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Autore: ARed    06/07/2016    10 recensioni
Isabella ha trentadue anni ed è madre di due figli, Charlie (nove anni) e Renèe (tre anni), è sposata con James Tanner, importante uomo d’affari di New York.
Il loro non è un matrimonio felice, Isabella lo sa, e non reagisce, per il bene dei suoi figli.
Ma quando arriva Jacob, suo fratello, le cose cambiano, grazie anche all’entrata in scena del consulente legale di suo marito, Edward Cullen.
" « Grazie Renèe, ti voglio bene », quel disegno rappresentava benissimo la sua famiglia: mamma, lui e la piccola."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CAPITOLO I

DISEGNO

18 NOVEMBRE 2015


L’area delle cerimonie del New York Country Club era piena di bambini, le cameriere avevano addobbato la sala in tema Cars, tutto rosso e metallico. Al centro della sala faceva bella mostra una torta fatta con pasta di zucchero, ovviamente rossa, in cima aveva Saetta McQuenn. Charlie aveva atteso tutti i suoi amichetti all’entrata, felice di poter festeggiare con loro il suo nono compleanno.    
Isabella osservava da lontano, con la piccola Renèe in braccio, la sua bambina era stanca, aveva passato tutto il giorno all’asilo a giocare con le sue piccole amiche.
« Mamy », disse la piccola sollevando la testa dall’incavo del collo della madre.
« Dimmi tesoro », rispose Isabella mettendogli apposto la piccola frangetta castana.
« Ho fatto anch’io un legalo per Chally », Isabella sorrise dando un bacio sulla fronte alla sua piccola.
« Ah si? », Renèe annuì tutta contenta.
« Ho fatto un bellissimo disegno, tanto calino », la madre sorrise, sua figlia era poco modesta.
« Bravissima, e che cosa gli hai disegnato? »
« Ho disegnato te e Chally », rispose dando un bacio alla sua mamma.
« Non manca qualcuno? », domandò Isabella.
« Ci sono anche io! » disse annuendo la piccola, cominciando a giocare con i lunghi boccoli castani della madre.
« E.. », la incalzò la madre.
« E batta », rispose lei con il suo faccino innocente.
« Papà? », domandò Isabella sollevando un sopraciglio.
« Non c’è.. è al lavolo come semple, come oggi », Isabella capiva, capiva il faccino triste di sua figlia, capiva quella nota di malinconia negli occhi del figlio, che ogni volta che la porta di vetro, dell’elegante sala, veniva aperta si voltava per vedere se il padre entrava. Rimanendone deluso ogni volta, James non si faceva vedere, era troppo impegnato.
« Vai a giocare con la piccola Marie, prima ha chiesto di te »
« Ah si? », domandò felice che la cuginetta l’avesse cercata.
« Si tesoro , vai da lei », Isabella mise a terra la sua bambina che raggiunse tutta contenta la cuginetta, che giocava con i Little Pony seduta sul tappeto di Hello Kitty. Era stato Charlie a chiedere a sua madre di metterlo, cosicché la sorella e la piccola Marie potessero giocare tranquille, in quella sala dominata da piccole macchinine rosse.
« Jane è stata impeccabile, come sempre », disse Alice avvicinandosi alla sorella.
« È brava nel suo lavoro »
« Dov’è James? », domandò sedendosi, la piccola Marie le faceva perdere tutte le energie.
“ Starà con Jane”, avrebbe voluto rispondere Isabella, ma si trattenne, era il compleanno di suo figlio, non voleva creare drammi.
« In ufficio, lo stiamo aspettando per il taglio della torta » 
« Ah »
« Signora Tanner, siamo pronti per il taglio della torta », disse una delle cameriere, Isabella odiava che la chiamassero in quel modo, non si sentiva affatto la “signora Tanner”, lei non si sentiva nulla, lei era nulla, era solo la madre dei suoi bambini. Per garantire loro una famiglia unita, si stava annullando.
« Aspettiamo l’arrivo del signor Tanner », la cameriera annuì e si allontanò.
La festa del suo bambino continuava, l’animatrice dopo avergli fatto giocare al vero o falso su domande di loro competenza, stava preparando il karaoke. Si stavano divertendo tutti, tranne il festeggiato, Isabella notava quella nota di delusione nel volto del suo bambino.
Il padre glielo aveva promesso, gli aveva promesso che ci sarebbe stato tutto il tempo, ma come era sua abitudine, non aveva mantenuto la sua promessa. Ma lui era un bambino dal cuore d’oro, non riusciva ad avercela con il padre, dimenticava, accumulava, perdonava, e Isabella sapeva che prima o poi sarebbe esploso e gli effetti sarebbero stati devastanti per il bambino.
« Mamma, posso prendere il tuo telefono? », domandò Charlie raggiungendo la madre e la zia.
« Certo, chi devi chiamare? »
« Papà, mi ha promesso che avremmo tagliato la torta assieme, forse è rimasto bloccato nel traffico », Isabella sorrise alla bontà del figlio, di quanto la sua giovane anima fosse pura, di quanto nelle persone vedeva sempre il lato buono, anche se questo era nascosto sotto tonnellate di cattiveria.
« Tieni », Isabella gli passò il suo IPhone 6+, un regalo di suo marito, che pensava così di dimostrarle il suo amore.
Charlie provò a chiamare, « Suona », disse speranzoso, ma Isabella notò i suoi occhi rattristirsi quando scattò la segreteria telefonica.
« Avrò messo il silenzioso! », ed eccolo che giustificava sempre il padre.
« Sai che facciamo? », disse Isabella prendendolo per mano e raggiungendo Renèe.
« Cosa? »
« A Forks si dice: chi c’è, c’è. Chi non c’è s’arrangia! »
« E papà s’arrangia? », domandò lui dubbioso, lei sorrise, « Esatto! », rispose facendo cenno di far preparare la maestosa torta.
Nella sala calò il buio, un bellissimo gioco di luci creava dei disegni sul pavimento e sulle pareti della grande sala, i bambini ne erano entusiasti. 
Isabella, prendendo per mano Charlie e Renèe si avviò al centro della sala, davanti alla torta.
« Bambini avvicinatevi », fece cenno Isabella.
La piccola Renèe cominciò ad intonare: « Tanti auguli a te.. tanti auguli a te.. », i bambini fecero il resto. In quel momento Charlie era felice, aveva dimenticato l’assenza del padre. Accanto a lui c’erano sua madre, sua sorella, zia Alice e la piccola Marie. Le donne più importanti della sua vita.
Poi c’erano anche i nonni paterni Lily e Thomas con la figlia, zia Rose. In quel momento a Charlie bastava, anche se sentiva la mancanza di una delle persone più importanti della sua vita. 
« Buon compleanno amore mio », disse Isabella quando gli amici del figlio finirono di cantare.
« Grazie mamma, ti voglio bene », si abbracciarono, e si lui era felice in quel momento.
Charlie cominciò a scartare i regali, la piccola Renèe si avvicinò timidamente al fratello, nascondendo dietro la schiena il disegno.
« Tanti auguli Chally », disse dandogli un tenero bacio che Charlie ricambiò, riempiendo d’orgoglio Isabella, amava i suoi figli più della sua stessa vita.
« Quetto è pel te », disse timida porgendogli il bellissimo disegno che aveva fatto all’asilo.
« Grazie Renèe, ti voglio bene », quel disegno rappresentava benissimo la sua famiglia: mamma, lui e la piccola.
Alle diciotto James aprì la porta di vetro dell’elegante sala, storcendo il naso per l’enorme confusione, Charlie lo vide ma ignorò la sua presenza, continuando a scartare i regali che gli avevano fatto.
« Eccomi, scusa il ritardo », venire tre ore più tardi per lui era un lieve ritardo, non si accorgeva dell’enorme male che faceva alla sua famiglia.
James si avvicinò e diede un bacio sulle labbra a sua moglie, un gesto dettato dall’abitudine.
« Dov’eri finito? »
« Una chiamata dalla Cina », rispose lui evitando lo sguardo della moglie, che fece finta di crederci.
« Vado a fargli gli auguri, credo non mi abbia visto », Isabella annuì e James raggiunse il figlio, circondato dagli amici.
« Auguri », disse dandogli una pacca sulla spalla.
« Grazie papà, quando sei arrivato? »
« Da un po’ », James mentì, Charlie se ne accorse, sapeva che il padre era appena arrivato, odiava le continue bugie di suo padre.
« Sabato ho la partita di basket, vieni? »
« Devo guardare se ho altri impegni in agenda, e poi te lo dico », rispose lui scompigliandogli i capelli. Per James i suoi figli erano un impegno da segnare su una fredda agenda.
Il volto di Charlie si rattristì per l’ennesima delusione, James odiava quando suo figlio si arrabbiava per  quello che per lui erano sciocchezze. « Charlie non fare il bambino! », si scordava spesso che suo figlio aveva appena compiuto nove anni, si scordava di star parlando con un bambino e non con un suo dipendente.
« Ti ho preso un regalo », gli disse passandogli una busta, Charlie apatico la prese e cominciò a scartare, rimanendone deluso quando ne vide il contenuto.
« Ti piace? »
« Si.. », rispose mettendolo accanto agli altri regali ed andando a giocare con i suoi amici.
« Stai diseducando nostro figlio », disse James raggiungendo sua moglie.
« Prego? »
« Gli ho fatto un regalo, e non mi ha nemmeno ringraziato! »
« Cosa gli hai regalato? », domandò Isabella infastidita dalle accuse del marito, sapeva quanto educato fosse suo figlio, sapeva quanto, fin troppo, lo fosse con il padre.
« FIFA 2016 », la donna rimase sconvolta da quella risposta.
« Gli hai fatto lo stesso regalo di un mese fa, quando sei tornato da Los Angeles »
« Poteva dirmelo », rispose lui infastidito.
« Non voleva deluderti », disse lei allontanandosi, non sopportava la presenza di suo marito, era stanca del suo matrimonio, era stanca che quella persona mettesse il suo lavoro ed altre compagnie prima dei suoi figli.
Che lei non fosse più il centro delle sue attenzioni, lo sapeva da tempo, e questo non gli pesava, non più almeno.
« Allora, quando il taglio della torta? », domandò James avvicinandosi alla moglie, dopo aver parlato al telefono con un cliente, aveva notato lo sguardo arrabbiato del figlio, ma come sempre, non gli diede la giusta importanza, per lui erano solo i capricci di un bambino.
« L’abbiamo tagliata un’ora fa », rispose lei fredda come il ghiaccio, non era arrabbiata, era impassibile, apatica, ci era abituata ai ritardi di quello che era, almeno sulla carta, suo marito.
« Perché non mi avete aspettato? », chiese lui stupito ed indispettito. 
« L’abbiamo fatto, Charlie ti ha aspettato per l’intero pomeriggio »
« Mi dispiace, io ho cercato di liberarmi il prima possibile», cercò di scusarsi, lo faceva sempre, e nemmeno lui ci credeva.
« Come sempre », rispose Isabella, ormai impassibile all’atteggiamento del marito.
« Bella.. »
« Non mi chiamare così! », odiava quel nomignolo, lo odiava quando veniva pronunciato dalle labbra di suo marito.
« Isabella non è facile mandare avanti tutto questo! », James era il direttore del New York Country Club, uno dei più esclusivi ed importanti degli Stati Uniti.
« Era il compleanno di tuo figlio! », rispose lei voltandosi per guardarlo negli occhi, quei occhi azzurri così freddi, così diversi da quelli di Charlie.
« Potevi rimandare tutti i tuoi impegni, potevi presentarti, tagliare insieme a lui la torta e poi sparire, si sarebbe accontentato! », Isabella era veramente molto arrabbiata.  
« Mi dispiace »
« L’hai già detto »
« Mamy », disse la piccola Renèe raggiungendo i suoi genitori.
« Vieni da papà », disse James abbassandosi per prendere sua figlia in braccio, ma Renèe si allontanò avvicinandosi alla madre.
« Amore perché non vai da papà? », Isabella non voleva che i suoi figli odiassero il padre, per loro voleva il meglio.
« Ho sonno », lei si abbassò e prese la piccola in braccia cominciando a cullarla, Isabella aveva fatto di tutto per far avvicinare i figli al padre, ma vedeva sempre un muro che non riusciva ad abbattere. Dopo il rifiuto di sua figlia James si allontanò, tornò nel suo ufficio, lui non combatteva per i sui figli, vedeva la loro presenza, così come quella di Isabella, un qualcosa di scontato, che ci sarebbe stata per sempre.
Ma Isabella era stanca, era arrivato il momento di mettere fine a quel matrimonio.


Buongiorno, eccomi con il prologo di una nuova storia.
Spero che vi piaccia, fatemelo sapere.
Non so ancora cosa ne verrà fuori, ma voglio buttarmi in questa ennesima avventura assieme a voi.

Un bacio AlmaRed

   
 
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