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Autore: NonEsisteZaynSenzaLiam    04/07/2016    1 recensioni
Ottobre 2010.
"Come ti chiami dolcezza?"
"Purple."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Prima di iniziare

voglio dedicare questa os

ad una persona speciale: Paul Walker.

 

Deep Purple

Questa storia l'ho immaginata per gioco, in tre ore al telefono: ero in spiaggia, come mio solito, e mentre camminavo una tag su una parete mi ha colpita particolarmente, una scritta nera e semplice, quasi elementare, “SIN”. Ho subito immaginato un piccolo Zayn alle prese con la sua prima bomboletta spray che cerca di fare la sua firma e ho deciso di scriverci qualcosa.

Ringrazio Vale per aver appuntato la mia idea e per avermi spinta a trasformare parole all'aria in una os.

Sto lasciando queste note iniziali perché Liam vivrà una situazione delicata che io ho trattato in modo superficiale per timore di scrivere baggianate, vi chiedo scusa per questo ma mi sento più sicura così.

 

Vivimi senza paura, che sia una vita o che sia un'ora

non lasciare libero o disperso questo mio spazio adesso aperto,

Ti prego

Vivimi senza vergogna, anche se hai tutto il mondo contro

lascia l'apparenza e prendi il senso

E ascolta quello che ho qui dentro”

 

Febbraio, 2005

 

è una fredda e grigia giornata, Liam è in classe con la testa abbandonata sul suo banco mentre osserva fuori dalla finestra sperando di trovare qualcosa di più interessante di quella noiosa lezione di matematica – è la sua materia preferita, ama studiare a casa da solo e portarsi avanti con il programma e quell'argomento lo ha studiato mesi fa. Il tempo non passa mai, ha quasi perso le speranze quando un ragazzino moro che cerca di arrampicarsi su un muretto proprio difronte l'edificio scolastico attira la sua attenzione; il moretto ha un'aria impacciata mentre tutto concentrato – con tanto di rughetta in fronte – con un bomboletta spray scrive una sola parola su quella parete ancora bianca, solo tre lettere in viola, 'SIN'.

 

Luglio, 2010

 

Sono passati più di cinque anni da quel giorno e la vita di Liam è cambiata in peggio, tutta la sua innocenza non c'è più, i suo occhi da bambino che guardavano il mondo come un posto delle favole sono stati rovinati con una sola risposta: cinque anni prima, appena uscì da scuola, corse dinanzi quella parete per ricalcare quei segni viola con il suo piccolo dito, non sapeva cosa significasse, non riusciva ad avere un'immagine in mente di cosa fosse, e appena andò in mensa e – ancor prima di lasciare la cartella a terra, togliersi la giacca e lavarsi le mani per mettersi a tavola – chiese alla sua insegnate cosa fosse un peccato, conosceva il significato biblico, ma lui si chiedeva “cos'è un peccato per il mondo intero?!” La risposta che ottenne non è di certo quella che si aspettava: “Liam caro, come mai questa domanda? Sei abbastanza intelligente da sapere cos'è un peccato, quindi quando mi chiedi cos'è penso che tu voglia una risposta diversa da quello che ci propina la Chiesa, perciò ti dico cos'è un peccato per me. Per me, ogni cosa contro natura è peccato, ad esempio quando si cerca di modificare il dna di un organismo, il desiderio sessuale verso animali o addirittura cose, l'amore tra persone delle stesso sesso e, anche peggiore, quando qualcuno si autoconvince di non essere quello che in realtà – se un individuo nasce uomo non può di certo essere donna e viceversa!” l'ometto guardò la sua insegnante per un po' senza rispondere, poi si sedette al suo posto e ci pensò per tutto il giorno e per quelli a seguire.

A Liam erano sempre piaciuti i maschietti, da quando era bambino, per lui è sempre stato normale, come la sua mamma ama il suo papà, come alle sue sorelle piaceva il ragazzo più popolare della scuola, è normale no?! Prima di quel giorno non aveva mai pensato che potrebbe essere sbagliato, contro natura, un peccato; prima di quel giorno non aveva mai fatto ricerche al riguardo, prima di quel giorno non sapeva cosa fossero l'omofobia e la transfobia, anzi non sapeva neanche cosa fossero gli omosessuali e i transgender, per lui non c'erano queste etichette, non c'era differenza. Sono passati più di cinque anni da quel giorno e Liam ora guarda il mondo con occhi diversi, dopo tutto quello che ha letto su google ha capito che per il mondo lui sarà sempre sbagliato, anche quando lui si sentirà giusto il mondo non lo accetterà mai per chi è davvero.

Mentre passeggia con la testa tra le nuvole decide di entrare in un negozio femminile, non è la prima volta, anzi ama guardare quei vestiti, accarezzare quelle stoffe più fini, immaginare abbinamenti di più abiti con accessori e gli capita anche di aiutare ragazze in difficoltà. Non è mai stato un amante della moda, eppure ama stare tra quegli abiti, gli è capitato anche di provarne alcuni – senza che le commesse se ne accorgessero – ma solo rarissime volte; lo mette di buon umore, cosa c'è di male?

Proprio lì dentro lo vede, in quella giornata calda di luglio, un ragazzo moro con uno skate sottobraccio si aggira, come un pesce fuor d'acqua, tra gli scaffali di quel negozio, si guarda in giro alla ricerca di qualcosa, ma dalla sua espressione è facile capire che non ha la più pallida idea di cosa stia cercando; Liam, senza pensarci due volte, si avvicina e “hai bisogno di aiuto?” chiede sorridendo in modo gentile. Il moro – lo squadra da capo a piedi senza timore di risultare maleducato – prima di annuire, “oggi è il compleanno di mia sorella, compie 12 anni ed è un'appassionata di moda e makeup, contagiata dall'altra mia sorella Doniya, e se dovessi presentarmi con un pacco che non contenga trucchi e/o vestiti posso anche andar via di casa, non avrò più vita facile. Ecco cosa succede quando la tua famiglia è composta da una grande maggioranza femminile!” dice sbuffando quella frase. In realtà Zayn non sa perché sta dicendo così tanto di lui e della sua famiglia ad uno sconosciuto, in fondo non è un tipo chiacchierone, ma non riesce a tenere a freno la lingua, infatti subito dopo continua “Avrebbe dovuto accompagnarmi Effie, la mia ragazza, ma è dovuta andare fuori città con gli amici e quindi eccomi qui, solo senza sapere niente su queste cose. Quindi si, se te ne intendi gradirei molto il tuo aiuto.” e quell'ultima frase Zayn la dice con le guance arrossate e con lo sguardo rivolto verso il basso, è imbarazzato per quella sua parlantina mai esistita prima d'ora, non ricorda di aver mai detto una frase così lunga neanche con la sua famiglia. Quel ragazzo è così tenero e buffo che un piccola risata scappa dalle labbra di Liam senza che lui possa fare niente per trattenerla.

Deve ammettere, però, che quando quel ragazzo bellissimo nomina la sua ragazza ne rimane un po' deluso, anche se non lo incontrerà più. Senza perdersi troppo nei suoi inutili pensieri lo invita a seguirlo per il negozio chiedendogli di descrivere sua sorella -se preferisce gonne o pantaloni, vestiti eleganti o casual- il suo colore preferito, e cose così. Si rende subito conto che quel ragazzo non conosce molto i gusti della sorella, ma in compenso ha scoperto che il colore preferito del moro è il viola, proprio per questo decide di mostrargli alcuni capi con sfumature viola che piacciono tantissimo all'altro, tanto che sceglie di prenderne un paio. Dopo aver pagato si allontana dal negozio, ma un attimo prima di varcare la porta si gira sorridendo verso Liam e “grazie per avermi aiutato, senza di te sarei ancora qui a chiedermi da dove iniziare. Ti farò sapere che reazione avrà mia sorella!” dice continuando a sorridere prima di correre via per la sua strada. Liam non si ferma su quel “ti farò sapere” che non avverrà mai dato che non si sono neanche presentati, quel sorriso gli ha davvero compromesso ogni facoltà di fare un pensiero che non riguardi la lingua che si intravede tra i denti bianchi di quel ragazzo e il modo in cui quegli occhietti brillano tanto da risplendere di luce stessa. Quella stessa notte sogna quegli occhi, sogna quella lingua accarezzare le labbra dietro le quali si nasconde, sogna quel ragazzo.

Lo sogna per tre notti prima di chiedere aiuto ai suoi migliori amici Louis e Niall: “Ragazzi, ho incontrato un ragazzo bellissimo e devo assolutamente rivederlo. Ho bisogno del vostro aiuto, soprattutto il tuo Tommo!” così li saluta una mattina all'entrata della loro scuola, prima di raccontare loro tutto, evitando di specificare in che occasione lo ha incontrato – non ha mai detto ai suoi amici della sua passione per gli abiti femminili e vuole ancora tenerla per sé. Louis ama lo skateboarding e per questo Liam crede che il suo aiuto sia fondamentale, magari in uno degli skatepark che frequenta ha già incontrato quel ragazzo, magari sa chi è o addirittura sono amici. Vanno allo skatepark preferito di Louis - anche quello più frequentato del posto- subito dopo scuola. Louis sul suo skate fa strada come se stesse mostrando ai suoi amici la propria casa, Liam e Niall, invece, lo seguivano quasi con timore – era la prima votla che andavano con l'amico, se quella gente non avesse voluto intrusi? Okay, si stavano facendo condizionare dai numerosi film che entrambi avevano visto, ma qualcosa di vero dovrà pur esserci, non è che tutti quei sceneggiatori si svegliano una mattina e dicono “Hey, oggi facciamo diventare cattivoni tutti i tizi dello skatepark!”, quindi meglio essere prudenti.

Liam lo nota subito, è seduto sulle scalinate in fondo insieme ad altri ragazzi, scalinate verso le quali Louis si sta dirigendo a passo spedito. “Tommo! Cosa stai facendo?” nonostante il tono basso che usa si sente quanto è allarmato, ma l'altro ragazzo neanche lo nota.“Vado a salutare Harry. E voglio presentarvelo!” risponde l'altro come se fosse ovvio. “Harry? Il ragazzo che ti scopa?” si intromette Niall che viene subito fulminato da Louis prima di dire “non è il ragazzo che mi scopa, ci stiamo solo frequentando. E poi non sono fatti tuoi!” rosso in faccia. È sempre così tra i due, Niall fa domande sulla vita sessuale dell'amico – di tutti, in realtà- e l'altro imbarazzato inizia ad inventarsi stronzate o ad insultarlo.

“Quando avete finito di fare i bambini vi informerò che è qui!” li interrompe Liam. “Chi è qui?” chiedono gli altri due girandosi di scatto verso l'amico che “mia nonna – inizia alzando gli occhi al cielo – il ragazzo del negozio, quello per il quale sono qui.” continua poi abbassando il tono della voce per paura che qualcuno possa sentirlo. E di nuovo insieme, Louis e Niall guardandosi intorno, chiedono di indicargli dove si trova. “Laggiù sulle scale. Quello con tutti tatuaggi.” è la risposta di Liam e quando gli altri due ragazzi girano lo sguardo verso le scale, e prima che Louis riesca a dare uno schiaffo in fronte al suo amico, Niall gli fa notare che, non per offendere la sua intelligenza – inesistente secondo Louis- , tutti i ragazzi presenti su quelle scale sono pieni di tatuaggi. “Quello con i capelli neri e le punte blu” solo a quelle parole Louis tira un sospiro di sollievo, aveva una fottuta paura che stesse per descrivergli Harry. Liam non riesce a staccare gli occhi dal moro, si è perso nelle sue fantasie come suo solito, ma quando la voce di Louis raggiunge le sue orecchie torna con i piedi per terra “quello è Zayn. Payno mi dispiace, è etero ed anche fidanzato”, però finge di non sentire quel “oh” dispiaciuto sussurrato da Niall.

Zayn che nome meraviglioso. Vorrebbe davvero sapere come suona pronunciato dalle sue labbra, ma aspetta di tornare a casa ed essere solo nella sua cameretta per dirlo. “Ah vabbè, allora non fa niente – dice con un'alzata di spalle per far credere ai suoi amici che non sia interessato – torno a casa, ci vediamo domani ragazzi” se ne va senza aggiungere altro. Non si gira perché sa che dietro di lui i suoi amici lo stanno guardando dispiaciti e lui non accetta questo genere di cose, l'ultima cosa che vuole è far pena. Sapeva già della situazione sentimentale di Zayn – ama chiamarlo per nome anche nei suoi pensieri – e del suo orientamento sessuale, ma questo non lo ha fermato dal cercarlo. Liam vuole amarlo, non gli importa se deve farlo in silenzio, nascosto dietro un angolo, lo amerà come nessun altro al mondo, anche se sarà costretto a tenerlo per sé; lo amerà per tutta la vita, anche se è un amore a senso unico, anche se è un fiore che non sboccerà mai, lui gli ha già donato il suo cuore, completamente.

 

 

Da quel giorno ogni volta che ne ha la possibilità – e sa che non troverà Louis – si reca allo skatepark e si siede sulle scalinate a scrivere. Scrive di come Zayn si impegna con tutto sé stesso per riuscire a fare le sue acrobazie, scrive della ruga che si forma sulla fronte ogni volta che si prepara ad eseguire un trick, scrive del sorriso di quel ragazzo che gli ha rubato il cuore, scrive dei suoi occhi, scrive di come tutto intorno a lui cambia ad ogni sua mossa, ogni cosa che Zayn fa lo porta a scrivere pagine e pagine, e Liam non può fare altro che quello, osservarlo, amarlo e cercare di dargli giustizia con le parole.

 

Ottobre, 2010

Liam ha sempre amato il mare ed è per questo che il 31 ottobre, mentre tutti sono a prepararsi per la festa alla quale andranno quella sera, lui è al porto a perdersi in ogni onda che si infrange sulla scogliera dov'è seduto. Immagina di lasciare quella vita su una di quelle barche che vede armeggiate, si chiede cosa succederebbe se si lasciasse andare tra quelle onde, se affidasse l'esito del suo destino a quelle onde amiche di una notte buia; pensa alla sua vita, pensa alle cose che nasconde alla sua famiglia, ai suoi amici, pensa a quelle cose che non riesce a capire di sé stesso, pensa anche a Zayn e proprio mentre il nome di quest'ultimo affolla la sua mente sente il suono della sua voce poco lontano dal suo nascondiglio, all'inizio crede di averlo immaginato, ma quando quel suono raggiunge di nuovo le sue orecchie – e il suo cuore – si gira e lo vede. È con un suo amico – dovrebbe chiamarsi Josh – stanno fumando erba – almeno così gli suggerisce l'odore che arriva fino a lui – e parlano della festa a cui andranno. Liam non dovrebbe origliare, lo sa, ma è più forte di lui e quando sente Zayn lamentarsi dell'assenza di Effie, in vacanza con i suoi, un'insana voglia di andare si fa strada dentro di lui. Lo avrebbe visto in un posto diverso, avrebbe avuto altro materiale su cui scrivere, avrebbe avuto un'altra occasione per conoscerlo meglio, avrebbe avuto altre informazioni per completare quel quadro che si sta formando nella sua testa giorno dopo giorno. Torna a casa quasi correndo. Da cosa si traveste?

Fissa il suo armadio aperto per un tempo che gli sembra infinito e poi, quando si è quasi arreso, gli viene un'idea, un po' folle ma meglio di niente. Prende le chiavi e il portafoglio sul solito mobile e di corsa si reca al negozio dove ha incontrato il moro per la prima volta, entra con un sorriso a trentadue denti - se qualcuno lo vedesse direbbe di non averlo mai visto così felice. Ha sempre sognato di uscire da lì con sacchetti pieni di vestiti per sé e questa è l'occasione giusta. Prova molte maglie diverse, jeans e gonne, si diverte a fare abbinamenti con accessori, scarpe e colori. Lascia il negozio - solo dopo aver provato tutto quello che aveva colpito la sua attenzione - con qualche sacchetto di troppo per una sola sera, ma non si pente di nessun acquisto.

Si depila, si trucca - uno smoky eyes nero e viola, ciglia finte, con l'eyeliner disegna una ragnatela dall'angolo esterno dell'occhio sinistro lungo la guancia e labbra nere on un pizzico di viola al centro – e si veste. Mette su un intimo nero in pizzo, imbottisce il reggiseno con delle coppe in silicone, delle calze nere opache con fiocchetti viola sul retro, una gonna burlesque nera, un corpetto nero con dei nastrini viola e ai piedi un paio di decoltè nere con dei nastrini alle caviglie. Indossa la parrucca viola e poi si guarda allo specchio, si piace, Dio se si piace, non si è mai piaciuto così tanto. Si guarda un'ultima volta e poi si avvia verso il locale che aveva sentito nominare da Josh. Si appoggia al bancone del bar e prende solo un'aranciata sperando di vederlo da lì, prima o poi; infatti, dopo una quarantina di minuti lo vede. È al centro della pista da ballo - circondato da ragazze e ragazzi - che salta, urla, beve, da dove si trova Liam può notare quanto sia fuori di sé, vorrebbe avvicinarsi e dopo aver immagazzinato una grande quantità di ossigeno si fa coraggio e lo fa, si avvicina, gli balla intorno, dapprima mischiandosi tra gli altri, ma pian piano si avvicina sempre più fino a trovarsi attaccato a lui. Prima di quel momento non aveva mai ballato in un locale quindi si limita a fare qualche mossa che aveva visto in qualche video musicale, niente di esagerato o appariscente, cerca di strusciare il suo bacino contro quello dell'altro ragazzo, non si aspetta la presa ferrea sui suoi fianchi che lo spingono verso quel corpo caldo, ma nonostante il piccolo sussulto non si sposta da lì. Ballano insieme, sempre più vicini, sempre più a formare una cosa sola e finiscono a baciarsi, spingendo la loro lingua uno nella bocca dell'altro, non c'è nulla di dolce, fatta eccezione per il cuore di Liam che gli martella nel petto. Poco dopo si spostano sui divanetti, dove spalmati uno sull'altro non smettono di baciarsi; le mani di Zayn vagano lungo il corpo di Liam, fameliche, vogliose di scoprire quanta più pelle possibile, mentre quelle di Liam sono ferme sulle spalle del moro, non sa come comportarsi, non sa quanto oltre può spingersi, è a disagio e sta iniziando a pensare di aver esagerato, ma gli piace, si sente voluto, si sente bene come mai prima. Si interrompono solo quando “come ti chiami dolcezza?” gli chiede il moro ansimando “Purple” risponde Liam prima che riprendessero a baciarsi, a strusciarsi l'uno sull'altro. Ma il sogno di Liam sta per infrangersi, infatti quando Zayn gli fa intendere che vuole andare oltre e lui non può, non così, per quanto quella sera sembrasse una ragazza agli occhi dell'altro lui è un ragazzo e non avrebbe potuto più fingere senza i vestiti addosso. Gli lascia un ultimo bacio prima di scappare via, un bacio d'addio, non avrebbe più avuto occasione di farlo, un bacio per dirgli grazie, perché per lui quella è la miglior serata della sua vita da diciassettenne e non la dimenticherà mai.

 

Non la dimenticherà mai perché da quella notte tutto cambia.

 

Liam non ha mai cercato risposte alle sue domande, o meglio, non si è mai posto le domande giuste; perché farsi delle domande quando non si vuole sapere le risposte? Ma ora non può più fingere, è stato purple fuori dalla sua cameretta per una sola sera e gli è piaciuto, forse troppo. Si inscrive ad un sito di gay chat che ha trovato per caso sotto il nome Deep Purple, per i primi giorni si limita ad osservare, fino a quando un ragazzo di nome Brian lo contatta. Su quel sito conosce molte persone, persone curiose, persone confuse, persone che non accettano sé stessi, persone fieri di essere quello che sono, persone che avevano solo voglia di un po' di sesso; su quel sito si confida con sconosciuti, ascolta sconosciuti, ma è grazie a quel sito che riesce a crescere e capire che in lui non ci sia niente di sbagliato. Riesce a parlarne anche con la sua famiglia ed i suoi amici che, a differenza di quello che si aspettava, prendono la notizia abbastanza bene, c'è stupore, addirittura lacrime, ma non ci sono urla, insulti, botte, solo tanto amore. L'unica cosa che tiene per sé sono quei graffiti che tappezzano la città, tutti con un po' di viola, tutti con la stessa tag “SIN”. Per un attimo ha pensato fossero per lui – o meglio per Purple – da parte di Zayn, sa che il moro ama lasciare segni del suo passaggio ovunque, ma non può essere, non con quella tag almeno. Ma cambia idea quando lo vede lì davanti a quel muro, dove aveva visto quel ragazzino con la sua prima bomboletta in mano a realizzare la sua prima tag anni fa, difronte la scuola, cambia idea quando vede Zayn che graffita una ragazza dai capelli viola che salta nel vuoto. Gli scatta una foto, vuole conservare quel momento, la metterà insieme a tutte le altre nella scatola che nasconde infondo all'armadio, anche se questa è speciale, per la prima volta nella foto di quei graffiti compare anche l'artista. Vorrebbe avvicinarsi, ma cosa dovrebbe dirgli? Non è quello il momento, e forse non lo sarà mai.

 

Dicembre 2011

È passato un anno e ormai ha così tante foto di quei graffiti che ha perso il conto, quando al compleanno di Louis conosce davvero Zayn, una stretta di mano sudata, il suo volto paonazzo e un incredibile imbarazzo. Il festeggiato ha ordinato al suo ragazzo di portare il moro alla festa, altrimenti lo avrebbe sbattuto fuori e Harry sa che ne sarebbe stato capace. Quella sera scopre anche l'attrazione che il moro sente per purple, involontariamente finisce ad ascoltare una conversazione tra Zayn e Harry e sente bene il primo sfogare la sua frustrazione per non riuscire a trovarla, sta diventando un capriccio, un'ossessione e questa storia sta rovinando la sua relazione con Effie, e forse Liam dopo aver appreso questa ultima cosa gongola un po'.

 

Gennaio 2012

Liam ha da poco iniziato a vedere uno psichiatra, ancora non gli diagnosticano il “disturbo dell'identità di genere” quindi non può iniziare la terapia ormonale, sa che non manca tanto, lui è pronto, il suo corpo lo è, e vorrebbe urlarlo al mondo, ma non può, non è ancora il momento.

Harry ha organizzato una festa a sorpresa per il compleanno di Zayn e Louis riesce a convincere Liam ad imbucarsi, non si sarebbe mai immaginato di concludere la serata insieme al festeggiato. Come tutte le volte precedenti, anche quella sera Zayn non si da un contegno e presto l'alcool che gli scorre nelle vene mischiato a qualche sostanza assunta precedentemente inizia a a far effetto. Effie stufa dell'atteggiamento da testa di cazzo del suo ragazzo da via ad una scenata che finisce con lei in lacrime che lascia il party e Zayn furioso che esce dalla porta sul retro. Liam non sa perchè, o meglio sa cosa lo spinge a farlo ma non sa dove trova il coraggio, lo segue. Si ritrova fuori al freddo senza giacca a fermare la seguenza di pugni che Zayn sta tirando al muro. Lo prende tra le sue braccia nonostante l'altro continuasse a dimenarsi, lo tiene stretto fino a quando non si calma e poi lo ascolta, ascolta ogni sua parola su quella relazione che lo sta distruggendo, ascolta ogni parola su tutti i suoi sogni che sono andati a farsi fottere, asctolta ogni sua stronzata su quanto non valesse niente, ascolta tutto lasciando sfogarsi e poi parla lui, gli parla nel modo più sincero che conosce: “Zayn, io non ti conosco, non so quasi nulla di te, ma una cosa voglio dirtela. Se questa relazione ti sta distruggendo è perché lei non è la persona giusta per te e forse dovresti lasciarla andare” – non lo dice per sé stesso, non lo dice sperando di essere lui il sostituto, vuole davvero il bene dell'altro anche se la persona che un giorno lo renderà felice non sarà lui, “forse hai ragione” risponde mentre si accende una sigaretta. “Un'altra cosa – riprende Liam guardandolo negli occhi – tu sei una persona meravigliosa e non devi mai pensare il contrario. Sei pieno di difetti, come chiunque dopo tutto, ma io non cambierei nulla di te” quell'ultima frase la dice sussurando, forse sta esagerando. Zayn sorride e Liam perde un battito, uno di quei sorrisi sinceri che Liam ama tanto guardare. “Grazie, sei un amico” dice il moro prima di rientrare.

 

Febbraio 2012

Un amico, neanche un amico è riuscito ad essere dato che non si parlano più da quel giorno, eppure ormai si vedono quasi tutti i giorni; si salutano ovviamente, ma diciamo che più amico con il fruttivendolo sotto casa – e non che le loro conversazioni si basassero su qualcosa che non fosse “voglio un chilo di arance e 5 banane” – che con Zayn!

In quel periodo Liam ha stretto sempre di più amicizia con Brian, si fidano così tanto uno dell'altro che una sera di febbraio il biondo decide di mostrargli il suo grande segreto. Liam sa della passione di Brian per le macchine, per il tunning, la sua stessa macchina ne è la prova: una Nissan Skyline R34 del 1999 grigio metallizzato con disegnate fiamme blu ai lati, un motore 6 cilindri in linea da 2,6 litri, RB 26 biturbo con cambio Getrag a sei rapporti e varie modifiche, tra cui l'impianto di scarico, le turbine e una centralina in grado di portare la potenza fino a circa 1000 cavalli. Lo ha sempre ascoltato parlare di quel mondo, ha visto i suoi occhi brillare, ma di certo non si aspettava tutto quello che c'è dietro.

La prima volta che lo porta ad una cosa clandestina rimane scioccato, non ha mai assistito ad una prima, le ha solo viste in tv, non credeva ci fossero davvero persone che si mettono a fare gare per strada. Rimane affascinato da tutti quei colori, ma soprattutto dagli occhi di Brian che erano illuminati da una luce diversa e questo lo elettrizza. Mentre Brian corre tiene per tutto il tempo gli occhi serrati, resta immobile nell'esatto punto in cui l'altro lo ha lasciato prima di salire in macchina, li riapre solo quando e labbra dell'altro si scontrano con le sue subito dopo aver urlato un “Liam ho vinto!”

 

Marzo 2012

Da quella sera di febbraio Liam e Brian formano una coppia, il castano va altre volte a vederlo gareggiare e capita anche che stia in macchina con il ragazzo durante una corsa. La prima volta Liam prova qualcosa di incredibile, un misto di paura e adrenalina, tutto il suo corpo viene avvolto da una sensazione meravigliosa, difficile da descrivere a parole, ed è proprio quello che sente a dargli il coraggio per chiedere a Brian di provare, e lo fa. Per una settimana Brian lo porta in strade deserte per farlo allenare, lo porta di notte in parcheggi a più piani per imparare a driftare, gli insegna tutti i trucchetti che conosce per vincere limitando quasi a zero l'uso del nos. La sera della sua prima corsa Liam è così eccitato che sembra un bambino la mattina di Natale, una corsa clandestina è una di quelle cose che non avrebbe mai immaginato di vedere nella sua vita, figurarsi prenderne parte. Eppure, quella sera è seduto lui al volante con Brian al suo fianco che lo incoraggia: “mi fido di te, Lee. So che puoi farcela” gli dice il biondino appoggiandogli una mano sulla coscia.

“Sai, mi piacerebbe essere chiamata Emily dopo l'operazione” dice dal nulla Liam, dopo le parole del suo ragazzo non riesce a non pensare come quel nome fosse sbagliato, come quel nome non appartenesse a lui. Brian sorride, “se lo preferisci posso iniziarti a chiamarti Emily già da ora. Mi piace come nome” gli risponde tranquillamente passandogli una mano tra i capelli che si allungano ogni mese di più, non trova strano quello scambio di battute, sa come si sente Liam, sa chi è ed è normale non sentirsi a suo agio con un nome che non gli appartiene. Liam non risponde, si limita a sorridergli grato, sa chi vuole essere – o meglio, chi è – e non se ne vergogna, ma la paura che qualcuno possa sentirli gli attanaglia lo stomaco, non è ancora pronto per scontrarsi con i giudizi degli altri, quale sarebbe stato la loro reazione se avessero sentito Brian chiamarlo Emily? Comunque non è quello il momento adatto per pensarci, dopo la corsa gli avrebbe detto di limitare l'uso di quel nome a quando fossero soli, ma ora deve restare concentrato, ha una corsa da vincere! Appena la ragazza dal fisico perfetto – che Liam invidia, come capita spesso davanti a ragazze bellissime – dà il via alla corsa ingrana la marcia e spinge il piede sull'acceleratore come se da quella corsa dipendesse tutta la sua vita; è rapido a cambiare marcia, riesce a fare un perfetto drift intorno al bidone pieno d'acqua posto al centro della carreggiata, mancano pochi chilometri alla fine quando schiaccia il pulsante del nos. Se solo avesse aspettato qualche secondo avrebbe conquistato la vittoria, ma è stato troppo precipitoso e i dieci secondi di potenza terminano qualche metro prima della linea del traguardo permettendo all'uomo che gli sta dietro di superarlo e vincere.

 

Aprile 2012

Il mese di aprile non è niente di che, ma è anche il mese dei primi cambiamenti. Liam incontra dei medici per i primi controlli e per accordarsi sui primi trattamenti estetici-chirurgici, rimuove la barba, femminilizza il suo viso e cambia anche colore di capelli: sottopone il suo castano alla tecnica del degradè, ottenendo una chiaritura con riflessi naturali, e applica anche delle extensions naturali.

Una sera mentre è fuori con Niall e Louis scopre anche che Zayn ed Effie si sono finalmente lasciati definitivamente. A questa notizia, per un attimo, ha un tuffo al cuore, ma subito dopo il suo pensiero va a Brian sentendosi anche in colpa. Ama il suo ragazzo, quel ragazzo che c'era quando era solo Liam, quel ragazzo che c'è ora mentre Emily esce fuori, quel ragazzo che gli ha insegnato a rialzarsi, a lottare per ottenere quello che vuole, quel ragazzo che lo ama per chi è dentro indipendentemente dal corpo che lo ospita. Brian, quel ragazzo che dovrebbe amare con tutta sé stessa ma che non è Zayn.

 

Maggio 2012

Con l'aiuto di Brian riesce ad racimolare i soldi necessari per una mastoplastica additiva, ossia un intervento di chirurgia plastica che ha lo scopo di ingrandire il seno. La prima volta che si guarda allo specchio dopo l'intervento, quando il suo corpo non è più ricoperto da bende, scoppia in lacrime. È felice, passo dopo passo, mese dopo mese, sta uscendo la sua essenza e questo la rende più sicura. La sicurezza che acquisisce verso il suo corpo la porta ad uscire di più, si veste da donna mettendo in mostra le sue nuove forme, senza risultare volgare, si trucca e decora i capelli con un fiore. Si sente bella, si vede bella, si ama.

 

Giugno 2012

Liam, o meglio Emily, si sente una donna e ora lo è anche esteriormente e questo la porta anche ad avere maggiore fiducia in sé stessa, tanto da uscire sempre più frequentemente e ormai tutti la conoscevano con quel nuovo nome. Questo, però, porta anche derisioni e insulti e fin quando al suo fianco c'era Brian lei stava bene, si sentiva al sicuro, si sentiva protetta, ma quel mese Brian non c'è. Quell'anno per la prima volta in Europa si organizza la EURO Racecar NASCAR Touring Series* e Brian partecipa per poter realizzare il suo sogno: abbandonare le corse clandestine per correre per gare ufficiali negli Stati Uniti. Emily continua ad uscire da sola senza vergogna, senza paura, e forse dovrebbe riflettere di più sulle sue azioni, forse dovrebbe pensare che lì non lo accettano proprio tutti, ma ha voglia di andare al porto e lei è una tipa testarda, lo è sempre stata. È seduta su un masso già da un po', un quaderno aperto sulle sue gambe, una penna stretta in mano, le cuffie nelle orecchie e lo sguardo rivolto verso il mare, Non sa nuotare, ha quasi paura dell'acqua in realtà, eppure quel posto la rilassa. Nonostante la musica delle urla attirano la sua attenzione, si sfila una cuffia e si lascia colpire dai commenti crudeli di un gruppo di ragazzi ubriachi. Prova ad ignorarli, si alza e cerca di allontanarsi da quel posto, ma quelli si avvicinano a lei senza lasciarle una via di fuga. Le viene da piangere e sa che non sarebbe andato nessuno a salvarla, e quando quei ragazzi iniziano a metterle le mani addosso riesce quasi a vedere la fine, prega che possano smetterla presto, stancarsi o soddisfarsi, prega di non sentire molto – troppo – dolore, prega mentre lacrime salate iniziano a colarle lungo il viso, ogni suo pensiero è concentrato in una serie di preghiere e per questo non si accorge subito di quella voce che urla di lasciarlo andare, pensa che sia il canto di un angelo, il suo angelo. Zayn, in compagnia di Harry e Josh, riesce a tener testa quei tipi che se ne vanno dopo aver sbuffato un “quel frocio non ne vale la pena”. Emily resta a terra senza smettere di piangere e solo quando le calde mani di Zayn la tirano su alza lo sguardo. “Stai bene?” le chiede il moro guardandola negli occhi, “si, grazie” risponde lei accennando un leggero sorriso. “Liam-” “Emily” lo corregge subito l'altra, “si vabbè, quel che è. Devi difenderti da solo, la forza ce l'hai, non farti mettere i piedi in testa. Sei nato maschio, non farti trattare da femminuccia, tira fuori le palle!” quelle parole le spezzarono il cuore, non se lo aspettava da un tipo come lui. Ma poi, si sente quando parla? Lo accende il cervello prima di aprire bocca? Perchè deve sempre dire puttanate? Lo guarda ancora una volta con gli occhi pieni di lacrime e senza rispondere, ignorando anche gli altri due ragazzi, se ne va.

 

Luglio 2012

Terminato il trattamento ormonale chiede al tribunale l'autorizzazione per gli interventi chirurgici di conversione sessuale e una volta ottenuta sentenza positiva decide di festeggiare insieme a Brian in un locale dove, per sua sfortuna, sono presenti anche i suoi amici. Quella sera Zayn, dopo che i suo migliori amici lo hanno rimproverato per la stronzata che aveva fatto uscire dalla sua bocca, le chiede scusa. Quelle scuse le accetta, ma in sua presenza ormai non riesce più a sentirsi libera, si sente giudicata, guardata male, il loro rapporto – se ne esisteva uno – è, inevitabilmente, andato distrutto. Ogni volta che il more le rivolge parola risponde fredda e svogliata, le dispiace ma non può evitarlo. Ha la sua vita da vivere e cercare di costruire un rapporto con una persona con la mente chiusa quanto Zayn le sembra una perdita di tempo. Ha da poco subito un intervento di rimodellamento dei glutei e quella sera aveva deciso di metterli in mostra con un tubino viola che li fascia alla perfezione. Si scatena in pista con i suoi migliori amici, ma soprattutto con Brian, che a giudicare da come ci appoggia le sue mani, apprezza molto le sue nuove curve. L'intimità che ormai li lega è visibile a tutti, ma ancora più visibili sono i sentimenti che provano uno per l'altra, come la gratitudine che Emily prova verso il suo ragazzo che è leggibile nei suoi occhi o la serenità che si percepisce dal modo in cui sorride quando lo guarda. E per la prima volta Zayn ne è geloso.

 

Agosto 2012

Emily dovrebbe essere la persona più felice al mondo in quel mese, il mese del suo compleanno e della sua operazione. Quello che però non aveva calcolato è che Brian se ne sarebbe andato, che ormai è arrivato il momento di far dividire le loro strada con la promessa che si sarebbero rivisti un giorno. La NASCAR*2 lo ha contatto per offrirgli un posto nel loro team e Brian non poteva rinunciare, neanche per l'amore che lo univa ad Emily, quello era il suo sogno e ora che ce l'aveva fatta non poteva tirarsi indietro, lo avrebbe rimpianto per tutta la vita. Emily è triste ma lo capisce, non ci sono scenate solo qualche lacrima, lo accompagna all'aeroporto ed è l che gli dà il suo bacio d'addio. Gli mancherà come l'aria, ma ora deve farcela da sola.

Settembre 2012

Dopo l'intervento, che riesce senza complicazioni, contatto il tribunale una seconda volta per chiedere il cambiamento di stato anagrafe, dopo la sentenza positiva tutti i documenti vengono accuratamente modificati e il 21 settembre è ufficialmente una donna, Emily Payne. Louis decide di farle una festa a sorpresa e invita tutti, proprio tutti: la sua famiglia – che lo ha sempre appoggiato nella sua scelta, Niall e Josh – che hanno iniziato a frequentarsi, e infine Harry e Zayn. Sono tutti a casa Payne circondati da amore e felicità, ed Emily non potrebbe essere più felice di così anche se le manca Brian. È Zayn a fare il primo passo, quella stessa sera, le chiede di ballare e le sai che non dovrebbe accettare, sa che effetto le fa quel ragazzo, e anche se non è più impegnata non vuole fare questo torto al suo ex ragazzo – è partito da un mese, si sono lasciati da un mese, ma i suoi sentimenti sono ancora lì nel suo cuore. Sa che se ne pentirà ma non può farne a meno, non riesce a dire no se Zayn la guarda con quei occhi. Si ferma a pensare un attimo a Brian chiedendogli mentalmente scusa prima di finire tra le braccia del moro. Si muovono a tempo di musica, pelle contro pelle, i cuori che battono all'unisono, è tutto perfetto – quasi magico – e nessuno dei due vorrebbe trovarsi in un posto differente. Stretti una nelle braccia dell'altro si sentono a casa, si sentono completi, si sentono leggeri, liberi da ogni pensiero, liberi da ogni ricordo, liberi da ogni preoccupazione. Il bacio che si scambiano dopo qualche ballo rende quella serata indimenticabile, un bacio leggero, un accostarsi delicato di labbra, un bacio dolce seguito da un altro e un altro e un altro ancora. Continuano a ballare a scambiarsi baci per tutta la notte, fino a quando nel cielo non si affacciano i primi raggi del sole.

 

Emily non aveva mai provato niente di simile, con Brian era stato diverso, Brian l'aveva conosciuta piano piano, l'aveva scoperta giorno per giorno, l'aveva aiutata, l'aveva capita, e soprattutto Brian le era stato vicino sempre, aveva affrontato con lei le sue paure, le aveva dato coraggio, e soprattutto l'aveva amata per quella che era. Per questo era stato facile perdersi in quegli occhi azzurri, era stato facile sentirsi protetta da quelle braccia muscolose, e altrettanto facile era stato innamorarsi di lui. Brian le aveva mostrato il mondo con occhi diversi, le aveva insegnato a vivere, le aveva insegnato a non aver paura, le aveva insegnato ad essere sé stessa. Ma alla fine è sempre stato Zayn e questo lo sapeva Liam così come lo sa Emily. Sarà sempre grata a Brian e una parte di lei, a modo suo, lo amerà sempre, ma il suo cuore appartiene a Zayn, è sempre appartenuto a Zayn e sempre lo sarà.

 

Mesi dopo...

Ai baci di quella sera di settembre ne seguono altri, sempre più intensi, sempre più frequenti. Ormai passano quasi tutto il tempo insieme e non fanno altro che baciarsi e toccarsi, faticano a tenersi i vestiti addosso ma Emily ha paura a spingersi troppo oltre, ha paura che una volta ottenuta una scopata Zayn se ne andrà lasciandola sola a leccarsi le ferite di un cuore spezzato, ma questo non la ferma dal lasciarsi coinvolgere, dal metterci il cuore in questa relazione: ogni giorno va allo skatepark per guardarlo allenarsi e per dargli baci tra un trick e l'altro; vanno in spiaggia insieme e restano seduti sui massi abbracciati, con lo sguardo rivolto verso il mare si lasciano cullare dal rumore delle onde che si infrangono sugli scogli; passano giornate sdraiati sul letto – Emily tra le gambe di Zayn – mentre lei gli legge le sue storie, storie che il più delle volte parlavano di lui. Sono ormai inseparabili, e anche se non hanno ancora ufficializzato la cosa per tutti – e per Emily stessa – sono una coppia, l'unica cosa che li divide è l'amore del moro per l'arte, quella passione che si rifiuta di condividere con lei: non le mostra mai i suoi disegni, non la porta mai con sé quando sente il bisogno di fare un graffito, eppure con Harry e Josh non ha problemi, capita a volta che li mostra anche a Louis, perché a lei no?! Un po' le dispiace, forse anche un po' di più, ma mentre il suo ragazzo passa il tempo a colorare muri lei ne approfitta per vedere suoi vecchi amici – quelli che aveva conosciuto sulla chat – che Zayn vuole fuori dalla sua vita. Il moro è convinto che quelle persone possono influenzarla a fare cose delle quali potrebbe pentirsi, in realtà lei non capisce cosa ma ha preferito non fare storie per questo gli ha detto che non ha più contatti con nessuno di loro, neanche con Brian.

 

Entrambi nascondono qualcosa e presto saranno costretti a scoprire le loro carte, ma nessuno dei due sospetta che accadrà così presto.

 

Emily si sveglia nel letto del suo ragazzo, come ormai succede da un po' ha dormito da lui, fanno l'amore, si coccolano e poi cadono tra le braccia di Morfeo.

 

La prima volta che hanno fatto l'amore è stata davvero buffa, ma lei la ricorderà per sempre. Zayn, il ragazzo esperto che andava con una ragazza diversa a sera, era impacciato e aveva paura di farle male – come se con lei sarebbe stato diverso – ma le piaceva, le piaceva come lui si preoccupava per lei, le piaceva come la sfiorava delicatamente come se fosse un fiore, le piaceva come la guardava – e le piace ancora oggi. Zayn in quel momento l'ha amata e quando entrambi raggiunsero il culmine del piacere fu così naturale urlarsi tutto l'amore che provavano uno per l'altro.

 

Quella mattina si sente irrequieta, agitata, c'è qualcosa che la preoccupa ma non sa cosa. Si alza dal letto per fumarsi una sigaretta, non è solita fumare per questo non ha un suo pacchetto, cerca quelle di Zayn in camera, in cucina, in sala e perfino in bagno ma niente, sa che non dovrebbe – Zayn è stato chiaro “puoi comportarti come se fossi a casa tua ma non andare mai nella mia stanza dei graffiti” – e non lo farebbe se non sentisse questo grande bisogno, ma non può farne a meno. Di certo non si aspettava di trovare quello che i suoi occhi stanno guardando sbalzando da una parete all'altra. Quella stanza è piena di schizzi di una ragazza macchiata di viola, c'è del viola ovunque, c'è anche la scritta “purple” sul soffitto e poi lo nota, quella tela ancora sul cavalletto, ancora fresco, una ragazza di spalle con i capelli viola che guarda verso il mare. Solo ora capisce perché non le ha mai mostrato i suoi disegni, perchè non ha mai condiviso con lei quella sua passione, Zayn disegna una ragazza che ha baciato anni prima ad una festa, quella ragazza che era lei solo con una parrucca e un po' di trucco. Esce da quella stanza senza guardarsi indietro, scrive un biglietto per il suo ragazzo e lo lascia sul tavolo della cucina “esco, torno stasera per l'arrivo dei ragazzi”, ha bisogno di uscire quella casa le si sta stringendo attorno, le manca l'aria. Corre verso il mare dove resta seduta sugli scogli fino a sera, ha pianto e non vorrebbe tornare a casa, ma deve per i suoi amici e deve anche perché lo ama.

Quella sera mentre sono tutti seduti in giardino con delle birre davanti e le scatole della pizza abbandonate in un angolo succede la catastrofe. Si alza per andare a prendere da bere e non fa caso al suono proveniente dal suo cellulare che la avvisa che le è arrivato un messaggio, messaggio che legge Zayn:

Babe, ti ha detto Brian che torna per qualche giorno? Dobbiamo assolutamente organizzare una serata tutti insieme come i vecchi tempi!”

 

“Ems, perché quell'essere ti scrive che dovete rivedervi con Brian? Non avevi smesso di sentirli?” le chiede Zayn entrando in cucina, Emily nota il suo telefono stretto tra le mani del proprio ragazzo e sbianca “perché hai letto i miei messaggi Zee?” gli chiede cercando di non sembrare agitata, ma purtroppo con Zayn non funziona, ormai ha imparato a conoscerla e nota il suo stato d'animo, lo sente, “rispondi alla mia cazzo di domanda. Non avevi smesso di sentirli?” richiede più alterato e dopo la negazione della sua ragazza è possibile leggergli in faccia la sua collera “li hai visti alle mie spalle?” ha una mano stretta a pugno, si sente tradito e deluso, ma la risposta che sente uscire urlata dalle labbra che ama baciare gli fa male al petto “cosa avrei dovuto fare mentre tu passi le tue giornate su quei stupidi disegni?” Non sa cosa rispondere, non sa neanche se esiste una risposta, si sente ferito nell'orgoglio, ma soprattutto si sente ferito per quel “stupidi disegni”, non capisce come una persona che ha condiviso così tanto con lui non riesca a capire quanto trovi importante l'arte, i graffiti, i disegni. Si gira e si rinchiude dentro quella stanza che, fin da bambino, è il suo rifugio, seguito subito dopo da Harry. Emily torna dagli altri come se non fosse successo niente e solo mezz'ora più tardi si decide ad avvicinarsi a quella stanza e prima di bussare sente Zayn parlare “Amo Emily davvero, ma come sarebbe la mia vita ora se al suo posto ci fosse purple? Non l'ho mai dimenticata Haz. È lei quella giusta, lo so.” Non sa come sentirsi è lei purple ma nello stesso tempo non lo è, una parte di lei è felice perchè alla fine Zayn si è innamorato due volte di lei, ma un'altra parte di lei si sente ferita, Zayn la ama, ma preferisce quella versione che non è più, si sente spaccata in due. Vuole parlare con Zayn, vuole chiedergli scusa, la ama non importa come, è sempre lei quella che ama. Apre quella porta senza bussare e mentre gli occhi dei due ragazzi guardano lei, i suoi sono fissi sul quel disegno, lo stesso di quella mattina ora completo. È impossibile non notare la scritta “dove sei purple?”, come è impossibile non notare la voglia di scappare che trapela da quelle parole, ed è proprio quella scritta che la spinge a dirlo.

“Ero io purple.” lo dice fissando Zayn negli occhi che li sgrana e schiude le labbra senza emettere un suono.

 

*come dice il nome sono serie di corse tenute in Europa, per la prima volta sanzionate dalla Nascar. (nel 2012 sono state ad aprile ma ho dovuto adattarlo ai tempi della storia.)

*2 Un'associazione che si occupa delle corse automobilistiche ufficiali. Negli Usa è uno degli eventi più seguiti dopo il Superbowl.

 

È finita.

Se siete arrivati fino a qui vi ringrazio, spero vi sia piaciuta o almeno vi abbia fatto passare un po' di tempo.

Che dire? Ho scritto questa storia a marzo ma poi sono stata senza internet e non ho potuto postarla. Ora non mi piace più in realtà, ma la avevo promessa a Mau e quindi eccola qui.

Molto probabilmente ci sono errori di battitura e anche tempi verbali, dato che inizialmente la avevo scritta al passato e poi l'ho cambiata, ma non riesco a rileggerla e quindi niente, magari un giorno la correggerò.

-Pat

 

  
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