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Autore: Jareth01    06/07/2016    2 recensioni
«Se solo… li avessi io, i tuoi dannati poteri! Vorrei controllare il tempo, vorrei mettere sottosopra il mondo intero! Così capir…» non fece in tempo a finire la frase, che la vista le si appannò; si sentì cadere, sprofondare sempre più in basso, finchè non perdette completamente i sensi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio, Sarah, Toby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP. 7
 
 
«Desidero… comando ed ordino… che i goblin mi portino a casa all’istante
Sarah, non riuscendo a darsi per vinta, continuava a formulare desideri del genere: in qualche modo, s’illudeva, sarebbe tornata a casa.
Jareth, seduto su un gradino delle scale di Escher, ora ricomposte, la osservava, scuotendo la testa.
«E’ sempre divertente osservare reali illusi di poter avere potere su tutto».
Sarah incrociò le braccia. «Oh, senti chi parla! Il re che urlava di poter mettere sottosopra il mondo intero! E che ora, invece… ci ha messi in questo bel guaio».
«Sarah, le tue parole sono offensive» rispose lui, guardando altrove. «Non è affatto colpa mia se ignori sia il latino che le formule magiche».
«Cosa? Sarebbe colpa mia, quindi?» la ragazza, innervosita, sgranò gli occhi. «Cosa hai da dire sulle tue incursioni nella mia camera, invece?» puntualizzò.
Jareth sospirò. «Mia preziosa, litigare non riporterà le cose al proprio posto».
Sarah cercò di ignorare il modo in cui l’aveva chiamata, nonostante ne rimase sorpresa. «Hai ragione», sussurrò. Poi tornò a cercare la formula giusta per uscire dal labirinto.
«Desidero annullare il mio precedente desiderio, all’istante!»
Il fae si passò una mano tra i capelli.
«Illusa. Non ho nemmeno mai sentito il verbo “annullare” in una formula magica».
Allora perché non mi aiuti, invece di stare lì a fare il saputello? pensò lei. «Ci sono!» fissò i suoi ipnotici occhi. «Desidero che tu sia il re di Goblin!»
Jareth rise, alzando un sopracciglio. «E’ forse una proposta, mia cara?» le fece, con tanto di occhiolino. Lei, arrossendo, lo fulminò con un’occhiata.
Lui allora, abbandonando il suo fare strafottente, si alzò e le andò incontro. «Mi dispiace Sarah, ho le mie colpe in ciò che è accaduto. Una su tutte quella di averti esposto troppo alla magia, senza pensare ai rischi. Ne sono ben cosciente. Ma il tuo ritorno nell’Underground, sappilo, era pressoché inevitabile: stavi accumulando troppo… potere per rimanere nel tuo mondo come semplice umana».
Davvero? Il re di Goblin si stava scusando con lei? Avere a che fare con lui la sorprendeva sempre di più. 
«…Apprezzo le tue scuse, Jareth. Ma questo vuol dire che stavo diventando anch’io una… maga? E’ per questo che riuscivo ad evocare le creature del labirinto sempre più facilmente?»
«Sì, in parole povere è così. Credo che l’essere riuscita a sconfiggermi, l’evocare molte volte Tralalà e compagnia e la vicinanza col tuo fratellino rapito abbia, come dire… alimentato quei poteri che ti diedi molti anni fa».
Sarah si sentì in imbarazzo: le riaffiorò in mente la storia di quei poteri e del libro rosso che aveva letto così spesso, ritrovandosene la protagonista. E, soprattutto, si rese conto che il suo vecchio nemico aveva ragione, l’aveva sempre avuta: aveva lottato contro chi aveva cercato di salvarla e, cosa ancora più difficile da accettare, ciò significava che lui, in qualche modo, teneva a lei. Avvampò al pensiero, cercando di non farsi notare: stava cominciando a dare, finalmente, una diversa interpretazione ai misteriosi comportamenti del fae.
«E’ incredibile, non pensavo che la magia potesse essere così… delicata, ecco. Eppure avrei dovuto impararlo dal mio primo viaggio. Ora, però, dobbiamo trovare una soluzione. Qualcosa dovrà pur esserci! Mi avevi accennato di una Loggia Reale… cos’è? Non potrebbe aiutarci?»
Jareth ci pensò su. Sarah cominciava a sapere davvero troppo, per essere una semplice viaggiatrice. Svelare tutto ad un’umana avrebbe probabilmente portato delle ripercussioni su di lui, ma era pur vero che la ragazza c’era ormai dentro fino al collo, e che era, suo malgrado, la regina del labirinto – e già questo non faceva per nulla onore alla posizione del mago. «Sarà meglio spiegarti tutto, per bene questa volta, prima che questa calma nell’Underground cessi. Vieni con me», le disse, invitandola a seguirlo. Si interruppe poi un attimo, voltandosi. «Certo, mia regina, se lo desideri, qualcosa che potresti fare c’è: ridarmi i miei poteri».
Sarah lo guardò, perplessa. Avrebbe voluto farlo, ma come? Lui, cogliendo al volo i pensieri che la sua espressione celava, spiegandole l’esortò: «provaci. Non è diverso da far apparire un drago, e questo sai farlo. Soffermati sul tuo flusso magico, proiettandolo verso di me».
Non doveva essere molto difficile. Sarah, concentrandosi, chiuse gli occhi e gli prese le mani.
 
***
Aboveground
 
«Frank, diamine, quanto ci hai messo per prendere due popcorn? La proiezione inizia a momenti!»
Toby stava trascorrendo una divertente serata con suo cugino: erano usciti da un’oretta, avevano preso un panino al volo ed ora avrebbero visto un film che aspettava da tempo. Frank, però, tornò alla sua poltrona bianco in volto, quasi come un fantasma.
«Toby» sussurrò. «Toby, ho visto un folletto».
Il ragazzino lo squadrò, contrariato, facendo una smorfia: «Diamine cugino, ma dico, sei impazzito? L’hamburger ti ha fatto molto male». Rise.
Il ragazzo, shockato, si portò le mani alla testa, come se volesse tenerla ferma. «No» fece serio, tutto d’un fiato: «l’ho visto davvero, era vero, credimi. Era… un piccolo mostriciattolo tozzo, dalla pelle tra il rosso e il grigio… io non so…era un folletto. Ma non di quelli che si vedono  nei film con Babbo Natale, era minaccioso, cattivo, con tanto di elmetto e vestiti sudici!»
Il ragazzo tremava. Toby scoppiò a ridere. «E dimmi invece, i funghetti allucinogeni li davano insieme alle salse? Dai, non crederai che abbocchi a queste cavolate, i folletti non esistono».
«Un goblin, ecco cos’era!»  il volto del cugino si illuminò. «Ho visto un goblin Toby, te lo giuro, devi credermi».
Frank cadde in preda alla disperazione. Che fosse diventato pazzo? Stava forse delirando in preda a delle allucinazioni? Era cosciente di star dicendo delle assurdità probabilmente paragonabili alle visioni che si avevano sotto LSD, ma era sicuro di aver avuto davanti agli occhi quella creatura, al pari della folla all’entrata del cinema o del mobilio all’interno della sala.
Toby decise di tagliare il discorso, non abbandonando il suo atteggiamento incredulo ed impertinente: «hai ragione tu Frank, da queste parti bazzica sicuramente un goblin appassionato di cinema» rispose sarcastico. «Ora possiamo vedere il film in pace?»
Frank ci pensò un attimo, decidendo che ignorare ciò che aveva visto sarebbe stata la scelta migliore. Forse avrebbe dovuto dormire di più la scorsa notte, forse era solo uno strano gioco di ombre, o forse un bambino o un cane visto di sfuggita… non importava: i due si abbandonarono allo schermo. Toby però, pensieroso, non riuscì a concentrarsi sulle scene che scorrevano velocemente davanti ai suoi occhi.
All’improvviso qualcosa, da sotto il sedile, gli tirò i jeans. Toby si girò di scatto. Qüiver, un piccolo goblin provvisto di elmo a punta con tanto di paraorecchie, armatura e cotta in pelle di animale, stava per aprire bocca e parlargli, ma lui, fulminandolo con gli occhi, gli fece segno di rimanere in silenzio.
«Vado un attimo in bagno, Frank».
Toby si alzò dalla poltrona e si diresse velocemente fuori dalla sala, cercando di coprire l’intruso. Una volta fuori, assicuratisi di non essere visti da nessuno, si chiusero in uno sgabuzzino delle scope, dove li raggiunsero altri tre goblin.
«Cosa ci fate qui? Qüiver, puoi spiegarmi? Qualcuno di voi è stato visto. Creerete dei gran casini se non ve ne andate subito!»
«Toby, è un’emergenza!»
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. «Che cosa può essere successo di tanto grave da venire fin qua? Fødder è rimasto di nuovo incastrato?»
Böegiböe, agitando il suo bastone, prese la parola: «peggio! La… vincitrice… è tornata nell’Underground».
«Cosa? Sarah nell’Underground?» Toby sgranò gli occhi. Per quanto ne sapesse, lei non era più tornata nel labirinto dal giorno del suo rapimento, e non sembrava ne avesse mai avuto la minima intenzione. «Perché mai dovrebbe essere lì?» Certo, Jareth avrebbe potuto riportarcela se ne avesse espresso il desiderio, ma, in quel caso, ne sarebbe stato al corrente…
«Non lo sappiamo. Lady Sarah…» «Oh, parlo io!» lo interruppe Qüiver, dandogli una gomitata. «Chiaramente, il re è andato nell’Underground al posto del furetto, ma dopo un po’ la signorina è apparsa nel nostro castello e…ed era davvero spaventosa» aggiunse, convinto dell’inoppugnabile logica del suo racconto. Toby, intanto, cercava di prestare loro la massima attenzione, benché seguisse con non poca fatica il filo della conversazione.
«E…? Che cosa è successo?»
«Sarah è diventata regina e Jareth ha perso i poteri!»
«E c’è stata una sfida, ma le tredici ore sono passate e il Re è stato sconfitto per la seconda volta».
Sarah regina del labirinto e Jareth sconfitto? Toby non riusciva a credere alle proprie orecchie. «Tutto questo non ha senso», sussurrò.
A quel punto intervenne Dogsthörpe, goblin fomoso per le sue abilità da detective: «Ve lo dico io cosa non ha senso! Il gattaccio nero che ci spiava!» - urlò, completando la frase con rantolii sinistri.
«Un gatto nero?» chiese Toby, sospettoso.
«Il gatto nero che ha portato Sarah al castello!» confermò Qüiver.
Un gatto nero. Non che fosse l’unica cosa che non andasse in quel racconto – e nemmeno la più preoccupante da sentire ma, secondo quello che gli aveva insegnato Jareth durante i suoi viaggi, tutto ciò che non fosse un barbagianni o un gufo, o che non facesse parte della fauna tipica del mondo dei goblin, all’interno del labirinto era da considerarsi estraneo e pericoloso, trattandosi, nel migliore dei casi, di una fata riuscita ad oltrepassare le mura. Non aveva dubbi: doveva intervenire. Capire cosa stesse succedendo e aiutare Sarah, Jareth e i goblin. Era pronto ad affrontare una situazione simile? Non lo sapeva. Ma chi, se non lui? E quando, se non in quell’occasione?
«Non dite altro, ragazzi.  Portatemi nell’Underground all’istante!»
 

 
NdA: è passato un po’ di tempo questa volta (sigh, scusate!), ma la fanfiction continua! Sarò breve: grazie a chi legge, grazie ad Alessandro (che non bazzica su efp ma che legge questa storia) per avermi regalato “The goblins of Labyrinth” (i goblin presenti, nomi etc., sono quindi proprietà di Froud e Jones) e, per favore, datemi un parere sulla storia e/o sul capitolo :3 prometto un dolcetto a chi lo farà. Gusto a scelta!
Giusi
   
 
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