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Autore: Flo March    05/07/2016    2 recensioni
Provare a descrivere Jane Austen non può essere per forza un'impresa facile:
«Lei stessa era una contraddizione vivente: aveva amato, eppure non era sposata; era una donna, eppure viveva grazie alla sua penna; scriveva storie con finali perfetti e personaggi adorati, eppure lei si riteneva imperfetta e preferiva vivere nell’anonimato piuttosto che essere adorata dai suoi ammiratori.»
Con accenni [Jane/Tom]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È una verità universalmente riconosciuta che una donna proveniente da una famiglia di modeste condizioni debba trovare al più presto un marito ricco a cui ammogliarsi.

Anche questa, come tutte le verità universalmente riconosciute, trascura un piccolo particolare: che le convenzioni sono fatte per essere irrimediabilmente smentite.

Miss Jane Austen non aveva mai amato le convenzioni su cui tutti si trovavano d’accordo, né si sarebbe mai piegata ad esse. Lei preferiva osservare come gli altri si adattassero al decoro e a ciò che imponeva loro la società ed esaminare con arguzia e sagacia i comportamenti di chiunque la circondasse, per poi riportarli implacabilmente sulla carta. Amava usare l’ironia, a volte pungente, a volte confinante con il sarcasmo, ma questo perché amava le contraddizioni interne tra le cose. Lei stessa era una contraddizione vivente: aveva amato, eppure non era sposata; era una donna, eppure viveva grazie alla sua penna; scriveva storie con finali perfetti e personaggi adorati, eppure lei si riteneva imperfetta e preferiva vivere nell’anonimato piuttosto che essere adorata dai suoi ammiratori.

Di queste tre scelte quella che lasciava ancora una traccia di rimpianto in fondo al suo cuore era la prima. Invano aveva lottato per reprimere i suoi sentimenti: quando aveva incontrato i suoi occhi dopo così tanto tempo, i suoi occhi così cambiati eppure sempre gli stessi- un’altra contraddizione- era risalito di nuovo tutto in superficie e lei aveva perso. Gli sguardi che si erano scambiati erano carichi di parole lasciate sospese, ma più eloquenti di qualsiasi commento. Gridavano ciò che non era potuto essere, ciò che la ragione aveva frenato, ma che il sentimento non aveva smesso di bramare. E allora avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, ignorare le aspettative delle loro famiglie, l’inferiorità delle sue origini, il patrimonio del prozio di Tom- non lo chiamava così da molto ormai, solo nei suoi più intimi pensieri si permetteva di farlo e rare volte- da cui dipendevano la vita e la serenità dei suoi congiunti. Oh, avrebbe voluto, in quell’attimo in cui aveva incrociato i suoi occhi profondamente cerulei, correre via in mezzo al fango; non le importava nulla del decoro e se si fosse sporcata la gonna a discapito della sua età.

Tuttavia (che brutta parola, le aveva detto qualcuno una volta: in quel momento non poteva essere più d’accordo) c’erano gli ospiti a ricordarle che lei adesso era Miss Jane Austen, rispettabile e venerata scrittrice, da coloro che la riconoscevano, s’intendeva. Jane era la figlia di Mister Lefroy; non gli assomigliava molto fisicamente, doveva aver preso dalla madre. Era il suo temperamento, sebbene attutito dalla giovane età, a ricordarle il padre, in quell’entusiasmo per la vita e la caparbietà che erano state così evidenti in lui…

Avrebbe dovuto essere sua.

Questo era stato il pensiero ricorrente non appena l’aveva vista, ma in un certo senso era come se lo fosse: portava il suo nome, lui le aveva dato il suo nome … Chissà se sorgeva da qualche parte nella sua mente il pensiero di lei mentre la chiamava. Tom alla fine era riuscito ad avere la sua Jane, finalmente, e la Jane che aveva invocato da giovane si era dedicata anima e corpo alle sue opere, rovesciando sulle pagine le emozioni che non potevano aver voce.

Della seconda scelta, Jane Austen non si pentì mai: continuò a scrivere fino alla fine della sua vita e lo avrebbe fatto ancora, se la morte non l’avesse interrotta. Ma nessuno è mai riuscito a frenare il successo che avrebbe riscosso, ora come allora, nel cuore di uomini e donne di tutte le età.

Per quanto riguarda la terza … Non durò a lungo: il suo nome è uno dei più ammirati e conosciuti della letteratura inglese in tutto il mondo e lei, anche se non era perfetta, è ancora capace di far sognare e innamorare con il suo stile, i personaggi e la natura umana che ha descritto.

Non resta dunque che concordare unanimemente che, ancora una volta, quelle che si credono verità non sono poi così stabili. Una sola cosa lo è: «l’ironia è il mettere insieme verità contraddittorie per accogliere una nuova verità con un sorriso o una risata. E a mio avviso, una verità profonda si accompagna all'uno o all'altra, altrimenti siamo di fronte alla negazione della natura dell'umanità».

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Ho iniziato a scrivere questa one-shot subito dopo aver rivisto Becoming Jane e con il cuore straziato il giorno prima del mio esame orale . La frase tra virgolette sull’ironia è tratta dal film, la pronuncia Jane stessa al prozio di Tom. Nel testo sono disseminati riferimenti ad Orgoglio e Pregiudizio (la dichiarazione di Darcy ed Elizabeth e il fango).

Ho provato, per quanto possibile, a mettermi per un attimo nei panni della scrittrice. Credo che la sua persona fosse davvero una bellissima, unica e magistrale contraddizione. Ma del resto, come ci ha insegnato in Ragione e Sentimento, non lo siamo forse un po' tutti? ;)

  
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