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Autore: whiterose87    04/07/2016    5 recensioni
Tutti conosciamo l'episodio One Agains an army...ebbene e se non fosse Gabrielle a essere ferita ma Xena? Come se la caveranno le nostre due eroine?
Questa è la mia prima fan fiction, spero vi piaccia e se vi va commentate, recensite e criticate che male non fa!
Buona lettura.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliarono entrambe all’alba. Sentiva come un pugno allo stomaco, sensazione che non riusciva a scrollarsi di dosso, neanche per un istante; era un misto tra adrenalina e paura, come quando corri veloce al galoppo su un ripido pendio  creando nel tuo stomaco un vuoto d’aria che spezza il fiato e ti ritrovi ad urlare per paura ed eccitazione contemporaneamente.

Andava nervosamente avanti e indietro, cercando disperatamente di non pensare all’intera armata persiana. Xena le aveva confidato che mentre era uscita per badare ad Argo, lasciandola sola, si era spinta fino ai confini dell’accampamento nemico: aveva contato 30 – 40 tende e questo significava come minimo 10 uomini per ogni fuoco…una valanga! Troppi per loro due e per di più con Xena in quelle condizioni.

Appena sveglie le aveva cambiato la benda con dell’altro impacco e la vide bere ciò che restava dell’infuso d’erbe preparato la sera prima. La febbre era scesa ma la vedeva spossata e con il respiro alquanto appesantito ed inoltre, per quanto lei non lo volesse ammettere, la ferita le doleva…aveva dovuto darle una mano ad indossare l’armatura.

Le aveva chiesto di starsene seduta fino all’arrivo dei persiani, così da risparmiare le forze.

“Tra un po’ ti serviranno dei calzari nuovi”

Si voltò di scatto, in allerta “Cosa? Sono qui”?

“No, non ancora. Devi calmarti Gabrielle. Sei tesa come la corda di un’arpa”!

“Non chiedermi di stare tranquilla. E’ una cosa che non posso fare adesso”.

“E invece devi farlo. Rischi di perdere lucidità. Tra un po’ non ci sarà concesso  commettere errori”.

Detto ciò, ricominciò a tossire. Le si avvicinò di corsa “Stai bene”?

“Il dolore al petto sta aumentando e respirare diventa sempre più difficile”.

Le mise una mano sulla guancia “Cosa posso fare? Prepararti dell’altro infuso o… non so…qualsiasi cosa posso farti stare meglio, tralasciando la Tessaglia”.

“Ah ah, spiritosa.  Parlando seriamente c’è una cosa che puoi fare. Devi concentrarti Gabrielle. Ho bisogno che tu ci sia”.

Abbassò la testa cercando di calmarsi “Ok…hai ragione, scusami” e le si sedette accanto.

“Gabrielle”

“Si”?

“Ho avuto un incubo stanotte”

“Cosa hai sognato”?

“Non voglio pensarci ma…devi farmi una promessa Gabrielle”.

“Dimmi”.

“Se io dovessi perire, scappa il più lontano possibile”.

“Per Zeus Xena non ricominciare”

“Parlo sul serio. Non rischiare ulteriormente la tua vita. Se vedi che le cose si mettono male scappa”!

“Non senza di te”.

“ Gabrielle…”

“No! Adesso ascoltami bene perché non lo ripeterò”  Incatenò i suoi occhi a quelli dell’amica “Io non lascerò che ti accada nulla. Se è destino che oggi io e te moriremo, che sia, ma non chiedermi di lasciarti in mano al nemico! Neanche da morta”!!

“Non voglio….”

“Fino alla morte, ricordi”?

 

Lo sguardo di Xena, ancora inchiodato al suo, si addolcì e le sue labbra si distesero in un sorriso. “ Si…ricordo”.

Le accarezzò la testa “Promettimi almeno di stare attenta”.

“Te lo prometto se…me lo prometti anche tu”.

“Ok promesso”.

“Ok” le disse ricambiando il sorriso che subito si spezzò, sentendo le grida di incitamento dei persiani.

“Ci siamo”.

Scattarono entrambe con le armi in pugno in posizione di attacco, preparandosi all’imminente scontro.

L’edificio intero tremava all’avanzare dei persiani, come il cuore nel suo petto. Guardò negli occhi la sua amica ed entrambe annuirono come a confermare il loro giuramento.

Fu un attimo: la porta fu spalancata e la battaglia cominciò. Man mano che entravano non riusciva più a contare gli elmetti.

Cominciò a colpirli facendo roteare il  bastone, cercando di metterne a terra quanti più poteva ed evitare che si avvicinassero in molti a Xena che, impugnando il chakram, ne aveva già messi molti fuorigioco. Alcuni tentarono di entrare dalle finestre ma prontamente Xena fece scattare le mortali trappole che li uccisero all’istante guadagnando un po’ di tempo. Con le finestre bloccate i persiani cominciarono a circondare l’edificio per trovare altri accessi, mentre altri si accalcavano all’ingresso.

 Notò un bastone alla sua destra, messo in una posizione insolita e, guidata dall’istinto, lo colpì, facendo cadere sui malcapitati dei pesanti sacchi.

Nonostante ciò cominciavano ad essere davvero troppi.

“Gabrielle”!

Si voltò verso Xena  che guidò il suo sguardo verso i fori alle travi; intuendo il  pensiero dell’amica le fece un cenno ed entrambe saltarono all’indietro mentre Xena tagliava la corda prestabilita…esercitarsi a saltare le era servito davvero!

 Le frecce scattarono all’istante colpendone parecchi.

Si ributtarono nella mischia e nella discesa trovò un martello chiodato ai suoi piedi, lo raccolse e cominciò a farlo roteare prendendo di sorpresa coloro i quali ormai, si calavano giù dal tetto.

In mezzo a quel trambusto si voltò verso l’amica trovandola piegata sulle ginocchia, come a voler riprendere fiato, quando un soldato la colpì al volto, facendola cadere. Si mosse per andarle incontro ma fu colpita anche lei, alle spalle.

Si ritrovò a terra, incrociando lo sguardo terrorizzato di Xena.

“No, non finirà così”!

“Gabrielle sta giù”!! Le urlò Xena

Prontamente obbedì e sentì il chakram sfiorarle i capelli, conficcandosi nel petto di un soldato alle sue spalle.

Lo sforzo aveva prosciugato le energia di Xena. Doveva portarla via da li.

“L’olio”!  pensò. Alzandosi e continuando a far roteare il martello si diresse verso Xena, la sollevò e la sostenne, portandola verso una scala che le avrebbe condotto sulla parte sopraelevata del deposito. Continuava a colpire, come una furia, lanciando ciò che trovava per sbarrare la strada ai soldati.

Riuscì a condurre Xena al sicuro, le sollevò il viso e la guardò “Xena resisti! So che ti chiedo molto ma devi darmi una mano a buttare questo giù”!

“Ce…la…faccio non…preoccuparti”

“Ok forza”!

Spinsero il pentolone fino alla soglia riversando tutto l’olio bollente su coloro che si trovavano al di sotto. Le urla di dolore le sovrastarono.

Vide Xena prendere un arco con delle frecce nello stesso istante in cui un soldato persiano le sbucò alle spalle dal tetto. Lo scaraventò giù.

“Gabrielle vai sul tetto e buttali giù! Io tengo impegnati loro e copro te”

“Ok”

Con un altro salto si ritrovò sul tetto, incontrandone meno di quanti se ne sarebbe aspettata; ce l’avevano quasi fatta, dovevano tener durò ancora un po’!

Stava combattendo con un soldato quando da un foro del tetto vide Xena accasciarsi stremata e dietro di lei Dorian pronto a colpirla.

“Nooo”!!

Scaraventò giù il soldato e scese giù ad affrontarlo. Cominciarono a combattere ma Dorian era forte. Stava per avere la peggio quando da dietro Xena lo colpi con una freccia alle spalle.

“Tieni lurido verme! Ora proverai ciò che provo io”! e lo buttò di sotto.

Prese la sua amica tra le braccia. Non ce la faceva più era al limite.

“Vattene….Gabrielle… scappa”!

“No! Non ti lascio”!

Detto ciò la adagiò su pagliericcio e scese di sotto.

Prese due spade e sperava che le sarebbero servite solo da effetto scenico e si rivolse all’ormai esiguo gruppo di uomini “Siete rimasti in pochi ormai. Eravate un’armata e se due donne ne hanno fatto fuori da sole più della metà, figuratevi una sola cosa può fare. La domanda è…volete provare”?

Si stupì di se stessa mentre si sentiva parlare in quel modo.

I persiani la guardarono con aria smarrita rendendosi effettivamente conto di cosa stava dicendo quella donna ma soprattutto di quanto fosse vero: erano stati sopraffatti.

Li vide rinfoderare le spade e darsela a gambe levate.

“Grazie agli dei”! Disse tirando un gran sospiro di sollievo, buttando le spade.

“Xena”! Corse dall’amica, trovandola riversa a terra incosciente.

“Xena! Xena rispondimi! Per tutti gli Dei sei bollente…”.

Sentì un fruscio alle sue spalle e scattò pronta ad attaccare: era Dorian…quel verme era ancora vivo. Stava strisciando verso il corpo di un suo commilitone per prendergli una piccola bisaccia attaccata al cinturone. Xena lo aveva ferito con una freccia e gli aveva detto che avrebbe provato ciò che lei stava provando…”Ma certo”! Pensò. “La freccia è avvelenata! E’ quello che sta prendendo è l’antidoto”!

Corse nella sua direzione e gli strappò la bisaccia dalle mani. Lo sguardo impietrito di Dorian non lasciò spazio a dubbi. “E’ l’antidoto vero? Non c’è bisogno che tu risponda…la tua faccia dice tutto”. Lo stordì con un cazzotto. “Mi dispiace ma questo serve a Xena”.

Si diresse verso Xena, ancora incosciente e gli bagnò le labbra con l’antidoto.

“Xena! L’antidoto! Dai coraggio! Apri gli occhi”!

Dopo un po’ vide le labbra dell’amica reagire al contatto con il liquido e pian piano aprì gli occhi “Gabrielle…”.

“Shh, non parlare, sei debole. Tieni! E’ l’antidoto. Presto bevilo”!

Xena obbedì.

“Guarirai vero”?

“Si…ma ora…sono tanto…stanca”.

“Riposa amica mia” le disse accarezzandole il viso.

Il respiro non era ancora regolare e si ritrovò a fissarla impaurita dal pensiero che forse era troppo tardi. Si ricordò di Dorian. Gli andò vicino e gli versò in bocca l’antidoto. Riprese i sensi e fuggì appena si rese conto di chi aveva di fronte.

Andò a ridistendersi accanto a Xena e alla fine la stanchezza si fece sentire e finì per addormentarsi.

“Gabrielle….”

Sentiva che qualcuno la chiamava da lontano.

“Gabrielle…”                                                                                   

Chi era?

“Gabrielle svegliati”.

Era la voce di Xena…”Xena”! Si svegliò di soprassalto.

“Hey calmati…va tutto bene. Sto meglio…la febbre è scesa e…respiro molto meglio”.

Le saltò al collo risollevata nell’animo “Oh Xena! Finalmente! Ho avuto tanta paura”!

“Ahi…vacci piano testona. Sto meglio ma ho ancora un buco nella spalla”

“Scusami…ma ho avuto veramente paura di perderti! Quando ti ho vista incosciente ho pensato al peggio”!

“Lo so…ma tutto è passato ora. Gliele abbiamo date di santa ragione”!

“Lo puoi dire forte”.

“Grazie Gabrielle”.

“Per cosa”?

“Mi hai protetta in ogni modo e mi hai salvata”.

La guardò dritta negli occhi “Anch’io ti devo ringraziare”,

“Per quale ragione”?

“Per non essere andata via da me”.

Si strinsero in un forte abbraccio.

“Penso che sia il momento di andarcene via da qui” le disse Xena.

“Lo credo anch’io”.

Xena ritrovò Argo, prepararono il tutto e andarono via.

“Però…cosa siamo state capaci di fare”.

“Abbiamo sconfitto un’armata” le disse altrettanto incredula Xena.  “Allenarti nel salto ti è veramente servito”.

“Ho un ottima insegnante”.

Xena le regalò un altro sorriso sghembo e gli venne in mente ciò che si era ripromessa.

“Xena…ti va di parlarmi della tua infanzia”?

“Cosa vuoi sapere”?

“Tutto quello che ti va di dirmi”

“Uhm…certo. La prima cosa che mi viene in mente è che ero una peste”!

“Ma davvero? Non avevo dubbi” le disse ridendo di gusto.

 

 

 

 

N.d.a. Ed eccoci arrivati alla fine. Scusate se ci ho messo un po’ ma il lavoro non mi ha dato tregua. Spero vi sia piaciuta questa mia personale rivisitazione.

Ne sto preparando un’altra, un po’ più lunga, Ci sto lavorando parecchio e spero che venga bene.

Un ringraziamento particolare va a Blu lady, Xena85 e GirlWithChakram. Grazie per il tempo che avete dedicato al mio lavoro!

Un saluto a tutti e alla prossima!

 

 

   
 
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