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Autore: smarsties    05/07/2016    4 recensioni
Ron/Hermione || 1.2k words || Missing moment de "I Doni Della Morte"
«Resta» lo pregò disperata, afferrandogli il giubbotto con forza e cercando di guardarlo negli occhi, in quegli occhi spiritati e inumani. «Lo avevi promesso» piagnucolò, la voce che le si incrinò di colpo.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Your kiss, my cheek, I watched you leave
Your smile, my ghost, I fell to my knees
Taylor Swift, This Love

 

 

stay


La tenda era completamente al buio, eccetto per alcune fiammelle blu elettrico che danzavano in un barattolo di vetro, poggiato su un tavolino di legno. Illuminate fiocamente da queste, due ombre si muovevano con fare impacciato, senza alcuna parola. Volevano solo cercarsi, esplorarsi. Non chiedevano altro.
Ron lasciava una scia di umidi baci lungo il collo di Hermione, che ansimava ad ogni tocco.
Non osavano sfiorarsi, era come temessero di ustionarsi. Erano entrambi estremamente pudici.
Quando arrivò fin giù alla clavicola, si fermò e, senza un evidente motivo, cominciò a ridacchiare sempre più forte.
«Fa’ silenzio» lo ammonì lei, senza nascondere un sorrisetto. «Lo sveglierai» e indicò Harry che sonnecchiava poco più lontano.
Scrollò le spalle: «Ha il sonno più pesante di quello di un troll di montagna».
Le strappò una risata cristallina.
Tutt’un tratto, però, abbassò lo sguardo, sentendo un forte moto d’imbarazzo nello stomaco. Un lampo di tristezza gli attraversò gli occhi.
«E adesso che c’è?» chiese lei con dolcezza, rialzandogli il mento con due dita.
«Non ci so proprio fare» mormorò, con una nota di amarezza incastrata nella gola. «Insomma, guardati! Tu… così delicata, così perfetta… tu, tu sei troppo per uno come me. E io sembro un maledetto idiota, un totale incapace. Mi sento come se…».
Ma non seppe mai come si sentisse, perché gli tappò la bocca con l’indice e lui subito si zittì.
«Smettila» esordì, dolcemente. Continuavano a fissarsi con intensità. «Come puoi solo pensare una cosa del genere?
»
Ron ringraziò la penombra per aver nascosto il rossore sempre più crescente delle sue orecchie.
«Sei talmente idiota!» continuò dopo un po’, scuotendo appena il capo, «Invece di agire e fare… quello che dovresti fare, sei qui che spari un mucchio di stronzate».
“Buttati”, mormorò una vocetta nella testa del rosso, “almeno per questa notte”.
Non l’aveva mai sentita parlare così, ma - doveva ammettere - era stata fin troppo convincente. Afferrò da sotto la bacchetta da sotto la brandina e, puntandola in direzione di Harry, borbottò: «Muffliato». Poi, tornò a guardarla, con un sorrisetto stampato in faccia.
«Rimarrai sempre troppo per me. È la verità» sussurrò a un centimetro dal suo volto, sfiorando appena il suo naso all’insù.
Una frazione di secondo ed era su quelle labbra morbide, estremamente deliziose e tanto agognate nei suoi sogni più selvaggi. Vi spingeva contro la lingua, chiedendo il permesso di visitare la bocca della sua amata; permesso che lei stessa accordò, dischiudendo appena le labbra.
Uno strano sapore gli invase il palato. Qualcosa di nuovo e mai gustato, ma al contempo delicato e raffinato. Baciarla era come assaporare dei mirtilli, ma dei mirtilli decisamente più succosi e dolci del normale.
Lei, di tutta risposta, si limitò ad intensificare il bacio, portando una mano dietro la sua nuca e l’altra sulla sua testa, ad intrecciargli e scompigliargli ancora di più i capelli rossi.
Le mani di Ron corsero fino al lembo della maglietta di Hermione e gliela sfilò lentamente. Questa finì per incastrarsi nei capelli cespugliosi di lei, provocando un nuovo moto di risate in entrambi.
Quando riuscì finalmente a togliergliela di dosso, si avvicinò alla sua spalla destra, depositandole un bacio e cominciando a tormentare con i denti e con la lingua il piccolo neo sopra di essa.

Puro paradiso.
Hermione cercò alla cieca la schiena ossuta del ragazzo e la arpionò con le sue piccole mani. Gli sfilò di colpo il maglione verde, facendo attenzione al braccio ancora ferito, e si concentrò sulle lentiggini che gli cospargevano il petto, sfiorandole con le dita e disegnando piccoli cerchi.
«Ron» lo chiamò, mentre lui si affaccendava con la chiusura dei suoi jeans. «Resta».
La guardò negli occhi come se fosse la cosa più preziosa al mondo, e lei si sentì sciogliere.

Aveva bisogno di lui.
Prima che potesse accorgersene, il ragazzo si era tuffato nuovamente sulle sue labbra.

«Promesso» sussurrò.
E la sua bocca si distese nel sorriso più bello che Hermione vi avesse mai scorto.
 

• • • 


Le urla continuavano a rimbalzare da una parte all’altra della tenda.
Hermione guardava la scena che le si prostrava innanzi impotente, la gola attorcigliata in un nodo e gli occhi lucidi che saettavano da Harry a Ron, impegnati a squadrarsi in cagnesco.
Erano forse cinque minuti che continuavano a discutere. E, per quanto aveva cercato di interporsi tra i due, la litigata furente non accennava minimamente a placarsi.
«Voi due siete tranquilli, con i genitori al sicuro…» dichiarò rancoroso Ron.
«I miei genitori sono morti!»
«E miei potrebbero finire allo stesso modo!»
«Allora vai!»
Il rosso avanzò minacciosamente verso avanti e Harry comprese ben presto le sue intenzioni. Ma, prima che potessero sfoderare le proprie bacchette, Hermione li precedette e, con voce rotta e acuta, ordinò: «Protego!»
L’incantesimo la sbalzò indietro e, non appena riuscì a rimettersi in piedi, vide Ron levarsi il medaglione dal collo, gettarlo via e rivolgersi verso di lei.
«Tu resti?»
C’era una certa nota supplichevole nella sua voce. Voleva davvero che la seguisse.
Ma non avrebbe potuto abbandonare Harry lì, da solo. Non se lo sarebbe mai perdonato. E, quando tentò di spiegargli che entrambi avevano promesso di aiutarlo, lui disse, con un tono misto tra l’arrabbiato e il deluso: «Capito. Scegli lui».
E corse via, inghiottito dalle tenebre.
Non ci pensò due volte: prese a correre più veloce che poteva, ad inseguirlo tra gli alberi, a supplicargli di restare.
«Ron, ti prego, aspetta!» urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, sporgendosi in avanti e afferrandogli la spalla.
Non appena avvertì quel tocco, si bloccò e si voltò di scatto, tenendo però lo sguardo sempre fisso sulle sue scarpe.
«Pensavo ne avessimo già parlato» grugnì con rabbia.
«Resta» lo pregò disperata, afferrandogli il giubbotto con forza e cercando di guardarlo negli occhi, in quegli occhi spiritati e inumani. «Lo avevi promesso» piagnucolò, la voce che le si incrinò di colpo.
Per sbaglio, quelle iridi azzurre e furiose si scontrarono con gli occhi color cioccolato e pieni di lacrime della ragazza. Lo stomaco prese fastidiosamente a bruciargli.
C’era qualcosa in lei che le trasmetteva una pena assurda, qualcosa che non poteva ignorare e che, molto in fondo, gli fece provare un fastidioso senso di colpa.

Le stava facendo del male e non se lo sarebbe mai perdonato.
Poi, però, la rabbia ebbe la meglio e il senso di pietà svanì nel nulla, così come era arrivato.
Scosse la testa, cercando di levarsela di dosso; lei, attraversata da gemiti e singhiozzi ormai incontrollabili, si teneva sempre più forte ai suoi vestiti, assaporando il forte odore familiare che il suo corpo emanava. Sapeva di dentifricio, sapeva di casa.
Ron riuscì finalmente a scrollarsela via, spingendola contro un albero con un colpo secco. La sentì gemere di dolore, quando la sua schiena si scontrò contro la dura corteccia.
«No, no!» lo supplicò ancora, tendendo un braccio verso di lui.
Ma era troppo tardi: il rosso si era già Smaterializzato a migliaia di chilometri da lì. A migliaia di chilometri da lei.
E Hermione non poté fare altro che raccogliere i pezzi del suo cuore infranto e tornare indietro da Harry, con le lacrime che le bagnavano le gote e un ululato di dolore intrappolato tra le corde vocali.
Tutto quello che riusciva a pensare era che l’aveva abbandonata. Non aveva mantenuto fede alla sua promessa, non era restato.

 
 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice
Non so quanti di voi si ricorderanno di me. Io ero Solluxy, ho pubblicato un paio di storie su questo fandom un anno fa e sono finalmente tornata, con un nuovo nickname e con una Romione, una delle mie coppie preferite.
Avevo iniziato a scrivere questa fan fiction verso settembre/ottobre 2015, dopodiché mi ero bloccata. Ora, a distanza di quasi dodici mesi, l’ho ritrovata in un file sul mio computer, l’ho revisionata e l’ho conclusa.
La citazione, di per sé, non c’entra nulla con la trama, l’ho inserita solo perché, quando cominciai a scriverla, stavo ascoltando quella canzone. Per inciso, andate ad ascoltarla, è veramente un capolavoro.
È una one shot senza troppe pretese. Volevo solo scrivere di Ron e Hermione, di un momento di tenerezza qualunque circondato dallo scenario della guerra e di una promessa non mantenuta. Non ne vado particolarmente fiera, ma spero che voi possiate apprezzarla ugualmente.
Un grosso abbraccio virtuale a tutti voi.
Rage & love, Hayle.

  
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