Film > Disney
Segui la storia  |       
Autore: Lumos and Nox    03/07/2016    2 recensioni
Cinque capitoli, cinque coppie diverse, ognuna con cinque diversi prompt. Pronti a tornare nella follia dei nostri Villains?
#1: Chans [Charlotte/Hans]
#2: Yzier [Yzma/Facilier]
#3: Aderis [Ade/Eris]
#4: Jalefica [Jafar/Malefica]
#5: Medelia [Medusa/Crudelia]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Medusa/Crudelia



1. Lana
Crudelia, dopo essersi rimirata da tutte le angolazioni possibili sullo specchio del negozio, alzò un angolo della bocca in una smorfia schifata, passando al contempo le unghie perfettamente smaltate sul tessuto irregolare. Scosse la testa con uno scatto. «No! No, no, no, assolutamente no!»
«Ma perché, madame?» si intromise l'inserviente del negozio, l'accento francese viscido più o meno come ogni sua caratteristica- a partire dal vistoso parrucchino, fino al neo decisamente troppo grande per essere vero sulla guancia sinistra.
«Perché è un tessuto orrendo, ecco perché!» sbottò Crudelia, cercando di sfilarsi quell'orrida giacca di dosso prima che intaccasse con i suoi germi la sua pelle abituata a ben più pregiate pellicce.
«Ma non è così, parbleu! Glielo assicuro!» strascicò fuori l'inserviente, portandosi teatrale una mano al parrucchino sudaticcio e avvicinandosi fin troppo a Crudelia. «Non è assoloutament così! È un tessuto presciatissimo arrivato niente mono che da Paris!»
Medusa, colta l'incertezza di Crudelia e la vicinanza del viscido francese come imminenti pericoli nei suoi confronti, lasciò in sospeso la collana che stava tentando di trafugare dall'altra parte del negozio e giunse a grandi passi in difesa della compagna, precisamente attaccando il povero inserviente. «Senti, bello» cominciò, inchiodandogli l'indice appuntito sul petto per far valere la sua posizione privilegiata di cliente. Ad un tratto, prima che potesse strapazzare per bene il poveretto, la sua attenzione venne catturata dalla giacca che Crudelia, un ghigno perfido dipinto sul rossetto, si era appena sfilata. Lasciò la presa sul poveretto, che rivelò ben poco della proverbiale eleganza francese stramazzando a terra come un sacco di patate, e si diresse a passi pesanti verso la giacca abbandonata sulla sedia lì vicino. Afferrò il capo e analizzò attentamente il tessuto, facendolo scorrere tra le sue dita, mentre l'inserviente, rialzatosi con sdegno, si lamentava e cercava di convincere Crudelia. «Est inammissible! Le assicuro, madame, che quel capo vale tanto quonto est presciato!»
«Aha!» Medusa alzò la testa di scatto dalla giacca, un ghigno addirittura peggiore di quello che Crudelia aveva indossato prima. «Non vale un fico secco, invece! Questa roba ce l'avevo nel mio... negozio fino a poco tempo fa». Lanciò l'abito ai piedi dell'inserviente, che con un gemito si affrettò a raccoglierlo. «È semplice lana» continuò Medusa con malcelata soddisfazione, calpestando con il tacco un nastro della giacca che arrivava fino ai suoi piedi.
Crudelia strabuzzò gli occhi in un'occhiataccia che avrebbe incenerito anche il più ardito dei dalmata. Ecco perché quella giacca la infastidiva tanto! Di tutti i tessuti con cui adorava sentire il suo corpo avvolto, la lana era quello peggiore in assoluto- faceva fatica a riconoscerla, la detestava e sarebbe giunta a dare fuoco al proprio guardaroba, se mai avesse scoperto qualcosa di lana al suo interno. Raggiunse Medusa, non senza aver prima calpestato tutta la giacca e la mano del francese dolorante. Le due si scambiarono un'occhiata complice, per poi scoppiare a ridere insieme e uscire insieme dalla boutique, lasciando l'inserviente a piangere sulla sua lana scadente.

2. Calore
Dopo essere stata immersa tre giorni in quella dannata palude cercando di salvarsi dalla morte, il calore era qualcosa di cui Medusa era certa non potersi più vantare di possedere nella sua vita.
Se li ricordava perfettamente quei giorni, nonostante avesse cercato in più modi di confondere e di cancellare quelle immagini. Era rimasta in bilico, aggrappata a un palo marcio tra gli spruzzi e la pioggia, per due giorni, finché i suoi coccodrilli non avevano ceduto e si erano ritirati nel fondo della palude a divorare qualcos'altro. Medusa si era lasciata scivolare giù, inerme, talmente fradicia da non capire nemmeno più se ci fosse qualcosa di asciutto nel suo corpo: il vestito si era tinto di un rosso più cupo, sia per l'acqua, sia per il sangue, dove il legno del palo aveva scavato, e i suoi capelli si erano impiastricciati di fango e di alghe, i suoi capelli rossi, rossi, rossi, che le ricordavano il calore, un tempo...
Il freddo le era entrato nelle ossa con tale prepotenza che aveva dovuto aspettare fin troppo tempo per riuscire a muovere correttamente le dita, avanti e indietro, e per mesi e mesi, nonostante avesse coperte su coperte addosso e il fuoco ardente accanto, quello che avvertiva era un vago... altro, sul freddo della pelle, che, da quei giorni della palude, sentiva molle e fredda. Poi però era arrivato il giorno dell'incontro, di quando quella lady inglese impellicciata e con un'improbabile acconciatura era entrata nel suo finto bar chiedendo una pelliccia contraffatta. C'era stato un istante, quando le loro essenze si erano sfiorate nella consueta moda del saluto tramite stretta di mano, in cui Medusa aveva avvertito un pizzicorio caldo scivolare dalla punta delle dita lungo la sua schiena. Coincidenza, si era detta, emozione per star concludendo un affare. Solo dopo altri mesi, quando ormai Crudelia era diventata una presenza fissa nel negozio come nella sua vita, si era resa conto della verità: aveva ritrovato il calore.

3. Letto
«Questo è più comodo» dichiarò Medusa, lasciandosi scivolare, dopo averlo tastato attentamente, sull'ennesimo imponente letto. Quel modello, oltre all'elaborato cornicione in legno appena appena rovinato dalle tarme, vantava di eleganti coperte rosse trapuntate, che avevano dato in un sonoro sbuffo di polvere quando Medusa ci si era seduta sopra.
Crudelia lanciò al letto un'occhiata critica, senza nemmeno sfiorarlo. «È male imbottito, tesoro. Non riesci proprio a vederlo da sola?»
Il viso di Medusa si deformò in una smorfia irritata, che le fece sbavare il pesante trucco degli occhi sulla guancia sinistra. Era da due interi giorni che le loro forze si concentravano sull'esplorazione di Hell Hall, una delle poche ville di famiglia rimaste in possesso all'ultima dei De Mon. Avevano costretto ai lavori di ristrutturazione anche Gaspare, Orazio e Snoots, ma quando il primo idiota si era incastrato una mano in una sinistra zuppiera d'argento (ed era arrivato anche a sostenere che fosse stato quella stoviglia a morderlo!) si erano ritrovate sotto organico per quanto riguardava la bassa manovalanza, tanto che erano riuscite a stento a convincere gli altri due sottoposti, a suon di urla e minacce alternate a proposte suadenti e promesse. Così, ora avevano rinchiuso Orazio e Snoots a disinfestare i sotterranei della villa, mentre loro si occupavano delle mobilia dei piani superiori. Avevano già trovato come minimo undici camere, ognuna con le sue caratteristiche e ognuna, soprattutto, con undici diversi letti a due o più piazze, con lenzuola e coperte e tastiere in diverso grado di conservazione. Medusa ormai poteva considerarsi un'esperta nel campo immobiliare- se già non lo era stata prima. Hell Hall era affascinante, una villa simile a una faccia arrabbiata che straripava di tesori. Eppure, nonostante tutte quelle ricchezze, il grado di nervosismo di Crudelia aumentava insieme al tempo che trascorrevano nella villa. Non era stata necessaria la conferma di Gaspare e Orazio per capire che odiava quella villa come tutto il suo contenuto, dalle statue ai gioielli per arrivare ai letti. Medusa si grattò gli sfibrati capelli rossi, ancora spaparanzata sul letto, osservando intanto l'altra. Crudelia, allontanatasi dal letto, spalancò con rabbia l'armadio in fondo alla sala, ritrovandosi osservata da una quantità ingente di occhi vacui- Medusa ci mise un sobbalzo a capire che si trattavano di teste mozzate, vecchi cimeli di caccia. Crudelia non sembrò condividere la sua meraviglia, e si limitò a calciare via un intero scoiattolo impagliato che era scivolato davanti ai suoi piedi.
Era furiosa. O forse pensierosa. Anzi, stressata. Il non sapere dare una dannata definizione esatta irritava parecchio Medusa, ma di sicuro Crudelia vedeva quella ristrutturazione come una lotta contro il passato- una cosa che doveva essere patetica, eppure... Rotolò nell'altro lato del letto, mantenendo fisso lo sguardo sulla schiena di Crudelia. Poi si passò la lingua sulle labbra secche, indugiando giusto un attimo prima di passare a quella che sarebbe stata una lunga battaglia. «Crudelia. Vieni qui».
Quando Crudelia si voltò a squadrarla, Medusa percepì su di sé, in quello sguardo vacuo, l'educazione di stampo nobiliare dei De Mon, avvertendo per un attimo l'impulso di sentirsi inappropriata. Crudelia fece un passo in avanti, il tacco che colpiva con asprezza il lurido pavimento in pietra; poi, all'improvviso, sembrò riacquisire la vera se stessa e si gettò sul letto accanto a lei. Per le ore successive, notò Medusa, non ebbe nulla da ridire su quello stupido letto.

4. Piume
«Perché il salotto è pieno di piume, Crudelia?» strepitò Medusa con la sua solita grazia, facendo vorticare la borsetta come se fosse stata un lazo per poi sbatterla sonoramente sulla scrivania del suo studio.
La diretta interessata le riservò uno sguardo pericolosamente allegro da sopra un vaporoso tessuto viola. «Dubito che vorrai saperlo, tesoro». Il sorriso della donna era affabile come quello di uno squalo, con tanto di denti ben in vista.
Medusa non si fece intimidire e incrociò battagliera le braccia al petto, inclinando di lato la testa, scatenando così il tintinnare acuto dei suoi orecchini. «Hai cercato di spellare un pollo vivo? Di nuovo?»
Crudelia gettò la testa all'indietro, ridendo e irritando ancor di più l'altra, che assotigliò con rabbia gli occhi. «Dimmi subito che stai combinando!»
«No».
Un urlo frustato e un agitare convulsivo delle braccia precedettero l'uscita di Medusa dalla stanza. Crudelia sogghignò, tornando a decorare il cappello con tutte quelle piume. Il compleanno di Medusa sarebbe arrivato presto e lei avrebbe confezionato un bel regalo, e di certo nom per far piacere all'altra ma soltanto per dimostrare di essere abile, di buon gusto ed elegante- una vera lady, insomma. Appuntò l'ennesima piuma con uno svolazzo dell'ago (le lezioni di ricamo della sua infanzia avevano finalmente raggiunto un'utilità), mentre in sottofondo le arrivavano alle orecchie i brontolii di Medusa, probabilmente intenta a coccolare il suo coccodrillo. Avrebbe amato quel cappello, ne era certa come lo era del fatto che anche Medusa si sarebbe innamorata di quelle piume variopinte- e il fatto che fossero state trafugate a un museo naturalistico era soltanto una piccola formalità.

5. Pastelli
Medusa scaricò mollemente tutto il poco peso del suo corpo sul bracciolo del divano, per poi scoccare un'occhiata alla fonte delle risate in mezzo al salotto. «Non è il modo giusto di usarli».
Crudelia emerse dal whisky che aveva preparato in una tazza da tè con uno schiocco della lingua. «È sempre stata... creativa».
«Distruttiva» la corresse l'altra con un sorriso sghembo.
«Tutto di guadagnato. E ha anche una buona mira» sottolineò Crudelia, alzando le sopracciglia in un velato accenno alle capacità con il fucile di Medusa, che la ignorò con una smorfia, tornando a fissare Rubinia.
Davanti a loro, la bambina si stava divertendo con il regalo ricevuto quella mattina, una grossa scatola di pastelli svuotata al suo fianco. Rubinia ne afferrava uno o due alla volta, prendeva la mira, un occhio chiuso e la lingua fuori per la concentrazione, e poi lanciava. Tutti i pastelli erano andati a inchiodarsi, con successo, nei quadri e nei trofei da caccia e, a ogni colpo andato a segno, la bambina dava in un gridolino, pestando con forza un piede a terra e scuotendo i codini- uno rosso e uno bianco. Proprio in quell'esatto istante, Rubinia, concentrata al massimo, lanciò un pastello azzurro, che sfiorò di poco Bruto, seduto poco distante, andando poi a conficcarsi nell'occhio di un grosso cane raffigurato in un quadro. La bambina gridò la sua approvazione, mentre Bruto si copriva esausto le orecchie con la coda.
Crudelia e Medusa si scambiarono un ghigno. A dispetto della loro reale funzione, erano entrambe assolutamente soddisfatte di quei pastelli- gentile regalo di Anita Radcliffe. Avrebbero dovuto comprarne ancora, se aiutavano così tanto Rubinia a non fracassare nulla di troppo importante.



N.d.A.
Salve a todos! Siamo giunti all'ultimo capitolo di questa raccolta *stappa lo spumante*
È stata una bella avventura, una cosa piacevole da scrivere. Sono felice di aver trovato un buon riscontro e ringrazio tutti coloro che hanno recensito, come chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Questo capitolo in particolare è dedicato a stellaskia stellaskia, che spero di non aver deluso visto il suo desiderio per un capitolo sulla coppia Medelia (o forse Crudusa, voi che dite?). E allo stesso tempo un altro grazie particolare va anche a MissVillains, che ormai considero la mia penfriend per eccellenza!
Vi annuncio inoltre che, da questa settimana, mi dedicherò quasi esclusivamente alla stesura di fanfiction varie: ho in lavorazione ben dieci storie, tra le quali l'ultimo capitolo di Promessi Rivali, una shot su Basil l'Investigatopo, una su Jafar, un'altra su un personaggio Disney che preferisco non rivelare ancora (sarà un esperimento piuttosto interessante e preferisco non spoilerizzare niente), una shot su James Hook e Zarina e inoltre un'altra su Tigre di Kung fu Panda. Uff, spero di riuscire a pubblicare ogni cosa: l'ispirazione mi è finalmente tornata, forse grazie ai vari viaggi, e in più ci sono storie, dentro questo computer, che aspettano da fin troppo tempo una pubblicazione. *le storie la guardano male e lei deglutisce*
Cooomunque, passando a questo capitolo, abbiamo sia uno sviluppo del passato di Crudelia (personaggio su cui sto abbozzando una storia per il ciclo Senza un Lieto Fine ), sia un accenno alla piccola Rubinia (trovata anche qui), o meglio, a Marmoiselle Rubinia De Mon, una dei protagonisti di un'altra mia serie che forse, prima o poi, vedrà la luce- tanto per capirci, si tratta della stessa serie che ho accennato con il prompt "Cielo" per la coppia Jalefica...
E qui chiudo. Ci sentiamo presto! Come sempre, fatemi sapere, se avete voglia, cosa pensate di questi prompts e di questa coppia. Ringrazio ancora una volta tutti quelli che sono giunti fin qui! Senza di voi, mi sarebbe difficile continuare a pubblicare!
Quindi, baci e a presto,
Nox

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Disney / Vai alla pagina dell'autore: Lumos and Nox