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Autore: armixer_boy    02/07/2016    2 recensioni
Harry/Louis Highschool!AU
Harry e Louis sono compagni di classe al liceo: segretamente si sono sempre piaciuti e adesso stanno insieme di nascosto. Cosa succederebbe se un giorno decidessero di dirlo a tutti? Tra lacrime, flashback e risate, come reagiranno i due ragazzi e, soprattutto, riusciranno ad amarsi liberamente, uno negli occhi dell'altro?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Darling, are you sure?” “Yes, I love you”
 

HARRY'S POV

Camminavamo soli nel corridoio, con passo lento ma nervoso, nonostante fossimo in ritardo. La scuola era silenziosa poiché tutti erano ormai entrati nelle rispettive classi; il silenzio regnava anche tra noi due fin da quando ci eravamo incontrati quella mattina. Arrivammo davanti alla porta della nostra classe, chiusa. Mi girai verso di lui e, prendendo coraggio, gli chiesi:

“Tesoro, sei sicuro?”.

Fece incontrare il suo sguardo terrorizzato con il mio, ora divenuto inquieto:

“Sì – mi rispose – ti amo”.

Il mio sguardo si addolcì, mi avvicinai a lui e gli sussurrai:

“Anch'io”,

poi lo baciai dolcemente sulle labbra. Quando mi staccai, gli sorrisi per incoraggiarlo ed entrammo in classe, chiudendoci la porta alle spalle.

Entrati nell'aula, alcuni sguardi si rivolsero verso di noi, ma la maggior parte dei nostri compagni ci ignorò perché erano occupati a sistemare i banchi e le sedie, mentre Liam ci disse:

“Buongiorno ragazzi, ora che siete arrivati anche voi due possiamo cominciare l'assemblea”.

Gli sorrisi e, dopo aver sistemato le nostre cose sui banchi, io e Louis ci sedemmo accanto nel cerchio di sedie fatto dai nostri compagni. Potevo chiaramente vedere il nervosismo di Louis in tutti i suoi movimenti e anch'io cominciavo a provare una certa tensione. Io e Louis avevamo una storia fin dall'inizio dell'anno; anzi, era molto più di una storia: ci eravamo fidanzati qualche mese dopo aver cominciato la nostra relazione. Ma nessuno lo sapeva ancora. Avevamo deciso di non dire niente all'inizio perché, nonostante io avessi lasciato intendere più volte di essere bisessuale, Louis si era sempre definito etero e dichiarare di avere un fidanzato lo spaventava un po'. E spaventava anche me dato che in realtà non avevo ancora avuto esperienza con un ragazzo. Ma il tempo cominciava a passare e se all'inizio ci stavamo solo frequentando, quando ci eravamo fidanzati era diventato tutto più difficile: uscire, passare del tempo insieme, coccolarci, baciarci; dovevamo sempre inventare delle scuse, trovarci di nascosto, fingere. Così decidemmo di dire la verità a tutti, prima alle nostre famiglie e poi ai nostri compagni; le nostre famiglie ci avevano accettato, anzi se lo immaginavano un po' tutti data l'insolita quantità di tempo che passavamo insieme da “amici”, e speravo che questo fornisse un po' più di sicurezza a Louis.

Eravamo seduti accanto e continuavo a mostrargli dei sorrisi di incoraggiamento che lui ricambiava con sorrisi carichi di nervosismo e sguardi impauriti. Liam e Eleanor, i nostri rappresentanti, si alzarono in piedi e fecero zittire tutti, illustrandoci un ordine del giorno abbastanza breve, dato che mancavano appena due mesi alla fine della scuola e gli argomenti su cui discutere non erano molti. Fu un'assemblea molto breve, i dibattiti non erano molto accesi e si risolsero in fretta. Prima che si scatenasse la solita confusione, Liam e Eleanor ci chiesero se avevamo ancora questioni di cui parlare o problemi da affrontare. Alzai la mano e dissi:

“Ehm... Io e Louis avremmo un annuncio da fare...”.

Ci alzammo in piedi e nel silenzio della classe sentii Louis schiarirsi la gola; abbassai lo sguardo in attesa che Louis parlasse. Mentre la classe era ancora avvolta nel silenzio, si sentì la voce di Louis, flebile e molto vicina alle lacrime, dire:

“I-Io... Scusate, n-non ce la faccio...”.

Sentii dei passi leggeri e affrettati e alzai gli occhi pieni di lacrime appena in tempo per vedere la porta chiudersi dietro Louis sbattendo.

Dopo qualche altro attimo di silenzio, mi rimisi a sedere e sentii alcuni mormorii spargersi per la classe. Eleanor con cautela mi chiese:

“Harry, tutto bene? Cosa dovevate dirci?”.

Inventai una scusa sul fatto che probabilmente le nostre famiglie si sarebbero dovute trasferire in un'altra città per lavoro e che noi avremmo dovuto lasciare quella scuola. Si mostrarono tutti dispiaciuti e quando Eleanor mi chiese se volevo andare a vedere come stava Louis, le risposi con il cuore in gola:

“No, vedrai che gli passerà”.

Poi tutti si misero a chiacchierare e io mi sedetti al mio banco a guardare fuori dalla finestra.

 

LOUIS' POV

Ero uscito di corsa da quell'aula: la situazione era insostenibile, la tensione su di me troppa, gli sguardi dei miei compagni tutti puntati su di me, pronti a giudicarmi e a deridermi. Sbattei la porta e cominciai a piangere, quindi corsi verso il bagno più vicino, rifugiandomi in uno di quei bagni chiusi. Ero seduto per terra, rannicchiato contro il muro con la testa sulle ginocchia. Ero spaventato: avevo paura di quale sarebbe stata la reazione dei miei compagni, paura che fossero disgustati da ciò che ero, paura che cominciassero a prendermi in giro, ad odiarmi. Ma all'improvviso un pensiero più forte e insistente degli altri mi attraversò la mente e mi lasciò senza fiato, come un pugno allo stomaco: Harry. Avevo lasciato Harry da solo, probabilmente confuso e disorientato dal mio comportamento, a gestire quella situazione che io avevo volutamente evitato e in cui lui non si sarebbe mai trovato, tantomeno da solo, se io mi fossi preso le mie responsabilità. Che codardo. Ero stato un codardo: lui non meritava questo. Improvvisamente la pura lasciò il posto al senso di colpa e forse era una sensazione ancora peggiore.

Cominciai a ripensare alla nostra storia, a noi due, ai momenti passati insieme...

*Era il primo giorno di scuola delle superiori ed ero abbastanza nervoso. Mentre camminavo nel cortile finii addosso ad un altro ragazzo, facendo cadere i libri che aveva in mano per terra. Subito mi chinai a raccoglierli, mentre balbettavo: “O-ommiodio, s-scusa, i-io non ti avevo v-visto...”. L'altro ragazzo si chinò per aiutarmi e mi rispose con una voce leggermente roca ma dolce: “Tranquillo, capita”. Alzai gli occhi e vidi un ragazzo con i capelli ricci color cioccolato e gli occhi verdissimi. “Grazie per avermi aiutato” mi disse per poi sorridermi; quindi si alzò ed entrò nella scuola...*

*Mancava solo qualche mese alla fine della scuola e il primo anno stava ormai per giungere a termine, quindi ne approfittavamo per uscire con amici e compagni. Quel giorno sarei uscito con alcuni miei compagni e tra questi c'era anche Harry; ero nervoso perché dopo la figuraccia fatta il primo giorno non avevamo mai parlato da soli e non eravamo mai neanche usciti insieme: sarebbe stata la mia prima uscita con Harry, seppur in gruppo. Il pomeriggio passò velocemente e ogni tanto non potevo fare a meno di rivolgere lo sguardo verso Harry e osservarlo di nascosto; talvolta lo sorpresi anche a fare lo stesso con me. Fu così che ci ritrovammo a fissarci dalle parti opposte della panchina su cui ci eravamo seduti, mentre Niall e Zayn facevano a gara a chi finiva prima il gelato e Liam, in mezzo, rideva...*

*Durante l'estate io e Harry avevamo continuato a vederci, molte volte anche da soli. Scoprimmo così di avere molto in comune e di trovarci bene insieme: riuscivamo a ridere e scherzare su tutto. Fu una volta, mentre ridevo per una delle solite battute atroci di Harry, che lo sentii sospirare; aprendo gli occhi notai che mi guardava con uno sguardo... incantato e nostalgico. Smisi subito di ridere e lui sussultò, capendo che mi ero accorto di tutto. “Qualcosa non va?” gli chiesi. “No...veramente io... è da un po' di tempo che volevo dirti una cosa” mi rispose. “OK, dimmi pure” dissi, un po' teso. “Io... Ecco, non ti spaventare – cominciò lui – ma tu... ecco tu... tu mi piaci, Louis”. Spalancai gli occhi, incapace di dire una parola: dal modo in cui si stava torturando le mani potevo dire che era veramente nervoso, quindi che non mi stava mentendo. Mi ero sempre considerato un ragazzo etero, ma da quando avevo conosciuto Harry inconsciamente sapevo che lui non fosse come tutti gli altri e che avesse un effetto particolare su di me. Così presi coraggio e gli risposi, non senza un po' di imbarazzo ma comunque con convinzione: “Anche tu mi piaci”. Harry alzò la testa di scatto e mi fissò con gli occhi spalancati, sorpreso; poi mi sorrise e si avvicinò. Sorrisi a mia volta, ma poi entrambi ci rendemmo conto di essere troppo vicini e le nostre espressioni si fecero imbarazzate; eravamo tutti e due esitanti, non sapendo cosa fare, così optammo per un abbraccio un po' impacciato. Mentre ci stringevamo, inspirai nei suoi capelli: odoravano di mela e di vaniglia; sorrisi, pensando che mi sarei potuto abituare a quel profumo...*

*Era un pomeriggio di fine estate, il ritorno a scuola era sempre più vicino e io ed Harry eravamo sempre più nervosi perché non sapevamo come comportarci: nonostante ci stessimo frequentando da un po', nessuno sapeva nulla e ancora non avevamo ufficializzato niente. Se non riuscivamo ad ammettere a noi stessi di avere una relazione, come potevamo dirlo ad altri?

*Eravamo in camera mia, con la porta chiusa nonostante non ci fosse nessuno in casa, distesi sul letto; avevo la testa poggiata sul suo petto, le braccia a cingergli la vita e una gamba in mezzo alle sue, mentre lui aveva una mano a tenermi il fianco e l'altra a giocare con i miei capelli, provocandomi i brividi ogni volta che mi sfiorava il collo. Quei pensieri mi frullavano ancora per la testa, così, mio malgrado, ruppi il piacevole silenzio che si era creato tra di noi: “Harry, noi cosa siamo?” chiesi; lo sentii irrigidirsi, per poi rilassarsi subito con un sospiro: “Cosa intendi?” rispose. Mi spostai da quella posizione e mi misi seduto sul letto per poterlo guardare negli occhi: “Andiamo Harry, sai cosa intendo... Di certo non possiamo definirci semplici amici, no? Però...”. “OK – mi interruppe lui – dove vuoi andare a parare?”. Arrossii di botto, insicuro se chiederglielo, timoroso della risposta: “Ecco, io... tu... noi... Vuoi essere il mio ragazzo” domandai, imbarazzatissimo. Vidi Harry sogghignare, per poi fare un'espressione compiaciuta e rivolgermi un sorriso: “Ne sarei onorato, mio dolce Louis”. Sospirai e mi avvicinai per lasciargli un leggero bacio sulle labbra; poi mi rimisi nella posizione di prima, questa volta con la testa nell'incavo del suo collo, feci strusciare dolcemente il mio naso contro la sua pelle, inspirai e sorrisi*

Aprii gli occhi che non mi ero accorto di aver chiuso, le lacrime ancora a bagnarmi le guance, lo stesso sorriso sulle labbra: Harry non si meritava un codardo e io sapevo esattamente cosa fare.

 

HARRY'S POV

La campanella stava per suonare. Io ero rimasto seduto al mio banco, con lo sguardo fuori dalla finestra e la testa piena di pensieri; non sapevo cosa pensare del comportamento di Louis: da una parte il cuore mi diceva di capirlo, che dopotutto non era una situazione semplice e che forse aveva solo bisogno di un po' più di tempo e di sicurezza; ma dall'altra parte la testa mi diceva che Louis aveva sbagliato, era fuggito e mi aveva lasciato solo e impreparato, che il suo comportamento era comprensibile ma non accettabile dopo tutte le promesse e le rassicurazioni che ci eravamo fatti, e quindi di perdonarlo, ma solo dopo che si fosse scusato di sua volontà e dimostrato di essere pronto a compiere quel passo insieme. I miei pensieri furono interrotti dal rumore della porta che si apriva; subito sentii alcune persone muoversi e voltai la testa per vedere Louis con gli occhi arrossati attorniato da ragazzi che gli tiravano pacche sulle spalle e ragazze che gli dicevano di non preoccuparsi. Vidi la faccia di Louis assumere un'espressione confusa e riuscii a girarmi appena prima che Louis alzasse lo sguardo su di me. Con la coda dell'occhio vidi Louis uscire dal cerchio di persone che gli si era formato attorno e dirigersi verso di me, finché non si fermò esattamente davanti al mio banco; il resto della classe era in silenzio, cercando di capire cosa stesse succedendo. Girai la testa verso di lui, chiedendomi cosa avesse intenzione di fare, ma Louis disse:

“Harry vi ha mentito”.

 

LOUIS' POV

“Harry vi ha mentito” dissi nel silenzio dell'aula. Vidi lo sguardo di Harry indurirsi e – Oddio, pessimo inizio – pensai. “Harry vi ha dovuto mentire – mi corressi – perché sono un codardo”; mi sentivo tutti gli occhi puntati addosso e nonostante questo continuasse a spaventarmi, sapevo che era la cosa giusta da fare.

“Non so esattamente cosa vi abbia detto Harry, ma sicuramente non è quello che volevamo dirvi prima”. Puntai il mio sguardo dritto in quello di Harry e vi trovai confusione, sorpresa, preoccupazione e paura. Stavamo per fare un grande passo nelle nostre vite, una di quelle grandi decisioni per cui non saremo mai veramente del tutto pronti, per cui dovremo solo buttarci e affrontare le conseguenze.

“La verità – dissi con voce non molto ferma ma alta – è che io e Harry stiamo insieme”.

Il mio sguardo era sempre fisso su Harry e tutto quello che udii era silenzio. Presi un respiro e continuai:

“Stiamo insieme da qualche mese, ma avevamo paura di dirlo a tutti. E ancora ne abbiamo, ma ora siamo convinti che ne valga la pena.”

Cambiai tono e mi rivolsi direttamente e solamente ad Harry:

Io ti amo. Ti amo così tanto. Sin dalla prima volta che ti ho incontrato sapevo che saresti stato importante per me: una delle fortune più grandi della mia vita è l'essere stato ricambiato da una persona meravigliosa come te. Oggi ti ho deluso, ma spero che tu possa perdonarmi perché sinceramente non so come farei senza di te”.

Abbassai la testa e una lacrima cadde lungo la mia guancia. Ci fu qualche momento di silenzio, poi Harry si alzò e disse: “Vieni qui” mentre mi stringeva in un abbraccio, incollando assieme i nostri corpi. Dal gruppo dei nostri compagni partirono gli applausi; io e Harry cominciammo a ridere mentre tutti venivano a congratularsi, sinceramente felici per noi. Guardai Harry e mi accorsi che in quel momento i suoi occhi erano di una nuova sfumatura di verde, un colore che non avevo mai visto prima; quando mi sorrise persi un battito: mi sentivo bene, al posto giusto, felice.



Note d'autore: Salve a tutti, sono Alessandro e questa è la mia prima storia. Vorrei ringraziare Martina per tutto il supporto che mi ha dato. E vorrei ringraziare tutti voi che la leggerete: spero vi piaccia! Grazie mille per essere arrivati fino a qui. Se non vi disturba, lasciate una recensione per farmi sapere che ne pensate. Grazie mille e baci. xx Ale

  
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