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Autore: Stardust87    03/07/2016    11 recensioni
Fanfiction partecipante al contest "La prima volta che mi hai sorriso" indetto dal gruppo di Facebook Takahashi Fanfiction Italia
Dal testo:
"Lo guardo scendere, e sospiro pensando a lui. Mi sento profondamente turbata, non ho mai avuto interesse per i ragazzi, mai nemmeno una cotta. Mi sono sempre considerata una ragazza piacevolmente insensibile con l’altro sesso. "
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipante al contest "La prima volta che mi hai sorriso" indetto dal gruppo di Facebook Takahashi Fanfiction Italia




 
I caotici rumori del traffico mi accompagnano fino alla fermata del tram.
Come quasi tutte le mattine anche oggi mi sono svegliata tardi e devo sbrigarmi se voglio arrivare puntuale a scuola. Mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo nello scorgere il tram sopraggiungere in lontananza. Salgo a bordo del “18” e prendo posto nell’ultima fila, vicino al finestrino.

Il viaggio per la scuola dura all’incirca una ventina di minuti, minuti che adoro trascorrere ascoltando la mia musica preferita. Quella mattina opto per i mitici Pink Floyd. Indosso le cuffiette colorate e accendo su “Comfortably Numb”*.

Ho un gran bisogno di rilassarmi e quella canzone ha sempre avuto la capacità di distendermi i nervi.

Chiudo gli occhi lasciandomi cullare dalla voce bassa di Roger Waters e dalla bellissima melodia di David Gilmour.
Il tram si ferma poco dopo, per far salire altra gente, ed è in quel frangente, tra quelle tante persone, che lo vedo per la prima volta.

Bellissimo.

È stata questa la prima parola che mi è venuta in mente.

Sexy, attraente e virile. In una parola: perfetto.

Lo guardo passarmi davanti e prendere posto su uno dei sedili collocati verso la metà del tram.

Il suo pungente profumo mi arriva direttamente alle narici, bloccandomi il respiro.

Lo osservo lungamente, purtroppo da dietro. Hai capelli lunghi, dello stesso colore dell’argento.
Indossa un elegante completo scuro e tiene in mano una ventiquattr’ore  in pelle dello stesso colore. 

Nel momento in cui mi è passato davanti ho subito notato lo splendido color aureo degli occhi, le labbra sottili e il mento volitivo.

Non mi sono nemmeno resa conto che sono già passati quindici minuti e che il mio mp3 è andato avanti da solo, con la playlist in memoria. Non sto però ascoltando nulla. I miei pensieri sono tutti per quello giovane sconosciuto.

Il cuore prende a battermi all’impazzata quando lo vedo di nuovo fermo dinanzi a me, pronto per scendere alla fermata successiva.

Indossa una candida camicia bianca, senza cravatta, e ha lasciato i primi due bottoni aperti, lasciando intravedere la pallida carnagione del collo. Arrossisco pensando che avrei voluto intensamente affondare i denti e le labbra in quella morbida carne, e saggiare così tutto il suo sapore.

Lo guardo scendere, e sospiro pensando a lui. Mi sento profondamente turbata, non ho mai avuto interesse per i ragazzi, mai nemmeno una cotta.  Mi sono sempre considerata una ragazza piacevolmente insensibile con l’altro sesso.

Il tram riparte e con sgomento mi rendo conto che quella appena passata era anche la mia fermata.

Quel ragazzo mi ha talmente sconvolto da farmi perdere il contatto con la realtà. Con uno sbuffo, scendo alla fermata successiva e mi faccio un bel pezzo di strada di corsa, cercando di arrivare puntuale a scuola. È superfluo dire che la sua splendida immagine, è stato il mio chiodo fisso per tutto il giorno.

 
La mattina seguente mi alzo dal letto come una molla, fremente al pensiero che forse lo avrei rivisto. O almeno è quello che spero.
Il cuore mi batte forte come non aveva mai fatto prima d’ora.

Non avevo mai creduto all’esistenza del colpo di fulmine.

Almeno non prima di vedere lui.

Esco di casa e cammino veloce, a passo spedito, un bellissimo incontro mi attende.

Con il cuore palpitante salgo sul tram e, a differenza delle altre volte, mi siedo su uno dei sedili collocati nella parte intermedia.
I cinque minuti che trascorrono prima di arrivare alla seguente fermata sembrano infiniti.

Finalmente il tram si arresta: lo osservo salire e accomodarsi due sedili dietro di me, dalla parte opposta.

Mi giro più volte, rossa in viso, per squadrarlo per bene. Lo studio in ogni suo particolare e mi rendo conto che non sarebbe potuto essere più perfetto.

Peccato che fosse intento a leggere un libro, forse un romanzo, e che i nostri occhi non si fossero ancora mai incrociati. Quel suo sguardo assorto mi provoca brividi lungo la schiena estremamente piacevoli.

Se non fossi stata così timida mi sarei potuta alzare, andare vicino a lui e presentarmi.

E invece..

Invece io sono Rin l’imbranata, ma anche Rin la goffa e soprattutto Rin l’impacciata.

Non sarei mai riuscita a spiccicare una sola parola davanti a lui.

Con un sospiro di frustrazione, abbandono ogni idea malsana e continuo a fissarlo indolente.

“Chissà cosa legge..” penso sognante.

Io adoro leggere e tengo sempre, gelosamente, un romanzo nello zaino.

“Forse abbiamo gli stessi gusti..” considero con lo sguardo trasognato.

Come vorrei che il tempo si fermasse proprio ora, in questo momento. Potrei restare a fissarlo per sempre.

Poi, senza un’evidente ragione, si volta guardandosi intorno confuso, quasi sentisse i miei occhi puntati addosso. I nostri sguardi si incrociano, forse solo per una frazione di secondo, oppure è soltanto una mia debole impressione. Come se niente fosse, la tua attenzione torna di nuovo a quel libro. Mi sento morire dalla delusione, non mi era mai accaduto nulla di simile prima. Sono delle sensazioni per me totalmente nuove. Sono completamente acerba all’amore.

Improvvisamente, una ragazza si alza da uno degli ultimi posti e, sotto il mio sguardo stupito, si siede proprio vicino a lui.

È bellissima: i capelli biondi le ricadono in morbidi boccoli, gli occhi sono chiari come il cielo e sulle labbra ha steso un rossetto rosso fuoco come la giacca che indossa. La gonna nera, a tubino, molto aderente, le evidenzia le lunghe gambe. Il tutto è rifinito da decolleté con tacco alto a stiletto, in vernice nera.

Una fitta colpisce duramente il mio stomaco. Quella donna è splendida e un uomo come lui non può di certo non accorgersene.

<< Ciao io sono Yuki, posso sedermi vicino a te? >> dice la bomba sexy con voce civettuola.

“Yuki, nome da vera troia” penso maligna.

Lui si gira a guardarla, leggermente infastidito noto, o forse è solo quello che io voglio vedere.

<< Sesshoumaru >> risponde lui semplicemente, facendo un cenno della testa.

“Sesshoumaru” penso con un fremito, quella dolce parola che risuona nella mia testa.

Finalmente conosco il suo nome.

Li vedo chiacchierare a voce troppo bassa per poter sentire. Riesco a udire soltanto le risate fin troppo esagerate della ragazza, che non perde la minima occasione per posare la sua mano, dalle unghie sapientemente laccate di rosso, su quella di Sesshoumaru.  Ma lui non sembra felice della situazione, il suo viso rimane stranamente impassibile.

<< Anche tu scendi a questa fermata?! Ma che bello! Allora facciamo la strada insieme! >> esclama Yuki eccitata, alzandosi e avanzando verso la porta, dietro di lui.

Demoralizzata, mi avvio anch’io e una nuvola di profumo dolciastro mi avvolge i sensi, nauseandomi.

“Quella gallina ci deve essere caduta dentro” penso acida scendendo dal tram.

Con la borsa sulle spalle, li guardo tristemente allontanarsi insieme, Yuki avviluppata come un polipo al braccio muscoloso di Sesshoumaru.

Affranta, come mai mi ero sentita in vita mia, mi reco a scuola. Tutto il mio entusiasmo è stato spazzato via in un attimo dall’arrivo della femme fatale.

 
I giorni successivi passano tutti allo stesso modo. Io che salgo sul tram e mi siedo aspettando l’arrivo di lui, Yuki che sopraggiunge e si siede sempre al suo fianco.

<< Sesshoumaru, che bello rivederti! >> cinguetta zuccherosa quella tutte le mattine.

Sembra che, con il passare dei giorni, siano entrati in ottima confidenza.

Mentre su di me Sesshoumaru non ha mai alzato veramente lo sguardo. Nemmeno una volta.

Cretina, sono solo una cretina. Innamorarmi di un uomo che neppure conosco e che non si è minimamente accorto della mia esistenza? Mi sento davvero patetica. Sbuffo affondando le mani nelle tasche dei jeans. Non ho nessunissima chance con lui.

***

Oggi però mi sento fiduciosa. Salgo sul tram con leggero timore, sedendomi nel mio nuovo solito posto. Mi accorgo compiaciuta degli sguardi di apprezzamento che alcuni passeggeri di sesso maschile mi rivolgono.

Ma non mi interessa affatto la loro opinione. Non voglio il loro sguardo su di me, ma il suo.

“Eccolo” penso allarmata ed eccitata, intravedendolo dal finestrino.

Il mio cuore comincia la sua impetuosa cavalcata.

Sesshoumaru si siede sul solito sedile e tira fuori dalla tasca un cellulare.

“Guardami! Guardami maledizione!” penso, neanche avessi capacità telepatiche.

Ma lui continua imperterrito a guardare quel dannato telefono.

“Oggi è l’occasione buona, non c’è nemmeno quella incantatrice di serpenti” penso soddisfatta.

Le mani cominciano a sudare e impaziente inizio a giocherellare con i miei lunghi capelli.

“Alzati Rin! Vai a sederti vicino a lui e presentati come ha fatto Yuki” mi ordino cercando di trovare il coraggio necessario “Se è stata capace lei, sarai capace anche tu!”

Ma io non sono come Yuki e il coraggio purtroppo non arriva.

Demoralizzata, tiro fuori dalla borsa il libro che sto leggendo in questo periodo. Lo apro per distrarmi e magari per farmi notare, ma non riesco a leggere nulla. Sono delusa da me stessa. La mia grande timidezza mi inibisce.

Con sconforto, mi accorgo di essere ormai in prossimità della fermata per la scuola.

“Che occasione sprecata!” assodo con stizza alzandomi di scatto. La rabbia si è impadronita di me.

Nell’alzarmi però, la borsa che era rimasta aperta e il libro che avevo sulle ginocchia cadono per terra, rovinosamente.

Arrossendo, mi chino per raccogliere tutto il contenuto della borsa il più velocemente possibile.

“Sono sempre la solita pasticciona distratta” appuro, furiosa con me stessa.

Tendo la mano per prendere anche il libro quando noto una mano che lo aveva afferrato prima di me, dalla parte opposta.

Alzo lo sguardo incuriosita e incrocio quegli occhi dorati che mi hanno letteralmente stregato.

Ritiro la mano di getto, come se avessi preso la scossa. Arrossisco fino alla radice dei capelli, mentre il mio sguardo vaga timidamente su di lui.

Ho la bocca secca e le labbra che tremano. Sul mio viso è raffigurato tutto quello che in quel momento sto provando: imbarazzo, disagio, bramosia.

Il cuore mi martella nel petto come impazzito. L’oggetto dei miei desideri è qui, fermo davanti a me.

Sesshoumaru distoglie gli occhi dai miei e abbassa lo sguardo sul libro, sembra molto interessato.

Istintivamente lo faccio anch’io, ma immediatamente torno a guardarlo.

Vedo i suoi occhi muoversi velocemente da una parte all’altra.

Sta leggendo il titolo : 22/11/’63*

Alza di nuovo il viso e riporta lo sguardo su di me.

<< Ottima scelta. La serie tv che hanno girato ultimamente non gli rende affatto giustizia >> mi dice compiaciuto. La sua voce è roca e sensuale.

Il mio sguardo da ebete lo deve aver impressionato e stupito perché improvvisamente mi sorride.

Un sorriso bellissimo, quasi complice. Di chi ti ha capito in un attimo, da un solo sguardo, da un unico particolare.

Mi porge gentilmente il romanzo che io afferro tremante. Sento le dita deboli, non sono sicura di riuscire a reggere il suo dolce peso. Lui lo lascia e io me lo stringo subito al petto. Non riesco a formulare una parola, sento la gola riarsa. Continua a sorridermi e io lo guardo in trance. Il tram si ferma. Sesshoumaru si gira e senza aggiungere nulla, scende dal mezzo. Io lo guardo incantata dal finestrino mentre le porte si richiudono. Troppo tardi mi accorgo che anche io sarei dovuta scendere lì.

Mi picchietto la testa come una forsennata.

<< Sei proprio una cretina! >> sussurro mestamente a me stessa, lasciandomi sfuggire un sospiro, tra le occhiate perplesse dei presenti.


Mi siedo e attendo con pazienza la fermata successiva.
Lascio vagare lo sguardo estasiato sul romanzo che ancora tengo tra le mani.

<< Non ti ho ancora finito, ma sei già ufficialmente il mio romanzo preferito! >> gli dico baciando la copertina rigida.

Poggio pigramente la testa al finestrino con un sorriso sognante sulle labbra.

È vero non sono riuscita a dirgli il mio nome, in verità non gli ho detto proprio niente, eppure mi sento ugualmente soddisfatta.

Forse il mio amore per lui resterà solo un’illusione, ma non dimenticherò mai questo giorno.

Si è accorto di me, mi ha guardata e mi ha sorriso.

Forse una mattina di queste riuscirò addirittura a parlargli.

Forse..





 
 
 
 
Angolo Autrice^^

Chi di voi non ha mai sospirato per uno sconosciuto visto su un autobus, su un treno o sulla metro? Quante hanno sognato di sedersi vicino a lui a riuscire a parlargli? Ho voluto descrivere un ipotetico incontro tra Rin e Sesshoumaru nel mondo attuale, in cui lei, impacciata e goffa, cerca di catturare l’attenzione del bellissimo Sessh.

*All’interno della storia ho inserito i Pink Floyd, che non credo abbiano bisogno di presentazioni, con una delle loro canzoni più belle, Comfortably Numb (da qui il titolo della shot Piacevolmente Insensibile), che ha uno degli assoli più belli della storia della musica. Se non la conoscete filate ad ascoltarla!;)

*Il romanzo 22/11/’63 è di Stephen King che, per chi non lo avesse mai letto, non è un horror come da suo genere, ma un bellissimo romanzo d’avventura da cui hanno tratto una serie tv andata in onda qualche mese fa, diretta da J.J. Abrams e interpretata da James Franco. Naturalmente, come accade sempre secondo la mia opinione,  il romanzo è cento volte meglio, ma anche la trasposizione cinematografica non è poi da buttare. Mi è sembrato il libro adatto per catturare l’attenzione di un tipo tosto come Sesshoumaru ;)

Ringrazio chi ha avuto il coraggio di leggere fino a qui, visto che non sono per nulla soddisfatta, complice il periodaccio che sto passando, ma a forza di fare correzioni ho avuto la seria voglia di cancellarla del tutto quindi ho deciso di pubblicarla così. Spero che non risulti troppo una ciofeca e che non vi abbia annoiato.

Se volete potete lasciarmi un commentuccio che comunque fa sempre molto piacere..
Un bacio, Monica^^
  
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