“
Your kiss, my
cheek, I watched you leave
Your
smile, my ghost, I fell to my knees
”
Taylor Swift, This Love
stay
La
tenda era completamente al buio, eccetto per alcune fiammelle blu
elettrico che
danzavano in un barattolo di vetro, poggiato su un tavolino di legno.
Illuminate
fiocamente da queste, due ombre si muovevano con fare impacciato, senza
alcuna
parola. Volevano solo cercarsi, esplorarsi. Non chiedevano altro.
Ron
lasciava una scia di umidi baci lungo il collo di Hermione, che
ansimava ad
ogni tocco.
Non
osavano sfiorarsi, era come temessero di ustionarsi. Erano entrambi
estremamente pudici.
Quando
arrivò fin giù alla clavicola, si
fermò e, senza un evidente motivo, cominciò a
ridacchiare sempre più forte.
«Fa’
silenzio» lo ammonì lei, senza nascondere un
sorrisetto. «Lo sveglierai» e
indicò Harry che sonnecchiava poco più lontano.
Scrollò
le spalle: «Ha il sonno più pesante di quello di
un troll di montagna».
Le
strappò una risata cristallina.
Tutt’un
tratto, però, abbassò lo sguardo, sentendo un
forte moto d’imbarazzo nello
stomaco. Un lampo di tristezza gli attraversò gli occhi.
«E
adesso che c’è?» chiese lei con
dolcezza, rialzandogli il mento con due dita.
«Non
ci so proprio fare» mormorò, con una nota di
amarezza incastrata nella gola.
«Insomma, guardati! Tu… così delicata,
così perfetta…
tu, tu sei troppo per uno come me. E
io sembro un maledetto idiota, un totale incapace. Mi sento come
se…».
Ma
non seppe mai come si sentisse, perché gli tappò
la bocca con l’indice e lui
subito si zittì.
«Smettila»
esordì, dolcemente. Continuavano a fissarsi con
intensità. «Come puoi solo
pensare una cosa del genere?»
Ron ringraziò la penombra per aver
nascosto il rossore sempre più crescente delle sue orecchie.
«Sei talmente idiota!» continuò dopo un
po’, scuotendo appena il capo, «Invece di agire e
fare… quello che dovresti fare,
sei qui che spari un mucchio di
stronzate».
“Buttati”, mormorò una vocetta nella
testa del rosso, “almeno per questa notte”.
Non l’aveva mai sentita parlare così,
ma - doveva ammettere - era stata fin troppo convincente.
Afferrò da sotto la
bacchetta da sotto la brandina e, puntandola in direzione di Harry,
borbottò: «Muffliato».
Poi, tornò a guardarla, con un sorrisetto stampato in faccia.
«Rimarrai
sempre troppo per me. È
la verità»
sussurrò a un centimetro dal suo volto, sfiorando appena il
suo naso all’insù.
Una
frazione di secondo ed era su quelle labbra morbide, estremamente
deliziose e
tanto agognate nei suoi sogni più selvaggi. Vi spingeva
contro la lingua,
chiedendo il permesso di visitare la bocca della sua amata; permesso
che lei
stessa accordò, dischiudendo appena le labbra.
Uno
strano sapore gli invase il palato. Qualcosa di nuovo e mai gustato, ma
al
contempo delicato e raffinato. Baciarla era come assaporare dei
mirtilli, ma
dei mirtilli decisamente più succosi e dolci del normale.
Lei,
di tutta risposta, si limitò ad intensificare il bacio,
portando una mano
dietro la sua nuca e l’altra sulla sua testa, ad
intrecciargli e scompigliargli
ancora di più i capelli rossi.
Le
mani di Ron corsero fino al lembo della maglietta di Hermione e gliela
sfilò
lentamente. Questa finì per incastrarsi nei capelli
cespugliosi di lei,
provocando un nuovo moto di risate in entrambi.
Quando
riuscì finalmente a togliergliela di dosso, si
avvicinò alla sua spalla destra,
depositandole un bacio e cominciando a tormentare con i denti e con la
lingua
il piccolo neo sopra di essa.
Puro paradiso.
Hermione
cercò alla cieca la schiena ossuta del ragazzo e la
arpionò con le sue piccole
mani. Gli sfilò di colpo il maglione verde, facendo
attenzione al braccio
ancora ferito, e si concentrò sulle lentiggini che gli
cospargevano il petto,
sfiorandole con le dita e disegnando piccoli cerchi.
«Ron»
lo chiamò, mentre lui si affaccendava con la chiusura dei
suoi jeans. «Resta».
La
guardò negli occhi come se fosse la cosa più
preziosa al mondo, e lei si sentì
sciogliere.
Aveva bisogno di
lui.
Prima
che potesse accorgersene, il ragazzo si era tuffato nuovamente sulle
sue
labbra.
E la sua bocca si distese nel sorriso più bello che Hermione vi avesse mai scorto.
Hermione
guardava la scena che le si prostrava innanzi impotente, la gola
attorcigliata
in un nodo e gli occhi lucidi che saettavano da Harry a Ron, impegnati
a
squadrarsi in cagnesco.
Erano
forse cinque minuti che continuavano a discutere. E, per quanto aveva
cercato
di interporsi tra i due, la litigata furente non accennava minimamente
a
placarsi.
«Voi
due siete tranquilli, con i genitori al sicuro…»
dichiarò rancoroso Ron.
«I
miei genitori sono morti!»
«E
miei potrebbero finire allo stesso modo!»
«Allora
vai!»
Il
rosso avanzò minacciosamente verso avanti e Harry comprese
ben presto le sue
intenzioni. Ma, prima che potessero sfoderare le proprie bacchette,
Hermione li
precedette e, con voce rotta e acuta, ordinò:
«Protego!»
L’incantesimo
la sbalzò indietro e, non appena riuscì a
rimettersi in piedi, vide Ron levarsi
il medaglione dal collo, gettarlo via e rivolgersi verso di lei.
«Tu
resti?»
C’era
una certa nota supplichevole nella sua voce. Voleva davvero che la
seguisse.
Ma
non avrebbe potuto abbandonare Harry lì, da solo. Non se lo
sarebbe mai
perdonato. E, quando tentò di spiegargli che entrambi
avevano promesso di
aiutarlo, lui disse, con un tono misto tra l’arrabbiato e il
deluso: «Capito.
Scegli lui».
E corse via, inghiottito dalle tenebre.
Non ci pensò due volte: prese a correre
più veloce che poteva, ad inseguirlo tra gli alberi, a
supplicargli di restare.
«Ron, ti prego, aspetta!» urlò con
tutto il fiato che aveva nei polmoni, sporgendosi in avanti e
afferrandogli la
spalla.
Non appena avvertì quel tocco, si
bloccò e si voltò di scatto, tenendo
però lo sguardo sempre fisso sulle sue scarpe.
«Pensavo ne avessimo già parlato»
grugnì con rabbia.
«Resta» lo pregò disperata,
afferrandogli il giubbotto con forza e cercando di guardarlo negli
occhi, in
quegli occhi spiritati e inumani. «Lo avevi
promesso» piagnucolò, la voce che
le si incrinò di colpo.
Per sbaglio, quelle iridi azzurre e
furiose si scontrarono con gli occhi color cioccolato e pieni di
lacrime della
ragazza. Lo stomaco prese fastidiosamente a bruciargli.
C’era qualcosa in lei che le
trasmetteva una pena assurda, qualcosa che non poteva ignorare e che,
molto in
fondo, gli fece provare un fastidioso senso di colpa.
Le
stava facendo del male e non se lo sarebbe mai perdonato.
Poi,
però, la rabbia ebbe la meglio e
il senso di pietà svanì nel nulla,
così come era arrivato.
Scosse la testa, cercando di levarsela
di dosso; lei, attraversata da gemiti e singhiozzi ormai
incontrollabili, si
teneva sempre più forte ai suoi vestiti, assaporando il
forte odore familiare
che il suo corpo emanava. Sapeva di
dentifricio, sapeva di casa.
Ron riuscì finalmente a scrollarsela
via, spingendola contro un albero con un colpo secco. La
sentì gemere di
dolore, quando la sua schiena si scontrò contro la dura
corteccia.
«No, no!» lo supplicò ancora, tendendo
un braccio verso di lui.
Ma era troppo tardi: il rosso si era
già Smaterializzato a migliaia di chilometri da
lì. A migliaia di chilometri da
lei.
E Hermione non poté fare altro che
raccogliere i pezzi del suo cuore infranto e tornare indietro da Harry,
con le
lacrime che le bagnavano le gote e un ululato di dolore intrappolato
tra le
corde vocali.
Tutto quello che riusciva a pensare era
che l’aveva abbandonata. Non aveva mantenuto fede alla sua
promessa, non era restato.
Angolo
dell’autrice
Non so quanti di voi si
ricorderanno di
me. Io ero Solluxy, ho pubblicato un paio di storie su questo fandom un
anno fa
e sono finalmente tornata, con un nuovo nickname e con una Romione, una
delle
mie coppie preferite.
Avevo iniziato a
scrivere questa fan
fiction verso settembre/ottobre 2015, dopodiché mi ero
bloccata. Ora, a
distanza di quasi dodici mesi, l’ho ritrovata in un file sul
mio computer, l’ho
revisionata e l’ho conclusa.
La citazione, di per
sé, non c’entra
nulla con la trama, l’ho inserita solo perché,
quando cominciai a scriverla,
stavo ascoltando quella canzone. Per inciso, andate ad ascoltarla,
è veramente
un capolavoro.
È una one
shot senza troppe pretese.
Volevo solo scrivere di Ron e Hermione, di un momento di tenerezza
qualunque
circondato dallo scenario della guerra e di una promessa non mantenuta.
Non ne
vado particolarmente fiera, ma spero che voi possiate apprezzarla
ugualmente.
Un grosso abbraccio
virtuale a tutti
voi.
Rage & love, Hayle.