sentiva tremendamente solo.
Quando Nico era triste, anche lui lo era.
Quando Nico, cosa più unica che rara, era felice, il biondo lo era anche di più.
Insomma, non aveva capito come, quando o perché, ma lo aveva capito. Si era innamorato di Nico.
********
«Venti galeoni che questi due finiscono insieme» aveva detto la Tassorosso Piper Mcleane al fidanzato Corvonero Jason Grace.
«Venticinque se stasera si baciano» aggiunse il biondo.
*********
«Ah, e per la cronaca, ti ho amato prima io» gli disse interrompendo il bacio, facendo sorridere il biondo.
Genere: Fantasy, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ade, Frank/Hazel, Jason/Piper, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primo anno
 
Calende  di settembre
Nico era nervosissimo, e se l'avessero smistato in Tassorosso? Sarebbe sicuramente morto sul posto, con ancora sulla testa il Cappello  Parlante. 
Si ritenne fortunato quando il Cappello lo spedì al tavolo dei Serpeverde. 
Sul treno aveva incontrato tre ragazzi, sperava che Jason e Percy fossero smistati con lui. Purtroppo Percy venne definito Grifondoro e Jason Corvonero, fortunatamente Leo fu smistato con lui. 
Nico seguì con attenzione tutte le divisione delle casate. 
In particolare i suoi occhi furono completamente catturarti da un bambino biondissimo, dagli occhi celesti come il ghiaccio, ma allo stesso tempo liquidi e caldi. I ricci di questi erano, a detta di Nico, morbidi solo alla vista. 
Fu, ahimè, diviso in Tassorosso. 
Nico non aveva mai detto a nessuno, a parte alle sue sorelle, della sua attrazione verso i maschi. 
Per un bambino è difficile capire ciò che si prova, ma lui lo sapeva. Lui era diverso, lui già si sentiva strano.
 
 
 
Calende di giugno. 
Il primo anno era concluso e Nico, fortunatamente, non aveva avuto problemi. 
L'amicizia con Leo, Jason e Percy si era rafforzata. 
Ma da quando Percy aveva conosciuto un'amica di Jason, Annabeth, aveva completamente perso la testa. 
«Tre mesi senza di lei. Capite? Ed io come farò?» Nico si era stancato di ascoltarlo, così si allontanò dal gruppetto e si diresse verso il treno. 
Non prestando attenzione andò a sbattere contro un altro bambino, il bambino dei Tassorosso! Pensò, poi. 
«Scusami-sono-inciampato» pronunciò velocemente, mentre la sua pelle diafana si colorava di porpora. 
Il biondo si alzò da terra, porse la mano a Nico e gli sorrise. 
«Non preoccuparti, uhm, a te va tutto bene? Sei leggermente rosso, magari hai preso una botta in testa» il biondo incominciò a parlare a raffica, mentre lo aiutava ad alzarsi. 
«Sì, sto bene» disse semplicemente, arrossendo ancora di più quando notò che le loro mani erano ancora unite. Staccò in fretta le mani, mentre guardava nervoso a terra. 
«Comunque, io sono Will Solace» i suoi occhi celesti brillarono, come se fossero veramente liquidi e fossero il mare a contatto della luce del tramonto.
"Oh, sul serio Nico? Mare a contatto della luce del tramonto? Riprenditi Ghost King!" 
«Io sono Nico Di Angelo» disse solamente, mentre insieme entravano nel treno e, decisione di Will, si sedevano l'uno difronte l'altro. 
Parlarono per tutto il viaggio, a quanto pare Will era l'esatto contrario del moro, ma a questi non dispiaceva affatto la sua compagnia.  
Quando arrivarono a destinazione, i due si salutarono con dispiacere. 
Nico non lo diede a vedere, lo salutò semplicemente con un: "Ciao" e si avviò verso sua sorella Bianca, Prefetto del quinto anno Serpeverde, mentre la loro sorellina Hazel li raggiungeva, Hazel avrebbe iniziato il suo primo anno a settembre. 
Nico, prima di uscire dalla stazione, si sentì chiamare. Pensò fossero i suoi amici, ma fu Will invece. Aveva un pezzetto di pergamena in mano e gli andava in contro. 
«Papà ha detto che non tutti i maghi hanno il telefono, ma io ti ho lasciato comunque il mio numero. E c'è anche il mio indirizzo semmai volessi scrivermi. A settembre, Nico» 
Poi corse via, lasciando un Nico interdetto e una Bianca incuriosita. 
I due si scrissero per tutta l'estate, perché come aveva detto Will, non tutti i maghi hanno i telefoni. 
Nico impostava sempre le sue lettere in modo freddo e distaccato, voleva sembrare indifferente a ciò che diceva il ragazzo. Ma in realtà sapeva che sembrava solo il Mr Darcy della situazione, infatuato completamente di Elizabeth Bennet. 
"Oh mio Ade, ho davvero appena definito Will come Elizabeth Bennet?"
"OH MIO ADE, HO DAVVERO APPENA DETTO DI ESSERE COTTO DI WILL?“
Nico maledisse sua sorella Bianca e i suoi romanzi babbani, i quali lei pensava fossero 'così romantici'
 
 
 
Secondo anno.
 
Tre di settembre
 
Nico, per qualche strano motivo, aveva incominciato ad evitarlo. 
Lui non sapeva proprio il perché, cosa aveva fatto di male? 
Il tre di settembre, Will se lo ricorda come se fosse ieri, si fece coraggio e, dopo ben tre mesi e due giorni senza vederlo, si diresse verso di lui e richiamò la sua attenzione con dei colpetti su di una spalla. 
Nico si girò, sembrava aver visto un fantasma. 
Da quando aveva capito di provare più di una semplice amicizia per il biondino, aveva deciso di evitarlo. Per bene due giorni c'era riuscito. 
«Will..» sussurrò appena Nico, sentendo il cuore rallentare e le vene raggelarsi. 
«Nico! Oh, mi sei mancato tanto! Fatti abbracciare» si porse in avanti per allacciargli le braccia dietro la schiena, ma il moro si allontanò guardandolo stranito. 
«Non ci provare neanche» gli disse soltanto Nico, per poi congedarlo con un'occhiataccia, conducendosi poi verso il seminterrato dei Serpeverde. 
Will ci rimase talmente male che incominciò a piangere, una volta arrivato alla sala comune dei Tassorosso. Lo raggiunse subito una Tassorosso del primo anno. I capelli neri e ricci gli ricordavano  appunto quell'animaletto tanto dolce, i suoi occhi dotati sembravano splendere grazie alla  luce delle candele. 
L'aveva già vista, ma non si ricordava dove. 
«Ehi, tutto bene?» una vocina flebile e dolce uscì dalle labbra della bambina, lui scosse la testa. 
«Oggi il mio unico amico mi ha ferito, io pensavo di stargli a cuore come lui a me, ma non è vero» Will ricacciò indietro le lacrime, mentre la bambina di sedeva accanto a lui. 
«Che cattivo, questo bambino!» gli disse, con tono serio. 
Lo fece ridere. 
«Io sono Will, comunque» disse alla bambina, mentre lei gli sorrideva. 
«Io sono Hazel Levesque, ma spesso i professori mi chiamano Di Angelo come i miei fratelli maggiori ed è una cosa strana, perché non è il mio cognome!» 
«Come Nico?» strabuzzò gli occhi, il biondo. 
«Lo conosci?» le mentì, dicendole che lo conosceva solo di vista.
Stranamente Will aveva una certa connessione per i Di Angelo, pardon, per i Di Angelo-Levesque, perché subito diventò amico di Hazel. 
Passavano le giornate insieme e presto le vacanze di Natale arrivarono. 
Non sentiva Nico da quel giorno di settembre, gli mancava un po', ma lui l'aveva trattato davvero male. 
Si sentiva ancora offeso, ma se lui gli avesse posto le sue scuse l'avrebbe perdonato seduta stante. 
 
 
Ventitré di dicembre
Nico credeva di aver dimenticato Will, lo credeva veramente. 
Soprattutto perché si sentiva preso emotivamente da Percy, che però era totalmente-enesorabilmente-follemente-completamente  e più ne ha e più ne metta di Annabeth Chase, la ragazzina Corvonero. 
Nico capì che non era cotto di Percy quando pensò a lui con Annabeth, non era geloso. 
Al contrario, quando vide sua sorella con Will sentì una fitta allo stomaco che lo stava divorando dall'interno. 
Voleva farsi perdonare dal ragazzo, ma l'orgoglio -suo difetto fatale- lo divorava dall'interno. 
Will quel giorno lo vide, voleva andargli a parlare, ma improvvisamente si bloccò. 
Nico aveva in mano una loro lettera, quella che lui considerava più importante. 
Will lo aveva appena definito SMAPS (Suo Migliore Amico Per Sempre). 
Gli sembrava così triste, magari pentito, così gli si avvicinò lentamente. 
«You are my sunshine, my only sunshine,
you make me happy when skies are grey» Nico sobbalzò, sentendo una voce sorprenderlo alla spalle. Quando capì chi fosse, cercò di nascondere la lettera invano. 
«Raggio Di Sole, non cercare di nasconderla, so perfettamente cos'è» ridacchiò il biondino, facendo corrugare la fronte al moro. 
Egli, però, si era stancato di fingere.
Gli prese il polso e lo trascinò fino al bagno dei prefetti, avere una sorella prefetto aveva dei vantaggi. 
Una volta dentro gli si gettò al collo, sussurrandogli all'orecchio: "Mi sei mancato, Sunshine". 
Entrambi decisero di restare per le vacanze, non se la sentivano di allontanarsi così in fretta. 
Avevano stretto di nuovo amicizia e, anche se Nico era sempre 'infatuato leggermente' del biondo, trascorreva le giornate sempre insieme. 
 
 
Fine secondo anno. 
«Ci vediamo a settembre» disse solamente ai suoi amici, Nico, quando era il momento di andare. 
«Nico, andiamo?» gli chiese appunto Will, a pochi passi dal treno. 
Will lo aveva invitato un'estate in America, lì abitava il padre di Will. 
I suoi genitori erano divorziati, come quelli di Nico, ma erano rimasti in buoni rapporti. 
Una volta sul treno Nico si addormentò sulle spalle di Will, il quale pensò che fosse adorabile. 
Una volta a Los Angeles, tutto fu magnifico. 
Conobbe il padre dell'amico e il suo compagno, seppe che anche Will aveva una preferenza per i maschi e questo lo fece gridare leggermente interiormente. 
A luglio, precisamente il 14 sarebbe stato il compleanno di Will, gli avrebbe confessato i suoi sentimenti e -se il fato avesse voluto- si sarebbero messi insieme. 
Quel giorno tutto incominciò per il verso giusto, a mezzanotte precisa Nico si era sgattaiolato nella camera dell'amico e gli aveva dato un bacio sulla guancia augurandogli un felice compleanno 
La mattina si ritrovò ancora in quel letto, con le gambe dell'amico intrecciate alle sue. 
Quando si alzarono Will gli disse che i 13 anni erano bellissimi, si sentiva più grande e più maturo. 
Non poteva dargli torto, insomma, lui li aveva compiti a gennaio. 
Il pomeriggio, mentre giocavano insieme ad un gioco babbano, Nico ricevette una lettera. 
L'aprì in fretta e lesse il contenuto, improvvisamente svenne e Will si preoccupò talmente tanto che quasi lo seguì a ruota. 
Prese, invece, la lettera caduta e la lesse, recitava così:
"Caro Nico, 
sono Hazel, so che spesso ti scrivo con Bianca ma lei non potrà più farlo. Ha avuto un'incidente. Il suo ragazzo babbano, Robert, la stava portando a cena fuori quando un'automobile è andata contro quella di Rob. 
Bianca è morta sul colpo, Rob in ospedale.
Ti preghiamo di tornare a casa prima del 14, si terranno i funerali.
Tua sempre, 
Hazel"
 
Ora aveva capito. Non solo sua sorella Bianca era morta, ma non avrebbe più potuto vederla. 
Will si sentiva terribilmente in colpa, era a causa sua se non era con i suoi parenti.  Era colpa sua se Nico non avrebbe più potuto vedere sua sorella. 
Si sentiva lacerato da questo sentimento, Nico l'avrebbe odiato? 
Quando il diretto interessato si svegliò, si ricordò tutto. 
La lettera, la data, i funerali. 
Il compagno del padre di Will, Dan, lo aiutò a preparare le sue e quando fu pronto l'accompagnò all'aeroporto. 
Will non riusciva a vederlo in faccia, si sentiva colpevole. Nico non lo sapeva ovviamente e ci rimase male quando non lo salutò neanche.
 
 
 
 
Terzo Anno
 
Calende di settembre
 
Nico aveva scritto una lettera al giorno per Will, per almeno due mesi. 
Non aveva ancora elaborato il lutto della sorella, non sapeva se ci sarebbe riuscito, ma forse con l'aiuto di Will sì. 
Quando quel giorno si incontrarono fu come la prima volta, Will finì addosso a Nico e incominciò a scusarsi non capendo neanche chi avesse urtato. 
«Perdonami, ho la testa fuori posto oggi» alzò lo sguardo verso Nico e il sorriso imbarazzato svanì dal suo volto. 
«Magari stai cercando di evitare qualcuno, direi che ti riesce bene» fu Nico a parlare, sarcasticamente. 
«Nico... io» lo interruppe con un'occhiata fredda, Nico. 
I suoi occhi erano contornati da delle occhiaie scurissime, l'unico difetto della sua pelle nivea. 
I suoi capelli erano più lunghi di quanto si ricordasse, lasciati crescere per mancanza di interesse e di cura. 
Era diventato più alto, da quando non lo vedeva, quasi lo raggiungeva.  
Will lo trovava dannatamente attraente, puntò i suoi occhi sulle labbra del moro e notò quanto fosse screpolate. Avrebbe voluto screpolarle lui, a suon di baci. 
"Ma che stai dicendo Will?  A suon di baci? Sei ri-di-co-lo"
«Non parlare, mio migliore amico» lo canzonò, e Will si sentì uno stupido. Nico non ce l'aveva con lui per la morte della sorella, in fondo non l'aveva uccisa lui. Era arrabbiato perché lo aveva lasciato solo, quando lui aveva bisogno del suo amico. 
«Nico, tu non capisci, voglio spiegarti tutto» come al suo solito, Will incominciò a parlare velocemente e tanto. 
Nico ascoltando il biondo parlare, sentì la rabbia scemare via. Com'era possibile che ogni volta doveva fargli questo effetto?
Nico capì che Will pensava che l'avrebbe incolpato per il fatto che non aveva visto la sorella per l'ultima volta. 
Questa volta non poté trascinarlo nei bagni dei prefetti, ahimè. 
Come quasi un anno prima, gli si lanciò addosso e gli disse: "Mi sei mancato, Sunshine" 
 
Ventotto di gennaio. 
 
Will non aveva capito esattamente come, quando o perché. Aveva solo capito che quando il moro non era con lui, si sentiva tremendamente solo. 
Quando Nico era triste, anche lui lo era. 
Quando Nico, cosa più unica che rara, era felice, il biondo lo era anche di più. 
Insomma, non aveva capito come, quando o perché, ma lo aveva capito. Si era innamorato di Nico. 
Amare per un ragazzino di tredici anni, quasi quattordici pardon, era una parola grande.
Anche lui lo sapeva, ma quello che provava per amico andava oltre i limiti del razionale. 
Il giorno del suo compleanno aveva deciso di dirgli di tutto, di portalo a giocare con la neve e di metterlo al corrente dei propri sentimenti e se il fato avesse voluto, si sarebbero messi insieme. 
Quando incrociò lo sguardo dell'amico, la mattina a colazione, sperò che avesse visto la torta di compleanno che aveva fatto con le sue mani. Ci aveva messo tutta la notte, ma gli era venuto fuori un bijou. Una torta giallo canarino con la scritta: Sunshine in nero. 
Dopo la colazione si avvicinò al tavolo dei Serpeverde e lo abbracciò da dietro, lasciandogli tanti baci sulle guance. La pelle diafana di Nico era completamente paonazza, in quel momento. 
«Will, mi metti in imbarazzo» aveva detto, prima che il ragazzo biondo lo lasciasse andare. 
Si guardarono negli occhi, Will si aspettava almeno un grazie. (In realtà si aspettava un bacio, almeno a stampo, ma dettagli)
Non succedeva nulla, Nico era perso negli occhi liquidi dell'amico e non sapeva che dire. 
«Allora, ti è piaciuta?» chiese poi, il biondo. 
«Cosa?» corrugò la fronte, Nico. 
In quell'esatto momento si girò Leo Valdez nella loro direzione, aveva la bocca tinta di giallo e le guance erano sporche di gelatina nera. 
«Ho mangiato la miglior torta di sempre oggi» rivelò poi, lasciando il biondo a bocca aperta. 
«Cioè, la mia torta? Quella gialla e nera?» un Tassorosso che si arrabbia non è mai una buona cosa. 
«Ah, era tua? Dovresti iscriverti a un corso di cucina o non so, pasticceria?» Will sferrò un pugno sul naso di Leo che stordito dal dolore diede uno schiaffo a Nico, il quale cadendo a terra a causa della forza dello schiaffo tirò con sé Will. 
La scena sarebbe anche continuata se non fossero intervenuti i professori. 
Nico non si sarebbe mai aspettato di passare il compleanno a pulire i trofei insieme a Will e Leo. 
Piuttosto si era immaginato se stesso con Will e una stanza buia, un film horror e delle mani intrecciate fra di loro. 
«Nico, scusami» gli si avvicinò lentamente, il biondo. 
Nico non era arrabbiato, stranamente, con lui. 
«Lo capisco se non vorrai perdonarmi, ti ho rovinato il compleanno, ma non l'ho fatto apposta. Non lo farai mai, come potrei? Io auguro sempre la felicità alle persone che amo» si rese conto troppo tardi di quello che aveva detto. 
Aveva esplicitamente detto che lo amava. 
«Cioè, alle persone a me care» cercò di recuperare. 
Nico fece un'espressione delusa, avrebbe voluto tanto che gli avesse dette di amarlo. 
«Certo, anche io ti voglio bene e di certo non sono arrabbiato con te» gli sorrise, facendo illuminare i suoi occhi di ossidiana. 
Si abbracciarono, o meglio, Nico posò la testa sulla spalla di Will. Poi lentamente si separarono, si guardarono negli occhi e con altrettanta lentezza si riavvicinarono. 
Si stavano per baciare, il loro primo bacio in assoluto. 
Le loro labbra si stavano per toccare quando alle loro spalle qualcuno tossì. 
Leo! Si erano totalmente dimenticati del ragazzo. 
Si separarono velocemente e tornarono a lavorare. 
Nessuno dei tre parlò per il resto delle cinque ora che passarono a pulire trofei. 
Una volta finito, tutti e tre erano talmente stanchi che decisero di comune accordo di andare a dormire. 
I due innamorati, rimarginarono sul bacio mancato per almeno tutta la notte. 
 
 
 
Otto di maggio 
 
«Oggi è il compleanno della mia ragazza» gli disse Leo, girandosi verso di lui. 
«Auguri» disse solamente, Nico, mentre si vestiva. 
«Uhm, fa una festa e se vuoi puoi invitare anche Will» Nico si bloccò, non avevano parlato di Will dal suo compleanno. 
«Va bene» rispose Nico, senza sembrare nervoso. 
«Mi serve un favore» aggiunse Leo, prima che Nico se ne andasse. L'italiano tornò indietro alzando gli occhi al cielo, ma decidendo di ascoltare comunque l'amico. 
«La mia ragazza è italiana, come te» iniziò il ricciolino. 
«Vorrei dedicarle una canzone italiana, ma non so quale. Potresti aiutarmi tu?» insieme scelsero un riadattamento di una canzone piuttosto antica, chiamata 'Adagio'. 
L'avrebbe adorata. 
 
«Will!» quel giorno Tassorosso e Serpeverde avevano Pozioni insieme.  
Come al solito bararono e sedettero vicini. 
«Detto chiederti una cosa» disse con il fiatone, il moro.
«Spara» il biondo era concentrato su una pozione piuttosto difficile. Fino a pochi anni fa l'Amortentia era ritenuta illegale, ma da quando l'era dei cattivi era passata era tornata legale. Ora i ragazzi potevano imparare a prepararla. 
«Prima di tutto: mi affiderò a te per sentire l'odore dell'amore. Cioè guarda il mio, sembra avorio e il tuo è così madre perlaceo» Nico era una frana in pozioni, stranamente per la sua famiglia. 
Il biondo sogghignò, sapeva già cosa avrebbe sentito.
«Seconda cosa, ti va di uscire questa sera?» quasi cadde a terra quando sentì queste parole. 
«Eh?» urlò, pensando di non aver sentito bene. 
Fortunatamente la prof Nyx dormiva profondamente. 
«Be', stasera è la festa di compleanno di Alessia la fidanzata di Leo e ci ha invitato» aveva capito chi era Alessia, la Corvonero cotta dal primo giorno di Leo. 
«Perché no!» disse semplicemente, sorridendo quando vide che la pozione era pronta. 
Ispirò profondamente e sentì ciò che aveva immaginato: orchidee, come il bagnoschiuma di Nico, e neve, come quando Bianca e Nico giocavano in inverno. 
Nico sentì invece il miele, Will profumava sempre di miele, e torta a limone, come quella preparata e mai mangiata per il suo compleanno. 
Si girarono nello stesso momento e si guardarono negli occhi, poi arrossirono entrambi e voltarono lo sguardo altrove. 
 
«Venti galeoni che questi due finiscono insieme» aveva detto la Tassorosso Piper Mcleane al fidanzato Corvonero Jason Grace. 
«Venticinque se stasera si baciano» aggiunse il biondo. 
 
Una volta finita la lezioni si salutarono e si dissero che si sarebbero visti alla festa. 
 
 
Alessia aveva organizzato tutto, il tema era: tutti in nero! Nico già l'adorava. 
Aveva saputo che i suoi genitori adottivi erano italiani, ma lei aveva sempre saputo di non appartenere a quel luogo così una  notte era scappata. Seguendo l'istinto si era ritrovata dinanzi una villetta bianca, in Inghilterra. Dopo aver bussato la porta una donna sulla trentina le aprì e, quando capì chi fosse, si commosse e l'abbracciò. 
Disse lei che fu un periodo brutto della sua vita, quando lei nacque e non poteva tenerla con sé. 
Le disse inoltre che non era strana, che se riusciva a fare certe cose era perché la sua famiglia aveva poteri. 
Quello stesso anno fu portata ad Hogwarts, dove si dimostrò essere una Corvonero. 
Diventò subito amico della ragazza. Mentre essi parlavano, Nico sentì qualcuno toccargli una spalla, si girò di scatto e quello che vide gli mozzò il fiato. 
Will nei suoi 1,70 di altezza -abbastanza alto per avere soli quasi quattordici anni- fu trovato bellissimo da Nico. 
Aveva indosso dei pantaloni di jeans neri, con degli stappi sulle ginocchia. Al di sopra portava una camicia del medesimo colore, i suoi occhi celesti risaltavano perfettamente. 
«Sei bellissimo» disse solamente, dopo aver visto la ragazza mora -con la quale stava animamente conversando- andar via. 
«Tu lo sei di più» fu Will a parlare. 
Improvvisamente partì la canzone che Nico aveva suggerito a Leo, un lento italiano. 
«Ti va di ballare?» dissero insieme, arrossendo successivamente. 
Risero appena poi Will si fece avanti e prese per i fianchi Nico, incominciando a muoversi sulle note della canzone. 
Nico chiuse gli occhi e poggiò la testa sulla spalla del ragazzo, ispirando l'odore di miele dolciastro dello shampoo. 
Quasi alla fine della canzone, Nico si alzò, lo fissò negli occhi e gli disse: "Ora non mi scappi". 
Will all'iniziò non capì, ma quando il moro posò le labbra sulle sue percepì l'amore che sentiva per l'amico e capì -o almeno sperò- che questo era ricambiato. 
All'inizio fu un bacio a stampo, un leggero toccare di bocche. 
Fece impazzire entrambi, ovviamente, gli stomachi in subbuglio e le farfalle che volavano libere per tutto il corpo. 
Poi Will si staccò, per riprendere fiato. 
Nessuno li aveva visti, erano praticamente nascosti. 
Nico ne fu grato, non era ancora uscito allo scoperto. L'unico che lo sapeva era sua sorella, ma sospettava che gli amici avessero capito qualcosa. 
Aveva il timore, però, di dirlo al padre. 
Non sapeva come lo avrebbe accettato, a stento tollerava il babbano che usciva con la figlia. 
Ma era suo padre dopotutto, lo avrebbe compreso e lo avrebbe amato. 
Nico si disse queste cose per autoconvincersi, non funzionò del tutto. 
«Nico, io credo di essermi innamorato di te» un sussurro lieve, la durata effimera delle parole fece comunque tremare Nico. 
«Gay ingenuo» lo prese in giro il moro, prima di baciarlo di nuovo. 
«Ah, e per la cronaca, ti ho amato prima io» gli disse interrompendo il bacio, facendo sorridere il biondo. 
 
 
 
FINE PRIMA PARTE. 
EHI!!! CHE NE DITE? IO AMO LA SOLANGELO AU!HOGWARTS. 
Okay, ho finito con gli scleri. ok ok ok. 
Prima di iniziare di nuovo con il fangirling, volevo dire che questa sarà un mini-long di due capitoli massimo. Quindi il prossimo sarà, ahimè, già l'ultimo. 
Vi è piaciuto il finale della prima parte? Be' quella della seconda *cof cof* forse vi piacerà anche di più.......... oppure no.....
Il personaggio di Alessia sono, ehm, io!! Amo troppo Leo Valdez e non potevo lasciarlo a Calypso o ad altre ragazze. È. SOLO. MIO. 
ORA VADO, sono già le 2.39 e sto morendo di aonno. 
Non ho riletto ovviamente, quindi se ci sono errori è per questo. Ma cavolo sono quasi le tre e sto morendo sonno. 
VI LASCIO:)
 
-Alessia. 
 
ps. passate alle mie long, se avete tempo. 
   
 
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