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Autore: Vanilla_91    05/07/2016    14 recensioni
Kagome Higurashi ha 17 anni, ma non vive la tipica vita spensierata delle sue coetanee. Durante l'ennesimo litigio con sua madre, Kagome si ritrova inspiegabilmente a fare un salto temporale di quasi 600 anni, ritrovandosi in un luogo a lei del tutto sconosciuto.
L'ultima cosa che vede prima di perdere conoscenza sono dei misteriosi occhi scuri; ma saranno gli occhi di un nemico o di un alleato?
In un ambiente ostile, inospitale ed arido,si consumeranno bugie, intrighi, tradimenti, gelosie, scontri di volontà e lotte di potere.
Ma ciò che maggiormente unirà Inuyasha e Kagome, oltre ad un bramoso desiderio, sarà un misterioso segreto.
Dal 1° capitolo:
Brucia. Come la sabbia nel deserto, brucia il tuo tradimento.
Arde. Come il legno viene consumato dall’impeto del fuoco,così io vengo consumato dall’ira e dal rancore.
Muore. Così come si spegne la tua vita, così muore la mia anima.
Mi hai mentito, mi hai tradito.. non potrò mai dimenticarlo. Una vita sola non basterà per la mia vendetta.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sbadiglio, ritirando al petto le gambe lasciate fino all'ora ammollo nella grande piscina dell'harem.Sono occorsi due giorni per far ritorno, a causa delle condizioni delicate di Sango e, da allora, le giornate sono trascorse lente, silenziose, in totale apatia.
Avverto un profondo moto di nostalgia, ripensando alla mia amica. Non ho avuto modo di vederla, né di parlarle.
Solo tramite il Khislar(*) e per mezzo dei pettegolezzi sussurrati con cattiveria, ho saputo che le sue condizioni sono stabili.
Quanto mi piacerebbe vederla e abbracciarla..
Mi sento responsabile, in parte, per la sua avventata decisione. Era sconvolta quando ha deciso di fuggire e io, egoista, ho pensato solo ai miei problemi, al turbamento che mi animava dopo lo scontro con InuYasha. Avrei dovuto pensare al rischio che correva, alla morte orribile che il deserto ci avrebbe riservato, se Koga non ci avesse trovate in tempo.
Questi giorni, trascorsi in completo isolamento, mi hanno lasciato il giusto tempo per riflettere.
Bruscamente la mia vita ha subito un deciso cambiamento e, forse, solo ora inizio a rendermi davvero conto di quanto mi sta accadendo. Mi sono trovata coinvolta in un'epoca che non è la mia, una realtà sconosciuta, rude, selvaggia e così profondamente diversa.
Tuttavia, l'aspetto più destabilizzante concerne sicuramente lui, InuYasha.
Primitivo, volubile, indomabile..così diverso da chiunque abbia mai conosciuto.
Quanto tempo ho trascorso ad accusarlo di tutto quanto? Quanto mi ci è voluto per comprendere che molti litigi e mille incomprensioni avrei potuto gestirle diversamente se solo mi fossi resa conto che lui vive una quotidianità completamente opposta rispetto a quella a cui ero abituata.
Eppure, silenziosamente,inaspettatamente anche io mi sento diversa, cambiata. Ogni attimo trascorso con lui provoca un mutamento in me, nelle parti più recondite del mio essere. Mi sto trasformando in qualcosa che ancora non riesco a comprendere bene, ma che mi fa sempre meno paura.
Non posso ignorare le strane sensazioni che suscita in me, lo smarrimento che mi causano i suoi enigmatici occhi neri e il fastidioso nodo allo stomaco.
Furia, tenerezza, passione, un tale prorompente mix di emozioni che mi travolge e che non riesco a domare o ignorare.
Tutto in me reagisce alla sua presenza in maniera talmente sediziosa. E so che mille giri di parole non occorrono per esprimere un concetto banale e inaspettato: esercita su di me un magnetismo seducente e pericoloso.
Tuttavia, come posso trovare un fondamento a queste sensazioni improvvise? Cosa le suscita?
Quale sarebbe il modo giusto di comportarmi? 
Lasciare che le sue carezze roventi mi trascinino in quel mare di piacere già sperimentato? Cedere, e poi?
Quale sarebbe il mio destino una volta che lui si sarà stancato di me?
Quando i sensi si saranno raffreddati e i i suoi occhi si saranno posati su un corpo più sensuale, come reagirò?
Mille dubbi, infinite domande che non mineranno la sua ferrea volontà e non placheranno la mia curiosità, la strana smania di essergli vicino.
E lui, cosa penserà? É corso da Naraku per riportarmi fin qui, nei suoi occhi ho letto, sincera, la preoccupazione, ma dal nostro ritorno non mi ha più cercata.
Le parole di Naraku, poi, non fanno che crearmi nuovi timori. L'incertezza, l'esigenza di sapere e capire sono divenute una pressione costante. Se InuYasha è stato sposato, che fine ha fatto ora sua moglie?
E il ritorno di Fatima che conseguenze avrà?
Che genere di comportamento dovrei aspettarmi?
-Chissà cosa vorrà dire.-
Il lamento mi esce tremulo dalle labbra, in un sospiro involontario.
Non mi accorgo della presenza di Fatima, finché non è lei stessa a rispondere alla domanda che involontariamente ho posto a me stessa.
-Non conoscerai le sue intenzioni fin quando non sarà lo sceicco stesso a esternarle.-
Come se mi avesse letto nel pensiero, quella pallida e sconosciuta bellezza ha fornito una risposta alle mie preoccupazioni.
-Una cosa è certa: in un solo harem non c'è posto per tre preferite. Anisha pare sia stata spodestata, ma, da ciò che ho compreso, la sua influenza è ancora forte. Le circostanze sono cambiate rispetto al tempo in cui vivevo qui e se lo sceicco mi ha riscattata, un motivo dovrà pur esserci. E poi ci sei tu..- lascia la frase in sospeso, fissandomi con arroganza malcelata.
-L'attuale Ikbal.- replico.
Dopo tanto tempo passato a scacciare quest'appellativo, improvvisamente sento di doverlo reclamare, difendere..con le unghie e con i denti, qualora fosse necessario.
Provo un certo piacere nel vedere la scintilla di fastidio che le attraversa i begli occhi azzurri.
I risolini delle concubine cessano quando la pesante porta viene aperta. L'odiato khislar, Marash, mi riserva uno sguardo carico d'odio prima di rivolgersi agli eunuchi in servizio, con un tono sufficientemente alto, da giungere anche alle mie orecchie.
-Fate preparare l'Ikbal. Il padrone richiede la sua presenza.-
Le parole pronunciate con voce viscida, hanno il potere di aumentare i battiti del mio cuore. É il momento della verità.
Finalmente lui vuole vedermi.



La camera è completamente avvolta nel buio, fatta eccezione per la luce tremula generata dalle lampade ad olio. Il silenzio prolungato non fa che conferire maggiore malignità e ferocia alla mia coscienza, che di tacere non ha intenzione. Non vi è modo di fuggire ai miei pensieri.
La pelle brucia, ma è un dolore confortante..una goccia abissale rispetto al logorio interno che mi causano i miei sentimenti.
Miroku..il desiderio di vederlo è talmente radicato, profondo, che quasi mi mozza il respiro.
Sento nuovamente le lacrime sgorgare, ma non faccio nulla per fermarle.
É in collera con me, infuriato come non lo è mai stato. Le parole tra noi non sono mai state necessarie e lo sguardo che mi ha rivolto, l'ultima volta che i nostri occhi si sono incrociati, non potrò mai dimenticarlo.
Lui mi odia..ho tradito la sua fiducia e forse non sarà mai in grado di perdonarmi per ciò che ho fatto.
-Piccolo mio, almeno tu, non lasciarmi.- mormoro, avvolgendo il mio stesso ventre.
Chissà se il calore di questo piccolino potrà riscaldare il gelo che ora sento nell'anima.
-Ascoltando le tue parole, mi verrebbe da pensare che a questo bambino ci tieni.-
Sobbalzo, colta alla sprovvista. Non l'ho sentito entrare. La sua figura è avvolta nel buio, ma riconoscerei quella voce tra altre mille.
Forte nasce in me il desiderio di risentire il calore e la compattezza del suo abbraccio.
Quanto male mi fa non poterlo toccare.
-Miroku..- mugugno.
Sono tante le cose da dire, da spiegare, ma il suo comportamento distaccato mi confonde i pensieri impedendomi di ragionare.
-Sono venuto fin qui nella convinzione di trovarti addormentata. Volevo solo sincerarmi delle tue condizioni.- 
-Non posso stare bene se non sei con me. Ti prego, non andare via, Miroku.-
Un suono gutturale e amaro fuoriesce dalla sua gola.
-Le tue parole non hanno senso alcuno, ragazza. Mi hai celato l'esistenza di mio figlio. Sei fuggita via mettendo a repentaglio la tua vita e quella della creatura che cresce nel tuo ventre e che insieme abbiamo generato.- tace un istante, prima di ricominciare a parlare -Perché è mio il bambino vero, Sango? O forse, sono stati il tradimento e il desiderio per un altro uomo che ti hanno condotto a decisioni tanto scellerate?- mi domanda, atono.
-Non c'è mai stato nessun altro, Miroku..sempre e solo tu.- mi affretto a rispondere.
Davvero il mio gesto l'ha spinto a immaginare simili scenari?
-Come posso trovare allora una giustificazione valida al tuo agire? Spiegamelo, Sango, perché io non riesco a capire. Sto impazzendo.-
Avanza, permettendomi finalmente di vederlo.
Mi guarda, ma probabilmente non mi vede. I suoi occhi sono così diversi dal solito..freddi, distanti.
Sento un macigno sul cuore.
-Ho avuto paura, Miroku. Non sapevo come tu avresti potuto reagire a questa gravidanza. Poi, quella notte, mi hai detto che un bambino in questo momento avrebbe reso tutto più complicato e il mondo mi è crollato addosso. Non potevo più essere egoista, non potevo solo pensare al mio bisogno di averti accanto.-
-Cosa credevi, sciocca? Sicuramente questa creatura non arriva nel momento più propizio, ma è mio figlio. Avrei protetto te e lui. Avremmo affrontato ogni cosa insieme, come abbiamo sempre fatto.- sibila, infuriato.
Ho rovinato tutto con le mie stesse mani, con le mie paranoie.
-E ora? Cosa ne sarà di noi?- mi azzardo a chiedere.
-Il bambino che porti in grembo è mio figlio. Quando sarà venuto al mondo, se Allah lo vorrà, sarà cresciuto come un membro della mia famiglia. Riguardo a te, ovviamente non ti farò alcun male, ma quando non sarai più necessaria per la sopravvivenza del bambino, verrai allontanata.-
Un singhiozzo strozzato lascia le mie labbra.
-Non puoi portarmi via il mio bambino, Miroku. Non puoi farlo.- piango, disperata.
-Non è la stessa cosa che hai tentato di far tu?- mi accusa.
-Ti prego, ti prego..-
-Le cose potevano andare diversamente, Sango.- sussurra, prima di voltarsi e andare via, sordo alle mie preghiere.



Il velo pesante che mi copre quasi interamente il volto mi rende difficile respirare.
La sera è scesa, ma il caldo soffocante non ha lasciato il posto alla consueta brezza notturna.
L'aria è afosa o forse è l'agitazione che mi porta a soffrire così tanto il caldo?
Mi sento impaziente, nervosa, smaniosa.
Contrariamente a ogni mia previsione, le guardie mi hanno scortato all'esterno, conducendomi sino al lussureggiante giardino principale.
Perché siamo qui? Che intenzioni ha lo sceicco?
Resto sorpresa quando lo vedo giungere, a cavallo.
Sento il cuore aumentare i battiti e il viso colorarsi. Perché improvvisamente reagisco in questo modo alla sua presenza?
Lo studio con attenzione, sperando di non cogliere tracce di furia nei suoi modi, ma il suo volto è granitico, i suoi occhi difficili da leggere, nel momento in cui si ancorano ai miei.
Non mi parla, mi porge la mano, invitandomi a montare.
Esito un solo istante, mentre sento le sue iridi scure posate su di me, attente a valutare ogni mia reazione. Cercando di nascondere il tremore, afferro la sua mano, così grande rispetto alla mia, tentando di ignorare il brivido che mi attraversa la schiena. Senza sforzo mi issa, aiutandomi a sistemarmi dinnanzi a sè.
La tensione nel mio corpo cresce immediatamente nel sentirlo cosi vicino. Non è paura, più una trepidante attesa, la voglia di assaporare ancora le strane sensazioni che risveglia in me, di scoprire sino a che punto ci hanno condotto le schermaglie che mi hanno portato a fuggire. L'esigenza di capire cosa mi lega a questo sconosciuto dagli occhi tenebrosi.
InuYasha sprona lo stallone, che oltrepassa le spesse mura, dirigendosi verso l'infinito deserto.
Sfrutta il dondolio del cavallo per annullare la distanza minima rimasta tra i nostri corpi, facendo aderire la mia schiena al suo petto. Un sospiro spontaneo mi sfugge dalle labbra.
-Dove stiamo andando?- mi azzardo a chiedere.
Non mi risponde, non con le parole. Mi stringe maggiormente a sé, poggiando la mano aperta sul mio ventre.
Il mio stomaco si contrae, in maniera dolorosa. Sarà un tentativo di rassicurarmi o un tacito avvertimento?
Il tempo scorre veloce mentre ci addentriamo sempre più tra le dune del deserto.
Quando, infine, obbliga il cavallo ad arrestarsi lo spettacolo che ci circonda mi mozza il fiato.
La luna argentea è piena e la notte cheta illuminata dalle numerose stelle.
Le acque calme dell'oasi riflettono il pallore del satellite della Terra, illuminando l'area notturna di uno strano bagliore biancastro.
É talmente bello da sembrare irreale. InuYasha smonta facilmente, aiutando anche me.
I miei piedi toccano terra con estrema delicatezza. Trattiene le sue mani sui miei fianchi pochi secondi, prima di allontanarsi.
Assicura le redini del cavallo ad uno degli alberi, prima di avviarsi alla piccola riserva d'acqua.
Seguo ogni sua mossa, con apprensione. Qui, soli nel deserto, mi sento estremamente vulnerabile.
Sbottona la camicia lasciandola cadere sull'immensa distesa di sabbia.
Si china, schizzandosi l'acqua sul petto, per trovare, probabilmente, ristoro in questa nottata così torrida. Arrossisco, non riuscendo però a distogliere lo sguardo.
Sotto la luce lunare sembra ancora più bello. I pantaloni neri gli fasciano perfettamente le gambe, a cui le mie non troppo tempo fa si sono intrecciate, in un attimo di
frenetica passione.
Il torace ampio è perfettamente definito, dai muscoli delineati. Le gocce d'acqua scivolano su quella pelle abbronzata fino a sparire poco oltre la peccaminosa V che segna l'inizio dell'inguine. Peccaminoso, pericoloso e destabilizzante..non trovo altre parole per descriverlo.

Torna nuovamente verso me e con un movimento deciso lascia cadere il velo pesante che ancora celava il mio volto.
É un male, perché il suo profumo forte mi avvolge, lasciandomi inebriata e stordita.
Torno a cercare i suoi occhi. É forse questo il mio errore più grande. In quel mare nero riesco a scorgere non solo il consueto e misterioso bagliore freddo e duro, ma anche una latente tenerezza.
È la conferma che aspettavo e in cui tanto ho sperato:sotto lo spietato aspetto esteriore non è fatto di solo acciaio.
-Hai paura, Kagome?- mi chiede, spezzando l'assoluto silenzio che ci avvolge.
-No, non in questo momento.- rispondo, sinceramente.
Afferra la mia mano tra le proprie e con una gentile pretesa mi trascina a sedere sulla sabbia, accanto a sè.
-Ho impiegato del tempo a capirlo. Ammetterlo è decisamente fastidioso, ma forse con te ho sbagliato.-
Resto in silenzio, sperando che continui.
-Ti desidero con un ardore che non ho mai sperimentato in precedenza. Non sono abituato ad essere respinto. Ciò che voglio lo ottengo, anche con la forza se necessario, ma con te sembra non funzionare. Sei impertinente, irriverente, ma anche questo mi piace. Tuttavia, le tue insubordinazioni creano gravi problemi. Mettono in pericolo te stessa e non solo. La vostra fuga è stato il gesto più scellerato che poteste compiere. Il mio primo istinto sarebbe quello di punirti, perché è così che vanno le cose, è questo il modo in cui sono abituato ad agire, ma è un'idea che mi dà ribrezzo. Non sono solito usare la violenza con le donne, ma con te pare che ogni cosa sia diversa.-
-Insomma mi avete condotta fin qui per punirmi?- scatto sulla difensiva.
-Non è ciò che ho detto. Il tuo comportamento mi esaspera, Kagome. C'è più passione nel mignolo della tua mano che in decine delle concubine che popolano il mio harem, ma tu ti ostini a respingermi. Hai sperimentato la passione tra le mie braccia e non puoi mentirmi dicendo che non ti è piaciuto.-
Arrossisco, ma non potrei mentire.
-Non lo nego..- sussurro. -Ciò che mi blocca..è la paura. L'idea di concedermi ad un uomo spinta solo dalla lussuria. È contrario ad ogni mio principio.-
Sbuffa, frustrato.
-L'ho compreso. Per questo ti concedo un compromesso.-
-U..un compromesso?-
-Cercherò di essere paziente, di rispettare i tuoi tempi, ma in cambio pretendo obbedienza, Kagome. Niente più colpi di testa, fughe e cose simili. Ti concederò maggiore libertà, potrai trascorrere, se lo desideri, del tempo con Jariff che sembra si sia tanto legato a te. Non ho altri modi per..aiutarti.-
Lo fisso, stupita. Mi rendo conto che, dal suo punto di vista, deve essere una grande concessione quella che mi ha fatto. Cosa potrei chiedere ancora?
Sono prigioniera in un'epoca che non conosco..è davvero un sacrificio per me sperimentare sensazioni che mi hanno tanto sconvolta?
Non so cosa potrà accadere, so, però, con certezza, che la sua presenza forte mi fa sentire sicura.
Annuisco, sperando di non pentirmene in futuro.
-Bene.- asserisce -Ora lasciami fare ciò che desidero da quando ti ho vista nel palazzo di Naraku.-
Porta una mano tra i miei capelli ed esercitando una lieve pressione avvicina i nostri volti. Preme con decisione le labbra sulle mie che si schiudono immediatamente, senza ostentare resistenza.
Le nostre lingue si cercano con bramosia e ancora una volta resto soggiogata dal suo sapore fresco e dal suo agire famelico. Mi trascina in un bacio passionale, pretendendo ed ottenendo da me una resa totale. Mi lascia andare solo quando sono costretta ad allontanarlo per riprendere aria.
Sento il respiro affannoso e il cuore battere accelerato. É fuoco libero e impetuoso, ha acceso i miei sensi con un semplice bacio.
Mi attira tra le sue braccia, avvolgendomi con il suo corpo
-Sei mia, ricordalo, Kagome..- mi sussurra all'orecchio, facendomi fremere.

 

 

 

* Khislar= è la persona che si occupa della gestione e dell'ordine dell'harem e delle donne.

 

NOTE DELL'AUTRICE:

Salve, dopo così tanto tempo dall'ultimo aggiornamento, non so se sia rimasto qualcuno a seguire questa storia. Chiedo scusa per la mia sparizione, ma esco da un periodo di totale apatia, mancanza d'ispirazione e chi più ne ha ne metta.
Ho faticato per “rientrare” in questa storia. L'ho letta, l'ho riletta, molte volte sono stata tentata di modificarla, se non di cancellarla, ma alla fine ho desistito. Questa, così come qualunque cosa io abbia scritto, rappresenta un po' anche il mio percorso di crescita personale. Non rispecchiarmi più in maniera totale in ciò che ho scritto mesi, se non anni, fa è stato non semplice da mandare giù, vuol dire che sono cresciuta, che sono cambiata e sinceramente ho preferito provare a creare un collegamento tra ciò che era e ciò che è, piuttosto che cancellare tutto e far finta che non sia esistito. Dopotutto, in qualunque cosa abbia scritto, c'è un po' di me, dei miei sogni, delle mie emozioni.
Quindi, dopo questo sproloquio infinito, non posso che augurarmi che il capitolo vi sia piaciuto.
Tenterò di riprendere in mano anche le altre storie, perché lasciare qualcosa di incompiuto, non è nel mio stile. Detto ciò, ora più che mai, mi farebbe davvero conoscere il vostro parere.
Infine, vi lascio il link del nostro gruppo, per chi avesse voglia di entrare a farne parte:https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 

Baci,
Vanilla :)

   
 
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